La rievocazione storica
All’origine del Palio ci sarebbe un episodio legato alla rivalità con la città di Asti, che nel 1275 aveva messo a ferro e fuoco il Monastero di San Frontiniano situato a sud di Alba. Le cronache dell’epoca riportano che gli Astigiani, a spregio della città di Alba, decisero di correre il Palio astese sotto le sue mura. In risposta all’affronto gli albesi, per farsi beffe del nemico, improvvisarono un palio cittadino con gli asini.
Il Palio degli Asini di Alba oggi rientra nell’ambito della Fiera Internazionale del Tartufo e vede i nove borghi della città sfidarsi in una corsa degli asini per la conquista del drappo. Si tratta di un evento goliardico, che riprende il tono sarcastico delle origini del palio, pur condotto da fantini professionisti. La gara è suddivisa in due batterie più la finale che decreta il vincitore. L’evento comincia a settembre con il Capitolo della Giostra delle Cento Torri, ovvero l’assemblea dei borghi cittadini che si riunisce per decidere la “Bela Trifulera dei Borghi”: una grande festa in piazza Risorgimento. Il Capitolo, come da tradizione, presenta gli eventi d’autunno a cui prenderanno parte i borghi albesi.
Il corteo dei Borghi parte da piazza Michele Ferrero e sfila in via Vittorio Emanuele, insieme al Gruppo Sbandieratori e Musici Città di Alba, riconoscibili dagli smalti bianchi e rossi che identificano la città. Il Capitolo raggiunge quindi il Palazzo Comunale. Qui i presidenti dei Borghi vengono accolti dal sindaco e con lui affiggono al balcone del Comune la bandiera della Giostra delle Cento Torri. Il drappo del Palio viene benedetto, insieme agli stendardi dei Borghi, durante la messa nella cattedrale di san Lorenzo a fine settembre. Secondo la tradizione, viene svelato solo durante l’Investitura del Podestà che si svolge in piazza Risorgimento. Al termine della cerimonia, sempre in piazza Risorgimento inizia la festa dei borghi con la “Cena sotto le Torri” aperta a tutti i presenti, turisti e albesi.
Il Palio si tiene la prima domenica di ottobre: inizia nel primo pomeriggio con la sfilata che parte da piazza del Duomo e attraversa le vie del centro storico. La grande sfilata si apre con l’esibizione itinerante degli sbandieratori del Gruppo della Città di Alba, con i numeri a ritmo di tamburi e chiarine, seguiti dal Gruppo Storico del Comune. Il Podestà, la Signora di Alba (figura femminile che rappresenta allegoricamente la città) con le sue ancelle, il notaio, il vescovo, gli armigeri sfilano portando il drappo del Palio. Circa ottocento figuranti rappresentanti dei borghi partecipano alla sfilata, che è anche una tenzone: ognuno propone un momento o un episodio storico di vita trecentesca albese. Il primo Borgo a sfilare è il vincitore del Palio dell’anno precedente, seguito da tutti gli altri che si dirigono verso la piazza in cui si tiene il Palio.
Al termine della sfilata si disputa la corsa, suddivisa in due batterie di qualificazione e la finale. Gli asini sono sorteggiati e in genere non mostrano propensione alla competizione, che assume così toni esilaranti e comici. Si corre per puro divertimento, perché la corsa è alla mercé dei capricci dell’animale, che domina la scena a scapito dei fantini che devono convincerlo a procedere fino al traguardo. Al termine della gara si ha un solo borgo vincitore: la manifestazione si conclude con la premiazione e momenti di animazione.
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