La rievocazione storica
Si riporta qui parte della scheda EVE compilata dalla stessa ricercatrice per la rievocazione storica: “La rievocazione è legata all’arrivo, nel 1564, di Torquato Tasso presso i Marchesi Rangoni, mentre era in fuga da Bologna quando venne emesso un mandato di cattura contro di lui per pasquinate derisorie nei confronti dell’università e della cittadinanza bolognese. A Castelvetro, Tasso scrisse una lettera in sua difesa al Monsignor Cesi, rappresentante papale e suo sostenitore economico durante gli studi bolognesi. Per l’occasione, i Marchesi dedicarono al poeta festeggiamenti fastosi, tra i quali una partita di dama impersonata dagli abitanti” (dalla scheda EVE RSVG0247).
L’evento viene ripetuto nelle due serate di rievocazione e consiste, inizialmente, in un corteo storico che dal Palazzo Comunale percorre in senso orario Piazza Roma. Il corteo è costituito sia dagli invitati all’evento indetto in onore di Torquato Tasso (i Marchesi Rangone, i Marchesi Montecuccoli e alcune personalità dell’epoca, come Isabella di Portogallo), sia da un gruppo di sbandieratori e musici, da una parte, e di armigeri, dall’altra. A completare il corteo, vi sono le due squadre di dame viventi, costituite da bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie del paese, in qualità di pedine, e da ragazze, che fanno le veci delle damone. Le pedine nere rappresentano le squadre dei Marchesi Rangone, mentre quelle bianche i Marchesi Montecuccoli o i Contrari di Vignola. Ciascuna squadra ha un mossiere, il quale, seduto a un tavolo sotto alla Torre dell’Orologio, gioca a dama con il suo avversario e comunica verbalmente la mossa che le dame viventi devono riprodurre. La mossa viene annunciata da uno speaker e coadiuvata da un giullare di corte, il quale, con il suo atteggiamento giocoso, ha il compito di stemperare la tensione provata dai bambini ed eventualmente prestare il primo soccorso nel caso di malori. Le pedine subiscono un ricambio generazionale ogni tre, quattro anni. Spesso la partecipazione come pedine è l’anticamera alla coltivazione di un interesse per la rievocazione storica, introducendo i bambini, ormai cresciuti, all’Associazione ed eventualmente a indossare i costumi utilizzati per il corteo. Così è stato, per esempio, per molti armigeri (si veda la sezione sulla comunità).
La ricercatrice ha partecipato all’evento serale dell’11 settembre 2022. Una volta conclusisi i preparativi per il corteo, lungo via Tasso, il pubblico, previo acquisto di un tagliando d’ingresso, si è raccolto all’interno di Piazza Roma, transennata per l’occasione, e con l’allestimento di panche, sia a gradinata, sia intorno alla scacchiera per gli ospiti d’onore. I locali intorno alle transenne hanno costituito il maggior bacino ristorativo, con cibo di strada della tradizione locale e bicchieri di Lambrusco. La ricercatrice ha potuto appurare, nell’attesa dello spettacolo (vi è, infatti, uno scarto temporale tra il corteo per le strade del paese e lo spettacolo all’interno della piazza), che alcune persone nel pubblico delle gradinate è costituito da appassionati di rievocazioni storiche: in particolare, una giovane donna ha dichiarato di provenire da Como, dove la consuetudine di celebrare eventi legati alla storia medioevale del territorio è molto radicata (si vedano, per esempio, le schede EVE compilate dalla ricercatrice per la regione Lombardia).
