La rievocazione storica
Secondo quanto affermato dai rievocatori, la Festa della Pulendina si tiene da secoli, nella prima domenica di Quaresima, in località San Quirico, una frazione del comune di Vernio (PO). La festa è la rievocazione storica di un episodio documentato: la distribuzione alla popolazione affamata, da parte dei conti Bardi – signori del luogo -, di polenta di farina di castagne a seguito del saccheggio delle truppe spagnole nel 1512. Nel corso della rievocazione, che inizia con la lettura di una pergamena, viene organizzata una «cucina da campo» nella Piazza del Comune per l’elaborazione di polenta dolce da distribuire al popolo.
L’evento è preceduto da un imponente corteggio storico che si organizza su di un percorso di circa 2 km. Nel periodo che precede la festa, i rievocatori compiono il cosiddetto «accattonaggio» presso le abitazioni del paese e del suo territorio, denominato per l’occasione «Contea». Le famiglie, in base alle loro disponibilità, fanno una donazione per l’organizzazione degli eventi. Per il 2022 la data della Festa della Pulendina è stata fissata per il 22 maggio, invece che a marzo, come di consueto. La rievocazione è arrivata alla sua 444° edizione. La denominazione ufficiale della manifestazione è Festa della Pulenda, ma nel gergo paesano è chiamata Festa della Pulendina o, più semplicemente, Festa della Polenta.
Per quel che riguarda la data di nascita della festa, fino ad ora non è stato rinvenuto un documento che ne attesti l’origine. Esiste invece del materiale fotografico databile al 1880 che testimonia il fatto che la rievocazione già si svolgesse. La Festa della Pulendina è organizzata dalla Società della Miseria, un gruppo di volontari che, da molto tempo, si occupa di essa. Nel contesto della Società della Miseria, nel 1988, nasce il “Gruppo Storico dei Conti Bardi”, ensemble di figuranti i cui abiti sono ricreati, con attenzione filologica, seguendo dei modelli del XVI secolo. Come già scritto, l’origine della festa risale all’episodio successivo al saccheggio delle truppe spagnole nel 1512. È probabile che alcuni soldati delle milizie di Raimondo de Cardona, Viceré di Napoli, in marcia verso Firenze per restaurare il potere mediceo, abbiano depredato i villaggi attraversati lungo il tragitto, prima di raggiungere Prato, che fu saccheggiata per ben 21 giorni. Il 29 agosto 1512 avvenne il tragico Sacco di Prato. Le truppe, affamate e stanche, prima di riversarsi sulla vicina città, assaltarono Vernio. Un epistolario tra i dignitari del feudo toscano e le autorità della città di Prato, risalente all’autunno del 1512, lascia supporre che, in seguito allo sventurato avvenimento, i Conti Bardi abbiano dovuto sfamare con viveri la popolazione.
A partire dagli Anni Cinquanta, il corteggio vuole acquisire un suo «criterio di veridicità storica», anche con la presenza di gruppi ospiti della manifestazione, con la coreografia di figuranti a cavallo e di un carro trainato da due mucche, sopra il quale veniva collocato un grande paiolo. Due figuranti, anche allora, preparavano la polenta dolce di farina di castagne. Attualmente le persone coinvolte nell’organizzazione e nella realizzazione della rievocazione storica sono circa trecento, come indicato dagli organizzatori. I figuranti che fanno parte del Gruppo Storico Conti Bardi sono quaranta tra armigeri, dame, nobili, fanciulli, paggi, uomini della corte, mentre il Gruppo Gastronomico della Società della Miseria è costituito da venti figuranti che indossano abiti da popolani e impersonano la popolazione di Vernio.
Oggi, il corteggio presenta una disposizione precisa di figuranti per rispecchiare, nelle intenzioni dei rievocatori, nel modo più verosimile possibile, quella che doveva essere l’atmosfera di una manifestazione del genere in una corte del Rinascimento. Il corteo, con in testa il gonfalone del Gruppo Storico Conti Bardi, si apre presentando il Feudo con nove paggi che reggono bandiere con gli stemmi delle nove terre di Vernio, come testimoniato in un documento del XVIII secolo, conservata nel Castello Guicciardini di Poppiano. A questi seguono molti figuranti che rappresentano la varietà della corte dei Bardi: dame e cavalieri, musici e armigeri, per giungere ai personaggi centrali, la coppia dei Conti. Seguono poi quattro coppie di nobili. Il corteggio continua con una rappresentanza di popolani che costituisce il gruppo gastronomico, protagonista nel pomeriggio. Questi si trasformano infatti nei veri artefici della festa, cucinando i prodotti gastronomici tipici.
La sfilata si conclude nella Piazza del Comune, a San Quirico, dove, in una suggestiva coreografia, i figuranti si dispongono lungo le scale di ingresso dell’Oratorio di San Niccolò. Il Consigliere di Corte legge una storica pergamena che rievoca il leggendario gesto dei Conti Bardi e dà così inizio alla festa. Arrivato il corteggio nella piazza di San Quirico, il gruppo gastronomico porta in piazza, su di una portantina, denominata barella, la prima polenta. Essa viene cotta in antichi paioli di rame. I «personaggi storici», per tutta la mattina, si prodigano a preparare circa ottanta polente che saranno successivamente servite nel Pagina 4 di 9 pomeriggio al pubblico. La polenta viene tagliata a fette con un filo di cotone e distribuita a tutti i partecipanti, che, in anni prepandemici, arrivavano al numero approssimativo di duemila. I gruppi di rievocatori ospiti si esibiscono con i loro spettacoli nel corso del pomeriggio.
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