La rievocazione storica
La Fiera de l’Oca, evento nato per rievocare una fiera paesana di inizio Novecento, è composta dall’Ocaria (mercato dell’oca) e dall’Oca park. Con l’apertura, il sabato mattina, dell’Ocaria i visitatori possono aggirarsi tra bancarelle in legno coperte dai grandi teli bianchi sotto ai quali signore in costumi d’epoca vendono prodotti gastronomici a base d’oca e oggetti raffiguranti immagini dell’oca.
Attori, comparse e figuranti animano le vie del centro storico, che per l’occasione viene decorato con stendardi con lo stemma sabaudo, bandiere dell’oca e manifesti delle prime réclame. Ogni anno anche i moderni cartelli stradali vengono coperti con la riproduzione fedele delle insegne d’epoca. Nell’Oca park sono allestiti i baracconi dei giochi di una volta, un luna park ante litteram dove grandi e piccoli possono divertirsi a sparare con il fucile ad elastici, a lanciare palle per abbattere barattoli e birilli o a pescare le ochette in acqua.
Il visitatore, oltrepassando i portali di via Barche e via XX Settembre (che come un sipario si aprono sulla scena teatrale) viene catapultato in una fiera di un paese di inizio Novecento gremita di bancarelle e di luoghi di svago. Proprio come cento anni fa, quando le fiere ospitavano saltimbanchi, zingari, animali ammaestrati, fenomeni da baraccone e spettacoli circensi, anche oggi alla Fiera de l’Oca tra le bancarelle ci si imbatte in cantastorie, saltimbanchi, orchestrine, imbonitori e cartomanti. In questo modo il visitatore diventa protagonista e si muove a fianco di attori e figuranti che impersonano personaggi tipici della fiera: i carabinieri, che controllano personaggi sospetti o verificano che i prezzi di vino e cibo non superino quelli previsti dal Decreto Municipale affisso alle bacheche; lo strillone, che propone il giornale (riproduzione di un originale del tempo) decantandone gli articoli; la maestrina, che accompagna la scolaresca a vedere le bancarelle illustrandone i prodotti; le servette, che si rincorrono tra i banchi per vedere tessuti e cappellini, commentandoli ad alta voce; lo studio fotografico, dove le famiglie possono farsi le foto in costume d’epoca; il barbiere, che svolge il suo lavoro in strada; el caregheta, che sul selciato impaglia le sedie. Il visitatore, oltre ad acquistare prodotti gastronomici a base d’oca e oggetti vari, può gustare leccornie (fois gras, salame, ciccioli, paté) e sorseggiare un buon rosso all’Ostaria dell’Oca, perfetta ricostruzione in legno di una vecchia osteria del Novecento.
Il Zogo de l’Oca in Piazza prende avvio nel primo pomeriggio della domenica con la sfilata del corteo storico, preceduto dagli artisti e dalla banda cittadina. Si tratta di un gioco dell’oca vivente che prende spunto dal Zogo de l’Oca de Miran, (classico gioco da tavolo formato da 63 caselle disegnato dal pittore Carlo Preti, in cui ogni casella riporta personaggi, luoghi, opere d’arte e punti d’incontro di Mirano).
Il Zogo de l’Oca in Piazza è formato da 63 caselle di 2×2 metri che, poste attorno all’ovale della piazza, formano una passerella lunga circa 130 metri e alta 80 cm. “Al gioco partecipano sei squadre, in rappresentanza di Mirano e delle sue cinque frazioni. Ognuno è composta da composta da dieci elementi, tra cui un capitano che lancia i dadi, un alfiere che sposta la pedina e otto giocatori che intervengono per superare le prove richieste dalle caselle” (https://www.sanmartinoinveneto.it/en/evento/zogo-de-o ca/). Il gioco segue le regole tradizionali, unica eccezione la regola che prevede che nella stessa casella non possono mai sostare due pedine; qualora succedesse, le due squadre si dovranno affrontare in un gioco che condannerà la perdente a tornare alla casella di provenienza. In questo modo si provoca lo scontro tra due squadre, durante il quale il pubblico può incitare, tifare e divertirsi, tanto più che le prove sono ricche di varianti in modo da contribuire a renderle più difficili ed esilaranti.
La squadra più abile, ma anche dotata di un fortunato lanciatore dei dadi, si conquisterà il meritato premio “l’Oca dell’anno” e una vincita in denaro che, a sua discrezione, dovrà devolvere a un’associazione o a un ente. La sera dell’11 novembre, giorno di San Martino, la Compagnia dell’Oca organizza la grande Cena Ufficiale dell’Oca, che ha una sua ritualità, un tema ben definito e un menu tutto a base d’oca.
Protagonisti
Pro loco Mirano (organizzatore dell'evento)
Associazioni dell’Oca delle Frazioni
Banda cittadina
Studenti del liceo turistico “E. Majorana – E. Corner” (interpreti)
Localizzazione
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