La rievocazione storica
La Torta dei Fieschi e l’Addio do Fantìn sono due eventi fra loro complementari e strettamente collegati per l’episodio ricostruito e per gli attori coinvolti nell’organizzazione. La Torta dei Fieschi si tiene a Lavagna, il 14 agosto di ogni anno, e rievoca il matrimonio celebrato nel 1230 tra il conte Opizzo Fiesco e la nobildonna senese Bianca de’ Bianchi. Secondo la leggenda, il conte Opizzo Fiesco nel 1230 torna vittorioso dalle sue imprese guerresche e decide di sposare la bella senese. Il matrimonio, d’amore oltre che d’interesse, viene celebrato con grande sfarzo: alla popolazione viene offerta una gigantesca torta nuziale. La rievocazione è nata nel 1949, quando Yvon Palazzolo, appassionato cultore di folklore e storia locale, organizzò la manifestazione per la prima volta. L’Addio do Fantìn nasce nel 1982 come prologo della Torta dei Fieschi di Lavagna e celebra l’addio al celibato (in dialetto ligure di Levante tradotto in Addio do Fantìn) del conte Opizzo Fiesco sul sagrato della basilica di San Salvatore di Cogorno.
A partire dal 3 agosto, giorno dedicato alla festività di Santo Stefano protomartire a cui è intitolata la basilica di Lavagna, il centro storico viene imbandierato per riprodurre l’atmosfera di un borgo medievale in festa.
A Cogorno, nella sua forma attuale, l’Addio do Fantìn comincia il 12 agosto. Il borgo per l’occasione ospita la ricostruzione di un villaggio medievale con banchi di mercanti e artigiani, giochi, esibizioni di falconieri e di giullari, musica e danze. Contribuisce a ricostruire questo mercato il gruppo Le Carole di San Martino (Villastellone, Torino), che propone un mercato storico, laboratori di sartoria e tessitura. All’evento partecipano diversi gruppi musicali e di spettacolo provenienti anche da altre regioni italiane, i più assidui – oltre ai gruppi di musici e sbandieratori dei Sestieri di Lavagna e al gruppo d’armi dei Cavalieri del Fiesco – sono l’associazione Iannà Tampé di Borghetto Borbera (Alessandria) che si occupa di giocoleria, giullaria e animazione con il fuoco e i Sonagli di Tagatàm di Finale Ligure, impegnati in ricostruzioni musicali definite come ‘folk medievale’. Nel 2022, a questi gruppi è stato accostato anche il Gruppo storico dei Maestri ardesiaci, nato da un’idea del vicesindaco Enrica Sommariva con la collaborazione dell’architetto Osvaldo Garbarino. Un nuovo gruppo di figuranti di San Salvatore di Cogorno impersona mastro costruttore, carpentieri, magistri ad muros, lapicini, tegulares, sculptores e operai generici che hanno contribuito alla costruzione della Basilica dei Fieschi a Cogorno. Nel 2022, a chiusura della giornata si è tenuto un concerto dell’ensemble Enerbia di Piacenza, diretto da Maddalena Scagnelli, uno dei gruppi italiani più attivi nel campo della musica antica e tradizionale, strettamente legato alla valorizzazione del repertorio musicale del Nord Ovest italiano.
Il 13 agosto l’Araldo dei Sestieri sfila a cavallo per le vie di Lavagna con tamburi e chiarine per annunciare le nozze di Opizzo e Bianca. La sera stessa a Cogorno, Opizzo e i suoi cavalieri celebrano l’addio al celibato con un sontuoso banchetto sul sagrato della Basilica dei Fieschi e un susseguirsi di eventi spettacolari in onore dei convitati. Al banchetto siedono il conte e la sua scorta, alcuni familiari, le capitane dei sei Sestieri di Lavagna (fra cui l’anno successivo sarà scelta la contessa Bianca de’ Bianchi). Un articolato cerimoniale prevede l’ingresso delle delegazioni dei sei Sestieri di Lavagna, degli ospiti nobili del Conte, l’omaggio del contado, il saluto dell’araldo del Conte, messer Guglielmo Bulgaro da Masserano e poi, durante la cena, esibizioni di falconieri e di giullari, musica e danze, mangiatori di fuoco, duelli, esibizioni dei musici e degli sbandieratori, ricostruzioni teatralizzate di momenti come la nomina di un cavaliere e il giuramento di fedeltà dei musici e sbandieratori. Le portate del banchetto sono ricalcate su ricette medioevali, elaborate anche grazie alla consulenza di esperti (ad esempio, nel 2003, il giornalista e scrittore Paolo Lingua, delegato di Genova dell’Accademia Italiana della Cucina). L’arrivo della carne è parte integrante dello spettacolo: i cavalieri della scorta del Conte esibiscono al suo cospetto un maiale arrostito allo spiedo, il cui capo viene tagliato e servito al futuro sposo. Nel frattempo, il borgo ospita la Corte delle Arti e dei Mestieri antichi con artigiani e artisti, mentre in un cortile privato, ma aperto al pubblico per l’occasione, si tiene una sagra di prodotti della cucina tipica locale (in particolare i testaieü cotti sulla brace calda). Nel Museo dei Fieschi, ricavato in alcuni locali del Palazzo Comitale che fronteggia la basilica, sono allestite mostre tematiche – nel 2022 una mostra dedicata alle scenografie di Emanuele Luzzati. Gli spettacoli proseguono fino a sera, quando l’arrivo dell’araldo annuncia il termine dell’evento. La serata si conclude quindi con una danza che coinvolge tutti i partecipanti al banchetto e con i cavalieri che intonano il motto dei Fieschi: “Gatto! Gatto! Gatto!” (con riferimento all’animale simbolo della casata).
Nella serata del 14 agosto, giorno della Torta, le autorità delle amministrazioni di Lavagna, Cogorno e dei comuni limitrofi si riuniscono nel Municipio di Lavagna per incontrare il Conte e la Contessa. Fra gli invitati sono presenti anche le forze dell’ordine e i militi mobilitati per la serata, gli attuali eredi della famiglia Fieschi. Ai partecipanti è offerto un rinfresco organizzato in collaborazione con l’Accademia del Turismo di Lavagna, specializzata nella formazione di figure professionali del settore turistico-alberghiero: sono gli allievi dell’Accademia a preparare e a servire le portate ai convitati.
Alle 21 circa il pubblico si raduna sulla piazza antistante la basilica di santo Stefano, da cui Monna Bianca de’ Bianchi esce per incontrare il suo sposo. Musici e sbandieratori dei Sestieri di Lavagna si collocano sui lati della scalinata che porta alla basilica. Gli sbandieratori, con le loro bandiere, occultano la porta da cui uscirà la contessa. Allo squillare delle trombe e al rullare dei tamburi, le bandiere si levano l’una dopo l’altra, la porta si apre, la basilica si illumina a festa e la contessa fa la sua uscita trionfale. Il momento è molto atteso poiché, fino ad anni molto recenti, l’identità della contessa non era svelata fino a questo momento. Negli ultimi anni il conte e la contessa vengono presentati già nel corso della conferenza stampa, nella settimana che precede l’evento. Dalla porta della basilica la contessa scende la scalinata che porta alla piazza, dove la raggiunge il conte Opizzo. I due sposi montano a cavallo e assistono alla partenza della sfilata. Ad aprire il corteo è l’Alfiere con lo stendardo dei Sestieri di Lavagna, quindi la ghirlanda con le damine di casa Fieschi, musici e sbandieratori. Ogni Sestiere sfila con in testa il proprio gonfaloniere, affiancato da due torciari e seguito dalla propria capitana, con damigella e ancella. Dopo i dignitari di ogni Sestiere sfilano le dame, i paggi e i nobili del Contado. Conte e contessa sfilano a cavallo scortati dai Cavalieri del Fiesco, maestro d’armi e Araldo seguiti dagli arcieri e dai gruppi ospiti (nel 2022 il Gruppo Storico Sestrese di Sestri Ponente, la Corte Fieschi di Casella-Vallescrivia, il Gruppo Storico Fieschi di Roccatagliata di Neirone).
A chiudere il corteo, fra 40 e 50 damine, che hanno dai 6 ai 14-15 anni: una vera e propria corte di bambine che iniziano a sfilare fin da piccole, sia perché la partecipazione al corteo è diventata negli anni una consuetudine per la comunità lavagnese, sia perché il ruolo di contessa è molto ambito e richiede di avere una lunga carriera di sfilata alle spalle. Ad impersonare Bianca, infatti, è una delle Capitane dei Sestieri dell’anno precedente, che prima di essere Capitana deve avere già rivestito il suolo di Damigella e di Ancella. La prescelta sarà rigorosamente nata a Lavagna e deve essere nubile anche nella vita reale (cfr ultra, Apprendimento e trasmissione).
