La rievocazione storica
Si riporta un frammento della scheda EVE dedicata al Corteo Storico Matildico per l’inquadramento storico della rievocazione: “Nel Castello di Bianello, nel Maggio 1111, l’imperatore Enrico V, il cui padre aveva confiscato feudi a Matilde a seguito dello schieramento di quest’ultima nei confronti del Papa, incontrò Matilde per conferirle il titolo di Vicaria d’Italia, dopo essere sceso a Roma per l’incoronazione papale. Utilizzando come fonte storica il Vita Mathildis, manoscritto redatto dal monaco Donizone tra il 1111 e il 1116 e ora conservato alla Biblioteca Vaticana, la rievocazione inscena, in forma teatrale, le tre giornate di Enrico V presso la corte di Matilde. Ogni edizione, inoltre, prevede la selezione di una tematica storica diversa narrata nel Vita Mathildis che abbia come sfondo la località di Quattro Castella” (EVE RSVG0243).
A causa della pandemia, il Comitato Matildico ha introdotto nuovi eventi di rievocazione storica sparsi durante l’anno che possano, quindi, garantire la continuità della tradizione rievocativa e al contempo rispettare le norme Covid. La prima di queste nuove iniziative è rappresentata dalla rievocazione della morte di Matilde, il 24 luglio, denominata Lux Omnia Vincit. Durante l’evento, il Castello di Bianello viene illuminato con una luce al rosso Matilde (si veda la sezione sul patrimonio materiale per una genesi del colore rosso Matilde). Alle 20,30, si celebra una messa solenne in costume in onore di Matilde. Successivamente, una fiaccolata, costituita da tutte le Contrade di Quattro Castella, sfila dal Castello di Bianello fino al sagrato della chiesa di Sant’Antonino. A seguire, nelle 21.30, sempre nel sagrato della chiesa, si procede con l’investitura di un cavaliere, ovvero una persona che si è distinta particolarmente durante l’anno a Quattro Castella (nel 2020, il titolo è stato dato al primario di malattie infettive). Alle 21.45, la serata si conclude con concerti di musica medievale o spettacoli di giocoleria e fuochi. La ragione dell’evento è da ricercare nella volontà di esplorare a tutto tondo l’evoluzione del personaggio di Matilde: “L’evento storico è stato selezionato per mostrare l’evoluzione temporale del personaggio storico di Matilde, la quale, nell’ultimo decennio di vita, aveva dismesso le sue funzioni di guerriera per assumere un ruolo di benefattrice e donatrice, con una distensione pacifica che viene enfatizzata durante la rievocazione per infondere un messaggio di solidarietà e coesione sociale” (EVE RSVG0243). Nel 2020, l’evento è stato trasmesso in diretta streaming su Telereggio. Il secondo evento è rappresentato, a fine settembre, dal Gens Mathildis, che ha lo scopo di valorizzare il lavoro svolto dalle Contrade di Quattro Castella durante l’anno e che comprende mercati medievali, didattica incentrata sul Medioevo, spettacoli di scherma, tiro con l’arco e di musici e sbandieratori.
Si riporta qui il programma dell’edizione 2022 del Corteo Storico Matildico, facendo riferimento a quanto enunciato dai video caricati sulla pagina Facebook del Corteo. La ricercatrice, infatti, non ha potuto seguire il Corteo a causa sia della mancanza di un alloggio reperibile durante le prime due giornate, sia per l’annullamento del programma della domenica, come si riporterà in seguito (https://m.facebook.com/corteomatildico/videos/corteo-matildico-2022-programma-del-venerd%C3%AC/347613940803519/ , https://www.facebook.com/corteomatildico/videos/corteo-matildico-2022-programma-del-sabato/1377010042820361/ e https://www.facebook.com/corteomatildico/videos/corteo-matildico-2022-programma-della-domenica/343141291080178/?locale=ne_NP ). Il venerdì (27 maggio 2022), alle 20.30, si ha la cena in Piazza Dante, curata dalla Contrada dei Villici di Quattro Castella, con scenografia e menù medievale. La cena è accompagnata dalla musica dei Trovadores de Romagna e dalla giocoleria della Combriccola dei Lillipuziani. Il convivio permette di incontrare gli attori che interpreteranno la reinfeudazione di Matilde di Canossa (Matilde di Canossa, Enrico V e altri personaggi storici). Quest’anno, Matilde ed Enrico V sono interpretati dagli attori Lucia Batassa, attrice romana sia di teatro che di cinema, e Jacopo Antinori, attore teatrale toscano che ha esordito nel cinema con il film di Bertolucci “Io e te” (https://ne-np.facebook.com/corteomatildico/videos/corteo-matildico-2022-presentazione-degli-attori/359070386090543/ ). In Piazza Dante, oltre al convivio, si ha anche un mercatino.
Il sabato (28 maggio 2022) prevede un accampamento medievale sui prati del Bianello con apertura a partire dalle 15. L’accampamento, che consiste prevalentemente in un mercato medioevale, è finalizzato alla didattica della storia, specialmente per bambini e famiglie, con oltre trenta gruppi storici e, inoltre, offre taverne curate da ciascuna contrada di Quattro Castella e un’arena spettacolo. Sull’arena, a partire dalle 20.45, si sono avvicendati sia giochi di giocoleria, focoleria e scherma, sia la rappresentazione della Battaglia di Monteveglio, con circa 150 comparse. La messa in scena della Battaglia di Monteveglio, nell’appennino bolognese, uno dei punti cardine della difesa orientale delle terre di Matilde, è stata selezionata per l’edizione di quest’anno, in quanto anello importante di evoluzione delle trattative tra Papato, Impero e Matilde di Canossa. Nel 1092, Enrico IV, disceso per vendicarsi dell’umiliazione che Matilde e Papa Gregorio VII gli inflissero a Canossa, prese d’assedio il castello di Monteveglio (ora non più esistente). Con la morte del figlio in combattimento, Enrico IV tolse l’assedio. L’evento di Monteveglio era tanto più significativo in quanto risultato del fallimento delle trattative di pace di Enrico IV con Matilde, quest’ultima intenzionata a mantenere la fedeltà a Papa Urbano II. In piazza Dante a Quattro Castella, a partire dalle 15, si è svolto il Torneo del Bianello, nella sua sesta edizione, a cura della Contrada Maestà della Battaglia, dedicato ai musici e sbandieratori. Durante tutto il weekend, la chiesa di Sant’Antonino è resa visitabile e ospita la mostra di Nicla Ferrari “Emozioni tra le mani”.
La domenica (29 maggio 2022) avrebbe previsto l’apertura del mercato e del villaggio medioevale, con, alle 9.30, il Torneo di Matilde, nella sua sesta edizione, un torneo amichevole di tiro con l’arco storico organizzato dalla Contrada della Maestà. Dal mattino, il Castello di Bianello sarebbe stato visitabile su prenotazione. Alle 11, sul sagrato della chiesa di Sant’Antonino, si sarebbe svolta la benedizione del Palio assegnato alla gualdana vincitrice del Gran Passo d’Armi 2022, susseguita dalla messa in costume all’interno della chiesa. Dalle 12.30, si sarebbero aperte le taverne medievali. A partire dalle 15, l’arena matildica avrebbe ospitato sfide di scherma scenica, giocoleria e bandiere. Alle 17.30 all’arena spettacoli, con entrata gratuita, si sarebbe aperta la tradizionale rievocazione del Corteo Storico, con la sfilata delle Contrade di Quattro Castella, dei gruppi storici invitati, e la replica dell’assedio di Monteveglio. Subito dopo la ricostruzione della battaglia, si sarebbe avuta la rappresentazione teatrale della reinfeudazione di Matilde di Canossa. Al termine della reinfeudazione, al cospetto della corte di Matilde, si sarebbe svolto il Palio con la sfida del Ponte tra i rappresentanti delle varie gualdane dei Monti (Vetro, Bianello, Lucio e Zane). Il Corteo Matildico avrebbe poi sfilato tra le vie del paese per giungere a Piazza Dante, a conclusione dell’edizione 2022. Il programma della domenica non si è tenuto a causa del maltempo, che ha reso inagibile l’arena spettacoli. La scena della reinfeudazione è poi stata riproposta l’11 settembre 2022 come parte degli eventi dedicati al congresso internazionale matildico.
