La rievocazione storica
La rievocazione storica, nel 2022 alla sua XIV edizione, si svolge nel primo sabato di agosto, oltre a una serie di eventi collaterali organizzati nei giorni precedenti, come ad esempio: la conferenza al Castel Gonzaga intitolata “Le rievocazioni storiche in Europa legate a Lepanto” organizzata a cura dei delegati del Network euromediterraneo Sulle Rotte di Lepanto. Dallo Scontro all’Incontro; la conferenza “Malvasia delle Lipari. Storia dell’antico passito eoliano” con esposizione di prodotti, degustazioni, malvasie e sapori dal Veneto, Corfù, Sicilia e Calabria. Sono state organizzati altre iniziative, come l’inaugurazione della mostra “Messina tra il XVI e il XVII secolo”, che espone repliche di armature rinascimentali, realizzate attraverso una ricostruzione filologica, a cura dell’Archivio Storico di Stato e della Compagnia Rinascimentale della Stella.
A differenza di altre Rievocazioni storiche, che si svolgono con la partecipazione di uno o più gruppi locali, l’evento di Messina si caratterizza per la presenza di gruppi provenienti da più parti d’Italia come Marino, Venezia, Genova e altre delegazioni provenienti da Spagna e Grecia, questa atmosfera, afferma Vincenzo Caruso (intervista svolta durante l’organizzazione dell’evento – Comune di Messina 06/08/2022), “La presenza di questi gruppi provenienti da più parti d’Italia e d’Europa vuole simboleggiare unione della Lega Santa e la diversità della flotta composta da tantissime armate provenienti da più paesi. A Messina si unirono uomini, marinai che parlavano in lingue diverse e che avevano culture differenti, ed è questa la caratteristica principale che abbiamo voluto portare nella rievocazione. Avere le delegazioni delle varie associazioni della rete serve anche per poter dare un’impronta politica e culturale. I presidenti delle associazioni partecipanti alla rievocazione, al termine dell’evento salgono sul palco e salutano la città di Messina, questo serve alla città ad acquisire la consapevolezza di essere attenzionati da tante altre città non solo per la rievocazione ma per le attenzioni che vengono riservate da parte di altre città italiane ed europee”.
L’evento si compone, quindi, di due Cortei, che si incontrano dopo lo sbarco, unendosi in una grande parata che si conclude nella Piazza del Municipio. Il corteo terrestre si snoda per oltre due chilometri per raggiungere il molo Marina di Nettuno, e rappresenta il popolo siciliano che va incontro al figlio di Carlo V per accogliere il corteo navale. La galea scuola “Palinuro”, unità a vela della Marina militare, rappresenta la Nave Reale di Don Giovanni d’Austria, con al seguito Unità Navali dei Comandi delle altre flotte e imbarcazioni della Marineria Messinese. Trenta imbarcazioni hanno rappresentato le altre flotte della Lega Santa. A bordo sono presenti attori e figuranti di diversi gruppi provenienti da diverse parti d’Italia e d’Europa in costume storico del XVI secolo.
Nel primo pomeriggio del primo sabato di agosto parte dalla sede del Municipio di Messina il corteo storico terrestre che si snoda per le vie principali della città e raggiungere la zona della Marina di Nettuno. Il corteo è composto di circa 150 persone tra attori e figuranti, 12 gruppi storici italiani, tra i quali i soldati del “Tercio Viejo” di Sicilia (Reggimento Spagnolo presente a Messina), il gruppo “Carlo V” di Nicosia, e altri gruppi provenienti da Palermo e da altre città dell’Isola per rendere omaggio al comandante della flotta cristiana.
Apre il corteo il gruppo di musici e sbandieratori di Rometta, seguono i cavalieri messinesi della Compagnia d’Armi Rinascimentale della Stella, i quali indossano costumi e armature del ‘500. L’armatura è di ferro ed è composta dal pettorale e l’elmo, sulla spalla destra appoggiano una lancia, e sul lato sinistro reggono la spada. Il corteo prosegue con la sfilata della nobiltà siciliana, una carrozza trainata da due cavalli accompagna personaggi di rilievo, come: il vescovo che accoglie Don Giovani d’Austria; l’araldo e Mauro Ligo, una figura storica importante, astronomo matematico e scienziato che forni le carte nautiche a Don Giovanni per la flotta. Chiude il corteo il gruppo di popolani, composto per la maggior parte di donne, che indossano abiti semplici: una camicia, il corsetto e una gonna lunga, caratterizzati da colori della terra come il marrone, arancione e varie tonalità di beige; gli uomini coprono il capo con un cappello di paglia e le donne con un fazzoletto. Il gruppo di popolani portano con sé oggetti dell’arte contadina come brocca in terracotta, canestri e alcuni prodotti tipici della regione.
Arrivati al porticciolo Marina di Nettuno viene celebrato “Lo Sposalizio del Mare”. Sulla scia della tradizione veneziana, alla presenza di un rappresentante di Venezia e della città greca di Lepanto, il sindaco di Messina a nome della città “sposa il mare” con il lancio di un anello e la declamazione di una formula di rito. Dopo si è proceduto con la premiazione dei vincitori della Regata velica che si è svolta nelle acque di Grotte, lungo la riviera nord. Il Palio d’Agosto delle quattro contrade marinare è stato vinto dalla contrada Paradiso con l’equipaggio del Circolo Canottieri “Peloro”. Come tutti gli anni, il Palio è stato organizzato dalla Lega Navale Italiana e da “Assonautica Messina” (L’Associazione nazionale per la nautica da diporto), e ha offerto al vincitore il “Trofeo Don Giovanni d’Austria”. Dopo il Palio Marinaro comincia lo sbarco e accoglienza del Senato ai Comandanti che parteciparono alla battaglia di Lepanto come Sebastiano Venier, Agostino Barbarigo e Giannandrea Doria.