I personaggi sfilano in abito storico per il borgo di Lavagna fino in piazza Vittorio Veneto, dove viene allestito un palco su cui è ricostruita la Torre Fieschi, antica fortificazione militare oggi inglobata nel tessuto urbano di via Roma. Salgono sul palco musici e sbandieratori, gonfalonieri, capitane, damigelle e ancelle, il conte, la contessa, l’araldo e gli armati, per assistere allo spettacolo e fungere da scenografia al resto della serata. Davanti al palcoscenico si trova la struttura della gigantesca torta, coperta da un lungo drappo di stoffa bianca e azzurra (secondo i colori fliscani). In passato, la struttura sorreggeva la vera torta, che pesava circa tredici quintali ed era confezionata ogni anno dai pasticceri di Lavagna. Da diversi anni, in realtà, per motivi pratici e igienici non si realizza più la torta monumentale, sostituita da una riproduzione in legno opportunatamente decorata. Il dolce, preparato tradizionalmente dalle pasticcerie di Lavagna e nel 2022 dalla Pasticceria Liquoreria Marescotti di Cavo di Genova, viene tagliato in anticipo e servito su vassoi biodegradabili che contengono due porzioni, assegnate al pubblico tramite il «gioco delle coppie». Il gioco comincia subito dopo la lettura da parte dell’Araldo dell’antico proclama di matrimonio, composto dalla scrittrice e poetessa chiavarese Elena Bono: la contessa Bianca taglia la fune che regge il drappo, scoprendo alla vista di tutti la Torta dei Fieschi. Mentre sul palcoscenico si esibiscono musici e sbandieratori, danzatori e duellanti in onore degli sposi, il pubblico è invitato ad acquistare biglietti di carta rosa o azzurra su cui sono scritti nomi di ispirazione medioevale (scudo, balestra, torre…) e a cercare tra la folla qualcuno che possieda il biglietto di colore diverso dal proprio con lo stesso nome: le coppie che si presentano ai piedi della torta con il corretto accoppiamento di biglietti vengono premiate con una fetta a testa del gigantesco dolce. I biglietti sono venduti anche già «accoppiati». I biglietti sono adesivi e molti partecipanti li incollano sui vestiti, qualcuno sulla fronte. C’è anche chi grida ad alta voce il nome riportato sul proprio biglietto per formare più facilmente la coppia. Mentre i presenti sono impegnati nella ricerca, sul palco si susseguono i festeggiamenti in onore degli sposi.
La Torta dei Fieschi coinvolge ogni anno anche alcuni gruppi storici provenienti da città diverse, da tutta Italia. Le celebrazioni vanno avanti fino a tarda sera, concludendosi poi con il ritorno del corteo alla Basilica di Santo Stefano, mentre in piazza inizia la Notte di Bianca che chiude la festa con dj set dopo la mezzanotte.
Periodo | Occasione
L’Addio do Fantìn si svolge il 13 agosto, preceduto da Medioevo nel borgo il 12 agosto
La Torta dei Fieschi si svolge il 14 agosto ed è annunciata dall’alfiere il 13 agosto a Lavagna
Area Geografica
Lavagna e Cogorno sono due comuni della provincia di Genova tra loro confinanti.
Lavagna si trova 37 km a levante di Genova, in riva al mare presso la foce e sul lato sinistro del torrente Entella
(sul lato destro si estende Chiavari). Gli abitanti sono circa 13 000.
Anticamente la popolazione era dedita alla lavorazione dell'ardesia, roccia metamorfica presente nella zona (Val Fontanabuona). Oggi l'attività nautica e quella turistica risultano le principali risorse economiche. Lavagna è sede, infatti, di un importante porto turistico e rappresenta un centro nevralgico del distretto industriale della nautica da diporto. Alle spalle di Lavagna, nella valle dell'Entella, si estende il comune di Cogorno, che conta circa 6 500 abitanti. Il borgo medievale di san Salvatore è addossato al monte San Giacomo, lavorato nei secoli per accogliere la coltura dell’ulivo con fasce rette da muri a secco. Le attività prevalenti sono l'agricoltura e la lavorazione di prodotti locali.
Lavagna e Cogorno sono accomunati dall’appartenenza storica ai domini fliscani.
Rufino, capostipite della famiglia Fieschi, era infatti uno dei conti di Lavagna che siglarono la pace con Genova (1174) ed ottennero la restituzione del feudo, dopo un periodo di aspri contrasti. Dalla sua discendenza nacquero i diversi rami della famiglia, che esercitarono il loro dominio, ora civile ora ecclesiastico, su un territorio molto ampio, che andava dalla riviera di Levante all’entroterra, abbracciando anche Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Dapprima alleati dell’imperatore, i Fieschi si affermarono dal XIII secolo come famiglia spiccatamente guelfa, giungendo al momento di massimo contrasto con l’impero con la scomunica di Federico II da parte del papa Innocenzo IV, Sinibaldo Fieschi (1245). L’eredità fliscana è fortemente presente in diverse parti dell’antico feudo ed è rintracciabile in particolare nell’architettura e nell’urbanistica del territorio, significativamente marcata da questo periodo di massimo splendore. Esempio ne è la trecentesca basilica di San Salvatore a Cogorno, voluta da Innocenzo IV nel 1244 e completata nei decenni successivi dal nipote Ottobuono, futuro papa Adriano V. Entrambi i Fieschi sono raffigurati nella lunetta posta sopra il portale della Basilica.
Oggi i comuni di Lavagna e Cogorno hanno costruito una proposta turistica e culturale su questa eredità: gli “itinerari fliscani”, nove percorsi di visita dei territori dell’antico feudo; “l’estate fliscana” (o “agosto fliscano”, secondo gli anni), cicli di visite, incontri e conferenze dedicati alla storia della famiglia nel territorio; il centro culturale Museo dei Fieschi, nato grazie al recupero di alcuni ambienti del Palazzo Comitale a San Salvatore, acquistati dal comune di Cogorno e restaurati con il contributo della Fondazione CARIGE.
Descrizione del percorso
Nell’Addio do Fantin il corteo, aperto da musici e sbandieratori dei Sestieri di Lavagna, parte dal cortile privato dedicato alla sagra, attraversa il borgo e giunge sul sagrato della basilica dei Fieschi. Per la Torta dei Fieschi, la contessa Bianca esce dalla basilica di Santo Stefano e incontra il conte Opizzo sulla scalinata. Da lì, la coppia, accompagnata da musici, sbandieratori, dignitari dei Sestieri e dei gruppi storici ospiti si dirige sulla piazza Vittorio Veneto attraversando il borgo di Lavagna lungo via Nuova Italia, fino a piazza della Libertà dove ha sede il Municipio, per continuare lungo via Roma fino a destinazione. Giunto in piazza, il corteo sale e prende posto sul palco.
Notizie storico-critiche
La Torta dei Fieschi nasce a Lavagna nel 1949 come sintesi dell’interesse specifico del suo creatore, Yvon Palazzolo, per la storia locale e il contemporaneo sviluppo di un’offerta di intrattenimento per il nascente pubblico balneare della riviera ligure. Yvon Palazzolo, ispettore onorario della allora Soprintendenza Archeologica della Liguria, si era infatti dedicato alla storia del territorio, riscoprendo la figura di Opizzo Fiesco e dei suoi rapporti con la città di Siena e aveva dato vita all’evento appellandosi ai concetti di «Medioevo inventato» e di «metastoria», ancora oggi riaffermati durante la Torta dei Fieschi con il motto «a metà fra storia e leggenda». La storicità del matrimonio rievocato, infatti, non è certa. Nelle cronache dell'epoca a Lavagna figura un sontuoso matrimonio celebrato dai Fieschi in quel periodo, ma il nome degli sposi non risulta; un Opizzo Fieschi in effetti ci fu, ma non si conosce il nome della consorte, che si pensa oggi inventato dallo stesso Palazzolo. Per sua iniziativa nascono, quasi contemporaneamente alla festa, i Sestieri di Lavagna, gruppo storico ispirato alle antiche suddivisioni della città (il Sestiere del Borgo, il Sestiere di Cavi, il Sestiere della Scafa, il Sestiere di Ripamare, il Sestiere della Moggia e il Sestiere di San Salvatore), gli stemmi dei sei Sestieri ed il primo corteo storico, che sarà successivamente perfezionato e limato dei dettagli più anacronistici.
In passato, da proemio alla Torta dei Fieschi, si svolgevano diversi eventi che intrattenevano la cittadinanza e i turisti: palii d’arco e d’armi, torneo di bandiera, palio remiero, fiaccolata dei Sestieri sulla spiaggia, torneo di calcio. Le gare determinavano l’ordine di sfilata dei Sestieri nel corteo storico del 14 agosto.
Fino al 1970 la rievocazione si svolgeva in piazza della Libertà, i conti tagliavano la torta dal balcone del Municipio e nella sala consigliare si teneva un rinfresco per i figuranti e le autorità. Data la notevole affluenza, la festa è stata spostata nella piazza più ampia della città, piazza Vittorio Veneto, con un palco e relativa scenografia. Nel 1987 fu realizzato un nuovo palco con la relativa torre scenica realizzata dalle maestranze comunali e decorata dai ragazzi dei Sestieri.
