La rievocazione storica
L’evento rievoca il gesto all’origine dell’amicizia fra i paesi di Ponti e di Dipignano: nel 1571 un gruppo di calderai di Dipignano, paese del Cosentino definito la “Patria dei Calderai” per la fiorente arte dei maestri ramari risalente al XIV secolo, arrivò a Ponti, attirato dalla voce comune che dipingeva il Marchese Cristoforo Del Carretto, feudatario di questo luogo, come una persona di gran cuore. Giunti al borgo dopo aver attraversato tutta la penisola, infreddoliti ed affamati, i calderai chiesero ospitalità al Signore della Casa Carretta in cambio della loro abilità tecnica. La tradizione vuole che il Marchese promise quindi di riempire di farina gialla un enorme paiolo qualora essi fossero riusciti a ripararlo. I bravi stagnini riuscirono in effetti a far tornare come nuovo il vecchio e malandato pentolone e Cristoforo Del Carretto mantenne la promessa, facendo riempire il paiolo di farina di mais. Intanto gli abitanti del borgo avevano fraternizzato con i visitatori e avevano portato chi uova, chi cipolle, chi merluzzo, chi vino da tavola. Gli abitanti dei due paesi cucinarono allora un’enorme polenta e fecero festa insieme.
Su queste testimonianze storiche nasce il gemellaggio tra Dipignano e Ponti e prende avvio la celebre Sagra del Polentone, che si dice sia ripetuta ogni anno da quel momento a Ponti e ad anni alterni a Dipignano. Oggi, i cuochi di Ponti cucinano una polenta di circa 10 quintali e una frittata di 3000 uova, con 150 chilogrammi di merluzzo e 300 chilogrammi di cipolle. Durante la sagra del polentone, oltre alla preparazione e distribuzione di polenta e frittata con merluzzo, si svolge il corteo storico accompagnato dalla fanfara della Val Bormida, con la rievocazione dell’incontro tra il Marchese Cristoforo del Carretto e i Calderai. Nel corso degli anni alla rievocazione si è associata la presenza di stand di artisti e artigiani.
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