L’evento è cominciato con l’introduzione di uno speaker, in costume storico, che ha annunciato la scaletta del programma. Per l’edizione del 2022, questo era il canovaccio utilizzato (offerto gentilmente dall’Associazione Dama Vivente): “Benvenuti. È un piacere avervi qui, stasera. Come senz’altro saprete, in questa occasione si ricorda il passaggio a Castelvetro di Torquato Tasso. Nel lontano 1564. Quasi cinquecento anni fa. Era un giovane letterato, studente a Bologna. Costretto a lasciare la città per qualche satira al limite dell’irriverenza – di cui aveva fatto oggetto i professori universitari – fuggì. E nella fuga giunse a Modena. Due nobili amici – i conti Molza e Forni – a ogni costo vollero presentarlo al marchese Fulvio Rangoni, signore di Castelvetro e personaggio di spicco nell’ordinamento politico e militare dell’epoca. Seppur per un brevissimo lasso di tempo, il giovane fu suo ospite. Quei pochi giorni bastarono perché si innamorasse di questi luoghi, dai quali più tardi – inconsciamente, forse – trasse ispirazione per alcune rime destinate a divenire immortali. E mai poté dimenticare l’ospitalità del marchese e della sua corte, culminata in una magnifica festa. Questa sera vorremmo farvi rivivere – inscenando un impossibile viaggio a ritroso nel tempo, attraverso quasi cinquecento anni di storia – le emozioni vissute dal giovane Torquato Tasso in quell’occasione.
Come tutti i signori dell’epoca, il marchese Fulvio aspirava a divenire mecenate in favore dell’arte, della bellezza, della cultura in senso lato. Di conseguenza ebbe il desiderio di stupire l’illustre ospite: poiché era un giovane letterato alle prime armi, questo è vero, ma già si intuiva che sarebbe stato, un giorno non lontano, uno fra i più grandi di sempre. E in quegli anni ogni nobile o potente aveva appreso l’importanza di circondarsi – più ancora che di sfarzo e di lusso, o di dispositivi militari di vario genere – di intelletti straordinari, di menti illuminate, di spiriti eletti radicati nei più svariati campi del sapere: dalle arti alla scienza, passando per la ricerca e la speculazione filosofica. Solo così si poteva suscitare vera ammirazione, nelle classi sociali affini così come in quelle subalterne. Ebbene, lo stesso desiderio – di emozionare, di lasciare senza parole – animerà i nostri sforzi, questa sera. Se riusciremo nell’intento, siatecene un po’ riconoscenti. Altrimenti – com’ebbe a dire un altro straordinario ingegno, qualche secolo dopo Tasso – “credete che non s’è fatto apposta”.
Eccoci, dunque, magicamente trasportati a quella sera di festa, nell’anno di grazia 1564. V’era fermento nell’aria, all’interno del borgo di Castelvetro”. A questo annuncio dello speaker, fa seguito l’affacciarsi dei marchesi Rangone e Torquato Tasso dal bancone del Palazzo Comunale. Il canovaccio dello spettacolo fa riferimento anche all’atteggiamento che i figuranti devono avere: “Il marchese, la marchesa e Torquato Tasso si affacciano dal balcone del palazzo del comune: non devono salutare o ammiccare al pubblico, bensì – per pochi istanti – rimirare la piazza, al limite indicare colla mano qualche punto di essa. Come se l’ospite d’onore volesse essere informato in merito agli sviluppi della festa, e il marchese si divertisse a tenerlo sulle spine facendo il misterioso. Poi i tre rientrano.”
Subito dopo un’altra breve introduzione dello speaker (indicato dal canovaccio come cerimoniere), i musici e sbandieratori, così come gli armigeri si sono disposti lungo la scalinata del Municipio e, con l’annuncio da parte dello speaker, le personalità che compongono il corteo hanno sfilato uscendo dal Palazzo Comunale, compiendo un percorso orario per poi raccogliersi in un podio posto alla destra della Torre dell’Orologio. Lo speaker ha in particolare enfatizzato il ruolo culturale svolto da alcune figure femminili del corteo, fornendo quindi un’immagine rinascimentale delle donne non stereotipata e legata alle relazioni matrimoniali con uomini autorevoli.
