La rievocazione storica
La rievocazione storica riunisce il culto del santo patrono, San Venanzio da Camerino, e la signoria di Giulio Cesare Da Varano (1464-1502) sul territorio di Camerino, collegando i solenni festeggiamenti per il patrono allestiti durante la signoria Da Varano. Si svolge in dieci giorni, ma le giornate principali sono il 17 maggio, vigilia di San Venanzio, in cui si svolge il corteo dei terzieri e si procede all’accensione del focaraccio, e la domenica successiva al 18 maggio, con la Corsa alla Spada e Palio.
Nelle giornate intermedie si svolgono vari eventi, tra cui conferenze a tema, spettacoli, giochi medievali, dimostrazioni di tiro con l’arco, e si allestiscono botteghe e taverne medievali. La manifestazione è così strutturata: il 17 maggio tre cortei storici realizzati dai tre terzieri in cui è divisa la città (Sossanta, Di Mezzo e Muralto) si snodano lungo le vie della città , illuminati solo dalla luce delle fiaccole, per raggiungere la Basilica di San Venanzio. A questi cortei si aggiungono anche i cortei delle Corporazioni Alte e delle Corporazioni Artigiane o minori.
La fiaccolata o luminaria termina nella Chiesa di San Venanzio con l’offerta dei ceri offerti dai cortei dei tre terzieri (Muralto, Di mezzo, Sossalta), e delle Corporazioni. L’offerta dei ceri avviene in Chiesa alla presenza delle autorità civili e religiose. L’Arcivescovo di Camerino e il parroco di San Venanzio presiedono la celebrazione, al termine della quale, nella piazza antistante la basilica, viene letto il bando che invita tutta la città a vestirsi a festa e a partecipare alla corsa nella domenica successiva. Vengono dunque pubblicamente elencati i nomi dei dieci atleti che correranno per ogni terziere. Al termine della lettura del bando gli atleti dei tre terzieri muniti di fiaccole accendono un falò, detto focaraccio, tra squilli di chiarine e rulli di tamburi.
La domenica successiva al 18 maggio si tiene la Corsa alla spada (che costituisce il palio). Un corteo storico apre la rievocazione sfilando, al suono dei tamburi, lungo le vie della città . Il corteo, introdotto dagli sbandieratori, vede sfilare la nobiltà cittadina, tra cui il duca e la duchessa Da Varano, con scorta di armigeri, balestrieri ed arcieri, cui seguono le dame, i cavalieri, il popolo. Nel frattempo i trenta atleti, dieci per ogni terziere, si preparano alla corsa ricevendo una benedizione speciale da parte dell’Arcivescovo; ciascuno di essi corre con il costume antico e i colori del terziere di appartenenza. Al termine della benedizione si schierano davanti alla chiesa e al suono delle chiarine e con un colpo di tamburo iniziano una corsa velocissima per cercare di vincere la spada e il palio.
La spada rappresenta la cavalleria e i capitani di ventura, ed è dunque un omaggio alla signoria dei Da Varano, mentre il palio simboleggia la devozione al santo patrono. La spada, ogni anno offerta e forgiata appositamente per l’occasione, viene assegnata al primo classificato. Il palio, raffigurante la mano di San Venanzio che sorregge la città di Camerino, viene assegnato al terziere che totalizza il maggior punteggio posizionando il maggior numero di atleti tra le prime dieci posizioni. L’immagine del palio è ripresa dal Trittico di Camerino realizzato da Carlo Crivelli tra il 1482 e il 1483, proveniente dalla Chiesa di San Domenico a Camerino e oggi conservato presso la Pinacoteca di Brera.
Periodo | Occasione
Dieci giorni (il 17 maggio e la domenica successiva al 18 maggio sono le date principali)
Localizzazione
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