Area Geografica
Quattro Castella è situato a 17 km a sud-ovest da Reggio Emilia, alle pendici dell’Appennino reggiano, all’interno della fascia contornata dalla Val d’Enza a ovest e la Valle del Crostolo a est. Consta di 13,098 abitanti (31 ottobre 2022) ed è caratterizzata, dal punto di vista economico, dalla produzione lattocasearia. Il nome Quattro Castella deriva dalla presenza di quattro castelli che sorgono sui colli attorno a Quattro Castella, ovvero: Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio e Monte Zane. Come si vedrà nella sezione legata al patrimonio materiale, soltanto il Castello di Bianello risulta conservato, mentre degli altri castelli restano delle rovine. L’area di Monte Lucio, inoltre, è interessata da un’operazione di scavo archeologico ad opera dell’Università di Bologna (Dipartimento di Paleografia e Medievistica) in collaborazione con il Comune di Quattro Castella e la Regione Emilia-Romagna (https://www.comune.quattro-castella.re.it/vivi-quattro-castella/storia-monumenti-e-audioguide/castelli-e-fortificazioni-medievali/rocca-di-monte-lucio/ e https://www.youtube.com/watch?v=pvk3hyvg6-E ).
Oltre ai castelli, il territorio presenta altre testimonianze matildiche. L’attuale parrocchia di Sant’Antonino, ai piedi del Castello di Bianello, sorge su un’antica chiesa matildica, testimoniata da un’epigrafe incisa e incastonata all’altezza del primo capitello a destra della chiesa, e preceduta da una chiesa databile circa un secolo prima all’anno Mille in località “Ghesiòla”. Secondo l’epigrafe, sarebbe esistita una chiesa del 385 a Quattro Castella, ma questa testimonianza sarebbe da verificare storicamente. Della chiesa matildica sono ancora visibili blocchi d’arenaria e frammenti scolpiti, visibili all’esterno della chiesa e della sagrestia. Nel 1500, la chiesa venne rinnovata a croce latina; tuttavia, i lavori si protrassero fino al 1716. Altri lavori di consolidamento risalgono agli anni Trenta del Novecento, per poi essere consacrata nel 1937 e restaurata nel 1992 (https://www.comune.quattro-castella.re.it/vivi-quattro-castella/storia-monumenti-e-audioguide/sentieri-di-matilde-audioguide-turistiche/chiese-e-luoghi-di-culto/). Nel piazzale della chiesa sorge un monumento in bronzo dedicato a Matilde di Canossa, che tiene in mano un melograno, ad opera dello scultore milanese Sergio Brizzolesi e realizzato nel 1991 (https://www.comune.quattro-castella.re.it/vivi-quattro-castella/storia-monumenti-e-audioguide/statue-e-monumenti/ e http://www.sergiobrizzolesi.net/mostre.htm ).
Da un punto di vista naturalistico, è da segnalare l’Oasi LIPU di “Bianello”, concentrata vicino al Borgo di Monticelli e con un’estensione che investe tutti e quattro i colli e metà del Colle Bellone al confine con San Polo d’Enza, per un totale di 190 ettari di superficie. L’Oasi si è costituita nel 1982 grazie a una Delibera della Giunta Provinciale di Reggio Emilia e coincide per la quasi totalità con i territori comunali di Quattro Castella ottenuti dall’acquisto, nel 2002, della proprietà della Contessa Isabella Cremonini-Cantelli, proprietaria del Castello del Bianello. Nel 1993, l’Oasi è gestita dalla LIPU attraverso una convenzione con il Comune di Quattro Castella (http://www.bianello.it/oasi-lipu-di-bianello/item/oasibianello.html). L’area di Quattro Castella comprende cinque frazioni (Quattro Castella, Montecavolo, Puianello, Roncolo e Salvarano), ripartite in altrettante località.
Descrizione del percorso
Il Corteo Storico Matildico si concentra prevalentemente all’interno dei prati ai piedi del Castello di Bianello e nel sagrato della chiesa di Sant’Antonino. Il corteo a conclusione della rievocazione parte dai prati del Bianello per poi sfilare per le vie del paese e concentrarsi a Piazza Dante. Quest’ultima è anche la sede del convivio del venerdì sera.
Notizie storico-critiche
L’Associazione “Pro Quattro Castella”, nata nel 1950, ma attiva dal 1953, propose all’Ente Provinciale per il Turismo (Ept) l’istituzione dell’evento “La giornata dei costumi e delle tradizioni matildiche”, da tenersi a Quattro Castella il maggio di ogni anno. Il direttore dell’Ept, Alcide Spaggiari (1909-2001), e il vicepresidente della Proloco, Alfredo Pisi (1912-2001), confermarono successivamente l’idea di un corteo storico in costume (Badini 2005: 6). Spaggiari e Pisi selezionarono l’episodio dell’incontro tra Enrico V e Matilde di Canossa a Bianello, descritto nel Vita Mathildis di Donizone (Spaggiari 1999: 221-222). Il 29 maggio 1955 si ebbe il primo “Corteo storico per la proclamazione di Matilde di Canossa Vice-regina d’Italia”, che concludeva una serie di iniziative della seconda edizione del “Maggio dei quattro colli” (balli, fuochi artificiali, proiezioni di film, motoraduni, traversate dei calanchi ed elezione di Miss “Maggio dei quattro colli”) (Badini 2005: 6). La Contessa Cantelli, proprietaria del Bianello, concesse che il corteo partisse dal parco del Bianello per arrivare al sagrato della chiesa di Sant’Antonino (Spaggiari 1999: 222).
Come messo in evidenza dallo storico matildico Paolo Golinelli, il titolo di Vice-regina d’Italia era un falso storico: Matilde di Canossa non poteva essere una Vice-regina e, quindi, vassalla dell’Imperatore, in quanto rimase fedele al Papa. Si trattò, come poi corretto successivamente dal Comitato Matildico, di una reinfeudazione. Alcide Spaggiari interpretò, quindi, erroneamente il significato di un passo di Donizone nel Vita Mathildis, nel quale si indica Matilde “In vice regis”.
Come avvenne in molte altre edizioni del Corteo Matildico (fino a metà degli anni Duemila), i personaggi di Matilde ed Enrico V furono interpretati da personaggi dello spettacolo resi celebri da trasmissioni televisive (da La Freccia Nera a Beautiful), tracciando quindi l’evoluzione dei gusti degli italiani in fatto di intrattenimento. Da un punto di vista costumistico, la seconda edizione del 1956 fu caratterizzata dal noleggio dei costumi del Teatro Regio di Parma, venendo così meno “la fedeltà dell’epoca a cui si era scrupolosamente attenuta Carmela Adani nell’anno precedente” (Badini 2005: 13). Carmela Adani, infatti, realizzò i bozzetti dei costumi dalle miniature del Vita Mathildis (Spaggiari 1999: 222). A livello registico, vennero introdotti il Palio dell’anello e il gioco del Ponte, creati dal regista Pier Paolo Ruggerini e dall’archivista comunale Pier Carlo Ferrari (Badini 2005: 13).
Nel 1956, nacquero le contrade “Bianello” (capoluogo), “Monte Vetro” (Salvarano), “Monte Lucio” (Montecavolo), “Monte Zano” (Puianello) e si istituì un “Centro studi matildici” su sollecito dell’Ept (Badini 2005: 28). È con l’istituzione del Centro che si diede avvio a una rinnovata attenzione degli studiosi per Matilde di Canossa. Il 1972 fu l’ultimo anno della prima fase rievocativa di Quattro Castella e su un quotidiano locale si poté leggere l’intenzione dei promotori di elevare la rievocazione ad altre manifestazioni illustri come il Palio di Siena. L’interruzione del Corteo, durata dieci anni, era probabilmente attribuibile a una fase di stallo e di stanchezza, come dichiarò Spaggiari (Badini 2005: 83).