Una volta concluso il corteo, il cerimoniere ha proseguito: “La prima mossa a effetto del marchese – è il caso di dirlo – fu una partita. Ad un gioco per l’epoca ancora poco conosciuto e di conseguenza tanto più interessante. Il gioco della dama vivente. La piazza di Castelvetro – allora come oggi – finiva coll’essere teatro ideale per una simile sfida.
Come al tocco di una bacchetta magica, bambini e fanciulle del contado divennero per una sera animate Pedine e Damoni”. Le pedine e i Damoni si sono disposti lungo i bordi della scacchiera. Sulla scena, sono comparsi i capitani degli armigeri. Il cerimoniere ha proseguito così: “Risultò vincitore il colore bianco, attribuito – nella finzione scenica voluta dal signore di Castelvetro – ai marchesi Montecuccoli, suoi illustri ospiti in quella sera di festa: i quali ebbero diritto alla prima mossa.
A cimentarsi nella sfida a dama furono due autentici campioni: messer ……. – vincitore di tutti i tornei svoltisi nei territori Estensi di Ferrara e Modena – recante i colori dei marchesi Rangoni; messer ……, dal canto suo, invitato a rappresentare i marchesi Montecuccoli. Furono dunque il nero il colore dei Rangoni e il bianco quello dei Montecuccoli.” L’armigero vincente, dei Montecuccoli, ha dichiarato: “Il bianco vince.” È quindi la squadra dei Montecuccoli a iniziare la prima mossa.
Dopo circa mezz’ora di gioco, la sfida è vinta dalla squadra dei Montecuccoli. Il cerimoniere ha introdotto al pubblico quello che sarebbe seguito, ovvero una performance da parte degli sbandieratori: “Vinse il colore bianco, dei marchesi Montecuccoli signori del Frignano; l’ambito palio, abilmente dipinto dalla pittrice di corte donna Loretta, venne consegnato al vincitore.
Il marchese aveva incaricato sbandieratori e musici di dar vita a una breve esibizione sulla piazza: un numero nel quale si mescolassero leggerezza, senso dell’equilibrio, virtuosismo. Nulla di tutto ciò ebbe a mancare nel numero che seguì.”
Lo spettacolo è proseguito con giocoleria e giochi di fuoco ispirati all’epoca e resi ulteriormente suggestivi dalle musiche (sul modello dei Carmina Burana). Come già dichiarato dall’Associazione Dama Vivente durante la stesura della scheda EVE, questi spettacoli, che possono essere condotti anche prima della sfida a dama, sono gestiti da compagnie d’intrattenimento esterne. È interessante notare come, nell’introduzione dei due spettacoli da parte del cerimoniere, si lasci immaginare al pubblico come questi spettacoli fossero stati, plausibilmente, eseguiti dai Marchesi per allietare il Tasso e rendere ulteriormente spettacolare la piazza. Vi è, quindi, una licenza poetica che dovrebbe permettere un’immedesimazione del pubblico nell’atmosfera dell’epoca. Lo spettacolo dei trampolieri è stato annunciato così: “E poi, gentilissimi ospiti, accadde qualcosa che nessuno – probabilmente nemmeno voi, se foste stati presenti quella sera – sarebbe stato anche solo in grado di immaginare… Sulla piazza del borgo ebbe luogo un’esibizione assolutamente straordinaria. E sia ben chiaro che – al di là degli effetti visivi, tali da lasciare senza parole i presenti – il carattere eccezionale dell’evento risiedeva in questo: quella indefinibile miscela di luci, movimenti, grazia e leggerezza… rappresentava la perfetta sintesi dell’epoca in cui gli spettatori stessi si trovavano a vivere! Un momento di rinascita, di slancio, di entusiasmo e di profonda curiosità. Fulvio Rangoni era riuscito a portare sulla piazza di Castelvetro… l’essenza più profonda del Rinascimento!” A questo spettacolo ha fatto seguito uno spettacolo di fuochi d’artificio. Il cerimoniere ha chiosato il tutto con queste parole: “Ancora meravigliata e confusa da tanta bellezza, la corte si accinse poi a rientrare a palazzo: in attesa di riprendere a festeggiare il giorno successivo.”
