La rievocazione storica
Il Carnevale Storico di Bibbiena Rievocazione della “Mea” è una rievocazione storica che ha come epoca di riferimento gli anni compresi fra il 1337 ed il 1356. L’evento – che si svolge ogni anno il sabato e la domenica che precedono il Martedì Grasso ed il Martedì Grasso – è costituito da tre attività principali che sono la Rievocazione della “Leggenda della Mea”, quella del “Bello Pomo”, ovvero l’accensione di un falò di ginepro che si brucia l’ultimo giorno di Carnevale e la Disfida del Tiro del Carraccio.
Nel corso dei giorni di festeggiamenti ha luogo anche un Corteo Storico. Negli ultimi anni è segnalata anche un’edizione estiva del Carnevale di cui però non si forniscono dettagli. I rievocatori affermano che la prima fonte scritta che documenta lo svolgimento del Carnevale sia del 1514, ma fanno risalire al 1337 la sua prima celebrazione. La prima edizione moderna della rievocazione, in abiti trecenteschi, risale al 1937. Alla sua origine vi è la “Leggenda della Mea”, ambientata nel XIV secolo. La leggenda racconta che, quando Bibbiena era divisa fra il quartiere dei “Piazzolini” e quello dei “Fondaccini”, la bella lavandaia Bartolomea, detta “Mea”, promessa al tessitore Cecco, nel riportare il bucato al castello, si imbatté nel giovine Tarlati, figlio del Conte Piero e fra i due nacque un idillio. Cecco il tessitore, vistosi abbandonato, cercò di sapere e venne a conoscenza della relazione.
Tutto il Fondaccio, il quartiere popolare, ne fu messo al corrente e la sua popolazione iniziò ad agitarsi e tra i due quartieri della città nacquero violente risse. Il vecchio Conte Tarlati, chiamò tutti a raccolta e, al cospetto dei “Piazzolini” e dei “Fondaccini” e alla presenza di tutti, restituì la Mea al Fondaccio e a Cecco, ponendo così fine ad ogni discordia. Restituita la Mea al suo quartiere, per celebrare il suo ritorno, nella Piazzola, fu bruciato il “Pomo” della pace. In ricordo di questo avvenimento, ogni anno, nell’ultimo giorno di Carnevale, si brucia il cosiddetto “Bello Pomo”. La ragazza che impersona la bella Mea viene scelta tra le ragazze maggiorenni più graziose del paese (Visitarezzo web).
Nel 2020, come documentato in Carnevalestoricobibbiena web, la ragazza è stata designata il 17 febbraio, durante il Consiglio Comunale che, per l’occasione, si è svolto in teatro. Nello stesso momento, oltre alla Mea, sono stati assegnati anche i ruoli degli altri personaggi. Per ricordare la leggenda, dunque, il sabato e la domenica che precedono il Martedì Grasso, nel centro di Bibbiena, si organizzano eventi di ricostruzione storica, giochi, cortei e sfilate a cui partecipa anche gli Sbandieratori di Subbiano. La domenica avviene il rapimento della “Mea” da parte di Marco, figlio del Conte Pier Saccone Tarlati, mentre nella giornata di Martedì Grasso la “Mea” viene restituita al popolo del rione Fondaccio e a Cecco e si dà inizio ai festeggiamenti con il falò del “Bello Pomo”. Il Martedì Grasso, dopo il ritorno della bella Mea al Fondaccio, il Conte ordina l’accensione del ginepro che avviene al suonare del quinto rintocco del campanone, dal più anziano del borgo accompagnato da Bartolomea. Il ginepro è il simbolo della ritrovata unione dei borghi e il suo fuoco ed il suo fumo saranno segno di buona o cattiva sorte per la città ed il suo raccolto.
È usanza, dopo che il Bello Pomo si è spento, raccoglierne un rametto da portare nelle abitazioni come segno di abbondanza” (Carnevalestoricobibbiena web). Gli oggetti identificati come importanti dai rievocatori bibbienesi sono il ginepro, gli abiti storici ed il Carraccio.
Periodo | Occasione
Tre giorni (sabato e domenica che precedono il Martedì Grasso ed il Martedì Grasso)
Protagonisti
Carnevale Storico di Bibbiena Rievocazione della “Mea” (organizzatore dell'evento, ente promotore dell’evento, rievocatore)
Localizzazione
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