«La scaletta della serata – spiega Giannetto Bonicelli, responsabile per i Sestieri del gioco della Torta – negli anni è stata semplificata e ridotta nella sua durata, perché non sia troppo lunga da seguire per il pubblico. Ma il gioco funziona e c’è sempre chi segue tutto l’evento senza staccare gli occhi dal palco, mentre gli altri intorno cercano di formare la coppia per avere il loro pezzo di torta».
La tradizione della distribuzione di una «torta dei Fieschi» è attestata anche a Corniglia (SP), una delle Cinque Terre, in occasione della festa patronale di San Pietro, il 29 giugno, ma la ricetta della torta è diversa (a base di savoiardi, cioccolato e panna anziché pan di spagna e crema imperiale, come a Lavagna) e il riferimento è ad un altro evento storico. Sebbene l’evento di Corniglia nasca da una tradizione innanzitutto religiosa (la festa prevede una processione nel borgo e una messa solenne e solo recentemente, con il contributo dei Sestieri, l’elemento rievocativo ha acquisito importanza), dal 2015 i due eventi sono gemellati e i Sestieri intervengono per contribuire attivamente alle animazioni.
La 70a edizione della Torta dei Fieschi, il 14 agosto 2018, non si è tenuta. Quella mattina, infatti, è crollato il ponte Morandi a Genova. È stato deciso concordemente dall’Amministrazione in carica e dal gruppo storico dei Sestieri l’annullamento della manifestazione e la donazione della torta preparata ai soccorritori intervenuti e agli sfollati del quartiere.
Nel 2020 i Sestieri hanno voluto rendere omaggio a medici, infermieri, volontari impegnati nelle cure nel periodo Covid-19. Si è deciso di far impersonare il conte e la contessa a un infermiere del 118 e a una dottoressa dell’ASL locale. Questa 71esima edizione della Torta dei Fieschi si è svolta nel tardo pomeriggio in piazza Marconi e al porticato Brignardello, ai piedi della Basilica di Santo Stefano in una forma simbolica e ridotta, senza il gioco della torta.
Nel 2021 non è andata in scena la Torta dei Fieschi, ma Lavagna Anno Domini 1230, evento concepito per essere compatibile con le restrizioni legate alla pandemia Covid-19, ma che ha mantenuto viva la tradizione del 14 agosto. Il centro storico di Lavagna, a partire dalle 18.30, è stato animato da gruppi di spettacolo in forma dinamica, ma anche da postazioni a tema medievale. Nel 2022 l’evento ha ripreso la sua forma abituale.
La basilica dei Fieschi non ha mai ospitato eventi veri e propri fino ai primi anni Ottanta, ma ha servito da scenografia per alcuni precedenti: «Nei primi anni Cinquanta – racconta Marco Raffa, organizzatore e animatore dell’Addio do Fantìn – il disegnatore Mario Puppo invitò i Sestieri di Lavagna per la prima volta a posare sul sagrato della basilica per la realizzazione del calendario Italviscosa (SNIA Viscosa – Cisa Viscosa – Chatillon). Da allora, il gruppo si è riunito spesso sul sagrato della Basilica per set fotografici e video legati all'epoca medievale dei Fieschi». L'idea dell’evento dell’Addio do Fantìn nasce quindi nei primi anni Ottanta: Francesco Traldi, ingegnere molto noto a Lavagna d'accordo con l’allora priore reggente dei Sestieri di Lavagna, Emilio Albino, direttore dell’istituto di Matematica Applicata del CNR di Genova, immagina un «prologo» della Torta dei Fieschi di Lavagna. All’inizio l’evento non prevedeva il banchetto, ma soltanto il corteo storico con le ancelle, le capitane e i gonfalonieri dei Sestieri di Lavagna, alcune esibizioni di musica e danze, i primi giochi d’arme e uno spettacolo di sbandieratori toscani in onore di Monna Bianca. «Nel 1991 – continua Marco – la struttura della festa viene riorganizzata: nasce il banchetto, che si tiene inizialmente sulla piazzetta del Palazzo della Formica, per lasciare libero il sagrato per gli spettacoli. La festa segue una scaletta ben precisa: l’arrivo del corteo e, a seguire, un’alternanza di momenti di spettacolo. Il momento clou, che determina anche la conclusione della festa, è l’arrivo a cavallo dell’Araldo. Con l’ingresso nell’amministrazione comunale di Enrica Sommariva, prima assessore e poi sindaco del Comune, l’evento si arricchisce della Corte delle arti e dei mestieri: spazio dedicato ad artisti e artigianato storico nel 'vecchio maniero' messo a disposizione dalla famiglia Cicala».
Sull’Addio do Fantìn esiste una mostra fotografica realizzata dal Comune di Cogorno con numerosi pannelli. Materiale fotografico, cimeli e altri pannelli sono custoditi nella sede del gruppo Le Gratie d'Amore.
Nel 2020, a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19, l’Addio do Fantìn si è svolto in forma ridotta, di giorno e a porte chiuse, con sostanziali modifiche: la scenografia del villaggio medievale del 12 agosto e i momenti spettacolari sono stati ripresi e trasmessi in diretta, con collegamenti multipli, dall'emittente regionale Primocanale TV.
Nel 2021, in occasione del Settecentenario dantesco, l’Addio do Fantìn ha avuto come sottotitolo ‘Dante... sulle tracce dei Fieschi’: «dati i legami tra il Poeta e la famiglia Fieschi – spiega Marco – è stato scelto il tema per un racconto spettacolare che indagasse sui rapporti tra Dante Alighieri e Fieschi al tempo della pace di Castelnuovo. Dante fu infatti ospite di Moroello Malaspina e Alagia Fieschi e più in generale sull'epopea medievale della Liguria orientale».
Nel 2022 l’evento ha ripreso la sua forma abituale.
Bibliografia
Calcagno D. (a cura di), "I Fieschi tra Papato e Impero", in "Atti del convegno – Lavagna, 18 dicembre 1994", Lavagna, Sestieri di Lavagna – Comune di Lavagna, 1997.
Bruschi R. - Lebbroni S., "Ritratto di Cogorno. L’antico feudo dei conti Fieschi attraverso le sue memorie storiche", Genova, De Ferrari Editore, 2000.
Oggetti significativi
La torta (struttura e scenografie annesse)
La struttura della torta, a semicerchi assemblati, è stata realizzata nel 1988 per sostituire la struttura precedente, costruita per supportare la vera torta. La torta è sormontata da una grande corona in struttura metallica illuminata con luci bianche e azzurre da cui partono code di luci che vanno a collegarsi ai quattro lati della piazza che è arricchita da bandiere a fiamma dei colori dei Sestieri.
Come spiega Raffaella Albino, priore reggente dei Sestieri di Lavagna, «il palco e la nuova struttura scenografica realizzata nel 2014 derivano da un accurato studio degli elementi architettonici risalenti al 1200 e rappresenta una struttura fortificata con mura di cinta e torre di cui esistono ancora oggi tracce nel territorio». Quattro cabine dipinte di bianco e azzurro con lo stemma dei Fieschi sono dislocate nella piazza e adibite alla vendita dei biglietti. Attualmente questi elementi sono custoditi nei magazzini comunali, mentre il restante materiale (bandiere, stendardi, baldacchino, stoffe, drappi…) è in deposito nella sede dei Sestieri di Lavagna.
Gli abiti
L'evento è in abito storico della metà del secolo XIII, i cui modelli sono ricostruiti in particolare grazie all’Encyclopedie médiévale di Viollet-le-Duc. I primi abiti, negli anni Cinquanta, furono confezionati dalla Casa d’arte Cerratelli, storica sartoria fiorentina che forniva nell’industria cinematografica e teatrale italiana ed esportava i propri costumi in tutto il mondo. Tra le sue realizzazioni, ad esempio, gli abiti disegnati dallo scenografo Emanuele Luzzati. La stessa sartoria, racconta Roberta Folle, responsabile dei costumi, «ha realizzato anche gli abiti di Romeo e Giulietta di Zeffirelli e poi ce li ha prestati per farli sfilare alla Torta».
Negli anni, gli abiti si sono evoluti verso una maggiore fedeltà alla moda dell’epoca, grazie al lavoro dei volontari dei Sestieri impegnati nel loro confezionamento. «Adesso gli abiti sono meno fiabeschi, più austeri: alcuni abiti realizzati all’epoca erano spettacolari, ma non hanno niente del Duecento. Li abbiamo usati fino al 1987. Tuttavia - continua Roberta - il Duecento non aveva la ricchezza che poi si è cominciata ad avere nel Quattrocento, quindi noi ci mettiamo qualche aggiunta, un po’ più… da palcoscenico. Li ricamiamo, mettiamo delle passamanerie per farli spiccare durante la sfilata». I colori rispettano quelli dei diversi Sestieri, che si ritrovano anche nelle rispettive bandiere e negli accessori degli armati. Ancelle e damigelle indossano un vestito bianco rifinito con i colori del proprio sestiere, mentre la capitana è interamente vestita del colore di riferimento. I vestiti delle ancelle sono tutti uguali fra loro e le figuranti che le impersonano, che ricoprono lo stesso ruolo per più anni, spesso conservano l’abito a casa fra un’edizione e l’altra della Torta. Gli abiti della contessa sono cinque, in diverse combinazioni di bianco e di azzurro (i colori dei Fieschi) ed è la figurante che la impersona a scegliere quello che vorrà indossare. «L’uso del bianco – spiega ancora Roberta – non sarebbe filologicamente corretto, perché le spose nel Medioevo non si vestivano così». Per il resto, gli abiti sono concepiti per rispettare alcune regole generali dell’abbigliamento nobile del Duecento: più lo strascico è lungo, più elevato è il grado di nobiltà di chi lo indossa; la cintura è presente in tutti gli abiti; anche gli uomini indossano un abito lungo. Gli abiti che si discostano troppo da queste regole non vengono più utilizzati, e vengono adattati o sostituiti.