Il Corteo Navale conclude il suo percorso nel Porto storico di Messina, accolto dai colpi di cannone a salve, dai giochi d’acqua dei rimorchiatori e dalla moltitudine di gente che aspetta sulle banchine e il corteo terrestre che gli viene incontro. Dopo lo sbarco dei comandanti dalla nave “Palinuro” e l’accoglienza di Don Giovanni d’Austria da parte del Senato che prosegue i suo cammino in sella a un cavallo, i due cortei si uniscono in uno solo per percorrere via Garibaldi, concludendo il percorso sulla scalinata del Palazzo Municipale, davanti al pubblico seduto, con una rappresentazione scenica nella quale tutti i figuranti fanno da cornice ai discorsi di Don Giovanni, allo Stratigò, al Vescovo, ai Capitani come Marcantonio Colonna, Sebastiano Venier e Agostino Barbarigo, e altre personaggi importanti come Francesco Mauro Ligo e al giovane Miguel de Cervantes, anche lui al seguito della Flotta.
Area Geografica
Con circa 218 292 abitanti, Messina è la città più grande dell’isola. Situata nell’angolo nord – est della Sicilia, ha una superficie di circa 211,73 Km e si estende in lunghezza, per circa 32 Km da Giampilieri Marina a Capo Peloro nella fascia ionica e 24 Km da Capo Peloro a Ponte Gallo nella costa tirrenica. Nel corso della storica il porto di Messina è sempre stato uno dei più importanti del Mediterraneo è legata alla marineria e al commercio. (Informazioni prese dal wikipedia.org e comunedimessina.it).
Descrizione del percorso
La rievocazione storica di Messina si compone di due cortei storici, quello terreste e quello navale. Il corteo terreste parte nel primo pomeriggio dalla sede del Municipio, che si trova in piazza Unione Europea, per proseguire nella carreggiata est (lato mare) di Via Garibaldi fino alla piazza Unità d’Italia, con attraversamento della sede tranviaria, per raggiungere la cosiddetta “Passeggiata a Mare” dove si svolge la celebrazione dello “Sposalizio del Mare.” Il corteo navale parte dal porto e ritorna dopo 2 km circa in maniera trionfale con altre navi che la accompagnano. Dopo l’arrivo del corteo navale, il corteo terrestre fa ritorno al largo Minutoli con attraversamento della sede tranviaria presso piazza Unità d’Italia, via Garibaldi, largo Minutoli, via Vittorio Emanuele II, con ingresso in Molo Colapesce per accogliere lo sbarco di Don Giovanni d’Austria, per poi ritornare come unico corteo in piazza Unione Europea, dove si svolge la rappresentazione principale dell’evento.
Notizie storico-critiche
In sede storiografica, la battaglia navale di Lepanto, combattuta il 7 ottobre del 1571 tra l’armata della Lega Santa, sotto il comando di Don Giovanni e quella ottomana di Alì Pascià, “è stata in genere interpretata come metafora dello scontro tra Oriente e Occidente che, per secoli, ha caratterizzato la storia del Mediterraneo”, (Ezio Ferrante nel suo libro La battaglia navale di Lepanto. 1571). Le vicende di Lepanto rivivono nel presente attraverso la rievocazione storica “Lo Spettacolare Sbarco di Don Giovanni d'Austria a Messina” che commemora nello specifico la concentrazione della flotta della Santa Lega, voluta da Papa Pio V nel porto di Messina.
Tra luglio e agosto del 1571 l’Armata cristiana con 210 galee sottili, 6 galeazze, 25 navi grosse, 3 galeotte e 50 fra brigantini e fregate, 1.805 cannoni, e circa 80.000 uomini di cui 28.000 soldati, 12.920 marinai, 43.500 rematori, si radunò nel porto della città di Messina sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’Imperatore Carlo V. Il 20 luglio del 1571, la Flotta Pontificia al comando di Marcantonio Colonna, luogotenente generale di Don Giovanni, entravano a Messina, salutata dallo sparo di “grandissima quantità di artiglieria” da tutti i castelli della città, come commenta durante l’intervista il direttore artistico Vincenzo Caruso. La mattina del 23 luglio era la volta della flotta veneziana al comando di Sebastiano Venier, col suo luogotenente Agostino Barbarigo, ad entrare nel porto falcato remigando contro vento. Il Comandante Supremo, Don Giovanni d’Austria, solcava le acque dello Stretto il 23 agosto con 25 galere, mentre tutte le navi alla fonda uscivano per andargli incontro sparando una salva d’artiglieria in segno d’omaggio. Don Giovanni, sbarcato a Messina due giorni dopo fu cerimoniosamente ricevuto a Palazzo Reale dallo Stratigò, da Conte di Landriano e dai Senatori della città. Negli ultimi giorni di agosto giungevano la squadra di Giovanni Andrea Doria, da Genova, quella del marchese di Santacroce, da Napoli, quella di don Giovanni di Cardona, da Palermo, e per ultima, il primo di settembre, proveniente da Siracusa, il resto della flotta veneziana rimasto a Candia. La flotta cristiana riuscì a concentrarsi nel porto di Messina il 24 agosto del 1571. Sotto il comando di Don Giovanni d'Austria vennero riunite le forze provenienti da: Spagna, Repubblica di Venezia, Stato Pontificio, Repubblica di Genova, Napoli, Marche, Malta, Granducato di Toscana, Romagna, Ducato di Savoia, Sicilia. Domenica 16 settembre l’armata salpava da Messina salutata dalle salve d’artiglieria dei castelli della città, fra le grida d’esultanza di messinesi. Dopo la battaglia Navale, combattuta nelle acque di Lepanto il 7 ottobre 1571 contro la flotta Ottomana, Don Giovanni il primo novembre del 1571 ritornava vittorioso a Messina. A bordo della flotta, era presente il giovane Miguel de Cervantes che rimarrà ricoverato a Messina per la grave ferita riportata alla mano sinistra. Nel saggio di Juan Cairos che riporta i ricordi di Cervantes nel libro Cervantes a Messina al tempo di Lepanto, nella pagina 43 scrive: “Non dimenticherò mai il mio soggiorno a Messina: due giorni dopo il mio arrivo, abbiamo digiunato per tre giorni di seguito, finchè il 7 settembre ci fu l’assoluzione generale, la comunione e una solenne processione; terminato il giubileo, furono offerte la benedizione apostolica e le indulgenze concesse ai vincitori del Santo Sepolcro. La mattina del 16 settembre eravamo nella terza squadra quando lasciamo il porto”.