Alle sue parole il corteo si è ricomposto, secondo le stesse coppie di figure dell’inizio, per rientrare, sempre tra gli squilli delle chiarine, all’interno del Palazzo Comunale. Ha fatto seguito una proiezione multimediale di fiamme sulla facciata del Palazzo Comunale. L’intero spettacolo si è concluso con le parole del cerimoniere, che ha riportato l’attenzione del pubblico sull’Associazione Dama Vivente. Mentre il pubblico si è riversato nella vineria di fronte a “Fili d’oro a palazzo”, i membri dell’Associazione Dama Vivente, cambiati in parte all’interno del Palazzo Comunale, hanno riportato i costumi nella sede della mostra permanente.
Area Geografica
Castelvetro, collocato tra le prime colline dell’Appennino Modenese e la fascia dell’alta Pianura padana a 18 km a sud di Modena, si estende su una superficie di 49.78 kmq, con un’altitudine di 152 metri sul livello del mare e contornata a settentrione dal Monte Croce (421 m) e, a meridione, dal Colle della Guardia (450 m), sul quale si erge il Santuario della Beata Vergine della Salute di Puianello (447 m). Il paese è attraverso dal torrente Guerro, un affluente del Panaro, che sorge nella frazione Puianello fino ad arrivare alla frazione di Settecani. Il nome deriva dal latino Castrum Vetus (“accampamento antico”), risalente alla strutturazione romana, di tipo militare, dell’antico insediamento etrusco, del quale si rinvennero, nell’Ottocento, reperti poi conservati nel Museo Archeologico di Modena. In età medioevale, Castelvetro passò al Monastero di Nonantola. Il Castello Medioevale di Castelvetro, risalente all’anno Mille e di cui sono conservati i resti delle mura, ha avuto vari feudatari, tra i quali Matilde di Canossa. Oltre all’impianto medievale del borgo, poi ampliato e ristrutturato nel Cinquecento, spiccano sei torri medievali (https://www.terredicastelli.eu/comuni/castelvetro-di-modena/ ). Dal 1330 in poi, Castelvetro divenne parte del feudo dei Marchesi Rangone. A partire dal 1815, Castelvetro, dopo la dominazione francese, passò ai Signori di Modena e Reggio, compresi all’interno del ducato estense, fino all’annessione al Regno d’Italia (https://emiliaromagnaturismo.it/it/localita/castelvetro-di-modena ).
Uno degli edifici più significativi per la storia di Castelvetro e per la rievocazione storica è Palazzo Rangoni. Un edificio era collocato nello stesso luogo in concomitanza con il castello, tra l’VIII e il IX secolo. Il Palazzo si ampliò con il feudo dei Rangoni nel XIV secolo. Subì danni ingenti, insieme ad altri edifici storici di Castelvetro, con il terremoto del 1501. I Rangoni provvidero alla ristrutturazione del palazzo successivamente, al punto da essere in grado, nel 1564, di ospitare il poeta Torquato Tasso in fuga da Bologna, avvenimento storico dal quale prende avvio la rievocazione storica odierna https://www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=48098&idArea=50218&idCat=16676&ID=16784&TipoElemento=categoria ). Con il terremoto del 2012, Palazzo Rangoni fu dichiarato inagibile. Nei pressi del Palazzo, si erge la Chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, intitolata ai martini patroni di Castelvetro, era originariamente la cappella privata dei Marchesi Rangoni. Fu poi ampliata a seguito dell’abbandono della vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria del Gherlo (fuori le mura) per consentire l’afflusso dei fedeli e, successivamente, con il terremoto del 1501. Nel Seicento, furono aggiunti il campanile e alcune cappelle. Con la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, la chiesa venne sconsacrata e rifunzionalizzata come abitazione privata (https://www.terredicastelli.eu/luoghi-di-interesse/vecchia-chiesa-santi-senesio-e-teopompo/ ).