Per il confezionamento i Sestieri oggi si affidano a delle sarte o al volontariato: «noi diamo delle indicazioni su come deve essere realizzato, può essere un bozzetto – i primi, negli anni Ottanta, erano stati disegnati dal prof. Albino sulla base di libri, documentazione… e cerchiamo di riprodurli fedelmente. Non siamo studiosi, ma essendo appassionati cerchiamo di fare in modo che i vestiti siano appropriati. Non ci possiamo permettere grandi sartorie, per i vestiti importanti si fa, ma cerchiamo di andare avanti con le nostre forze». Ogni anno i Sestieri cercano di rinnovare qualcosa, ma soprattutto di rammendare. I vestiti vengono lavati il meno possibile, per evitare di danneggiarli: vengono di preferenza puliti, spolverati. Rifare un vestito interamente è molto costoso come, in generale, lo è il mercato dell’abbigliamento storico (un paio di calzature costa in media 160 euro, un paio di calzari di cotone 30 euro). «Quando eravamo ragazze – continua Roberta – noi rinunciavamo alle vacanze per farci il vestito, che costa come fare un vestito da sposa. C’era chi era fortunato, come me o Raffaella (Raffaella Albino, priore reggente dei Sestieri di Lavagna e figlia del citato prof. Emilio Albino, NdA), che avevamo una mamma sarta. Ma solo per le stoffe, negli anni Ottanta, Novanta, eravamo intorno a un milione di lire tra stoffe, passamanerie, pietre…».
La sede dei Sestieri si compone di due ampie stanze, di cui una completamente adibita a magazzino. Moltissimi dei vestiti in magazzino, infatti, sono vestiti di comparse, che li lasciano in deposito ai Sestieri, anche quando li hanno fatti realizzare a loro spese. Nella maggior parte dei casi, i vestiti da bambine e da bambini sono fatti realizzare dalle famiglie, che dopo averli usati per qualche edizione della festa e averli prestati magari agli altri bambini della famiglia, li lasciano ai Sestieri. Nelle settimane che precedono l’evento, i figuranti vengono a provare gli abiti, mentre le sarte e i volontari dei Sestieri si occupano degli aggiustamenti e dei rammendi necessari. Ogni abito viene etichettato con il nome della persona che lo indosserà e con gli eventuali interventi da apportare prima dell’evento.
Le armi
Le armi utilizzate dai Cavalieri del Fiesco dei Sestieri di Lavagna sono tratte dal manuale di scherma quattrocentesco Flos Duellatorum. Le prime riproduzioni delle spade da una mano e mezza, che si impugnano con due mani, furono inizialmente realizzate dalla ditta friulana Del Tin, specializzata nella realizzazione di armi ad utilizzo scenografico, teatrale o cinematografico. In seguito, con il diffondersi delle rievocazioni storiche, il mercato delle armi a scopo spettacolare si amplia, arricchendosi del lavoro di artigiani che si specializzano nel settore in diverse parti d’Italia. Per questo il gruppo, che nel frattempo ha esteso la propria attività a specialità della scherma moderna e della scherma storica, ha fatto ricorso in seguito alle realizzazioni di artigiani di Sarzana e di Parma. Racconta Antonio Vernengo, responsabile dei Cavalieri del Fiesco: «Nell’85 combattevamo con le spade dei primi ‘spadaccini’ – termine dispregiativo nel mondo della scherma – che le portavano solo per figura, non erano adatte, potevano rompersi e fare male sia a chi le stava usando, sia al pubblico, se un pezzo saltava. Anche quando abbiamo cominciato ad affidarci alle ditte che fornivano il cinema, anche Hollywood, le spade non erano fatte per i duelli, erano scenografiche, non per i combattimenti. Ci volevano delle armi apposta e per questo era necessario rivolgersi a degli artigiani, ma all’inizio non se ne trovavano facilmente».
Tamburi
I tamburi utilizzati dal gruppo Musici e Sbandieratori dei Sestieri di Lavagna sono di tipo «imperiale»: formati da un corpo cilindrico in legno di faggio color noce, equipaggiato con una pelle apposita che permette la percussione. All’esterno della struttura sono presenti delle corde che vogliono richiamare lo stile dei tamburi medievali. Nei tamburi di un tempo, le corde servivano per tendere al punto corretto la pelle dei tamburi in modo tale da «accordarlo». Nei tamburi utilizzati oggi dal Gruppo, l’accordatura dello strumento avviene tramite meccaniche apposite.
Oltre ai tamburi imperiali il Gruppo ha a disposizione alcuni rullanti di concezione simili ai primi, ma con il corpo di dimensione minore. La struttura presenta una pelle risonante su un’estremità dello strumento, e una pelle di tipo riflettente sull’altra estremità. Sulla pelle riflettente è presente una cordiera metallica che permette di ottenere il suono tipico di questo strumento. Nel 2022 sono stati acquistati 7 nuovi tamburi da una ditta specializzata di Torino, con un notevole investimento da parte dell’associazione (un tamburo come quelli acquistati costa 680 euro).
Chiarine
Il Gruppo ha a disposizione anche dieci chiarine a pistoni in ottone impreziosite dallo stendardo dei colori dei Fieschi. Questo strumento appartiene alla famiglia delle «trombe naturali» ed era in passato costituito da un semplice tubo in ottone senza pistoni, limitandone la gamma dei suoni, ha un corpo piuttosto lungo che le conferisce un suono acuto e limpido, caratteristica da cui prende il nome.
Bandiere
Il gruppo Musici e Sbandieratori dei Sestieri di Lavagna utilizza bandiere composte da un’asta alla quale è fissata la tela. L’asta è in fibra di vetro, a forma conica, con specifiche caratteristiche di flessione e peso, alla base hanno un tappo in gomma a vite e sono alte 175 cm per gli adulti e 120 cm per i bambini. In passato le bandiere erano più pesanti composte da aste in fibra di vetro e carbonio e tele di seta; negli ultimi anni, grazie anche alle nuove proposte del mercato delle rievocazioni storiche (ma anche delle tifoserie e dell’entertainment in generale), il gruppo ha rinnovato le bandiere con tessuti (poliestere pongé) e aste sempre più leggeri e maneggevoli. Le tele sono confezionate con una doppia cucitura perimetrale e asola rinforzata in punta; di forma quadrata 130x130 cm. Il commercio di questi articoli passa per la maggior parte da alcuni siti internet che fungono da piattaforme specializzate nel settore: il pubblico, composto per lo più di musici e sbandieratori, vi acquista anche calzature (stivali da marcia), polsiere e altri accessori dedicati.
La prima tela del gruppo era a fondo bianco, con un sole azzurro di varie sfumature in un angolo della tela e che si estendeva su tutta la superficie, sull’angolo opposto era presente uno scudo a righe oblique dei colori dei Fieschi (azzurro e argento, l’argento nelle bandiere viene rappresentato col bianco).
Al 10° anniversario degli sbandieratori si è deciso di creare un nuovo disegno, utilizzato oggi dal Gruppo: su sfondo bianco, al centro della tela è presente un grosso sole colorato da varie sfumature di azzurro (a ripresa della prima bandiera) con, al suo interno, uno scudo a righe oblique sul quale è appoggiato il simbolo della casata Fieschi: un elmo e un gatto.
Nel 2022, gli sbandieratori hanno realizzato delle nuove bandiere: «abbiamo preso spunto da una tradizione toscana, ma non solo – racconta Tommaso Romanengo, responsabile degli sbandieratori – che prevede l’uso di bandiere specifiche per ogni contrada, magari abbinate ad un vestito. Noi abbiamo un vestito unico, bianco e blu, ma novità di quest’anno saranno le bandiere dei colori dei sei Sestieri. Queste bandiere saranno usate a Lavagna, mentre le bandiere tradizionali con lo stemma dei Fieschi di colore bianco e azzurro saranno usate in trasferta». Le nuove bandiere dei Sestieri sono state disegnate da uno degli sbandieratori a partire dai gonfaloni originari del 1949, tuttora utilizzati durante il corteo.