Nel ricordo di questo evento, oltre alla rievocazione storica, in piazza Catalani, si erge il monumento di Don Giovanni D’Austria, opera di Andrea Calamech, scultore ed architetto carrarese. Commissionata dal Senato messinese nel 1572 in occasione della vittoria nella battaglia di Lepanto contro la flotta ottomana il 7 ottobre del 1571. La statua è in bronzo e presenta varie decorazioni che raffigurano Don Giovanni d’Austria che calpesta la testa del turco Alì Pascià in segno di vittoria. Il monumento è posto sopra un basamento marmoreo decorato con un fregio ad armature e scudi, la base è composta da quattro pannelli bronzei che rappresentano: il primo, celebra la vittoria di Lepanto e ricorda il numero delle navi impiegate e i nomi dei senatori messinesi del tempo; il secondo, raffigura lo scontro delle flotte cristiane e ottomane; il terzo ritrae la sconfitta turca; l’ultimo pannello rappresenta la flotta cristiana che rientra in porto vittoriosa, con una veduta panoramica dall’alto della città. La statua di Don Giovanni d’Austria è diventata un monumento importante per la comunità e di cui raccontare una storia.
La prima edizione della rievocazione storica si è svolta nel 2009, ed è nata grazie ai rapporti con le persone dell’Associazione “Marco Polo Project” di Venezia e con il comune greco di Lepanto che organizzano ogni anno il 7 di ottobre la rievocazione della battaglia con una cerimonia commemorativa come quello del lancio delle corone di alloro in memoria di tutte le vittime sia cristiane che musulmane. La rievocazione storica di Messina ha voluto dare un segnale di collaborazione tra i popoli. Vincenzo Caruso durante l’intervista afferma che è molto importante avere le delegazioni dei presidenti delle associazioni della rete o i sindaci di altri comuni per poter dare un’impronta sia politica che culturale. «La rassegna stampa della rievocazione storica non è più locale ma è internazionale di cui gli articoli vengono divulgate attraverso i social e la rievocazione di Messina è cresciuta grazie a questa risonanza». L’edizione del 2020 della rievocazione storica si è svolto senza la presenza del pubblico nel rispetto delle normative anti-contagio con un corteo storico in costume ridotto nel numero per evitare assembramenti. L’evento è stato fruibile dal pubblico solo attraverso la versione live streaming.
Nel corso degli anni l’evento storico ha assunto un valore non solo spettacolare ma anche didattico, un ulteriore elemento da trasmettere alle nuove generazioni. Il corteo storico durante gli anni è stato arricchito con nuovi personaggi storici come Miguel de Cervantes, Mauro Ligo, e tanti altri.
Bibliografia
Niccolò Capponi, "Lepanto 1571. La Lega santa contro l'impero ottomano", Milano, Il Saggiatore, 2008.
Vincenzo Caruso (a cura di), "Cervantes a Messina al tempo di Lepanto. 1571", Nicolò Edizioni, 2021.
Felice Irrera, " Viaggiatori a Messina. Diari, spunti e noterelle di visitatori della città del Peloro", Terme Vigliatore, Giambra Edizioni, 2017.
Ezio Ferrante, "La battaglia navale di Lepanto. 7 ottobre 1571", Piemonte Matese, Società Editrice Imago Media, 2004.
Giuseppe Arenaprimo (a cura di Vincenzo Caruso), "La Sicilia nella battaglia di Lepanto", Messina, Edas Editori, 2011.
Oggetti significativi
Oggetti rituali: Gli oggetti che vengono utilizzati durante la rievocazione sono: vari stendardi che vengono esposti nel corteo storico terrestre, il primo stendardo rappresenta la flotta del comandante Marco Antonio Colonna, un panno di stoffa preziosa su cui è ritratta l’immagine dello stemma di Marino, uno scudo diviso in due parti, sul lato sinistro è esposto un sole su uno sfondo nero, più in basso sono incise le lettere “A, E, M”, sul lato destro c’ì sono strisce tricolori: bianco, giallo e nero. Lo scudo è avvolto da decorazioni in arancione, sopra al quale è posto una corona. Sullo stendardo si legge “Arte e Costume Marinesi”; altri stendardi esposti appartengono al gruppo storico musici e sbandieratori dell’Associazione Marduk” di Rometta, del corteo storico “Carlo V” di Nicosia, dell’Associazione “Compagnia d’armi rinascimentale della stella” e dell’Associazione culturale “Sicuralagonensia” di Randazzo. Altri oggetti che vengono utilizzati durante la manifestazione sono: il manoscritto che utilizza araldo per aprire la cerimonia della rappresentazione sulla piazza; anello di metallo che viene utilizzata per celebrare il rito dello sposalizio del mare da parte del sindaco di Messina.
