La rievocazione storica
La manifestazione intende rievocare i festeggiamenti per Santa Caterina celebrati nel borgo di Bagnoli del Trigno sotto i duchi Sanfelice, tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX; all’origine dei festeggiamenti l’intercessione della santa che avrebbe salvato il paese da un’incursione di briganti. Nell’ambito della rievocazione, che ha una struttura frammentaria (da qui la sua denominazione ufficiale) si succedono una serie di eventi, il primo dei quali è l’assalto dei briganti; questi eventi sono tutti collegati a una storia d’amore tra due giovani del borgo (solo il nome della ragazza è noto: Bellamaria), che viene ostacolata dai nobili del tempo.
Vengono dunque rappresentate alcune scene di brigantaggio ispirate a leggende locali, secondo le quali i briganti preparano un agguato al prete del paese; il parroco del paese viene catturato e i briganti chiedono un riscatto per la sua liberazione. I popolani, fingendo di accogliere i briganti, uccidono il loro capo e catturano gli altri, portandoli al cospetto del Duca Sanfelice, che li condannerà. Il duca nel pomeriggio sfila in corteo con tutti gli altri nobili, dirigendosi nell’antico rione per dare inizio alla serata in onore della Santa. Il corteo storico prende dunque il via nel tardo pomeriggio del 18 agosto dal Castello Sanfelice e muove lungo Via Cesare Battisti, Piazza Umberto I, Via Roma, Via Guglielmo Marconi, Piazza Olmo, Via Garibaldi, attraversando il centro storico del paese fino a raggiungere il borgo di Santa Caterina.
Si compone di circa trecento figuranti in abito settecentesco; i costumi sono disegnati dalla stilista Paola D’Onofrio. Figure centrali del corteo sono il duca e la dama, impersonati ogni anno da un personaggio del mondo dello spettacolo per la parte maschile e da Miss Molise per il ruolo femminile; nell’edizione 2019 sono stati rappresentati da Francesco Arca e Alessandra Piscopo, Miss Molise 2018. Il corteo si chiude in Piazza Umberto I, dove si svolge la rappresentazione scenica dell’elezione dei due sindaci del pase, uno per la Terra di sopra (d’ vascia) e l’altro per la Terra da basso (d’ ‘ncoppa), i due territori in cui era suddiviso il borgo. L’elezione avviene secondo il sistema “della fava e del fagiolo”: i sindaci vengono votati dai capifuochi (coloro che erano a capo delle principali famiglie), chiamati a scegliere l’uno o l’altro candidato tramite una fava (per esprimere voto contrario) o un fagiolo (per esprimere voto favorevole).
Si procede poi con i giochi del Palio di Santa Caterina, in cui i due quartieri antichi, Terra di sopra e Terra di basso, si sfidano in alcune gare: principalmente la sassaiola, nella quale al posto dei sassi vengono però lanciati dei pomodori, e la corsa con i trampoli. A conclusione del palio i figuranti e il pubblico si trattengono nel quartiere di Santa Caterina, dove sono state allestite delle taverne. A tarda sera la manifestazione procede con il Volo della Fata, uno spettacolo che si ispira alle leggende locali sull’apparizione delle fate nel cielo di agosto.
Subito dopo si passa ad un’altra rappresentazione scenica: il giovane innamorato canta la serenata alla fidanzata, e i due si accordano sul matrimonio, mentre il duca Sanfelice interviene per rivendicare lo ius prime noctis; ne segue un’insurrezione popolare che porta all’uccisione del duca e all’incendio del castello. La rappresentazione è ispirata a una leggenda popolare secondo la quale l’uccisione del duca fu ordita dalla duchessa, per tramite di Bellamaria e del suo innamorato. L’incendio del castello Sanfelice viene rappresentato con uno spettacolo di fuochi pirotecnici.
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