Comunicazione: il ‘Puppo’ e gli altri manifesti
Il manifesto della Torta dei Fieschi ancora oggi utilizzato per la comunicazione della manifestazione, detto ‘il Puppo’, fu realizzato nel 1955 dal designer levantese Mario Puppo, noto nel mondo della grafica pubblicitaria per aver realizzato numerosi supporti di comunicazione legati all’emergere del turismo balneare sulla riviera ligure. Da allora il logo stilizzato degli sposi con la torta non è mai stato cambiato. Lo si ritrova, oltre che sulla locandina dell’evento, anche sul merchandising collegato: in particolare magliette e magneti realizzati in ardesia, la pietra locale. Nel 2022 l’amministrazione comunale di Lavagna ha promosso un’immagine nuova per valorizzare la manifestazione all’interno di un piano di merchandising per la promozione turistica della città. Questa nuova linea di comunicazione si affianca alla precedente, senza soppiantarla.
I primi manifesti dell’Addio do Fantìn sono realizzati in serigrafia a partire da un’immagine tratta dal cassone medioevale delle Nozze di Alatiel, conservato al museo Correr a Venezia. Negli anni successivi sono stati creati dei manifesti fotografici con immagini salienti dei vari momenti della festa.
Scenografie
Nell’Addio do Fantìn, le scenografie e gli oggetti sono quelli indispensabili per la creazione di una tavolata nobile che viene rinnovata e realizzata di anno in anno con stoffe preziose, stoviglie ispirate ai modelli dell'epoca, candele, portate di frutta e di carne. Costumi e attrezzerie sono conservati nelle sedi dei Sestieri di Lavagna e delle Gratie d'Amore.
Alla fine degli anni Novanta gli studenti delle scuole medie di San Salvatore di Cogorno hanno realizzato una serie di sagome in legno dipinto dei personaggi chiave della rievocazione, che in occasione della festa vengono posizionate in alcuni punti strategici di San Salvatore.
Tra il 2004 e il 2006 sono state realizzate circa duecento “fiamme” in tessuto, alte dai tre ai sette metri, che ogni anno vengono utilizzate per imbandierare le vie di accesso al borgo storico di Cogorno.
Aspetti immateriali
Torta (ricetta)
La ricetta della torta nasce con la festa e non ha origini antiche. Nei ricettari tardo medievali è stata rinvenuta traccia di una «torta di Lavagna», ma si tratta di un pasticcio in crosta con diversi strati di ingredienti a base di carni e selvaggina, dalle salsicce ai piccioni arrosto, probabilmente una portata creata per l'incoronazione papale di Innocenzo IV Fieschi. Oggi la torta è un dolce alla crema ed è il fulcro della festa. La ricetta fu inventata nel 1949 dalla pasticceria Piaggio di Lavagna e condivisa con gli altri pasticceri per la preparazione dei 12-15 quintali di dolce per la festa. Si tratta di una preparazione i cui ingredienti e dosaggi sono segreti, ma che consiste in un pan di Spagna inumidito con una leggera bagna di rum, farcito di crema imperiale e guarnito con granella di nocciole.
Nelle edizioni più recenti della Torta sono state previste anche delle porzioni vegane e senza glutine.
Musica
I repertori musicali sono composti di alcuni pezzi ricorrenti, le cui origini non sono sempre note. Alcuni brani sono probabilmente adattamenti da marce militari, altri sono stati composti negli anni dai musici stessi. La composizione non è necessariamente trascritta, nella maggior parte dei casi è tramandata con la pratica. «I brani musicali – racconta Emanuele Panesi, responsabile dei musici – sono storicamente tramandati negli anni, all’inizio io non c’ero, ma so che c’erano tre pezzi… alcuni brani sono stati creati da noi, non li ho mai sentiti da nessun’altra parte, altri si sentono anche altrove in Italia. Poi negli anni il repertorio si è differenziato: per il corteo storico utilizziamo delle marce; invece, ci sono pezzi magari più pimpanti, veloci, di impeto per gli spettacoli degli armati o degli sbandieratori, che servono a creare un po’ più di suspense. Comunemente si conoscono con il nome gergale di canzoni e ognuna di esse ha un nome ben preciso per poter essere riconosciuta da ogni componente ed eseguita nel momento richiesto. Per l’uscita della contessa abbiamo una scaletta tipica, che fa il suo effetto e non si cambia da quando mi ricordo».
Per quanto riguarda le chiarine, ha avuto un ruolo essenziale la collaborazione con la banda cittadina e con alcuni componenti che hanno permesso di adeguare e adattare alcune partiture agli strumenti. Inoltre, negli anni, hanno preso parte al Gruppo esperti di strumenti a fiato «che hanno permesso di crescere dal punto di vista musicale», conclude Emanuele.
Giochi di bandiera
I repertori dei giochi di bandiera sono stati costruiti a partire dalla formazione ricevuta in origine (cfr sezione Apprendimento e trasmissione) e integrati con nuovi numeri creati collegialmente dal gruppo. Il processo creativo si basa sulla sperimentazione pratica in diretta e non prevede forme di trascrizione codificate. «Ognuno quando ha un’idea la espone – spiega Tommaso Romanengo – siamo un po’ tutti a creare, a dirci che cosa funziona, che cosa è fattibile…». I numeri sono adattati alla situazione: di spettacolo, in marcia, statico-scenografica ai lati del corteo…
Duelli
Il gruppo Cavalieri del Fiesco dei Sestieri di Lavagna ha ricostruito le tecniche di duello e di combattimento a partire da un manuale di scherma quattrocentesco, redatto da Fiore de’ Liberi e intitolato Flos Duellatorum. Queste tecniche oggi sono in parte riconosciute come discipline sportive, di scherma tradizionale o di scherma storica, e l’attività dei Cavalieri del Fiesco ha contribuito alla loro codifica e al loro riconoscimento ufficiale (cfr sezione Apprendimento e trasmissione). I duelli, che sono ricostituiti con l’obiettivo della maggiore verosimiglianza possibile, sono messi in scena e non prevedono un reale combattimento. Racconta Antonio Vernengo, responsabile dei Cavalieri del Fiesco: «Noi ricostruiamo questi duelli non per finta, ma nemmeno come duelli semi-veri, perché le spade pesano un kilo e mezzo, e con la leva e la botta si rischia di farsi davvero male. Quindi ci proteggiamo come si faceva nel Medioevo, con un abbigliamento adeguato: il camaglio di ferro, i guanti con la maglia di ferro, un’imbottitura che sta sotto alla cotta… Ci mettiamo l’uno di fronte all’altro, conosciamo la tecnica e la risposta che riceveremo e operiamo una sequenza di botte fatte in sicurezza, secondo una sorta di copione».
Danze
Le danze del gruppo Le Gratie d’Amore alternano ricostruzioni basate sulle istruzioni fornite da codici antichi (prevalentemente della prima metà del XV secolo, opera di Guglielmo Ebreo da Pesaro e Domenico da Piacenza) e creazioni originali di Manuela Campodonico, basate a loro volta su musiche di epoca medievale (ad esempio le Cantigas de Santa Maria, i Carmina Burana originali, i brani ricostruiti dal Codex London e altri) e, per le coreografie, da miniature e affreschi. Vengono di volta in volta utilizzati anche elementi scenici – nastri, fiori, torce, fazzoletti – secondo gli esempi offerti dall’iconografia del tempo.
Criticità
Negli anni Settanta la Torta dei Fieschi ha attraversato un momento di stanchezza: come raccontano gli organizzatori, «si era perso l’entusiasmo, alcuni partecipanti erano persone provenienti da fuori che erano in vacanza a Lavagna, attratte dall’idea di indossare abiti medievali in una serata di festa. Abbiamo tante fotografie del corteo di quell’epoca con volti assolutamente sconosciuti, di turisti… anni in cui persino la contessa era una giovane proveniente da fuori». In quell’occasione, le sorti della festa furono risollevate dall’allora Azienda autonoma di soggiorno e dall’iniziativa di Emilio Albino, che ne organizzarono il rilancio. Oggi i Sestieri di Lavagna non incontrano difficoltà a trovare volontari per l’organizzazione e per il corteo, la tradizione si è consolidata tra gli abitanti di Lavagna. Sebbene il coinvolgimento della comunità non sia attualmente problematico, la memoria di questa fase di declino è anche un monito per il futuro della festa. Il confezionamento e la distribuzione della torta, infatti, richiedono la disponibilità di un importante numero di volontari (circa 50 nel 2022), che si sommano ai figuranti e alle persone coinvolte nell’organizzazione del corteo.
Un ulteriore elemento di attenzione si può individuare nel confezionamento e nel rammendo degli abiti storici: «Oggi c’è tantissima domanda per fare le damine, non si lascia mai un vestito libero, raschiamo sempre, come si dice, il fondo del barile» racconta Roberta Folle. La manodopera volontaria, tuttavia, è messa a disposizione da un numero relativamente limitato di persone, «soprattutto signore di una certa età che ci danno una mano gratuitamente, ma rifare gli abiti costa moltissimo e per quelli più sfarzosi addirittura oggi non si trovano più le sarte che sanno fare tutto questo lavoro».