L’interruzione del Corteo non bloccò, tuttavia, la macchina di valorizzazione storico-culturale di Quattro Castella messa in moto dal Corteo stesso. Nel 1976, si costituì il “Comitato per la celebrazione del IX centenario dell’incontro di Canossa 1077-1977”, che poi organizzò, nel 1977, un Convegno di studi storici. Su spinta di Cesare Beggi e Demetrio Montanari, il 18 novembre 1983, il Consiglio Comunale nominò un “Comitato per la programmazione e attuazione del Corteo Storico matildico di Quattro Castella”, poi abbreviato in “Comitato per il Corteo Storico matildico”. Il Comitato ottenne un contributo di 35 milioni di lire dal Ministero del turismo per fare ripartire il Corteo. L’anno seguente, riprese il Corteo storico. Nel 1985, prese il via il “Premio Matilde di Canossa” istituito per figure femminili che si distinguono in diversi campi. Quell’anno, il premio venne assegnato a Rita Levi Montalcini, all’interno di un banchetto al Castello di Bianello, al quale presenziò anche lo scrittore Alberto Moravia (Badini 2005: 105). A Rita Levi Montalcini venne poi conferita la cittadinanza onoraria di Quattro Castella nel 1987, lo stesso anno in cui vinse il Premio Nobel.
Dal 2014, il Comune ha cominciato a investire maggiormente sulla rievocazione storica, costituendo l’Assessorato Iniziative Matildiche, con la finalità di coordinare il Comitato Matildico in quanto organizzazione esterna e, quindi, un soggetto giuridico autonomo. A questo rinnovato interesse del Comune della rievocazione come traino culturale, fece seguito anche un cambio di regia, secondo una precisa politica culturale. Ad esempio, si reintrodusse il fatto storico della reinfeudazione attraverso il rito dell’emissione delle mani (immixtio manum), dove il vassallo si inginocchia con le mani giunte per indicare la sua fedeltà al signore, mentre quest’ultimo prende tra le sue mani quelle del vassallo. In tal modo, il vassallo riconosce di essere un sottoposto del signore e quest’ultimo si assume l’onere di tutelarlo. Matilde stessa, inoltre, venne messa in scena da un’attrice anziana, mentre Enrico V era giovane, una disparità d’età fedele alle fonti storiche ma che non era stata riprodotta nelle edizioni storiche del Corteo. Altra caratteristica delle moderne edizioni del Corteo è stata la selezione di altri episodi del Vita Mathildis.
Bibliografia
Gino Badini, "Il racconto di Quattro Castella fra cronaca e corteo: 1955-2005", Reggio-Emilia, Litograf 5, 2005.
AA.VV. (a cura del Comitato Matildico), "Corteo Matildico. Quattro Castella interpreta la Storia. 56ma Edizione. Quattro Castella 27/28/29 maggio 2022", Reggio-Emilia, 2022.
Paolo Golinelli, "Matilde di Canossa: vita e mito", Roma, Salerno Editrice, 2021.
Paolo Golinelli (a cura di), "Matilde di Canossa nelle culture europee del secondo millennio: dalla storia al mito. Atti del convegno internazionale di studi (Reggio Emilia, Canossa, Quattro Castella, 25-27 settembre 1997)", Bologna, Patron, 1999.
Rea Silvia Motti, "Maria Del Rio Bertolani e l'artigianato artistico Ars Canusina", In Paolo Golinelli (a cura di) "Matilde di Canossa nelle culture europee del secondo millennio: dalla storia al mito. Atti del convegno internazionale di studi (Reggio Emilia, Canossa, Quattro Castella, 25-27 settembre 1997)", Bologna, Patron, 1999.
Arnaldo Tincani, "Matilde nelle leggende popolari dell'Appennino", In Paolo Golinelli (a cura di) "Matilde di Canossa nelle culture europee del secondo millennio: dalla storia al mito. Atti del convegno internazionale di studi (Reggio Emilia, Canossa, Quattro Castella, 25-27 settembre 1997)", Bologna, Patron, 1999.
Alcide Spaggiari, "Matilde nelle leggende popolari dell'Appennino", In Paolo Golinelli (a cura di) "Matilde di Canossa nelle culture europee del secondo millennio: dalla storia al mito. Atti del convegno internazionale di studi (Reggio Emilia, Canossa, Quattro Castella, 25-27 settembre 1997)", Bologna, Patron, 1999.
Oggetti significativi
Il Castello di Bianello è sicuramente la traccia materiale più evidente della presenza storica di Matilde di Canossa a Quattro Castella, al punto da aver fin dall’inizio interessato gli organizzatori del Corteo Matildico. Inoltre, il Castello ricopre una funzione identitaria talmente forte da essere entrato all’interno delle espressioni locali. La presenza, per esempio, della nebbia e la conseguente scomparsa del castello alla vista dei paesani viene spesso narrato come un momento di incertezza e precarietà, dal punto di vista emotivo, come una vera e propria perdita di un punto di riferimento fondamentale. Non è quindi un caso che l’Amministrazione Comunale abbia cercato di avviare e consolidare da decenni un’opera di recupero e valorizzazione del bene architettonico che fosse strettamente intrecciata a quella della rievocazione storica. Al momento, il Castello è stato acquistato dal Comune ed è in comodato d’uso.
Il Castello reca una scritta su una pietra all’ingresso delle mura che recita Comitissae Matildis opus, ovvero “opera della Contessa Matilde”, ma gli storici collocano l’origine del castello in un periodo molto antecedente a Matilde. Infatti, il Castello apparteneva, già nel IX secolo, a una serie di fortilizi che presidiavano i quattro monti intorno a Quattro Castella, ovvero Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio e Monte Zane. Risale infatti all’835 la cessione del sistema delle quattro fortificazioni da parte della regina Cunegonda al Monastero di Sant’Alessandro di Parma. Nel 1044, Beatrice di Canossa, madre di Matilde, acquistò sei corti, tra le quali anche il castello di Bianello. La struttura coeva a Matilde coincide con una corte a pianta a quadrangolare e una torre trecentesca (la torre originaria, infatti, crollò nel 1285), la quale ha un portale a sesto acuto sormontato da uno stemma canossano. Le tracce medievali sono ravvisabili anche nei parametri murari esterni e della corte, la quale presenta feritoie e finestre.
Nel 1160, Guido di Canossa diede vita al ramo collaterale dei da Bianello, facendo quindi il Castello il suo feudo. All’inizio del Trecento fino al 1342, il Bianello, insieme a Monte Lucio, venne preso da Gilberto da Correggio, per poi tornare ai da Canossa, una seconda dinastia probabilmente non collegata a quella di Matilde. Nel 1358, Gabriotto da Canossa ottenne l’investitura di Bianello dall’Imperatore Carlo IV, per poi essere confermata da Federico III nel 1459. I Canossa regnarono al Bianello fino alla morte dell’ultimo esponente della dinastia, Marcantonio da Canossa. I titoli dei Canossa furono quindi incamerati dalla Camera Ducale Estense, per poi infeudarne il titolo a Giovanni Gabbi. Dal 1796 al 1815, il Castello e gli altri fortilizi di Quattro Castella passarono al demanio napoleonico, per poi tornare agli Este fino all’Unità d’Italia. Nel 1867, il Castello, ora parte del demanio regio italiano, venne acquistato all’asta dal parmense Luigi Caggiati, che lo utilizzò come residenza estiva. Nel 1881, Caggiati rivendette il castello all’armatore genovese Giovanni Battista Bacigalupo, il quale lo cedette l’anno successivo al figlio Carlo, il quale ne ricavò la sua residenza e diede l’impronta stilistica attuale all’edificio. A Bacigalupo si devono il rifacimento della pavimentazione, la risistemazione del tetto, le decorazioni al piano superiore, destinato agli ospiti e ai ritrovi sociali (https://www.youtube.com/watch?v=3oURyX4csVc&list=PL4w5kXVHFx_302MCXJblIoQ2pkCEtNpnV&index=15 ).
