La rievocazione storica
La Giostra del Saracino, la cui prima edizione moderna è stata realizzata nel 1931, si organizza due volte all’anno: il penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre. Essa è definita dai suoi organizzatori come un torneo cavalleresco. I preparativi della Giostra si realizzano nell’arco della settimana precedente al giorno indicato per il suo svolgimento e quindi, per ognuna delle due edizioni, i giorni dedicati alla rievocazione storica sono considerati otto in tutto. Il penultimo sabato di giungo, la Giostra si svolge in notturna, mentre a settembre la competizione sarà di giorno.
Come appreso dai suoi organizzatori, la più antica testimonianza di un torneo cavalleresco ad Arezzo risale al 9 maggio 1260; esso si svolse in Piazza Grande per celebrare l’investitura a cavaliere di Ildebrandino Giratasca nell’ordine dello Speron d’Oro. «Con l’inizio del Trecento le giostre e i tornei perdono la loro valenza militare lasciando spazio al loro aspetto spettacolare. Diventano infatti un mezzo della società medioevale per solennizzare eventi di rilievo per lo più collegati alla vita della famiglia signorile».
Il Comune di Arezzo, tramite l’Ufficio Politiche Culturali, Turistiche – Giostra del Saracino, garantisce il mantenimento dell’evento, la sua tutela, valorizzazione e promozione quale patrimonio culturale della città di Arezzo. L’amministrazione comunale, insieme alla Consulta dei Quartieri e al Consiglio di Giostra, organizza tutti gli eventi del Calendario Giostresco approvati ogni anno con una delibera della Giunta Comunale. Secondo quanto appreso dagli organizzatori, possiamo considerare la Giostra del Saracino come un antico gioco cavalleresco che affonda le sue radici nel Medioevo; essa, ripristinata – come già indicato – nel 1931, in forma di rievocazione storica ambientata nel XIV secolo, è preceduta – in ognuna delle due edizioni – da un variopinto corteo storico a cui partecipano oltre 400 figuranti con cavalli al seguito. Il torneo si svolge in Piazza Grande come il primo, corso nel 1260.
Dopo essersi esibiti in evoluzioni equestri, accompagnati da tamburini e sbandieratori, i cavalieri dei quattro quartieri – denominati Porta Crucifera, Porta del Foro, Porta Sant’Andrea e Porta Santo Spirito – si gettano al galoppo, armati di lancia, contro un automa corazzato che rappresenta un saraceno armato di mazzafrusto chiamato Buratto, Re delle Indie. Vince la coppia di giostratori che, nel colpire lo scudo del Saracino, realizza il maggior punteggio. Al quartiere vincitore va in premio la “Lancia d’Oro”. La Lancia d’Oro, che oramai è unicamente un trofeo e non una lancia da combattimento, reca sulla impugnatura la storia della vita di un personaggio o un avvenimento solitamente legato alla storia aretina che ogni anno la Giunta Comunale sceglie, su proposta di un consulente storico. Istituita come trofeo dal 1932, in occasione della seconda edizione dell’epoca moderna del torneo cavalleresco, in quanto ben si adattava a rappresentare lo spirito della gara, è lunga circa tre metri e cinquanta, ricavata da legno di tiglio, noce o acero ed è una scultura lignea policroma con prevalenza di foglia oro zecchino. Da quello stesso anno è conservata nella sala delle vittorie delle sedi storiche dei Quartieri che riportano le vittorie nell’Albo d’Oro. In caso di parità fra uno o più quartieri, dopo le otto carriere ordinarie, per aggiudicare il trofeo si ricorre ad una o più carriere di spareggio.
Al termine della competizione, la voce di un araldo annuncia il nome del quartiere vincitore; i suoi abitanti si recano dunque in duomo per il Te Deum di ringraziamento, accompagnati da tre colpi di mortai sparati in onore della vittoria. A partire da fine maggio, secondo quanto scritto dagli organizzatori, la città «si immerge nel clima giostresco». In questo periodo Piazza Grande, le vie cittadine e le facciate dei palazzi vengono addobbate con bandiere e scudi recanti gli emblemi della Città di Arezzo, dei Quartieri, della Nobili Casate e dei Comuni della provincia. Il settore nord-est della città viene decorato con le bandiere rossoverdi di Porta Crucifera, il settore nord-ovest si colora di giallo e di cremisi con quelle di Porta del Foro, il settore sud-est con quelle bianco verdi di Porta Sant’Andrea e il settore sud-ovest della città viene imbandierato con il giallo e il blu di Porta Santo Spirito. Gli scudi e le bandiere restano montati per tutto il periodo estivo e vengono rimossi qualche giorno dopo la Giostra di settembre. Quindici giorni prima di ogni evento inizia anche l’allestimento di Piazza Grande con la stesura della lizza – la pista in terra battuta dove si svolge la carriera dei giostratori – ed il montaggio delle tribune per ospitare gli spettatori. Nello stesso periodo i quartieri, nei pressi delle rispettive sedi storiche, organizzano “La Settimana del Quartierista” con serate dedicate «alla cultura della Giostra», spesso coinvolgendo coloro che si sono distinti come i protagonisti della competizione nel corso dei suoi novant’anni di storia, dal momento della ripresa in epoca moderna.