Misure di valorizzazione
Lo spettacolo viene annualmente filmato e replicato più volte da Entella TV, la rete televisiva locale.
Nelle ultime edizioni sono state coinvolte anche altre emittenti regionali, come Primocanale e la rete regionale RAI 3 e sovente le emittenti nazionali (RAI, Mediaset) dedicano servizi alla manifestazione.
La Torta dei Fieschi è una delle venti manifestazioni scelte da Pupi Avati per il suo ciclo di trasmissioni Feste storiche d'Italia, girato nel 2010.
Nel 2005 è stato realizzato un documentario sull’Addio do Fantìn, a cura di Guido Scaglia.
Nel 2016 la scuola del fumetto di Chiavari (GE) ha realizzato un fumetto dedicato alla storia di Opizzo e Bianca.
Misure di salvaguardia
Le amministrazioni comunali di Cogorno e di Lavagna sostengono le rispettive manifestazioni con una partecipazione attiva alla loro organizzazione, in particolare in termini di accessibilità e sicurezza. Non esistono tuttavia forme di salvaguardia specifiche messe in atto a livello locale, regionale o nazionale.
Sia la Torta dei Fieschi (2010) sia l’Addio do Fantìn (2000) hanno ricevuto il riconoscimento Festivalmare, premio che il quotidiano La Stampa assegna annualmente agli eventi capaci di promuovere il turismo in Liguria.
Nel 2022 l’Addio do Fantìn si è fatto promotore della raccolta firme per sostenere la basilica dei Fieschi di Cogorno nella competizione dei Luoghi del cuore del FAI. La basilica è risultata al 15° posto in classifica (un aggiornamento del computo che tenga in conto i voti cartacei è previsto in data 3/11/2022).
Protagonisti
Gli abitanti di Lavagna e di Cogorno sono particolarmente legati alle due manifestazioni, tanto che in molti organizzano la loro estate in funzione degli eventi, per partecipare sia come semplice pubblico, sia in quanto figuranti, o parenti e amici stretti di qualcuno che sfila. L’attesa per la rivelazione dell’identità della contessa è importante, anche se le regole di accesso al ruolo, sempre più definite e stabili, consentono di fare previsioni con una buona probabilità di esattezza. I Sestieri di Lavagna coinvolgono nelle loro diverse attività molti abitanti in maniera diretta e indiretta.
Nel 2022, il conte era un lavagnese di 27 anni, Mario Canale, impiegato nell’azienda familiare che si occupa di riparazioni in ambito nautico, mentre la contessa Bianca era Gaia Malosetti, lavagnese, di 27 anni, laureata in economia aziendale, impegnata a Genova nel praticantato presso una società di commercialisti. Da quando aveva sei anni, Gaia fa parte del corteo storico dei Sestieri. Mario ha sfilato due volte alla Torta: da ragazzo come gonfaloniere e qualche anno dopo come nobiluomo.
Sia la Torta dei Fieschi sia l’Addio do Fantìn rappresentano un momento di incontro fra le generazioni – partecipano persone di tutte le età – e fra la comunità locale e le persone in vacanza. Storicamente, Lavagna è una località che accoglie in villeggiatura molte famiglie del Nord Italia, in particolare dalla Lombardia, spesso proprietari di seconde case. A questa popolazione se ne aggiunge una, più recente, di turisti stranieri, per lo più europei (francesi, tedeschi, olandesi, belgi e più recentemente anche spagnoli).
La Torta dei Fieschi attira anche la popolazione dei comuni limitrofi, come Chiavari o Sestri Levante, e dei capoluoghi circostanti, in particolare Genova e La Spezia. Se per i lavagnini la partecipazione è una tradizione e per molti villeggianti un’abitudine, per chi viene dalle città vicine è una pratica più occasionale: in molti, intervistati durante la serata, hanno dichiarato di non aver mai partecipato in precedenza.
La Torta dei Fieschi è anche considerata, dalle ragazze e dai ragazzi di Lavagna, un buon modo per incontrare e conoscere i coetanei: «Ci sono tutta una serie di tecniche – raccontano alcuni veterani – come comprare più biglietti per avere più possibilità di scelta, o coprire il biglietto se quando incontri l’altro vedi che non ti piace».
I commercianti di Lavagna per anni sono stati coinvolti in iniziative legate alla Torta dei Fieschi, ad esempio con l’allestimento di vetrine tematiche nei giorni precedenti.
Una specificità dell’Addio do Fantìn è che l’amministrazione comunale di Cogorno è stata attivamente coinvolta nell’organizzazione dell’evento fin dalle sue prime edizioni, non limitandosi esclusivamente alla gestione degli aspetti pratico-logistici, ma intervenendo direttamente anche nella definizione dei contenuti e della struttura dell’evento: l’attuale sindaco, Gino Garibaldi, e il vicesindaco, Enrica Sommariva, sono stati fra i motori dell’iniziativa.
Gli attuali organizzatori della Torta dei Fieschi e dell’Addio do Fantin sono stati coinvolti fin da ragazzi nell’evento, e la maggior parte di loro ha partecipato o partecipa attivamente al corteo o alle animazioni nei diversi ruoli descritti. Per diversi di loro, l’organizzazione dei due eventi coinvolge una rete di familiari, amici e conoscenti molto ampia: Raffaella Albino, priore reggente dei Sestieri di Lavagna, è figlia del professor Emilio Albino, personaggio chiave nell’evoluzione della Torta dei Fieschi e uno dei fondatori dell’Addio do Fantin; Marco Raffa, organizzatore e animatore dell’Addio do Fantin, guida insieme alla moglie, Manuela Campodonico, il gruppo di danza Le Gratie d’Amore, di cui fa parte anche la figlia. Gli organizzatori sono residenti a Lavagna o a Cogorno e generalmente conosciuti dalla comunità locale, che li identifica come i referenti delle feste. L’organizzazione delle due manifestazioni si basa sul volontariato e in prossimità dell’evento mobilita un numero importante di persone.
Apprendimento e trasmissione
La contessa, il conte e i ruoli nel corteo
Il ruolo della contessa è oggetto di una formazione al portamento che si acquisisce, dietro supervisione dei Sestieri, con l’esperienza di sfilata. Per questo le giovani aspiranti contesse non possono permettersi di saltare nessuna edizione della Torta dei Fieschi ed organizzano la propria estate in funzione dell’evento. Sono molte le bambine che fin da piccole iniziano il loro percorso all’interno del gruppo storico sperando un giorno di poter interpretare il ruolo della contessa Bianca de Bianchi. Non esiste, invece, una simile competizione per quanto riguarda il conte e i ruoli maschili in generale. «Inizi come damina – spiega Raffaella Albino – poi intorno ai 15-16 anni cominci a fare l’ancella, e da lì damigella e capitana. Sono 18 ragazze che sfilano, tre per ognuno dei sei sestieri (ancella, damigella, capitana) e ogni anno tra le sei capitane viene scelta la contessa. È tradizione che la contessa sia nubile e di Lavagna». Queste regole si sono fatte negli anni sempre più definite e stringenti, rendendo di fatto più lento l’accesso al ruolo di contessa: «Raffaella ha fatto la contessa a 18 anni, mia figlia lo farà probabilmente a 27» interviene Roberta Folle. Conte e contessa, oltre all’Addio do Fantìn e alla Torta dei Fieschi, hanno alcune uscite canoniche nel corso dell’anno: per esempio il confuoco, appena prima di Natale. «Per il conte – continua Raffaella – è diverso: o si sceglie un ragazzo del gruppo, oppure anche qualcuno da fuori, in ogni caso si sceglie qualcuno che stia bene con la contessa: non troppo alto se lei è minutina, o viceversa. Si può rivestire il ruolo di contessa una sola volta, dopodiché si diventa nobildonna: non puoi tornare a fare la capitana. Non tutte restano a sfilare. Alcune ex contesse sono addirittura passate a fare le sbandieratrici. Molti conti invece ora fanno gli armati impegnandosi in veri duelli».
In ragione di queste regole di composizione del corteo e di prassi nella riconversione in altri ruoli, il nucleo centrale di figuranti è relativamente stabile negli anni. Non è necessario, quindi, provare ripetutamente nel corso dell’anno. Le prove generali della Torta dei Fieschi si tengono ogni anno il 12 agosto sul palco.