Alla morte di Carlo Bacigalupo nel 1940, il Castello venne ereditato dalla famiglia Cantelli-Cremonini, (in particolare, il nipote Girolamo Cantelli) per poi essere acquistato nel 2002 dal Comune di Quattro Castella. L’interno del castello presenta stucchi ed affreschi di stampo neobarocco che vanno dal tardo Seicento all’Ottocento. La posizione strategica del castello aveva la funzione di controllare eventuali attacchi provenienti dalle Alpi.
Elemento chiave del castello è l’affresco presente in una delle camere da letto al primo piano che ritrae Matilde di Canossa con in mano il fiore del melograno e il motto “tuetur et unit” (ovvero, “proteggi e unisci”). Il dipinto è stato oggetto di restauro nel 2015. Il quadro, del pittore reggiano Ugolini, venne commissionato dal Duca Francesco I d’Este per coprire un affresco quattrocentesco con lo stesso soggetto iconografico che si stava degradando. Il dipinto, infatti, riproduce nei dettagli i segni del tempo della copia originale, facendo pensare al fatto che quest’ultima si trovasse nella stessa parete, incollata al rifacimento rinascimentale, e che potesse così attestare l’eventuale presenza di Beatrice in quegli ambienti. Tuttavia, i restauri hanno dimostrato come non vi fossero tracce di affreschi più antichi sulla parete e che vi fosse la presenza di un camino che quindi avrebbe reso impossibile la collocazione di un affresco nei suoi pressi. L’ipotesi avanzata, quindi, è che l’affresco originario fosse stato trafugato o si trovi in un altro punto del castello (https://www.youtube.com/watch?v=3oURyX4csVc&list=PL4w5kXVHFx_302MCXJblIoQ2pkCEtNpnV&index=15 ).
Il melograno, come messo in evidenza dallo storico Golinelli, rappresentava nel Medioevo sia la fertilità, sia la Chiesa cristiana impegnata a difendere la molteplicità delle virtù spirituali dei fedeli e divenne parte integrante dell’iconografia matildica: oltre all’affresco al Bianello, si ha un frammento di mosaico a San Benedetto Po, dove Matilde dove venne sepolta nel 1115 (Golinelli 2021: 327). Il rosso della veste di Matilde dell’affresco del Bianello è stato poi utilizzato dal Comitato Matildico per brevettare il colore “rosso Matilde”, depositato come pantone, come base sia dell’illuminazione del castello in occasione dell’anniversario della morte di Matilde (il 24 luglio), sia come materiale decorativo e simbolico del Corteo Matildico.
Come in altri contesti rievocativi, le contrade di Quattro Castella sono caratterizzate anche dal collezionismo di beni materiali legati alla memoria delle varie edizioni del Corteo, come premi vinti, costumi di contrada e, persino, scenografie utilizzate durante le prime edizioni, per poi essere riutilizzate come elementi per le esercitazioni di tiro con l’arco (come nel caso della Contrada Maestà). Il vero e proprio archivio del Corteo Matildico è rappresentato, tuttavia, dalla Biblioteca Comunale, la quale raccoglie, oltre a tutte le rendicontazioni di ogni edizione del Corteo, il programma delle manifestazioni, le locandine e le sceneggiature. A questo materiale archivistico si accompagnano pannelli che raccolgono le fotografie scattate nelle varie edizioni. Il materiale è stato consultato, nel tempo, da ricercatori e tesisti che si sono occupati di Matilde di Canossa.
Da un punto di vista costumistico, il Comitato Matildico si rivolge a un’ex dipendente di Max Mara, ora in pensione, per la realizzazione di costumi, previa ideazione di un bozzetto da parte dei membri del Comitato Matildico. La sarta ha, inoltre, realizzato bandiere utilizzate durante il corteo. Il bozzetto dei costumi è, nella maggior parte dei casi, una fedele riproduzione delle miniature contenute nel Vita Mathildis. Parte dei costumi sono prodotti dalle sarte delle contrade.
Altro elemento di cultura materiale legato alla figura di Matilde di Canossa è l’ars canusina, un tipo di artigianato artistico sorto all’inizio del XX secolo per opera del medico Maria Del Rio Bertolani (1892-1978) e il cui repertorio iconografico è tratto dall’architettura e dai codici miniati dell’epoca di Matilde, quindi tra l’XI e il XII secolo. Questi motivi riprodotti nel cucito avrebbero dovuto testimoniare un influsso carolingio, pre-romanico. Inizialmente, l’ars canusina era parte di un processo educativo rivolto ad adolescenti. Successivamente, l’ars canusina entrò a far parte dell’artigianato locale (si veda Motti 1999: 167).
Aspetti immateriali
La rievocazione, descritta da alcuni abitanti di Quattro Castella, come un equilibrio tra folklore e ricostruzione storica, poggia su un immaginario orale legato alla figura di Matilde e consolidato nell’area delle Terre Matildiche. La stessa ricercatrice, durante la sera del suo sopralluogo a Quattro Castella (il 23 settembre 2022), ha potuto ascoltare alcune testimonianze di castellesi, e di reggiani che sono venuti a risiedere a Quattro Castella, sulle leggende legate a Matilde.
Una di queste leggende narra che Matilde avesse un cavallo dorato tempestato di pietre preziose che teneva nascosto in una grotta lungo i quattro monti attorno a Quattro Castella. Come evidenziato da Tincani (1991), le storie del “ciclo matildico” si estendono nella Valle dell’Elsa, del Secchia, del Dono-Dragone, dello Scotenna-Panaro, ma anche nell’appennino bolognese, parmense e piacentino, fino ad arrivare in territorio tedesco. Queste leggende, dove il folklore popolare orale e una tradizione narrativa più élitaria si intrecciano, sono sia legate alla struttura geografica di alcune località (come la presenza, appunto, di grotte), sia esprimono simpatie o, viceversa, antagonismi nei confronti di Matilde, come nell’area tedesca filoimperiale, dove Matilde viene dipinta come l’amante del Papa. La leggenda orale più nota è quella dell’abbazia d’Orval, in Belgio, presso la cui fonte Matilde avrebbe perso e poi ritrovato la fede nuziale. Altro elemento orale significativo dei territori controllati da Matilde è l’attribuzione dell’origine della struttura dei castagneti alla Grancontessa.
In qualche modo legata a queste leggende orali su Matilde è la percezione, da parte dei castellesi, in particolare di alcuni membri del Comitato Matildico, che Matilde possa incarnare alcune particolarità identitarie locali, come, per esempio, la centralità delle figure matriarcali all’interno dello spazio domestico contadino del reggiano. Tiziana Animimi, la vicepresidente del Comitato Matildico, ora con una carica dirigenziale all’interno dell’AERRS, ha, inoltre, dichiarato come la figura di Matilde abbia costituito una fonte di motivazione per donne e ragazze coinvolte in un mondo prettamente maschile e maschilista come quello delle rievocazioni storiche.
Se si analizza la struttura e la composizione del Corteo Matildico, si può constatare come si sia sviluppato un altro elemento immateriale distintivo, ovvero il Gioco del Ponte. Quest’ultimo, nato nel 1956, aveva lo scopo di inserire giochi e rivalità popolari e paesane all’interno della rievocazione storica. Ciascun giocatore, rappresentante le contrade e i monti legati a Matilde, si scontra con gli altri sopra a un’impalcatura e ha la funzione di buttare a terra gli avversari. Durante l’anno, i giocatori (che spesso praticano anche sport di forza fisica come il rugby), non manifestano rivalità di contrada e spesso si ritrovano tra loro. L’Amministrazione Comunale e il Comitato Matildico hanno cercato di ottenere il copyright del gioco all’interno della Federazione Italiana Giochi Storici.
Criticità
Uno dei rischi maggiori individuati da alcuni membri delle Contrade di Quattro Castella e dell’Associazione Comitato Matildico, che la ricercatrice ha incontrato durante il suo sopralluogo, è rappresentato dall’abbandono della partecipazione al Corteo Storico Matildico da parte delle generazioni più giovani di Quattro Castella, i quali tendono a distaccarsi dal Corteo subito dopo l’infanzia, quando solitamente entrano all’interno della Contrada dei Villici. La storia legata a Matilde di Canossa, inoltre, non è insegnata in modo sistematico all’interno delle scuole ma spesso dipende dall’iniziativa dei singoli insegnanti.
