La rievocazione storica
L’evento rievoca la costruzione del millenario ponte romano, ad
opera delle legioni romane, per raggiungere la Gallia Cisalpina,
che si intreccia con le leggende del luogo (Pramotton e Miniotti,
1988). Secondo la tradizione, San Martino, vescovo di Tours,
fece tappa nel villaggio mentre era diretto a Roma. Durante la
notte le acque del torrente Lys si ingrossarono e portarono via
l’unica passerella in legno allora esistente, obbligandolo a
trattenersi in loco. San Martino si offrì di aiutare la comunità a
costruire un nuovo ponte. Per farlo, incaricò dell’opera il
Diavolo, con la promessa che avrebbe ricevuto in risarcimento
l’anima del primo che l’avrebbe attraversato. A costruzione
terminata, San Martino si recò presso il ponte insieme alla gente
del paese. Prese un pezzo di pane, lo scagliò dall’altro lato del
ponte e liberò un cane che teneva avvolto nel mantello. Il cane
fu così il primo ad attraversare il ponte e il diavolo, furioso di
fronte alla beffa, cercò di distruggere la propria opera e
cominciò ad intaccare il ponte. San Martino allora piantò una
croce nel suo punto più alto. Il diavolo scomparve, ma quando
la comunità cercò di riparare i danni che il Diavolo aveva
provocato, ogni tipo di riparazione cedeva. Solo la costruzione
di un oratorio in mezzo al ponte assicurò definitivamente un
passaggio tranquillo alla gente del paese e ai viaggiatori. La
rievocazione mette insieme i caratteri storici e gli aspetti
leggendari della costruzione del ponte, combinandoli in un
articolato programma di iniziative che si svolgono dal sabato al
martedì grasso. Elemento centrale è un corteo storico che vede
sfilare il Console, seguito dai tribuni, le guardie, i legionari: tutti i
partecipanti sono in abito romano. A queste figure si mescolano
anche alcuni personaggi leggendari, come il Diavolo e San
Martino, in testa al corteo. La presentazione dei personaggi, che
cambiano ogni anno, si tiene su un palco il cui fondale è
rappresentato da una riproduzione in scala ridotta del ponte
romano. Il Diavolo è il vero e proprio protagonista del
Carnevale, costretto da San Martino a costruire il ponte romano
e poi privato del premio pattuito al termine della costruzione.
Vestito secondo l’iconografia tradizionale, crea scompiglio nel
corteo richiamando a raccolta la sua corte di diavoli e nelle
serate insidia la Ninfa, le ancelle e le altre dame. Durante la
fiaccolata del Martedì Grasso, arrivato sul culmine del ponte
romano, lancia un urlo, mentre il fantoccio che lo raffigura brucia
sotto l’arcata del ponte. San Martino, vestito con la divisa
militare romana e armato di spada, saluta la folla con gesti di
benedizione, è un personaggio gentile e cortese che non
reagisce alle provocazioni del Diavolo. La Ninfa del Lys fu
introdotta nel 1952 e da allora è il personaggio più amato ed
ammirato dalla popolazione di Pont-Saint-Martin. La Fata di Colombera (la frazione di Réchanter, prospiciente il borgo) è,
nella leggenda, una donna bellissima che abitava le caverne
circostanti e presiedeva al corso del torrente Lys. Si narra che
da personaggio malefico, la Ninfa divenne gentile ed amata da
quando, in un giorno di piena, il popolo di Pont-Saint-Martin
riuscì a blandirla con la famosa frase: “Baissez-vous, la belle, et
laissez-nous le pont!” (“Abbassatevi o bella e lasciateci il
ponte!”). Nel Carnevale veste abiti del colore delle acque, getta
mimose e caramelle alla gente che l’acclama al grido di: “Viva la
Ninfa!”. Le ragazze del luogo possono impersonare questo
ruolo molto ambito una sola volta nella vita, e l’identità della
“Bella” resta rigorosamente segreta fino alla sera del Sabato
Grasso. La Ninfa è accompagnata dalle Ancelle, per tradizione
le giovani del luogo non sposate: a disposizione della Ninfa,
godono di grande popolarità presso i giovani del paese e non
possono rifiutarsi di accettare l’invito al ballo. Il Console romano
è un altro personaggio centrale fin dal 1910. Alcuni lo
identificano con il console Appio Claudio Pulcro, che avrebbe
combattuto i Salassi nel 143 a.C. Vestito in toga bianca e
mantello color porpora, sfila sulla biga, saluta col saluto romano
ed è acclamato dalla folla col grido di “Viva il Console!”. Si
accompagna alla Ninfa nei balli, nei ricevimenti e nelle sfilate a
piedi. Dietro di lui seguono i Tribuni in toga bianca. Il Capo delle
Guardie, presente fin dal 1910, è responsabile della custodia
del ponte ed ha alle sue dipendenze diversi militi (generalmente
quattro) a cavallo. La sua figura ricorda che il ponte, all’epoca
romana, era vigilato giorno e notte grazie ad una torre di
guardia situata sulla destra della struttura. Il suo abito, che ha
subito delle evoluzioni nel corso degli ultimi trent’anni, ricorda
l’armatura del soldato romano, con il caratteristico elmetto e il
mantello rosso. Nel primo dopoguerra la Guardia del ponte
veniva chiamata “Legione” ed ai “Legionari” era attribuita la
prerogativa di aver costruito il ponte stesso. I Salassi,
interpretati da persone robuste, con capelli lunghi, vestite con
abiti di rozza fattura e gambali di pelo o di tela grezza,
rappresentano, per opposizione ai Romani, ben armati ed
ordinati, un’orda di Barbari, amanti delle libagioni e delle
mangiate pantagrueliche. Le loro armi sono un forchettone, un
coltellaccio ed un cucchiaio. In occasione del Carnevale, i
diversi rioni, denominati Insulae, sono addobbati nel loro colore
tradizionale. L’evento rievocativo comincia la sera del sabato
grasso, con la proclamazione dei personaggi sul palco allestito
in piazza IV novembre e la partenza del corteo, che da lì si
dirige verso il ponte romano. Il corteo sfila nuovamente la
domenica, accompagnato anche da gruppi folcloristici e bande
musicali. La mattina del lunedì comincia la cottura dei fagioli
grassi in grandi paioli di rame: il rito, di origini antichissime, si
ripete ogni anno e si riallaccia all’uso di offrire ai poveri un pasto
caldo. La distribuzione alla popolazione avviene dopo che i
personaggi storici, preceduti dalla banda musicale e accompagnati dalle autorità del paese hanno assaggiato il
gustoso piatto. Nel pomeriggio le Insulae si sfidano alla Corsa
delle bighe, che nel 1985 ha sostituito antichi giochi popolari per
cui la popolazione locale aveva perso interesse. Gli equipaggi
sono costituiti da un auriga e da ragazzi o ragazze che
provvedono al traino. Nel 2002 a questa competizione è stata
aggiunta la Staffetta romana, un percorso circolare fra piazza IV
novembre e il ponte romano che viene corso da tre frazionisti in
abito romano dei colori della propria Insula. Il martedì grasso si
svolge una nuova sfilata, che non coinvolge però i personaggi
storici, ma i carri allegorici del paese e dei vicini centri del
Piemonte e della Valle d’Aosta. La sera, alla luce delle torce, i
personaggi accompagnano il Diavolo sotto l’arcata del ponte: il
gigantesco fantoccio che lo rappresenta è dato alle fiamme, poi
i fuochi d’artificio dichiarano chiuso il Carnevale.
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