Bandiere: Il gruppo storico “I Cavaglieri del Drago” di Castelfranco Veneto utilizza, durante il corteo storico terreste bandiere composte da un’asta alla quale è fissata la tela. L’asta è a forma conica, con specifiche caratteristiche di flessione e peso con tessuto poliestere. Vengono utilizzate tre bandiere che rappresentano la Repubblica Veneziana. Nella prima bandiera è raffigurato il vessillo storico ufficiale della Repubblica di Venezia, i colori dominanti sono il rosso porpora e l’arancione, al centro del vessillo Contarini è raffigurato un leone con le ali, una zampa del leone sta sul mare, mentre l'altra poggia sulla terra, a simboleggiare il duplice dominio veneziano sullo Stato del Mare e sullo, la montagna rappresenta quindi i domini di Terraferma, in particolare l'Italia nord-orientale. La seconda bandiera è divisa in quattro quarti, nei primi due, su uno sfondo bianco viene raffigurata un’aquila nera, negli altri due quarti ci sono strisce verticali rosse e gialle. La terza bandiera è costituita da un vessillo di forma rettangolare con sfondo di colore bianco e dalle fiamme incrociate rosse. Altre bandiere vengono esposte durante il corteo storico terrestre come: la bandiera che porta lo stemma dello Stato della città del Vaticano, vengono raffigurate le chiavi di San Pietro, una d’oro e l’altra d’argento, con gli ingegni traforati in forma di croce in alto, rivolti verso i lati esterni e legate da un cordone rosso. Sopra le chiavi, al posto della tiara del Papa è raffigurato un altro copricapo dove all’interno ci sono strisce verticali rosse e gialle. Lo stemma del papato è posto su uno sfondo rosso con alcune stelle a sei punte di colore giallo; le due bandiere dell’Ordine di Malta. La prima, è la bandiera ufficiale dell’ordine, al centro di essa è rappresenta una croce ottagona bianca con uno sfondo rosso, e la seconda, la bandiera militare, costituita da un vessillo di forma rettangolare con sfondo di colore bianco ed una croce rossa latina; il gruppo di musici e sbandieratori dell’Associazione Marduk di Rometta durante le loro esibizione utilizzano bandiere, i colori che la rappresentano sono il rosso e il giallo.
Tamburi e chiarine: i tamburi e le chiarine vengono suonati dal gruppo di musici e sbandieratori di Rometta per accompagnare il corteo storico. Il tamburo ha un corpo cilindrico composto da una cassa di legno, equipaggiato con una pelle apposita che permette la percussione. La parte esterna del corpo cilindrico è di colore rosso con fiamme gialle, al centro è disegnato lo stemma del gruppo, un’aquila nera dove all’interno di essa tiene uno scudo che contiene tre torri. Lo si suona con dei battenti in legno pieno, definiti “bacchette”. La chiarina, strumento a fiato, viene suonata da altri membri del gruppo. Lo strumento musicale è in ottone e si potrebbe definire come una tromba allungata, a un pistone.
Armi e armature: I cavalieri della Compagnia d’Armi Rinascimentale della Stella, durante il corteo storico terreste indossano abiti e armature del ‘500, realizzate dal presidente dell’Associazione il Cav. Giuseppe Amato. All’interno della sua bottega, in via Porto Salvo, il Cav. Amato grazie alla sua passione da armaiolo dà vita a repliche di armature e costumi della nobiltà, realizzati attraverso una meticolosa ricostruzione filologica. L’armatura indossata dagli cavalieri della Stella è di ferro ed è composta dal pettorale e l’elmo dalla forma conica che viene tenuto fermo da una cintura di cuoio. Oltre all’armatura, alcuni soldati della fanteria sono armati di spade, coltelli e moschetto. Utilizzano anche lance lunghe quasi due metri, la parte del manico è di legno e ricoperto con un tessuto rosso, ha una lama in acciaio, a sezione romboidale, affilata su entrambi i lati, con due alette ricurve presso l’innesto della gorbia, cavo nel quale viene infisso il manico. Don Giovanni d’Austria e Marcantonio Colonna indossano un’armatura composta da pettorale in acciaio nero decorato con strisce in oro, è un tipo di elmetto chiamato morione, caratterizzato da una testa a barca. Per lo sbarco di Don Giovanni viene utilizzato un piccolo cannone d’Acciaio con due ruote che spara colpi a salve.
Oggetti di arte contadina: Il gruppo di popolani, parte del corteo terrestre, portano con sé oggetti dell’arte contadina come: brocca per acqua e fiasco in terracotta, porta vino, un piccolo contenitore di ferro battuto e con due maniche, canestri, bicchieri in alluminio e spianatoia in legno per la preparazione del pane.