Alcune fasce di cittadini di Quattro Castella, inoltre, non comprenderebbero l’importanza locale del Corteo e vivrebbero l’evento come un motivo di confusione e di impegno delle strade, nonostante il grosso lavoro portato avanti dalle Contrade per creare aggregazione e contribuire alla cittadinanza, come già evidenziato nella sezione sulla comunità. Vi sono, inoltre, oneri economici da parte del Comune di Quattro Castella nella manutenzione e restauro del Castello di Bianello.
Misure di valorizzazione
Il Bianello, come già accennato, è al centro di un progetto di salvaguardia e valorizzazione di lungo periodo da parte dell’Amministrazione Comunale che intende rilanciare il valore turistico del territorio attraverso l’intersezione di eventi culturali e d’intrattenimento organizzati nel corso dell’anno e a tema matildico con offerte gastronomiche e naturalistiche proprie del territorio. In primo luogo, la torre del Castello di Bianello è ora sede dell’acetaia della Confraternita dell’Aceto Balsamico. A questa presenza enogastronomica al Castello si accompagna l’idea di costruire una cantina sociale. Il Castello è, inoltre, sede di mostre a tema matildico (ad esempio, durante il sopralluogo della ricercatrice a Quattro Castella, erano esposti elaborati artistici realizzati dalle scuole locali insieme ai libri illustrati per bambini sulla storia di Matilde; nel 2015 il Castello ospitò una mostra su Matilde e il Castello), conferenze internazionali legate all’Associazione Matildica Internazionale, fondata dallo storico Paolo Golinelli nel 2018. Nel 2022, si è tenuto il primo “Festival Matildico Internazionale”. Il Festival (10-11 settembre 2022) ha connesso il Castello di Bianello con il Museo e la Rocca di Canossa, permettendo, quindi, la visita di luoghi matildici più iconici e ha previsto la rappresentazione della reinfeudazione di Matilde da parte di Enrico V con il rito della immixtio manum (emissione delle mani), parte della rievocazione del Corteo Matildico di Maggio, che era stata annullata per pioggia. Nel corso dell’evento, oltre alle diverse presentazioni di libri e ricerche, si è avuta anche la Fiera del Libro Medievale e l’organizzazione dell’accampamento militare all’interno delle mura del Bianello, quest’ultimo a cura del Comitato Matildico. Le visite al Castello di Bianello sono su prenotazione e sono gestite dall’Associazione il Melograno per un totale di 8/9,000 presenze all’anno legate al turismo scolastico. Le attività culturali legate al Castello del Bianello si inseriscono nello sviluppo storico del Corteo Matildico, fin dall’inizio caratterizzato dalla sinergia tra rievocazione storica e ricerca scientifica (si veda Badini 2005: 51, 77, 90), in cui convegni storici erano contornati da esibizioni del Corteo Matildico, e che ha fatto da volano ad altre iniziative, in particolare missioni archeologiche. Nel 1976, per esempio, nacque il Gruppo archeologico, su spinta del pittore Novello Zannoni (1936-1986) e portato avanti da Alessandro Tedeschi e, successivamente, da Giuseppe Barbieri. Il Gruppo confluì poi nell’Associazione Amici di Bianello, con l’intento di consolidare i ruderi dei tre castelli. Sotto la guida di Tedeschi, per esempio, si compì uno scavo nei ruderi di Monte Vecchio, materiale che poi confluì nel Museo di Reggio Emilia (Badini 2005: 88).
Il Comitato Matildico, a sua volta, contribuisce, da un lato, a promuovere eventi culturali e d’intrattenimento nel corso dell’anno a Quattro Castella. Per esempio, nell’ottobre 2022, il Comitato Matildico ha contribuito attivamente, insieme alle Contrade e all’Associazione dei Commercianti di Quattro Castella la realizzazione della tradizionale Fiera d’Ottobre (23 ottobre; https://www.facebook.com/photo/?fbid=483207683834950&set=a.465664238922628 ). Altra attività svolta dal Comitato è quella di accompagnare e coadiuvare lavori di ricerca scientifica, come, per esempio, nel caso degli scavi archeologici a Monte Lucio. Dall’altro, il Comitato diffonde la conoscenza della rievocazione al di fuori dei confini della regione Emilia-Romagna, creando ricostruzioni medioevali su committenza come, per esempio, a Matera.
Singole realtà produttive locali hanno poi utilizzato in chiave simbolica alcuni episodi del Vita Mathildis allo scopo di valorizzare la propria impresa e il territorio locale, come si evince dalla pubblicità del murales della “Cantina Puianello” contenuta nel programma del Corteo 2022: “Il Brindisi del 1111 richiama al famoso evento storico in cui l’imperatore Enrico V, dopo aver reinfeudato Matilde di Canossa come Vicaria Imperiale, entra all’interno del Castello del Bianello e, di fronte a Donizone, Arduino della Palude, i Vescovi di Reggio e Parma, i Cavalieri tedeschi e i frati benedettini, brindano all’evento appena compiuto, che sancisce la ritrovata pace tra i due.
La nostra Cantina ha dato particolare importanza a questo investimento artistico, sia come riqualificazione dell’ambiente produttivo, ma anche come manifesto, che ricordi l’importanza storica e la ricchezza del nostro territorio, abbinando al carattere di Matilde e di Enrico V i nostri vini più rappresentativi: la Spergola e il Lambrusco. ” (Corteo Matildico 2022: 8).
Misure di salvaguardia
Si possono osservare pratiche di salvaguardia che interessano più livelli, direttamente o indirettamente collegabili alla rievocazione storica. A livello regionale, il 15 dicembre 1989, la Regione Emilia-Romagna ha approvato la Legge Regionale per la Promozione e valorizzazione delle zone matildiche dell’Emilia-Romagna. L’inserimento dei comuni che fanno parte agli antichi possedimenti matildici comporta contributi regionali per lo sviluppo turistico e culturale dell’area in linea con quanto fatto in altre aree matildiche in Europa (https://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=urn:nir:regione.emilia.romagna:legge:1989-12-15;44&dl=LR/4/1989/LR_1989_44_s1/LR_1989_44_s1_v1.xml&dl_db=y&dl_t=text/xml&dl_a=y&dl_id=10&pr=idx,0;artic,1;articparziale,0&ev=1 ). A seguito della Legge Regionale, si è costituito il marchio “Terre di Canossa”, teso alla valorizzazione dei brand locali e alla redazione di esperienze di viaggio per i turisti. Parte di questa operazione di brandizzazione di Matilde di Canossa è rintracciabile nella mostra e competizione internazionale d’auto d’epoca, il Terre di Canossa, in gestione da parte di un’azienda americana e che interessa i territori matildici in Italia (https://terredicanossa.canossa.com/ ).
A partire dal 2019, le Terre Matildiche fanno parte del progetto europeo dei GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale), finanziato dall’Unione Europea, finalizzato alla cooperazione transnazionale e transregionale per promuovere lo sviluppo economico, la tutela, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale e ambientale, il coordinamento delle rievocazioni storiche la coesione sociale dei territori europei interessati dalla presenza di Matilde di Canossa (http://www.centrofasoli.unibo.it/Matilde/home.html ; (https://www.savignano.it/allegati/albo/5970/P3581_allegatoB-StatutoGECT.pdf )
In linea con queste leggi regionali ed europee, il Comune di Quattro Castella ha sviluppato una serie di campagne di restauro legate ai diversi resti fortificati sui quattro monti (ad esempio, il Monte Lucio ha conosciuto lavori di restauro a partire dal 2011: https://www.youtube.com/watch?v=pvk3hyvg6-E ). Vi è, inoltre, un progetto di restauro del cosiddetto Giardino segreto del Castello di Bianello, un giardino privato e accessibile solo ai proprietari del castello.
