La rievocazione storica
Ambientata nel tardo medioevo, la rievocazione storico-leggendaria della Soppressione del Feudatario si innesta sulla festa patronale di San Giorgio, che ricorre il 23 aprile. I due eventi sono strettamente intrecciati fra loro e riprendono gli elementi tipici di un rito molto più antico, diffuso in tutta la valle di Susa: la danza delle spade, associata alla rinascita della natura e al passaggio tra inverno e primavera.
L’evento si articola in due fasi principali: la processione religiosa nel paese e la rievocazione, detta anche «Festa al Castello». La celebrazione religiosa si svolge al mattino della domenica con il ritrovo della banda musicale, degli Spadonari e dei figuranti principali presso la scuola di musica del paese. In marcia al suono della banda e dei tamburi, il corteo raggiunge la chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, da dove parte la processione religiosa. La statua di San Giorgio è sorretta dai coscritti diciottenni dell’anno e dai fedeli che offrono il cambio lungo il percorso. È preceduta nell’ordine dagli Spadonari e dalla Banda, dal parroco con la teca delle reliquie di San Giorgio, patrono del paese, ed è seguita dai fedeli che cantano l’inno a San Giorgio, dagli sposi che sorreggono il cesto con il pane della carità e dai figuranti principali. La processione per le vie del paese si snoda dalla piazza della Chiesa lungo la via della parrocchia, via Carlo Carli nella zona detta Pounta’d Villa fino alla medesima via ma nella zona del paese detta Found ‘d Villa, per poi attraversare la piazza antistante il Municipio e ritornare in chiesa per la messa solenne. Al termine della cerimonia religiosa viene distribuito il pane della carità all’esterno della chiesa, mentre i figuranti si ritrovano alla Cappella del Conte poco distante. In seguito, il corteo con Spadonari, la banda e i figuranti si ricompone per raggiungere piazza Velino, dove gli Spadonari si esibiscono nella Danza delle Spade. La celebrazione del mattino si conclude con un aperitivo e il pranzo della festa a casa con gli ospiti delle famiglie, sino al ritrovo pomeridiano presso la scuola di musica, da dove riparte il corteo dei figuranti della Soppressione del Feudatario. Il corteo si dirige al Castello, dove ha luogo lo spettacolo.
La rievocazione racconta la storia del feudatario Raimondo Bertrandi, personaggio simbolico che rappresenta la famiglia che dominò il territorio tra il XI e il XII secolo, infeudata dai Savoia. Nella rappresentazione, il feudatario vessa con tasse e pretese la popolazione contadina; la contessa, invece, si prodiga per aiutare le famiglie. Gli Spadonari assumono il ruolo di esercito del conte e si cimentano nella danza delle spade davanti all’ingresso del Castello. Il popolo contadino vive con insofferenza crescente la prepotenza del conte: in particolare, un giovane sposo reagisce all’ennesimo sopruso – la pretesa dello jus primae noctis nei confronti della sua promessa sposa. La giovane sposa e le sue compagne, le pastorelle, eseguono canti e balli che inneggiano alla bellezza della primavera e all’amore, ma vengono interrotte dalle minacce del conte, fino al rapimento che scatena la rivolta. L’epilogo porta alla ribellione dei popolani, capeggiata dallo sposo, contro l’armata del conte e alla scena del duello e dell’uccisione del conte. Segue quindi il trionfo dello sposo lungo le vie del paese, con ordine inverso: spadonari e banda precedono lo sposo, portato a spalle in trionfo, seguito dai popolani e pastorelle; il conte e la nobiltà chiudono il corteo. La festa si chiude con con la danza degli spadonari e un ballo in piazza Velino, la Girunda, che coinvolge tutti i figuranti e il pubblico.
Protagonisti
Comune di San Giorio di Susa (ente promotore dell’evento)
Pro Loco di San Giorio di Susa (organizzatore dell'evento)
Localizzazione
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