La rievocazione storica
Il Bal do Sabre narra la vicenda di Protasio Gorrisio che, avendo rifiutato di dare la propria figlia a Ramset, capo dei Saraceni occupanti il paese, è condannato a morte e quindi giustiziato con una pubblica esecuzione capitale. La danza, infatti, che va ricondotta probabilmente in origine alle tradizioni rituali contadine, nei secoli è stata associata alla celebrazione della lotta contro i Saraceni che, nell’alto Medioevo, dominavano l’entroterra ligure-piemontese. Questo giustifica i costumi in stile moresco e la presenza dei mori come scorta del condannato.
Il costume dei danzatori infatti è costituito da pantaloni giallo-arancio, camicia rosa scuro, gilet verde con due fiocchi, un turbante rosso bianco oro e verde, e una fascia a vita degli stessi colori. La spada è una lama in ferro, ricurva, simile a una scimitarra-sciabola. La danza inizia lentamente, al ritmo dei tamburi, con passi semplici, come il salto delle sciabole e il passaggio sotto di esse, poi le “serpentine”, in cui ogni danzatore fa un salto all’indietro, senza perdere mai il contatto della propria sciabola con il compagno che lo segue o precede, cui è unito a catena. Nel passo successivo gli spadonari si trovano schiena contro schiena formando l'”accoppiata”, e passano alternativamente sopra e sotto le spade. Il diverso ritmo dei tamburi porta a un “duello ritmato”, in cui si simula un combattimento.
Poi entrano in scena i mori, che sistemano al centro dello spazio un cerchio dl legno, coperto da un nastro giallo e verde, che viene saltato dai danzatori, disposti in unica fila, a ritmo accelerato. Qui entra in scena un nuovo personaggio, il condannato. I danzatori, con movimento circolare sempre più veloce formano un intreccio di sciabole attorno al collo del condannato per imprigionarlo; questo riesce a fuggire ma è subito preso dai mori suoi guardiani, poi maltrattato e deriso dal giullare. Gli spadonari velocemente formano una rosa di sciabole, che rappresenta il “patibolo”, sul quale viene issato il condannato. L’araldo legge la sentenza di morte; la rosa si apre e lui viene giustiziato; il giullare gli alita il “soffio della vita” che lo farà risvegliare dandogli una rinnovata esistenza. I danzatori si allontanano dal giustiziato a passi cadenzati e gravi, poi cambia il ritmo dei tamburi in una tonalità più allegra.
L’ultimo numero della danza prevede un cerchio formato dagli spadonari, al centro del quale viene portato il palo con i 12 nastri colorati, che simboleggiano i mesi; i danzatori, con passo cadenzato, creano un preciso intreccio, che poi scioglieranno, e ritorneranno sulla linea di partenza disposti quindi su un’unica fila, alzano le sciabole in segno di saluto e si allontanano. Le rappresentazioni un tempo erano legate al Carnevale e alle feste di primavera, dagli anni Settanta si svolgono anche in occasione di manifestazioni culturali in Italia e all’estero.
Protagonisti
Gruppo Folcloristico Bal do Sabre (corpo di ballo)
Pro Loco Bagnasco (organizzatore dell'evento)
Localizzazione
Sorry, no records were found. Please adjust your search criteria and try again.
Sorry, unable to load the Maps API.