Nel maggio 2022, il Comitato Matildico ha presentato in aula consiliare a Quattro Castella il marchio Gens Mathildis (che ha come simbolo il mastio del Castello di Bianello, un profilo femminile, e quindi alludente a Matilde, con il colore rosso Matilde), che racchiude tutte le Contrade di Quattro Castella, il Comitato Matildico e alcuni gruppi storici che hanno partecipato nel corso degli anni alla manifestazione. Questi ultimi hanno quindi ottenuto il titolo di Gens Mathildis. Il nome ricorda anche l’evento Gens Mathildis di fine settembre, nato come risposta alla pandemia che aveva impedito la realizzazione del corteo a maggio e che ha previsto un mercato storico con dimostrazioni di mestieri e vita medievale, spettacoli di scherma scenica e bandiere e la simulazione di macchine d’assedio, e che è stato poi riproposto nel settembre 2022, con incluse le attività annullate durante la domenica del 29 maggio (reinfeudazione e gioco del ponte). Il costituirsi del Gens Mathildis si inserisce all’interno dei rapporti o “patti” di amicizia con altre rievocazioni storiche, ovvero: “1) Orval, in Belgio, dove Matilde costruì un’abbazia per i monaci benedettini; 2) Bouillon, dove Matilde soggiornò presso l’omonimo castello; 3) “A.D. 1074 Medioevo”, a Montefiascone (VT), nel cui castello Matilde incontrò Papa Gregorio VII; 4) “Sovana Medievale”, a Sovana (GR), nel cui castello Matilde incontrò Papa Gregorio VII; 5) il “Torneo storico dei Borghi di Susa” a Susa (TO), dove la cugina di Matilde, la contessa Adelaide, nonché suocera di Enrico IV, accompagnò quest’ultimo dal Papa, ospite di Matilde a Canossa. Le rievocazioni storiche legate a queste località sono ospiti del Corteo Storico Matildico, che, a sua volta, partecipa ai loro eventi” (EVE RSVG0243).
Il Corteo Storico Matildico è membro dell’AERRS (Associazione Emilia-Romagna Rievocazioni Storiche). Nel novembre 2022, l’assemblea annuale dell’AERRS si è tenuta a Quattro Castella e la pagina Facebook del Corteo Matildico ha segnalato la cosa come un evento atipico dell’associazione: “È la prima volta che l’assemblea si tiene lontano da Faenza, sede dell’associazione: merito della proposta avanzata da Tiziana Animini, vicepresidente del Comitato matildico e membro del consiglio direttivo dell’A.E.R.R.S, e accolta dai soci dell’A.E.R.R.S. che hanno così deciso di tenere le assemblee sul territorio partendo proprio da Quattro Castella” (https://www.facebook.com/photo/?fbid=512191914269860&set=a.465664238922628 ).
Protagonisti
L’istituzione del Corteo Matildico storicamente si inseriva, nelle sue prime edizioni, in un più ampio progetto di valorizzazione economica dell’area, fino ad allora povera di infrastrutture e caratterizzata, da un lato, dalla mezzadria, e, dall’altro, dalla presenza di seconde case da parte di cittadini reggiani. È infatti risalente al 1956 l’avvio del piano regolatore generale da parte del Comune di Quattro Castella (comprendente, per esempio, l’allacciamento idrico della Valle del Crostolo e delle linee elettriche, così come la costruzione delle scuole; Badini 2005: 17, 25-26). Il Corteo Storico di Quattro Castella è costituito da quattro Contrade e dall’Associazione Comitato Matildico. Le contrade sono quattro: Contrada della Maestà della Battaglia, la Contrada Monticelli, la Contrada Borgo Leto e la Contrada dei Villici. Gli altri gruppi coinvolti nel Corteo Storico di Quattro Castella sono il Gruppo Storico “I Cavalieri di Matilde”, impegnati nel Torneo dell’anello, e il Gruppo storico “Gran Passo d’Armi” (Lottatori del Ponte). Il Comitato Matildico è è un comitato di promozione sociale costituito da 22 soci che collabora con altre associazioni locali, come la Proloco, la Croce Rossa e la Protezione Civile. Durante la storia del Corteo, infatti, la Proloco Quattro Castella versava in condizioni economiche critiche, al punto dal costituire la necessità di un comitato autonomo per portare avanti la rievocazione storica. Stando ad alcune conversazioni informali con alcuni membri del Comitato, quest’ultimo sta cominciando a sostituire la Proloco anche per altre iniziative, essendo quest’ultima in difficoltà organizzative ed economiche. Le contrade, a loro volta, costituiscono un presidio consolidato di aggregazione sociale, oltre che un bacino attrattivo per le giovani generazioni, in quanto offrono una serie di corsi, sia sportivi che musicali, ovviamente finalizzati al corteo ma che hanno vita autonoma nel corso dell’anno.
Dalle interviste condotte in loco dalla ricercatrice, è emerso come il Corteo Matildico sia una realtà fortemente sentita dalla cittadinanza, soprattutto perché consolida una memoria storia, anche leggendaria, relativa alla figura di Matilde, come già affrontato nella sezione relativa al patrimonio immateriale. Le stesse tracce materiali della presenza matildica giocano un ruolo fondamentale a livello identitario. Tuttavia, gli intervistati, quasi tutti parti attiva delle contrade, hanno anche messo in evidenza come vi sia una fetta di cittadinanza che vive il Corteo Matildico come un’interruzione delle normali attività quotidiane del paese, in particolare modo la viabilità e la fruizione dei negozi. La brevità del lavoro sul campo, tuttavia, non ha permesso alla ricercatrice di approfondire ulteriormente queste dichiarazioni ed eventualmente contestualizzarle e decostruirle.
Apprendimento e trasmissione
La trasmissione della passione per la rievocazione è spesso una pratica che vede impegnate le contrade del Corteo, le quali fungono da luogo di aggregazione sociale e, soprattutto, per i giovani che vengono per i corsi da Reggio Emilia o dai comuni e frazioni vicine, un modo per conoscere o approfondire la figura di Matilde di Canossa, spesso non affrontata nelle lezioni di storia. Questa funzione è, in particolare, ricoperta dalle Contrade Monticelli e della Maestà, in quanto offrono corsi di musica, per sbandieratori e arcieri, ai quali si possono iscrivere tutti, previo versamento della quota associativa. I giovani che partecipano alla contrada e che non sono di Quattro Castella arrivano alla contrada spesso dopo aver partecipato da spettatori al Corteo Matildico. In alcuni corsi, come il tiro con l’arco, le generazioni dei partecipanti sono maggiormente composite, interessando soprattutto adulti, mentre musici e sbandieratori sono prettamente giovani a partire dalle scuole elementari fino ad arrivare all’università. In questi gruppi, come per altre rievocazioni, vi sono anche ragazzi di seconda o terza generazione di migranti, i quali, tuttavia, spesso non sono una presenza fissa, in quanto seguono il proprio nucleo familiare alla ricerca di nuovi impieghi, all’Italia o all’estero.
La Contrada dei Villici, rispetto alle altre, è caratterizzata da un’alta concentrazione di bambini. Si tratta, infatti, dell’unica contrada in cui i bambini possono giocare liberamente, in quanto è la contrada deputata a rappresentare quello che il regista Grasselli ha definito il “popolo di Matilde”. La Contrada ha avuto, infatti, la funzione, fin dalla sua nascita tra il 1986 e il 1987, di rendere il corteo maggiormente rispondente alla stratificazione andando a bilanciare lo scompenso di presenze nobiliari. L’amore per Quattro Castella e per la rievocazione verrebbe trasmesso ai bambini all’interno di questa contrada: quasi tutti i castellesi nati dal 1986 in poi hanno partecipato almeno una volta alla Contrada dei Villici.
