La rievocazione storica
Il Palio mette in scena il passaggio, a Fossano, nel 1585, di Carlo Emanuele I e della sua sposa, l’Infanta di Spagna Caterina d’Austria, figlia di Filippo II di Spagna, in occasione del loro viaggio nuziale, da Barcellona a Torino. Gli sposi sbarcarono a Nizza e proseguirono per Savona, Ceva e Mondovì e, dopo un soggiorno di due giorni a Cuneo, il 18 luglio giunsero a Fossano; il loro ingresso in città fu salutato dall’accoglienza calorosa da parte dei nobili e dei cittadini fossanesi, intervenuti nonostante fosse scoppiato un fragoroso temporale. Per gli sposi furono organizzati grandiosi festeggiamenti e uno spettacolo pirotecnico.
Le origini della Giostra de l’Oca risalgono al XIV secolo: i cavalieri al galoppo dovevano tagliare con la spada la testa di un’oca posta in una cesta. Il gioco, soppresso a metà del ’700, rivive oggi in modo non cruento attraverso il tiro con l’arco e la corsa dei cavalli, con l’impiego di sagome di oche in polistirolo. Partecipano alla Giostra dell’Oca i Sette Borghi e precisamente: Borgo Vecchio, Borgo Salice, Borgo Piazza, Borgo S.Antonio, Borgo S. Bernardo, Borgo Nuovo e Borgo Romanisio. Il giovedì antecedente il Palio iniziano le manifestazioni: nel cortile interno del castello si tiene la cena rinascimentale, a cura della Pro Loco. Si tratta di una cena aperta a tutti, su prenotazione. Durante la cena sono organizzate danze di epoca rinascimentale, alla presenza di Monarca e Monarchessa, Abbà e Abbadesse. Contemporaneamente nell’arena antistante il Castello si procede con le prove dei cavalli alla presenza dei giudici, in numero di sette, non residenti nel Comune di Fossano, le cui decisioni sono insindacabili. I giudici verificano la presa della spada da parte dei fantini in corsa e soprattutto che non vengano commesse irregolarità durante la gara, da quando il canapo, ovvero la corda, è a terra. Uno dei giudici è il mossiere: gestisce la fase di partenza, posizionando i cavalli alla linea di partenza in due batterie da tre o da quattro cavalli; i fantini del Palio non sono professionisti, ma persone appassionate che corrono per spirito di competizione.
Il venerdì sera si inizia con la sfilata della corte del monarca e l’esibizione degli sbandieratori in piazzetta Manfredi, per un totale di circa 600 figuranti in abiti rinascimentali. Al termine del corteo si tengono i “giochi della tradizione tra i popolani” nell’arena di piazza Castello: (sotula (trottola), tiro alla fune, corsa di 100 trabucchi (unità di misura piemontese utilizzata fino al 1818 ed equivalente a cm. 51,38), uovo volante, taglio del tronco. Uno dei sette borghi si aggiudica i “giochi del venerdì”. La classifica finale determina la composizione delle batterie dei cavalli del giorno dopo, con gli ultimi quattro Borghi classificati che andranno a disputare la batteria da 4 e i primi tre Borghi invece correranno quella da 3. Viceversa, l’ordine di tiro degli arcieri sarà composto con il ribaltamento della classifica dei “giochi del venerdì” (quindi i primi arcieri a tirare saranno quelli appartenenti all’ultimo borgo classificato nei giochi popolani e così via). In tarda serata si assiste allo spettacolo pirotecnico in piazza Castello. Nel pomeriggio del sabato si inizia con le prove degli arcieri. Gli arcieri sono tre per ciascun Borgo, in totale ventuno, hanno a disposizione 18 frecce per abbattere 18 sagome di oche in movimento su un nastro trasportatore, posto a 23 metri di distanza nel tempo massimo di sei minuti.
L’attrezzatura prevede un arco di tipo storico, in un pezzo unico non componibile e frecce in legno con impennatura naturale. In serata il corteo storico dei sette Borghi e quello del Monarca e della Monarchessa sfilano nuovamente, accompagnati dagli sbandieratori “Principi dAcaia” al suono delle chiarine. Dopo le ore 21, gli oltre seicento figuranti dei Borghi, attraversando tutto il Centro Storico, confluiscono in piazza Castello per assistere alla Giostra dell’Oca. Durante la sfilata i figuranti vengono giudicati per gli abiti, il portamento e la coerenza storica dalla giuria del “palio dell’eleganza e del portamento”. Già a partire dalle 20 il pubblico confluisce sulle tribune di piazza Castello per assistere ai giochi: i tifosi di ogni borgo, con i loro figuranti, occupano una parte precisa degli spalti e generano una macchia di colore inconfondibile. Prende l’avvio un’agguerrita gara di tiro con l’arco e la corsa dei cavalli. Le due batterie gareggiano con rispettivamente quattro e tre cavalli: i primi due classificati di ciascuna batteria disputeranno quindi la finale per contendersi il taglio della testa dell’oca. Dopo aver percorso il tratto rettilineo iniziale, svoltano a destra percorrendo due giri completi. Al termine del terzo giro, recuperata una delle spade poste ai lati del percorso, entrano nel rettilineo per il taglio della testa dell’oca in polistirolo, posta in un cesto a terra. Il primo che taglia la testa dell’oca è il vincitore.
In alternanza alle manche dei cavalli viene disputata la gara degli arcieri: ogni borgo ne schiera tre, ognuno dei quali scaglia sei frecce contro un bersaglio rappresentato da oche in movimento da una parte all’altra del fossato del castello. Terminata la gara si stilano due rispettive classifiche per la gara di tiro con l’arco e per la corsa dei cavalli. La somma dei due punteggi nelle rispettive specialità contribuisce a definire la classifica finale e il vincitore cui viene assegnato il Palio.
Protagonisti
Comune di Fossano (ente promotore dell’evento)
Pro Loco di Fossano (organizzatore dell'evento)
Localizzazione
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