Abiti: L'evento è in abito storico del XVI secolo, su cui i modelli sono ricostruiti grazie alla ricerca storica. Attualmente tra i due cortei si contano in totale circa mille abiti. Nelle prime edizioni gli abiti che i figuranti indossavano durante il percorso del corteo storico erano semplici, con il passare del tempo sono diventati più elaborati sia nella ricerca del tessuto che in quella storica. Durante gli anni gli abiti delle figure storiche più importanti sono stati realizzati da costumisti esperti del periodo storico rappresentato. La maggior parte degli abiti sono stati realizzati da Ignazio Rondone e dalla sarta messinese Rita Serafini. Ignazio Rondone è sarto e costumista di Caccamo, che da tanti anni collabora con l’Associazione Aurora. Rondone nel corso degli anni ha creato alcuni dei costumi del corteo storico come gli abiti femminili della nobiltà isolana, l’abito di Maria Bailadora, unica donna ad aver partecipato alla battaglia di Lepanto. Nel 2022 Rondone ha realizzato in particolare l’abito di Don Giovanni d’Austria, “un lavoro di grande responsabilità” commenta il costumista (intervista a Ignazio Rondone svolta durante la prova degli abiti – albergo Sant’Elia 05/08/2022). Per la realizzazione di questo abito è stato usato la tela di cavallo, la tela normale, e una tela adesivo che di solito si mette sotto la stoffa, all’interno tra fodere e la tela c’è uno strato di tessuto pesantissimo con una retina metallica. L’abito è composto da una giacca a maniche lunghe di colore rosso e nero, sulla parte anteriore è decorata con un motivo floreale. Il tessuto utilizzato è il damasco di cotone grezzo, accorpato con il corpetto, usato nell’epoca rinascimentale, le maniche sono un misto seta con strisce orizzontali rosse e nere. I pantaloni sono di seta e cotone, decorate con le strisce verticali rosse e nere. La calzamaglia arriva fino alle ginocchia ed è decorata con gli stessi colori e tessuti dell’abito. Don Giovanni indossa calze bianche e scarpe nere. Sul petto ha un l’armatura di metallo di colore nero con strisce marroni mentre il manto è di velluto, la parte esterna è nera e quella interna rossa. Al collo si vede una catena doro che tiene un’aquila bicefala, simbolo imperiale. L’abito di Marcantonio Colonna è stato realizzato dalle costumiste dell’associazione “Arte e Costumi Marinesi”, composto da giacca con tessuto pregiato, foderata, di colore nero e decorato da fili color oro. Anche i pantaloni sono dello stesso tessuto e decoro della giacca. L’attore che rappresenta Marcantonio Colonna indossa una calzamaglia nera con stivali. L’armatura è di metallo dipinto di nero con strisce in oro, uguale all’elmo che in più ha una piuma di struzzo.
Aspetti immateriali
La creazione degli abiti: Nei primi anni della rievocazione storica, gli abiti del corteo erano presi a noleggio e non sempre rispecchiavano il periodo storico rinascimentale. Con l’aumento dei partecipanti al corteo è nata la necessità di avere i propri abiti storici. Per la realizzazione degli abiti l’associazione l’Aurora si è rivolta alla costumista messinese Rita Serafini che da sei anni realizza i vestiti per il corteo storico e successivamente a Ignazio Rondone, sarto e costumista di Caccamo. Nel realizzare un abito, Rondone si ispira ai ritratti del 1500 spagnolo, anche la scelta dei colori viene effettuata per rispecchiare quel preciso periodo spagnolo. Gli abiti confezionati sono tutti ricamati a mano, i colori che dominano sono il rosso, nero è il verde oro. Il lavoro per la creazione dell’abito può variare da una settimana fino a un mese, si inizia disegnando uno schizzo dell’abito, per poi scegliere la stoffa e il colore che verranno utilizzati. Il sarto afferma che durante il processo della creazione, è molto importante aggiungere qualche dettaglio personale per arricchire il vestito «Ogni costumista aggiunge sempre qualcosa di suo personale, anche perché iconografia non mettere in risalto tutto l’abito e io a questo punto ci metto dell’intuito a creare il pezzo dell’abito, immaginando come poteva essere», Nell’ultimo abito realizzato, il sarto è stato ispirato dalla figura di Anna Mendosa de la Cerda, nobile spagnola vissuta nel 1500. “Il pezzo forte di questo abito è lo strascico che si chiama cappa reale ed e tutta ricamata. Le nobiltà più alti avevano un vestito del genere. Con il vestito ho realizzato anche la tiara, una specie di velo bianco perlato che si mette dietro la testa e scende lungo le spalle” (intervista a Ignazio Rondone svolta durante la prova degli abiti – albergo Sant’Elia 05/08/2022). Rita Serafini, sarta messinese, dal 2016 contribuisce alla rievocazione storica realizzando alcuni abiti del corteo storico terrestre. In questi anni ha realizzato gli abiti dei senatori e di alcune damme e cavalieri della nobiltà isolana. La costumista Serafini ha affermato (intervista svolta durante la prova degli abiti – sartoria Serafini 06/08/2022) che è un lavoro di grande responsabilità, i processi nella creazione di un abito storico sono molteplici, c’è l’ideazione dello schizzo e del figurino, la ricerca dei tessuti e dei colori dell’epoca, la scelta per il filo da ricamo, fino alla realizzazione dell’abito cucito rigorosamente a mano. Prima della creazione di un abito viene studiato non solo il periodo storico ma anche le pratiche sociali connesse al vestiario. Il lavoro per la creazione dell’abito può variare da uno fino a due settimane, per esempio, nel confezionare un abito da donna nobiliare “si inizia dall’sottoveste, il corpetto, taglio in vita, la gonna lunga e aggiungere vari accessori come i cappelli che c’è ne sono di vario tipo. La parte più difficile è realizzare il capello perché a quel epoca non tutte le damme avevano il capello uguale”. La sarta commenta che la ricerca del tessuto e tanto importante quanto la creazione di un abito, spesso nel riprodurre un vestito uguale al disegno è molto difficile trovare i tessuti adatti “spesso devi adeguare la trama della stoffa, il suo disegno e rispettare i colori, alcune volte il tessuto che cerco lo trovo in Inghilterra”.
Danze: La Compagnia d’Armi Rinascimentale della Stella, un giorno prima della rievocazione storica ha organizzato uno spettacolo di danze rinascimentali eseguiti dai membri della compagnia. Salvatore Pintaudi, uno dei danzatori spiega che: “Quando abbiamo incominciato a fare le danze rinascimentali abbiamo preso qualche spunto dal trattato Il Ballarino di Fabritio Caroso Da Semoneta”. (intervista a Salvatore Pintaudi svolta dopo l’esecuzione della danza – molo Marina di Nettuno 05/08/2022). Il gruppo formato da quattro persone esegue due danze: il primo ballo si chiama “Pavana”, dal francese significa letteralmente "danza padovana". È una danza di corte, ebbe il suo periodo di splendore durante il Cinquecento. Si tratta di una sorta di passeggiata cerimoniale nella quale sfilano le coppie per sfoggiare i sontuosi abiti, le acconciature e i gioielli. Proprio quest'aspetto aveva colpito gli studiosi romantici che ipotizzarono l'origine della danza dalla Spagna essendo "pavo" il termine spagnolo per pavone. La seconda danza eseguita si chiama “Schirazula marazula”, è un ballo tipico del Friuli che si ritiene risalente a prima del 1500, con origini che risalgono a un'epoca medievale. In una lettera di denuncia all'inquisizione del 1624 si segnala che donne e uomini del paese friulano di Palazzolo eseguissero questa danza cantando in due cori per evocare la pioggia. Nel dialetto friulano “schirazula” vuol dire bastone, bordone e “marazula” finocchio.