Altra caratteristica da sottolineare in questa sezione è come le contrade siano impegnate a scambiarsi nozioni e tecniche ricostruttive – dagli abiti agli strumenti/accessori – per rispondere ai criteri maggiormente filologici prefissati dal Comitato Matildico. Al contempo, ciascuna contrada deve valorizzare elementi distintivi rispetto alle altre nei termini di identità storica e di attività ricostruttive, oltre che di offerte culturali e ricreative nel corso dell’anno. Ad esempio, la contrada di Borgo Leto ha cambiato negli anni la sua identità: inizialmente, era chiamata Contrada San Giorgio, in quanto coincideva con il patrono della frazione collegata alla contrada, ovvero Roncolo. Successivamente, si è voluto far coincidere il nome con un rione sviluppato attorno al fiume Bianello e, al contempo, far caratterizzare i figuranti del corteo come boscaioli (da roncola e, quindi, richiamando la frazione Roncolo) legati alla coltivazione del castagno, la cui introduzione, come si è già accennato, sarebbe stata opera di Matilde di Canossa. Le contrade, oltre a far avvicinare le giovani generazioni al mondo della rievocazione e alla figura di Matilde, avrebbero la funzione di dare un contributo sociale alla cittadinanza tutta di Quattro Castella creando coesione.
Metodo Ricerca
La scheda è stata compilata attraverso una serie di interviste, formali e informali, che seguivano il canovaccio di interviste “tipologiche” fornite in precedenza ai rievocatori (si veda l’appendice alla relazione di accompagnamento alle schede). La ricercatrice si era recata a Quattro Castella per poter osservare la rievocazione nella giornata di domenica, il 29 maggio, non avendo trovato disponibilità di alloggio nelle giornate immediatamente precedenti. Tuttavia, la rievocazione venne cancellata lo stesso giorno a causa del forte maltempo. La ricercatrice non ha quindi potuto osservare la manifestazione direttamente. La visita successiva a Quattro Castella (nelle giornate del 23 e del 24 settembre 2022) ha appunto avuto la funzione di colmare quanto perso dalla ricercatrice per cause di forza maggiore, unendo la possibilità di visitare i luoghi chiave della manifestazione, in particolare le sedi delle contrade e il Castello del Bianello, in quest’ultimo caso in compagnia dell’Assessore alla Cultura e del segretario del Comitato Matildico.
Ogni visita ai luoghi si è accompagnata a un’intervista semi-strutturata, sia singola che corale, che seguiva la traccia del canovaccio delle interviste. Nell’ordine, sono stati intervistati: membri chiave delle contrade Maestà, Monticelli, Borgo Leto e dei Villici, l’Assessore alla Cultura e il sindaco di Quattro Castella, alcuni sponsor economici locali all’evento o negozianti nei pressi del corteo (in particolare, la Stagionatura Quattro Castella), uno dei giocatori del Gioco del Ponte. Le interviste non sono state registrate: la ricercatrice ha preso appunti a causa del fatto che le interviste erano spesso in movimento e/o in gruppo, rendendo quindi la trascrizione delle registrazioni molto confusionaria e difficoltosa (sulla base delle esperienze pregresse della ricercatrice). Si è optato per non registrare anche le interviste individuali per dare uniformità al lavoro. La scelta delle persone da intervistare è stata fatta dai membri del Comitato Matildico, il quale ha organizzato gli incontri durante tutte e due le giornate. Le interviste sono state arricchite dalla partecipazione della ricercatrice alla cena di auto-finanziamento della polisportiva di Salvarano, alla quale hanno partecipato membri del Comitato Matildico in rappresentanza. Questo ha potuto allargare il campo conoscitivo sulla rievocazione, potendo ascoltare conversazioni informali che avevano come oggetto l’identità dei partecipanti alla rievocazione e la loro capacità di relazionarsi con il contesto locale. La ricercatrice ha avuto modo di intervistare separatamente lo storico Paolo Golinelli, coinvolto a titolo di esperto nell’organizzazione dei convegni matildici.
Le interviste e il sopralluogo sono state ulteriormente perfezionate dalla consultazione di alcuni file multimediali condivisi sulle pagine social, come due documentari di Telereggio sui castelli dei quattro monti, i programmi delle tre giornate dell’edizione 2022 del Corteo, così come dalla consultazione di due testi specialistici segnalati dal professore Paolo Golinelli. Una bozza della scheda è stata poi condivisa con i membri del Comitato Matildico sia come forma di restituzione, sia come forma di revisione per eventuali sviste o integrazioni rispetto a quanto scritto dalla ricercatrice.
Organizzatori
Comitato Storico Matildico
"Il Comitato Storico Matildico, un comitato di promozione sociale costituito da 22 soci, collabora con altre associazioni locali, quali la Proloco, la Croce Rossa e la Protezione Civile. Come già accennato nella sezione cronologica della scheda, la Proloco venne poi sostenuta, a causa dei problemi economici, dal Comune, per poi costituire un vero e proprio Comitato autonomo, il Comitato Matildico, in convenzione con il Comune di Quattro Castella. In quanto comitato di promozione sociale e culturale, il Comitato Matildico organizza eventi mirati legati alla storia di Matilde di Canossa e al territorio circostante, oltre a visite guidate al Castello di Bianello” (EVE RSVG0243). Il Comitato Matildico è in convenzione con il Comune di Quattro Castella: “Si prevede che la sede dell’Associazione Comitato Matildico verrà spostata al castello. Per ora, essa è sita nella sede del Comune di Quattro Castella.” (EVE RSVG0243). Durante il sopralluogo della ricercatrice a Quattro Castella, quest’ultima ha potuto constatare come la sede del Comitato sia in condivisione con l’associazione per anziani del paese, in particolare al piano terra dello stabile, mentre ha un’intera sala, al piano di sopra, dove immagazzina i costumi. In quanto associazione di promozione sociale e culturale, il Comitato è impegnato in varie attività di valorizzazione storico-culturale: ha contribuito, per esempio, agli scavi archeologici a Monte Lucio e partecipa ogni anno al Salone dei Camper a Parma, promuovendo quindi il turismo nell’Oasi LIPU e connettendo ad essa la rievocazione e l’approfondimento storico (si veda la sezione sulla valorizzazione). Il Comitato ha anche partecipato e parteciperà alle seguenti fiere per rievocatori con stand dedicato al Corteo: 1) “Usi & Costumi” a Rovigo il 5-6 novembre 2022; 2) “Armi & Bagagli” a Piacenza il 18-19 marzo 2023. Ogni anno, il Comitato realizza uno o due costumi nuovi per promuovere la ricerca storica del gruppo.
Contrada Monticelli
Per quanto riguarda le singole Contrade, si riporta quanto già descritto nella scheda EVE dedicata al Corteo Storico: “Rispetto ad altre rievocazioni, il Corteo Storico di Quattro Castella non prevede la suddivisione in contrade coincidenti con le diverse ripartizioni geografiche del paese, in quanto, ai tempi di Matilde, non vi era questa suddivisione. Le contrade esistenti, pur avendo una sede specifica in un luogo di Quattro Castella, forniscono, al contrario, uno spaccato sociale della Quattro Castella del tempo: da un lato il borgo storico, dall’altro uomini comuni che facevano parte del feudo di Matilde. A queste contrade e gruppi storici, si aggiungono gruppi armati provenienti dalle regioni limitrofe, in particolare la Romagna” (EVE RSVG0243). La Contrada di Monticelli è nata nel 1987 ed è situata in uno dei borghi più antichi di Quattro Castella, ai piedi di Monte Lucio e Monte Zane. A partire dal 1991, la Contrada ha il gruppo di sbandieratori e musici, oltre a quello dei figuranti. Il gruppo diviene parte della Lega Italiana Sbandieratori nel 1997 per poi iscriversi alla Federazione Italiana Sbandieratori (F.I.Sb.) nel 2013. Il nome “Monticelli” veniva già citato nelle cronache del X secolo e, a differenza delle altre località di Quattro Castella, ha sempre assunto un’identità a sé stante. La Contrada sfila con la corte di Arduino della Palude, uno dei vassalli più fidati di Matilde di Canossa (insegnandole l’equitazione e il tiro di scherma), oltre che essere il feudatario dei due monti. Arduino combatté al fianco di Goffredo il Barbuto, secondo marito di Beatrice di Canossa, in difesa di Papa Nicola II contro le truppe dell’Antipapa Onorio II, guidate da Guiberto da Ravenna a Roma nel 1061. Arduino, inoltre, fu inviato da Matilde per attivare i negoziati con Enrico V a Roma nel 1111 per il rilascio del Papa (http://www.contradamonticelli.com/IT/Content.aspx?Storia ).Per quanto lo spettacolo del gruppo musici e sbandieratori di Monticelli si modifichi a seconda dell’evento, si possono individuare degli elementi comuni: “Il Saluto alla Piazza è eseguito da tutto il gruppo. Può essere eseguito sia all'inizio, come presentazione, che alla fine come saluto finale. La Grande Squadra si compone di almeno 8 sbandieratori ed esegue esercizi tecnici e coreografici, legati alla sincronia e alla coordinazione dei movimenti. In spazi adeguati l'esibizione vede entrare in campo anche il gruppo musici che interagisce con i movimenti e le coreografie degli sbandieratori. La Piccola Squadra è presentata da 4/6 sbandieratori che eseguono coreografie e lanci tecnici anche con 3 bandiere per sbandieratore. La Coppia, ovviamente presentata da due sbandieratori, è un esercizio che vede prevalere la parte tecnica su quella coreografica. L'esercizio, che vede fino a 4 bandiere per sbandieratore, è adatto per quegli spazi che non hanno margine di sicurezza per gli atleti e per il pubblico. I Singoli possono essere eseguiti da un solo atleta o in una sequenza di atleti che aumenteranno sempre numero di bandiere e difficoltà delle evoluzioni proposte. Musici e chiarine accompagnano ogni movimento degli sbandieratori, sottolineano ogni passaggio particolarmente "pericoloso" o spettacolare” (http://www.contradamonticelli.com/IT/Content.aspx?Spettacolo ).