Il sabato che precede l’edizione di giugno e la domenica anteriore all’edizione di settembre avviene l’estrazione delle carriere: sarà la sorte a decidere chi sarà il primo quartiere ad affrontare il Buratto in Piazza Grande il giorno della giostra. In Piazza della Libertà, invece, il sindaco di Arezzo, alla presenza della Magistratura, dei Rettori dei Quartieri e della Rappresentativa Comunale recante la Lancia d’Oro, consegna al Maestro di Campo, massima autorità della Giostra del Saracino, lo scettro di comando conferendogli il potere di imporre il rispetto delle regole cavalleresche. Poi, uno ad uno, secondo l’ordine con cui si è corsa l’ultima edizione della giostra, i paggetti dei quattro quartieri estraggono a sorte il nuovo ordine di carriere mentre i capitani dei Quartieri estratti pronunciano il giuramento con cui proclamano lealtà e rispetto delle regole cavalleresche: «A nome dell’antico e glorioso quartiere di Porta [citando ognuno il nome della propria porta], nella mia qualità di capitano degli Armati, al cospetto della città di Arezzo, giuro sul mio onore di correre giostra nel pieno e leale rispetto delle regole cavalleresche che la governano osservando gli ordini del Maestro di Campo, il liberato della Magistratura e i pronunciamenti dei giudici».
A giugno, la Lancia d’Oro della Giostra, tradizionalmente dedicata a San Donato, patrono della città, resta esposta in cattedrale dove è custodito il corpo del santo stesso, mentre, a settembre, la Lancia d’Oro della Madonna del Conforto è custodita nell’adiacente cappella a lei dedicata, sita all’interno della Cattedrale. Nella settimana che precede la giostra, i giostratori e le riserve dei quattro Quartieri si cimentano nelle prove, appuntamento seguito con particolare apprensione e attenzione dai quartieristi impazienti di seguire i propri beniamini. La sera dell’antivigilia della giostra si svolge la Prova Generale in cui i protagonisti sono le riserve dei giostratori. Anche se, in occasione delle prove, i cavalieri non indossano gli abiti storici, esse costituiscono un’anticipazione di quella che sarà la giostra vera e propria, una sfida per conquistare il “Piatto”, ovvero la targa dedicata alla memoria di un personaggio che – diverso ad ogni edizione – con il suo operato ha lasciato il suo segno nel mondo della giostra.
A settembre, il giorno che precede la Giostra del Saracino, le rappresentanze dei quattro quartieri insieme ai capitani e ai giostratori si raccolgono in Piazza San Francesco dove vengono “bollati” i cavalli che correranno la giostra, i cui nomi saranno scritti dal Cancelliere nel “libro della Giostra”. Da questo momento in poi, i cavalli non potranno più essere sostituiti e per questo saranno controllati e mai lasciati soli fino al giorno della competizione. In quest’occasione si svolge anche la solenne cerimonia di investitura dei giostratori: il capitano di ogni quartiere poggerà sulla testa dei due cavalieri destinati a correre la giostra e i loro elmi saranno portati in corteo da due dame del quartiere. Per l’edizione di giugno, la cerimonia della bollatura dei cavalli e dell’investitura dei giostratori si svolge in forma privata a conclusione dell’ultimo turno di prove dei giostratori in Piazza Grande. Un altro momento molto sentito e partecipato dalla cittadinanza è quello delle cene propiziatorie.
La sera prima della giostra, gli abitanti di ogni quartiere si riuniscono organizzando lunghissime tavolate nella piazza adiacente alla propria sede addobbata a festa. Il giorno della giostra viene scandito dai colpi di mortaio sparati dalla fortezza che annunciano le varie fasi della rievocazione storica: il risveglio della città alle sette; la lettura del bando alle undici; la benedizione dei giostratori e degli armati dei quartieri alle sette meno un quarto di sera – per l’edizione di giugno – e alle due del pomeriggio – per l’edizione di settembre -; l’inizio del corteo alle otto meno un quarto – per l’edizione di giugno – e alle tre del pomeriggio – per l’edizione di settembre -; l’ingresso in Piazza Grande degli Sbandieratori di Arezzo alle nove e trenta di sera – per l’edizione di giugno – e alle cinque – per l’edizione di settembre – e tre colpi finali al termine della competizione in onore del quartiere vincitore. La mattina della giostra, a giugno e a settembre, alle dieci e mezza di mattina, i fanti, i valletti e i vessilliferi della Rappresentativa Comunale “Signa Arretii” ritirano dal Duomo della città la Lancia d’Oro.
Una volta ritirata la lancia, alle undici, il secondo colpo di mortaio annuncia la prima uscita dell’araldo che, introdotto dagli squilli di chiarine e dal rullo dei tamburi del Gruppo Musici “William Monci”, dalla finestra di Palazzo dei Priori, in Piazza della Libertà, legge il bando alla popolazione. Successivamente parte il corteo storico, composto dalle rappresentanze dei Quartieri e da quelle comunali, che arriva a riunire circa quattrocento figuranti costituendo uno degli elementi maggiormente sentiti e partecipati delle giornate rievocative. Esso si dirige verso il centro storico con in testa i valletti del comune che trasportano il trofeo della Giostra del Saracino. L’araldo legge nuovamente il Bando della Giostra di fronte alla Basilica di Santa Maria della Pieve in Corso Italia, sul sagrato della Chiesa di San Michele e Adriano in Piazza San Michele, e infine sul sagrato della Basilica di San Francesco in Piazza San Francesco.
Protagonisti
Ufficio Politiche Culturali, Turistiche Giostra del Saracino del Comune di Arezzo (organizzatore dell'evento)
Consulta dei Quartieri (organizzatore dell'evento)
Consiglio di Amministrazione della Istituzione Giostra del Saracino (organizzatore dell'evento)
Gruppo Musici William Monci (orchestra, musicista)
Localizzazione
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