Gli armati
Le tecniche di combattimento adottate nelle simulazioni dei duelli sono state l’oggetto di una ricerca originale iniziata negli anni Ottanta e sviluppata all’interno del gruppo, in relazione con altri gruppi italiani, i cui esiti hanno avuto ripercussioni anche per l’organizzazione delle discipline della scherma anche a livello nazionale. Racconta Antonio Vernengo, responsabile dei Cavalieri del Fiesco: «Nel 1983 un mio collega, anche lui appassionato sciabolatore, mi manda il più importante manuale di scherma del Quattrocento, il Flos Duellatorum di Fiore de’ Liberi. Leggendo questo manuale, studiando e cercando di capire le tecniche del Duecento – il manuale era del Quattrocento, ma le tecniche di combattimento non evolvevano rapidamente come oggi, all’epoca – ho ricostruito nel 1985, con un amico calciatore, che non aveva mai preso una spada in mano, il primo duello con la spada da una mano e mezza, che si impugna con due mani. Molte scuole d’armi lo riconoscono come uno dei primi duelli con quest’arma. Da lì andammo avanti a studiare il manuale, che spiega anche come combattere a mani libere, come usare la daga, la spada da una mano… coinvolgendo un gruppo di amici nei diversi tentativi. Una grossa mano ce la diede un maestro di wu shu di Lavagna, che si prestò a cercare di armonizzare i movimenti. Da lì abbiamo cominciato a girare in tutta la regione e poi in Italia. Quindi siamo venuti in contatto poi con il presidente della Scuola di scherma nazionale e con due maestri che hanno voluto realizzare anche una sezione nazionale di scherma storica. Dopo di noi sono venuti tanti gruppi, in Italia e anche all’estero, ed è così che abbiamo fondato la scherma storica come disciplina. Quindi chi dà il diploma di scherma moderna oggi passa anche un esame di scherma storica, all’Accademia a Napoli. A questo punto si sono formate due scuole: quella, come la nostra, che fa ricostruzioni, e quella agonistica, che con protezioni non più antiche, ma moderne fa delle vere e proprie gare con queste tecniche. A noi non interessa competere, ma fare gli artisti di strada il più filologicamente possibile».
Gli sbandieratori
Gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna nascono in maniera informale come piccolo gruppo che comincia a seguire i musici nelle loro uscite, con l’obiettivo di costituire un gruppo di sbandieratori locale. In Liguria non esistono molte formazioni e, nel Levante ligure, prima del gruppo di Lavagna era attivo soltanto quello di Levanto. Constatato l’interesse di alcuni membri, i Sestieri di Lavagna decisero di sostenerne economicamente la loro formazione dal 2005. Gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna furono quindi inizialmente seguiti da uno sbandieratore della città di Alba. Questo determinò il loro primo stile, che viene definito «piemontese». Secondo Tommaso Romanengo, a capo del gruppo, «Noi ci ispiriamo più a quello piemontese – più statico, con molti più lanci, ma lo mischiamo con quello toscano – più coreografico e di movimento, e abbiamo creato così uno stile ‘ligure’, a metà fra i due». Negli anni, i primi sbandieratori hanno coinvolto nuovi membri a cui hanno loro stessi trasmesso le tecniche di evoluzione e di spettacolo. Per partecipare non sono necessarie particolari competenze né speciali condizioni fisiche: «i ragazzi che vogliono provare provano per un po’ di volte imparando via via le tecniche. Adesso cominciano anche bambini più piccoli, dai 9 anni. Di solito tutti quelli che provano dopo un po’ riescono, ognuno con i suoi tempi». Le prove si svolgono in una palestra o all’aperto; gli spettacoli montati vengono in seguito provati con i musici del gruppo per armonizzare il tutto.
I musici
Nemmeno per entrare a far parte del gruppo dei musici sono richieste particolari competenze: «pochi di noi hanno serie competenze musicali – spiega Emanuele Panesi – a parte le chiarine, che sono dei professionisti: tre o quattro persone che frequentano il Conservatorio, partecipano alla banda cittadina… Non leggiamo uno spartito, ci sono più o meno tre persone che sanno bene i pezzi e li possono insegnare ai nuovi entrati, si insegnano a step: la prima parte, poi la seconda, poi si prova tutti insieme, e quando una persona ha imparato una decina di canzoni la si fa provare a marciare». Inizialmente prestati ai Sestieri dalla banda cittadina, i musici oggi hanno acquisito una propria autonomia e si sono costituiti come gruppo annesso a quello degli sbandieratori, grazie ad una formazione fra pari. I due gruppi – musici e sbandieratori – operano in stretta sinergia e sono riconosciuti all’interno dei Sestieri sostanzialmente come un’unica entità. Anche al di fuori della Torta dei Fieschi e dell’Addio do Fantìn, gli uni non si esibirebbero senza gli altri. Questo sodalizio e il clima di amicizia e goliardia instauratosi fra i membri dei gruppi ha facilitato l’ampliamento della platea delle persone interessate: negli anni i musici e gli sbandieratori hanno raccolto tante nuove adesioni, anche in fasce d’età sempre più giovani. Oggi nei gruppi è in atto un cambio generazionale, perché «tante persone sono andate a vivere fuori, o hanno avuto bambini», ma le conoscenze sono state trasmesse in modo solido.
Gli strumenti utilizzati differiscono per livello di difficoltà: il tamburo imperiale, più grande, è più semplice; il rullante, che ha un suono più brillante, dà il ritmo della canzone. «Difficilmente, a meno di non suonare già come batterista, si comincia con il rullante – continua Emanuele –, si entra sempre suonando il tamburo imperiale, e poi chi è più bravo o ha più orecchio va a suonare il rullante». I musici dei Sestieri di Lavagna si pongono obiettivi di crescita sia nella qualità esecutiva, sia nell’implementazione del repertorio. «Potremmo fare sempre le solite cose e non servirebbe neanche provare, ma cerchiamo sempre di migliorarci, di inventarci nuovi spettacoli anche per coinvolgere nuovi ragazzi… - spiega Emanuele - anche perché quando si inventa uno spettacolo è qualcosa di storico, che rimane lì per sempre, negli anni viene portato avanti». La qualità si misura nella correttezza di esecuzione dei gesti e nella sincronia fra i partecipanti, aspetti a cui è attribuito un grande valore sebbene la pratica sia esclusivamente amatoriale, almeno per il momento: «Si cerca di creare una coreografia il più possibile simmetrica e giusta, secondo un obiettivo di rispetto di una tradizione un po’ in stile militare, cerchiamo di avere tutti lo stesso piede davanti e abbiamo questa tradizione che iniziamo sempre con la mano sinistra e alterniamo sempre due colpi. Ma questo non è una specificità nostra, in tante manifestazioni tolgono dei punti se non si rispettano queste regole. È molto più facile vedere se uno sbaglia il passo, sulle mani è più difficile ma cerchiamo di starci attenti, anche se partecipiamo solo a tornei amichevoli e non legati alle leghe nazionali, anche perché se un giorno decidessimo di lanciarci partiremmo già avvantaggiati». La tecnica si acquisisce con la ripetizione continua e con la revisione critica delle esecuzioni prodotte: «si va molto a memoria, si prova veramente tanto e a sfinimento. Ci aiutiamo anche col telefono: ci facciamo riprendere da fuori, dall’alto e così vediamo subito gli errori». Dal 2017 sono coinvolti anche i bambini: «Abbiamo creato una nuova sezione degli sbandieratori: gli Sbandieratori Junior, che, con l’aiuto dei nostri sbandieratori, imparano già da più piccoli la nobile arte della bandiera, ampliando sempre più il loro repertorio di nuovi giochi di bandiera».
Le danze
Il gruppo di danza è nato alla fine degli anni Settanta in seno ai Sestieri di Lavagna per iniziativa dell’insegnante di educazione fisica Anna Locatelli, e si è poi costituito come associazione culturale autonoma – Le Gratie d’Amore – nel 1996. I responsabili del gruppo hanno studiato danza rinascimentale e tradizionale con Bruna Gondoni, allieva e collaboratrice del coreografo e studioso Andrea Francalanci, con Maurizio Padovan e Federica Calvino Prina. «Da allora – spiega Manuela Campodonico – il gruppo si è dedicato all’esplorazione di altre epoche rispetto a quella medievale, comportando sia la creazione di abiti di altra epoca, sia l’acquisizione di tecniche e competenze coreografiche diversificate, il tutto con la preziosa partecipazione molti giovani che nel corso di trent’anni si sono avvicinati e si avvicinano al gruppo». Oggi l’età media dei danzatori si assesta sui 25 anni, con una forbice che va dai 12-14 anni delle Piccole Gratie (la sezione giovanile) ai 55-60 degli elementi originari del gruppo.
Il gruppo propone a San Salvatore di Cogorno un vero e proprio corso di danza storica, il cui programma è così descritto: «dall'insegnamento dei passi base per sviluppare poi l'apprendimento delle tecniche della danza italiana del Quattrocento e delle branles francesi del secolo successivo. Non è richiesta una conoscenza specifica della materia, saranno forniti testi e documentazione. Successivamente si passerà allo studio delle coreografie e alla loro interpretazione, per finire con l'analisi delle danze italiane del tardo Cinquecento (Cesare Negri e Fabrizio Caroso). Saranno anche analizzati elementi di storia del costume riferiti ai periodi presi in esame».
Metodo Ricerca
La ricerca si è svolta attraverso ricerca sul campo durante l’estate 2022.