Contrada dei Villici
La Contrada dei Villici nacque nel 1986 su iniziativa dell’allora regista Grasselli, il quale aveva proposto di introdurre un ceto sociale di tipo contadino e di estrazione popolare in quanto maggiormente rispondente alla stratificazione sociale ai tempi di Matilde, quando il ceto nobiliare costituiva la minoranza. Il gruppo è caratterizzato dalla presenza maggioritaria di bambini e dalla rievocazione di antichi mestieri, inizialmente maggiormente inquadrabili nell’Ottocento e ricostruiti dalla memoria delle generazioni più anziane e dal ritrovamento di strumenti contadini (come, per esempio, una macina per il grano) e, successivamente, maggiormente improntata allo scavo storico di mestieri legati all’epoca di Matilde.
Contrada di Borgo Leto
La Contrada Borgo Leto nasce dalla fusione di Borgo Leto, gruppo di Quattro Castella il cui simbolo era la torre, e San Giorgio, gruppo di Roncolo, i cui simboli erano il drago e la roncola. La Contrada si è specializzata nella ricreazione di un gruppo di boscaioli, oltre a portare avanti un corso di danze medioevali, che vengono offerte anche in situazioni itineranti sulla base delle partecipazioni ad altri eventi da parte della contrada. La Contrada si occupa anche dell’allestimento delle casette di Natale all’interno della mostra dei presepi di Salvarano (http://contradaborgoleto.altervista.org/chi-siamo/ ).
Contrada della Maestà della Battaglia
L’associazione Sbandieratori e Musici “Maestà della Battaglia” di Quattro Castella (Reggio Emilia – Italia) è nata nel dicembre 2008. La tradizione degli sbandieratori si era già sviluppata all’interno del Corteo a partire dagli anni Sessanta. L’associazione consta di 410 soci, di cui 170 tra sbandieratori, musici e arcieri, la maggior parte della fascia d’età tra i 16 e i 35 anni, ma anche tra i 6 e i 15 anni, e 40 figuranti in costume storico. Oltre al gruppo degli sbandieratori e dei musici e degli arcieri, vi è anche il gruppo “Maestà di Fuoco”, che si occupa degli spettacoli di fuoco (sputafuoco e giocoleria). Nel 2011, è nato il gruppo degli arcieri della Maestà della Battaglia, il quale ha cominciato a partecipare al “Campionato interregionale d’arco storico – Circuito del Nord-Est” a partire dal 2015. Nel 2013, la sede della Maestà si è spostata in via Pasubio 2 a Quattro Castella, potendo così disporre di una palestra per gli allenamenti nel periodo invernale, di un campo esterno per gli allenamenti estivi, e di locali interni adibiti alle prove dei musici (http://www.maestadellabattaglia.it/chi-siamo/ ). Gli sbandieratori si sono esibiti sia in Italia che all’estero (tra cui Singapore e Brasile) e nel 2014 si sono qualificati nella tenzone Argentea dei campionati F.I.Sb. ottenendo quattro medaglie d’oro e una d’argento (http://www.maestadellabattaglia.it/chi-siamo/sbandieratori/ ). Sempre nel 2014, anche i musici si sono qualificati nella tenzone Argentea con quattro medaglie d’oro e una d’argento. Il gruppo arcieri ha istituito anche il “Torneo del gufo” ai piedi di Bianello e partecipa a diverse iniziative rievocative oltre al Corteo Storico Matildico (http://www.maestadellabattaglia.it/chi-siamo/arcieri/ ). La Maestà, inoltre, offre dei corsi di perfezionamento musicale in collaborazione con il conservatorio Achille Pieri di Reggio Emilia, grazie a una stipula del 31 ottobre 2014, dando la luce alla “Scuola musicale per ottoni e percussioni Maestà della Battaglia”, incentrata sugli strumenti a fiato, le percussioni e, a partire dal 2015, il pianoforte (http://www.maestadellabattaglia.it/cosa-facciamo/conservatorio-peri-reggio-emilia/ ).
Emidio Fantuzzi
“La mia passione per il Corteo Matildico probabilmente è nata molto presto. Nei primi anni Sessanta, vivevo in una casa che si trovava al centro della manifestazione, tra la Chiesa di Sant’Antonino, il castello di Bianello e il campo dove si svolgeva l’evento. I cavalli sostavano nella stalla dei miei genitori, i rievocatori venivano a vestirsi a casa, la sfilata finale passava vicino al nostro cortile. Tutto questo nella mente e negli occhi di un bambino evidentemente hanno lasciato un segno. Ad inizio anni Settanta, facevo parte del primo nucleo di sbandieratori che si era formato a Quattro Castella per arricchire la parte spettacolare del Corteo. Purtroppo, dopo pochi anni (nel 1972), questa bella esperienza, per ragioni economiche-organizzative, si è interrotta per poi riprendere nel 1984 grazie alle forti richieste dei cittadini, ai quali mancava un pezzo di storia della nostra comunità, e per volontà della nuova amministrazione. Da quell’annata, ho sempre partecipato al Corteo, prima come semplice comparsa, poi come responsabile dei cavalieri ed infine come componente del Comitato Matildico, per poi diventarne Presidente nel 2019, ruolo che ricopro anche attualmente. L’altra grande passione, direttamente legata al Corteo, è indubbiamente la storia di Matilde di Canossa, questa straordinaria figura del Medioevo,che ha segnato il nostro territorio lasciando le sue tracce, come il castello di Bianello, la Chiesa di San’Antonino, I’oratorio della Madonna della Battaglia, che ancora oggi fanno parte del nostro patrimonio culturale” (Emidio Fantuzzi, lettera in allegato alla liberatoria fermata).
Tiziana Animini
“La passione per la rievocazione nasce fin da bambina quando, con la mia famiglia, partecipavo ai primi cortei dopo la loro ripartenza ufficiale. Sono cresciuta vivendo le esperienze di "contrada" da danzatrice medioevale a chiarina. Crescendo ho abbandonato questa strada per dedicarmi alla vera e propria organizzazione della festa medioevale, dove trovo che si possa trovare la vera strada per coinvolgere il pubblico insegnandogli la nostra storia. Tuttavia, ritaglio ancora un momento tutto per me, praticando come sport, il tiro con l'arco medioevale” (email di Tiziana Animini in allegato alla sua liberatoria per la privacy).
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