Giochi di Bandiera: Un elemento importante sono sicuramente i giochi di bandiera e i movimenti del gruppo sbandieratori e musici di Rometta, che accompagnano il corteo terrestre durante il suo percorso. I repertori dei giochi di bandiera vengono scelti da Mirella, capogruppo degli sbandieratori è composto da giovani, per la maggior parte da donne. Il processo creativo si basa sia sulle forme di trascrizione codificate e anche sulla sperimentazione pratica in diretta. Le performance dei giochi di bandiera prevedono esibizioni da due, tre o quattro persone che una sola in cui può maneggiare fino a tre bandiere.
Rappresentazione in piazza: Dalla prima edizione del 2009, la rievocazione storica viene conclusa da una rappresentazione scenica che si svolge nella piazza davanti al Comune di Messina. La rappresentazione dura all’incirca 15 minuti, apre la scena l’araldo che presenta i protagonisti principali della Lega Santa fra Spagna, Venezia e Stato Pontificio, come: il comandante supremo Don Giovanni d’Austria; Marco Antonio Colonna, capitano generale della flotta pontificia; Giannandrea Doria, comandante della flotta genovese; Sebastiano Venier, comandante della flotta della Repubblica di Venezia; Agostino Barbarigo della flotta veneziana e altri personaggi come lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes e l’astronomo Francesco Mauro Ligo che raccontano l’importanza della Lega è il loro ruolo all’interno di essa. Il personaggio di Miguel de Cervantes viene interpretato da Guillermo Lòpez, presidente dell’associazione Amigos de la Librea di Tenerife che da anni partecipa come delegato dalla Spagna e rievocatore all’evento di Messina, per lui, come afferma: “Per quanto riguarda la rievocazione lo spettacolare sbarco di Giovanni d'Austria, sono passati 4 anni da quando siamo stati invitati da Enzo Caruso a collaborare. È molto importante per noi come associazione che questa partecipazione possa diventare una tradizione, perché questo evento è di rilievo a livello internazionale, e Messina è stata una vetrina spettacolare nel conoscere anche la nostra storia e tradizione”. (intervista a Guillermo Lòpez Reyes svolta durante la prova degli abiti – albergo Sant’Elia 05/08/2022). Vincenzo Caruso commenta che per i dialoghi proposti c’è tanta ricerca sia dal punto di vista storico che di linguaggio, si racconta facendo particolare attenzione al dialetto di ciascun personaggio.
L’associazione Aurora ha attivato dal 2007 un progetto denominato “Lepanto: un luogo della memoria”, che rappresenta un percorso che ricorda la storica Battaglia Navale di Lepanto del 1571 e che vede ogni anno coinvolte autorità istituzionali di molti Paesi come la Grecia, Italia, Spagna, Malta, Austria, Germania e altri stati nella realizzazione di conferenze, manifestazioni ed eventi culturali di vario genere. A partire dal progetto “Sulle Rotte di Lepanto”, di cui fanno parte varie associazioni che compongono le rispettive flotte della battaglia di Lepanto, si stanno oggi costruendo itinerari turistici e culturali, si sta lavorando nell’ottica della realizzazione di un “marchio turistico-culturale” che possa legare tra loro, attraverso incontri, convegni, mostre, luoghi, le città mediterranee accomunate dalla stessa storia.
Criticità
L’edizione del 2020 e del 2021 della rievocazione storica si è svolto senza la presenza del pubblico nel rispetto delle normative anti-contagio con un corteo storico terrestre e navale ridotto nel numero per evitare assembramenti. L’evento è stato fruibile dal pubblico solo attraverso la versione live streaming.
Misure di valorizzazione
L’evento rievocativo, raccogliendo diverse attività (competenze e capacità) intorno ad un filo narrativo riferito alla battaglia di Lepanto, funziona come una misura di valorizzazione di alcune tradizioni e forme espressive sceniche, musicali e performative.
Sul piano della comunicazione, la diffusione della rievocazione avviene grazie ai mezzi di comunicazione come televisione, radio e stampa (quotidiani e periodici); inoltre, locandine e programmi forniscono al pubblico le informazioni necessarie per partecipare ai numerosi appuntamenti organizzati a Messina. La rievocazione storica è dotata di un sito internet. Trova grande risonanza sulla televisione, in particolare nell’edizione del 2022 è andato in onda un servizio di Rai 3. L’evento trova risonanza anche sui giornali locali che dedicano numerosi servizi prima e dopo l'evento, con la descrizione del programma e di tutti gli elementi che compongono l’evento. L’evento viene trasmesso in diretta streaming e come afferma Vincenzo Caruso viene seguito da circa 40 mila persone.
Misure di salvaguardia
L’evento è inserito nel calendario delle manifestazioni organizzate dal Comune e dalle Associazioni culturali italiane ed europee afferenti alla Rete euro-mediterranea “Sulle Rotte di Lepanto. Dallo Scontro all’Incontro”, accomunate dalla stessa storia e da eventi commemorativi riferibili alla Battaglia di Lepanto. I Partner del Network “Sulle Rotte di Lepanto” sono impegnati a promuovere e a coordinare un quadro di cooperazione permanente teso a sviluppare iniziative e eventi di cooperazione internazionale bilaterali e multilaterali e proposte progettuali afferenti al patrimonio materiale e immateriale della Battaglia di Lepanto.
