La rievocazione storica
La Baìo di Sampeyre si svolge, ultimamente ogni cinque anni, nel periodo di Carnevale in Val Varaita (provincia di Cuneo) ed è una delle più importanti e antiche feste tradizionali delle Alpi italiane. Le origini della festa vengono fatte risalire a prima dell’anno 1000 (pare al 975 o al 980), quando alcune squadre di saraceni sarebbero penetrate nella valle per saccheggiarla, venendo quindi scacciate dalla popolazione locale. Oggi la Baìo è prima di tutto una grande festa sampeyreise che, secondo un copione rigido, si svolge il giorno dell’Epifania, le due domeniche precedenti il Carnevale e si conclude il giovedì grasso. Ogni edizione della festa è molto attesa e attira moltissimi partecipanti, locali e non.
La Baìo è composta da quattro cortei (o “eserciti”), provenienti dal capoluogo e da tre sue frazioni: Sampeyre capoluogo (Piasso), Rore (Rure), Calchesio (Chucheis), e Villar (Vilà) in ricordo delle brigate popolari che si erano riunite per scacciare gli invasori. Per tradizione nel corteo, anche nei ruoli femminili, sfilano solo maschi, esibendo i complicati costumi preparati ed ornati dalle donne del borgo. Gli abiti sono confezionati seguendo regole molto severe, non solo perché devono identificare in modo preciso il personaggio a cui appartengono (cavalieri, ussari, mori, tamburini…), ma anche perché, secondo i membri della Baìo, “concorrono al mantenimento nel tempo della sua essenza stessa”. Il giorno dell’Epifania i giovani delle località coinvolte raggiungono, accompagnati da suonatori di fisarmonica e tamburi, l’abitazione degli Abà, per chiedere loro di rispondere positivamente alla richiesta di indire la festa – la Baìo. Come prevede il cerimoniale, gli Abà (capi indiscussi della Baìo) rilasciano il benestare dopo aver verificato se la comunità dispone delle necessarie risorse economiche ed umane: se in passato il problema maggiore andava ricercato nell’aspetto economico (gli Abà si facevano carico dell’onere finanziario per gestire la festa), oggi alla sua organizzazione contribuisce anche la locale amministrazione; l’ostacolo che la Baìo evidenzia come il principale è diventato “la necessità di rispettare regole e norme, dalla pubblica sicurezza agli aspetti sanitari, che un tempo quasi non esistevano”. La concessione dell’autorizzazione viene resa nota alla popolazione con l’esposizione della bandiera alla finestra della casa di uno dei due Abà.
La fase preparatoria è caratterizzata dalla partecipazione attiva delle donne che, se in passato erano escluse per il restante tempo del complesso festivo, “oggi entrano poi a pieno titolo nel complesso festivo, accompagnando le sfilate, organizzando i rifornimenti durante le soste del corteo e prendendo parte ai balli nelle piazze e durante le serate”. Anche i momenti di incontro fra i diversi cortei sono strettamente codificati: la prima domenica, penultima di Carnevale, la Baìo di Calchesio fa visita a quella di Sampeyre e, al momento dell’incontro, i capi della festa si salutano incrociando le spade e scambiandosi strette di mani.
La seconda domenica tutte e quattro le Baìe si riuniscono presso il capoluogo. Il giovedì grasso ogni Baìo celebra invece un processo farsa durante il quale giudica il proprio Tesoriere, accusato di furto ai danni della comunità. Presso il Capoluogo e presso le frazioni di Calchesio e Rore l’accusato (che ha ripetutamente cercato di fuggire), ammetterà il proprio errore solo dopo aver tentato di scaricare su altri le colpe del proprio misfatto. Le accuse nei suoi confronti hanno come base le “colpe” interne alla comunità; tali colpe, in modo che richiama l’abbruciamento del fantoccio al termine di molti carnevali, vengono “convogliate” in modo catartico su di un unico soggetto. In ogni caso il Tesoriere, a favore del quale intercedono anche – a seconda della sede processuale – Segnorine (cfr NRL) o un sacerdote, verrà perdonato ed eviterà di essere passato per le armi, come richiesto dall’accusa. Soltanto presso la Frazione di Villar i Tesorieri (perché qui sono in due), mentre tentano un’ultima disperata fuga, vengono abbattuti a fucilate (salvo “resuscitare” quasi immediatamente poiché è stata loro somministrata una generosa dose di vino).
A ogni edizione i partecipanti possono mantenere lo stesso personaggio o cambiarlo a piacimento, ma nel caso in cui il partecipante venga eletto nello Stato Maggiore avrà un passaggio di livello ogni 5 anni anni per un totale di 20 anni, per poi riprendere ad essere uno dei vari personaggi della Baio. Difficile quindi essere Abà per più di due volte.
Periodo | Occasione
Tre giorni: il giorno dell'Epifania e le due domeniche che precedono il Martedì Grasso e il Giovedì Grasso
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