La rievocazione storica
La festa delle idi di maggio ad Oglianico è nata per iniziativa di alcuni abitanti, poi organizzatisi in Pro Loco, sulla base delle ricerche svolte da un docente di diritto sui documenti conservati nell’Archivio comunale. A partire dagli Statuti del Comune, datati 1352, sono stati ricostruiti alcuni momenti chiave della vita di Oglianico, paese di confine fra i domini sabaudi e quelli monferrini, che per questa sua posizione godeva di alcuni privilegi. Fra questi, il fatto che ad amministrare la giustizia secondo le leggi locali fosse un esterno, il Castellano di Rivarolo, che ogni sabato pomeriggio si recava ad Oglianico appositamente per adempiere a questo compito. La sua visita al paese costituisce il nucleo centrale della rievocazione.
La sua figura è protagonista del canovaccio che si ripete ogni anno: il primo maggio un gruppo storico di chiarine, trombe, tamburi e sbandieratori sfila per la città per introdurre al popolo il console (il sindaco in carica), il Castellano di Rivarolo e i signori che parteciperanno alla festa nel corso del weekend seguente. La sera del venerdì successivo si tiene la cena medioevale, servita in un coccio di terracotta dagli abitanti del paese in abiti tradizionali. Per mangiare ci si serve soltanto del cucchiaio, le ricette medievali sono adattate al gusto odierno. Durante il pasto, fra una portata e l’altra, giullari e menestrelli propongono i loro intervalli alla presenza dei signori, del console e del Castellano di Rivarolo in visita al paese. Alcuni commensali partecipano in costume, che però non è obbligatorio per sedersi a tavola. L’organizzazione propone al pubblico di indossare abiti in prestito per la serata. Il sabato, gli stessi musici si recano sotto casa del Console e del Castellano per invitarli a sfilare per le strade del paese, insieme alle altre figure tradizionali (i signori, l’Abbadia dei compagni deputata per tutto l’anno all’organizzazione delle feste, il camparo, il porcaro, il bandero, i personaggi dei quattro borghi di Oglianico – Carmine, Centro, Consolata e San Rocco…). Il ponte levatoio si abbassa e i convenuti incontrano il corteo, che sfila fra le due piazze del paese.
Nel pomeriggio del sabato e la domenica la festa continua con animazioni a cura dell’organizzazione e dei diversi gruppi ospiti, che presentano antichi mestieri, attività per bambini, dimostrazioni di armi medioevali. Gli alunni della scuola primaria del paese preparano una coreografia in costume. Tutti i bambini sono invitati a partecipare ad un gioco antico e ricevono un nastrino se lo portano a termine; collezionati cinque nastrini ricevono un attestato di partecipazione nominativo. La Locanda resta sempre aperta e prepara piatti medioevali rivisitati.
La domenica pomeriggio da diverse edizioni (la settima nel 2022) si tiene il concorso di cucina medievale «Messer Chef», su libera iscrizione: vengono allestite quattro postazioni concorrenti che si sfideranno su tre prove. Per la prima, la giuria indica la ricetta di un piatto da realizzare; la seconda è un piatto libero, a tema medioevale; la terza è un piatto a sorpresa, di cui si hanno gli ingredienti, ma non la ricetta. I piatti sono cucinati unicamente al cucchiaio, in pentole di terracotta e a fuoco vivo: oltre ad occuparsi della cucina bisogna mantenere viva la fiamma. Le ricette sono principalmente a base di selvaggina. La giuria elegge quindi i vincitori. La sera, la festa si conclude abitualmente con uno spettacolo teatrale in piazza alla presenza del Castellano e dei signori. Lo spettacolo è animato dagli stessi abitanti del paese, a volte è invitata una regia esterna.
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