Protagonisti
La rievocazione storica è uno degli eventi più attesi dell’anno dai cittadini ed è un’occasione di incontro partecipativo per la comunità di pratica che prende parte alla manifestazione sia come semplice pubblico, e sia come attori e figuranti al corteo storico che spesso conta con la presenza dei membri delle altre associazioni provenienti da più parti d’Italia che dall’estero. La partecipazione dei giovani è molto alta soprattutto tra le file delle quattro contrade marine che si sfidano per la vincita del Palio. Messina è la provincia con il più alto numero di turisti in Sicilia, anche se la maggior parte degli arrivi riguarda il polo di Taormina e quello delle isole Eolie. Dopo la pandemia, è cresciuto il numero di turisti che visitano la città di Messina provenienti non solo dall’Italia ma anche dall’estero, grazie anche all’avvio del progetto “Costa Meraviglia” che mira a rilanciare e sostenere il turismo, in particolare il versante ionico della provincia di Messina.
Dal 2009 l’associazione Aurora organizza e sostiene la rievocazione storica, provvedendo, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, all'organizzazione della manifestazione curando tutte le parti dell’evento: dall’organizzazione del percorso che devono fare entrambi i cortei e la scelta dei figuranti; nell’organizzare e decidere la nave dove si svolgerà il corteo navale. Un altro compito dell’associazione consiste nella scelta dei costumisti che devono confezionare gli abiti dei personaggi principali. L’Associazione, dall’anno 2007 collabora artisticamente con la “Marco Polo System” di Venezia, associazione, creato nel 2000 dal Comune di Venezia e dall'Associazione Centrale dei Comuni della Grecia per sviluppare iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale mediterraneo in ambito comunitario.
Per la rievocazione sono coinvolte circa 20, 25 enti e associazioni del territorio: Ministero della Difesa; Ministero dei Beni Culturali e del Turismo; Stato Maggiore Marina; Città Metropolitana e Comune di Messina; Direzione Marittima Sicilia Orientale; Capitaneria di Porto di Messina; Comando Generale e Provinciale GdF; Gruppo aeronavale e Stazione Navale GdF; Comando Interregionale Carabinieri; Comando Provinciale Vigili del Fuoco; Questura di Messina; Autorità Portuale; Archivio di Stato; Agenzia delle Dogane; Agenzia Industrie Difesa; Fondazione Bonino Pulejo; Fondazione Donna Marullo di Condojanni; Lega Navale di Messina; Città di Lepanto; Associazioni culturali provenienti da Gaeta, Nicosia (EN), S. Severo (FG) e Marino Laziale; Unione dei Comuni della Grecia.
Durante la giornata della manifestazione partecipa il gruppo Musici Associazione Culturale Marduk “Città di Rometta”, fondata nel 1980 e composto da tamburini e sbandieratori, che accompagnano ogni anno il corteo storico con la loro esibizione. Al corteo terrestre e quello del navale partecipano associazioni esterne con i loro gruppi storici. Le associazioni hanno caratteristiche molto diverse e interagiscono qualche giorno prima in occasione del corteo e della sua preparazione. In generale i partecipanti che fanno parte del corteo navale sono esclusivamente uomini, anche se quest’anno è stato introdotto una figura storica femminile, come Maria Bailadora, soldatessa spagnola vestita da uomo che partecipò alla battaglia. Le associazioni sono coinvolte in particolare nella preparazione degli abiti, vestizione dei propri rappresentanti e nella preparazione del testo che devono portare per la rappresentazione scenica finale che si svolge nella piazza davanti al comune.
La delegazione veneziana viene rappresentata dall’Associazione “Rialto Mio”, con il gruppo storico “I cavalieri del drago di Castelvetrano” in occasione della partenza delle flotte della Lega Santa per la Battaglia di Lepanto; L’associazione “Arte e Costumi Marinesi” partecipa al corteo navale con figuranti e abiti che rappresentano il personaggio di Marco Antonio Colonna e la sua corte.
L’associazione si costituisce nel 1995 da un gruppo di donne con impegno in studi e ricerche al fine di ridare al corteo che sfila nella giornata della Sagra dell’Uva di Marino, la sontuosità delle vesti e dei costumi d’epoca. Dal 2017 al corteo navale si aggiunge la figura storica di Miguel de Cervantes rappresentata da Guillermo Lòpez Reyes presidente dell’Associazione “Amigos de la Librea”, rappresentante della delegazione spagnola. L’associazione si costituisce nel 1991 a Valle de Guerra nel comune di San Cristobal della Laguna a Tenerife, Isole Canarie. L’associazione spagnola organizza e sostiene la rievocazione storica “La Librea” che mette in atto la battaglia di Lepanto attraverso una rappresentazione teatrale, gemellata con l’evento di Messina. Da dieci anni al corteo storico terrestre partecipa anche il gruppo storico “Carlo V” di Nicosia.