Attraverso i referenti principali per la Torta dei Fieschi (Raffaella Albino), e per l’Addio do Fantìn (Marco Raffa) a giugno 2022 ho incontrato alcuni membri dei Sestieri di Lavagna, responsabili dei diversi gruppi, e gli amministratori del Comune di Cogorno (sindaco e assessore che si sono occupati in prima persona dell’evento), a luglio gli amministratori del Comune di Lavagna (sindaco e assessore), mentre ad agosto ho potuto assistere in prima persona a tutte le fasi dell’evento, dalla preparazione allo svolgimento, e svolgere ulteriori interviste agli organizzatori e ai partecipanti.
Le interviste con i soggetti coinvolti si sono svolte principalmente nella sede dei Sestieri di Lavagna per la Torta dei Fieschi e presso il Comune di Cogorno per l’Addio do Fantìn. Questo mi ha permesso anche di accedere agli archivi delle due manifestazioni e di visitare i magazzini dove sono conservati gli oggetti centrali per lo svolgimento degli eventi.
Durante l’evento ho potuto accedere ad alcune situazioni di osservazione privilegiata: in particolare, per l’Addio do Fantìn al cortile della basilica dei Fieschi, accessibile soltanto ai figuranti, area dove si svolgono tutti i preparativi per la messa in scena del banchetto e punto di ristoro per tutte le persone coinvolte nell’organizzazione. Per accedere a questi spazi ho indossato gli abiti di una popolana, partecipando così anche al momento della vestizione dei diversi figuranti prima degli spettacoli. Durante la Torta dei Fieschi ho partecipato alla presentazione di conte e contessa alle autorità nel palazzo comunale e ho potuto poi assistere all’uscita pubblica della contessa da una terrazza messa a disposizione da privati per godere di un punto di vista globale sulla piazza. Ho partecipato quindi al gioco della Torta e discusso con diversi partecipanti durante la serata.
Le informazioni raccolte attraverso l’osservazione partecipante, le interviste e gli incontri informali sono state quindi sintetizzate e proposte agli organizzatori per una revisione collegiale. Le informazioni qui proposte sono quindi il frutto della ricerca sul campo, rivedute ed integrate successivamente grazie agli scambi intercorsi con i membri dei Sestieri di Lavagna.
Organizzatori
I Sestieri di Lavagna (Associazione)
Il gruppo storico dei Sestieri di Lavagna è un’associazione culturale nata nel 1950, pochi mesi dopo la prima edizione della Torta dei Fieschi. Il fine statutario che si prefigge è quello di «rievocare e mantenere le tradizioni di Lavagna con particolare riferimento a quelle di origine medievale legate al nobile casato dei Fieschi conti di Lavagna». Il Consiglio direttivo è chiamato Arengo ed è composto da 13 membri: 6 priori tra cui il Priore Reggente, legale rappresentate dell’associazione, e i rappresentanti dei vari settori di attività. Dal 2014 il Priore Reggente in carica è Raffaella Albino. Priorità del Gruppo storico sono le manifestazioni della Torta dei Fieschi e dell’Addio do Fantin, nate rispettivamente nel 1949 e nel 1982 sotto l’egida dei Sestieri di Lavagna e da allora è fattiva la collaborazione con il comune di Lavagna e il comune di Cogorno nell’organizzazione. Negli anni il Gruppo ha preso parte a centinaia di manifestazioni storiche e spettacoli in tutta Italia e all’estero (Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Belgio, Portogallo, Stati Uniti) e si è esibito più volte davanti alle telecamere della RAI e Mediaset. Nell’ottobre del 1992, nel quadro delle manifestazioni del Columbus Day di New York, i Sestieri hanno preso parte alla parata del cinquecentenario della scoperta dell’America lungo la Quinta Avenue e si sono esibiti nel salone delle feste del Waldorf Astoria hotel di Park Avenue. Racconta Raffaella Albino: «La crescita dell’associazione è stata notevole, oggi i Sestieri contano più di 200 componenti tra cui moltissimi giovani, ragazzi, bambini tutti accomunati dallo stesso interesse e dalla stessa passione volti a promuovere manifestazioni culturali per mantenere vivo l’antico splendore della città di Lavagna legata indissolubilmente alla storia dei conti Fieschi».
Gruppo Musici e Sbandieratori dei Sestieri di Lavagna (sezione di Associazione)
Il Gruppo Musici e Sbandieratori fa parte dei Sestieri di Lavagna, è affiliato CIS per la responsabilità civile e per gli infortuni, ma non fa parte né della Federazione italiana sbandieratori né della Lega italiana sbandieratori.
Inizialmente era composto unicamente da musici, che hanno preso parte al corteo della Torta dei Fieschi fin dalle prime edizioni. Negli anni, dalla formazione ristretta che garantiva un accompagnamento musicale durante le manifestazioni, il gruppo si è ampliato: «ha iniziato a gettare le radici strutturali odierne intorno agli anni 80, quando un gruppo di giovani amici ha deciso di creare un vero e proprio reparto specializzato dei Sestieri di Lavagna – spiega Tommaso Romanengo -. Suonavano tamburi bianchi e azzurri che riprendevano i colori dei Fieschi e, oltre alla Torta dei Fieschi, iniziarono ad affermare la propria presenza sul territorio della Liguria di Levante e non solo. In quegli anni si sono create le canzoni storiche del Gruppo e molti ragazzi di Lavagna hanno iniziato a prendere parte alle attività. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila il Gruppo Musici ha fatto un ulteriore salto in avanti: i componenti cominciano a partecipare, oltre che ad eventi liguri, anche ad eventi nazionali ed internazionali». Nello stesso periodo nasce la sezione degli sbandieratori: «Alcuni musici – continua – hanno voluto ampliare ulteriormente le competenze del Gruppo studiando la nobile Arte della Bandiera, per poi dare vita agli sbandieratori». Il primo vero debutto al pubblico dei Musici e Sbandieratori dei Sestieri di Lavagna così composto risale quindi al 2005, e più precisamente alla Torta dei Fieschi di quell’anno. Da quell’anno il Gruppo ha rappresentato i Sestieri negli Stati Uniti, in Spagna, Portogallo, Germania e Svizzera, ma anche in città italiane come Roma, Firenze, Venezia, Genova, Prato, Norcia e moltissimi borghi medievali liguri e del Nord Italia.
Attualmente il Gruppo è formato da circa sessanta partecipanti di ogni età.
I Cavalieri del Fiesco (sezione di Associazione)
Il gruppo si forma ufficialmente nel 2019, come scissione della compagnia d’armi Flos Duellatorum che si era costituita ufficialmente nel 1995, pur operando in seno ai Sestieri di Lavagna già dal 1985, e che non partecipa più alla Torta dei Fieschi né all’Addio do Fantìn.
I membri del gruppo si ispirano ad una tradizione che nasce quasi contemporaneamente alla Torta dei Fieschi: nel 1953 sul palco si tiene il primo torneo di scherma olimpica alla sciabola, disputato poi con regolarità fino al 1958. Nel 1980 si riprende la tradizione schermistica con atleti della Chiavari Scherma appartenenti ai Sestieri. Nel 1985 fu realizzato il primo duello di spada ad una mano e mezza ad opera dello schermitore Antonio (detto ‘Tonino’) Vernengo, membro dei Sestieri di Lavagna e fra i primi in Italia a studiare il manuale quattrocentesco Flos Duellatorum di Fiore de’ Liberi. Attualmente il gruppo è formato da otto schermidori che si esibiscono in duelli medievali principalmente sul palco della Torta dei Fieschi e all’Addio do Fantin.
Le Gratie d’Amore (Associazione)
Il gruppo di danza storica Le Gratie d’Amore, nato informalmente già dalla fine degli anni Settanta, si è formato come Gruppo nel 1986 in seno ai Sestieri di Lavagna e come associazione autonoma nel 1996. Diretto da Marco Raffa e Manuela Campodonico, cura la ricostruzione di «danze, costumi e “atmosfere” che spaziano dal medioevo al rinascimento al secolo XVII». Per il medioevo le ricostruzioni si basano sul corpus di musiche dei secoli XIII-XIV e sull’iconografia del tempo; per il rinascimento sui trattati dei maestri italiani Guglielmo Ebreo da Pesaro e Domenico da Piacenza; per il periodo detto ‘Siglo de Oro’ a Genova (dalla seconda metà del Cinquecento al primo Seicento) al trattato che dà il nome al gruppo: Le Gratie d'Amore, di Cesare Negri, edito a Milano nel 1602, ovvero «una raccolta di danze, ovvero la dettagliata descrizione di passi e coreografie, con in più la notazione musicale - lo ‘spartito’ si direbbe oggi - e la relativa intavolatura di liuto, lo strumento allora più diffuso anche nelle abitazioni private». Gli abiti si ispirano alla moda genovese ritratta da Rubens e Van Dyck.
Fin dalla sua costituzione, il gruppo Le Gratie d’amore ha collaborato con il conservatorio Niccolò Paganini di Genova, con i comuni di Genova, Lavagna e Cogorno e la Soprintendenza ai beni artistici e storici della Liguria (Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di pellicceria, Palazzo Reale), oltre che con ricercatori e interpreti nel campo della musica antica.
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