Apprendimento e trasmissione
L'Associazione Aurora è responsabile dell'organizzazione dal 2009, grazie al suo presidente Vincenzo Caruso, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale. L'Associazione costituisce la memoria storica vivente dell'evento e nello stesso tempo si occupa anche a trasmettere la storia alle nuove generazioni. Negli ultimi anni l’associazione ha intrapreso un progetto informativo con le scuole per divulgare la storia della battaglia di Lepanto, con l’obbiettivo di promuovere la rievocazione storica con attività come concorsi e ricerche da svolgere con i ragazzi delle scuole medie. Nel 2019 è stata organizzata una mostra dedicata al ritorno di Don Giovanni d’Austria, incentrata sulla capacità ospedaliera di Messina nel raccogliere tanti feriti e su come si svolgevano le cure del tempo per questi soldati. La mostra è stata esposta al teatro Vittorio Emanuele, ha coinvolto quasi tremila ragazzi, alla fine di questo percorso fatto di video, fotografie e oggetti, come afferma Vincenzo Caruso durante l’intervista “hanno consentito a loro di incuriosirsi”. Il ricavato dalla vendita degli oggetti vanno in beneficienza.
Gruppi Sbandieratori e musici: Tra le file del gruppo degli sbandieratori fanno parte giovani ragazzi con una fascia d’età tra 9-12 anni, le abilità apprese vengono insegnati dal capogruppo e successivamente dai membri che hanno più esperienza rispetto ad altri. Ogni nuovo membro ha tempi differenti nell’apprendimento delle nuove tecniche, ma tutti sono consapevoli di portare avanti la tradizione della città.
Metodo Ricerca
Metodologicamente, la prima scelta è stata quello di farmi guidare dal mio interlocutore privilegiato Vincenzo Caruso, l’organizzatore della rievocazione e Assessore della cultura al Comune di Messina. Durante la mia permanenza ho incontrato i membri dell’Associazione Aurora e i responsabili dei diversi gruppi e delle altre associazioni che partecipano all’evento. Ho incontrato inoltre, Federico Basile sindaco del Comune di Messina e Stefano Cecchi, sindaco del Comune di Marino. È stata effettuata una raccolta di materiali bibliografici sul luogo, fornito da Vincenzo Caruso e da Paola Bardelloni presidente dell’Associazione Arte e Costumi Marinesi, documenti su quali ho operato.
Il primo approccio è stato quello di partecipare agli eventi collaterali organizzati nei giorni precedenti, come la visita alla fortezza Gonzaga per la presentazione di un convegno, ho partecipato alla conferenza “Malvasia delle Lipari. Storia dell’antico passito eoliano” con esposizione di prodotti, degustazioni, malvasie e sapori dal Veneto, Corfù, Sicilia e Calabria, inoltre, ho visitato la mostra “Messina tra il XVI e il XVII secolo”, che espone repliche di armature rinascimentali, realizzate attraverso una ricostruzione filologica. Osservando la rievocazione storica mi sono soffermata su alcuni elementi centrali come: l’organizzazione e lo svolgimento dei due cortei storici; la realizzazione degli abiti e delle armature, il ruolo degli rievocatori che vengono dall’esterno e come si inseriscono all’interno della manifestazione, la preparazione degli attori per la rappresentazione finale. Grazie al mio interlocutore privilegiato ho potuto accedere ad alcune situazioni di osservazione privilegiata come la creazione di un abito storico, la vestizione e organizzazione degli attori e figuranti prima della partenza dei due cortei, ho osservato da vicino lo svolgimento del rito “Lo Sposalizio del Mare”.
Le tecniche di rilevamento impiegate nella ricerca sono state osservazione partecipante e le interviste formali e informali ad alcuni rievocatori come: i due principali costumisti che hanno confezionato la maggior parte degli abiti storici negli ultimi anni, i presidenti delle associazioni che da anni partecipano alla manifestazione, alcuni partecipanti al corteo storico terrestre e navale, l’artigiano che ha realizzato le armature per il corteo storico.
Ogni aspetto dell’evento è stato accompagnato e convalidato dalla documentazione fotografica. Oltre allo svolgimento dell’evento ho cercato di catturare i momenti ritenuti importanti, come gli eventi collaterali svolti nei giorni precedenti, la vestizione dei rievocatori per il corteo storico, la creazione delle armature, il percorso gastronomico organizzato dalla Marina militare all’interno della nave “Palinuro”.
L’associazione Aurora comincia da aprile a lavorare per l’organizzazione dell’evento. Il primo passo è quello di scegliere, in base alla disponibilità dei fondi, gli elementi che devono comporre la rievocazione, quali eventi collaterali organizzare e con quali gruppi o associazioni collaborare, privilegiando quelli con caratteristiche qualitative. L’obbiettivo è valorizzare il territorio e che l’evento includa tutte le fasce di età, dai più piccoli ai più grandi.
Oltre alla manifestazione di Messina sono stata invitata a Tenerife, a Valle de Guerra per seguire la rievocazione storica “La Librea”. La manifestazione che si svolge in questo piccolo comune è gemellata con l’evento di Messina e rievoca le vicende della battaglia di Lepanto svolta nel 1571 attraverso una rappresentazione teatrale, che nelle isole Canarie è conosciuta come teatro popolare, ed è l’unico evento in tutta la Spagna che ricorda questa battaglia.
Organizzatori
Vincenzo Caruso (assessore del Comune di Messina e organizzatore della rievocazione storica)
Giuseppe Amato (presidente della” Compagnia Rinascimentale della Stella”)
Ignazio Rondone (sarto)
Rita Vita Serafini (costumista)
Salvatore Pintaudi (rievocatore)
Federico Basile (sindaco di Messina)
Stefano Cecchi (sindaco di Marino)
Bettina Cascio Gioia (presidente dell’Associazione “Corteo storico Carlo V di Nicosia”)
Guillermo Lopez Reyes (rievocatore e presidente dell’associazione “Amigos de la Librea” di Tenerife)
Paola Bardelloni e altri membri dell’Associazione "Arte e costumi marinesi"
Membri dell’Associazione Rialto Mio di Venezia
Cèsar de Requesens Moll (Presidente dell’Associazione “PuraVida” di Granada)
Emanuele De Marzi (rievocatore per l’Associazione “Arte e Costumi Marinesi”)
Localizzazione
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