Oltre a Palazzo Rangoni, la rievocazione storica interessa tutti gli altri edifici storici degni di nota del borgo, che divengono il fondale scenico della rappresentazione rievocativa, allestita in Piazza Roma sulla pavimentazione a scacchiera realizzata negli anni Settanta. Attorno alla piazza, si ergono la Torre dell’Orologio, la Torre delle Prigioni, il Palazzo Rinaldi e il Palazzo Comunale.
Attualmente, Castelvetro ha una popolazione di 11095 abitanti.
A livello economico, Castelvetro è caratterizzato dalla produzione viticola, in particolare il DOC Lambrusco Grasparossa e l’aceto balsamico. A questo proposito, si segnala l’Acetaia Comunale di Castelvetro, nata nel 2002 per iniziativa del Comune e gestita dai Maestri Assaggiatori della Consorteria dell’Aceto Balsamico, con sede a Castelvetro (https://www.terredicastelli.eu/luoghi-di-interesse/acetaia-comunale-castelvetro/ ). Il territorio conosce un basso tasso di migrazione dato dalla scarsità di collegamenti con i più ampi centri abitati e dalla mancanza di grandi aziende.
Descrizione del percorso
La maggior parte della rievocazione si svolge all’interno di Piazza Roma, dove si ha la sfida a dama utilizzando la pavimentazione a scacchiera della piazza. Il corteo, partendo dalla mostra “Fili d’oro a palazzo”, in via Torquato Tasso, sfila lungo la via, arrivando davanti a Palazzo Rangoni e alla chiesa parrocchiale dei Santi Senesio e Teompompo, sita nel Piazzale Madonnina. Costeggiando la parrocchia, il corteo risale su via Cialdini per raccogliersi all’interno del palazzo storico che ospita il Comune e il Punto di Informazioni Turistiche, oltre che sede della biblioteca. Il corteo, successivamente e dopo l’introduzione del cerimoniere in Piazza Roma, scende la scalinata del palazzo e si riversa in piazza, dando inizio alla sfida. Una volta conclusasi la partita a dama, il corteo si ricompone secondo le stesse figure proposte all’andata per rientrare all’interno del palazzo. Il resto della manifestazione ha sempre luogo in Piazza Roma.
Notizie storico-critiche
La scelta del periodo storico della Dama Vivente è tesa sia a inquadrare l’impianto architettonico del borgo di Castelvetro, sia a enfatizzare il ruolo politico e culturale assunto dalla signoria feudataria dei Rangone nella gestione della comunità di Castelvetro e della politica europea del periodo. Non solo la venuta di Torquato a Castelvetro divenne poi oggetto iconografico, ma si è fatto risalire al borgo di Castelvetro il materiale d’ispirazione per la stesura del canto VII de La Gerusalemme Liberata, in particolare i versi di Erminia tra i pastori, come appurato dallo studio condotto dall’Associazione Dama Vivente negli archivi locali.
La protezione di Torquato da parte dei Rangone si fa risalire ai servigi prestati dal padre del poeta, Bernardo. Quest’ultimo aveva intessuto una rete di relazioni con i Marchesi Rangone in modo da preparare il figlio alla vita di corte e assicurargli un futuro da letterato, consapevole di non possedere nulla da trasmettere in eredità al figlio. Bernardo divenne segretario del conte Guido Rangone, il quale aveva servito i veneziani durante la lega di Cambai, divenendo così Capitano Generale della Chiesa (Casalati 2003: 54, 66). Bernardo in particolare coltivò un rapporto di fiducia e confidenza con Claudio Rangone, in virtù dei loro condivisi interessi letterari ed eterodossi (la consorte del Rangone, Lucrezia Pica, era molto vicina all’Accademia modenese, accusata di eresia) (Casalati 2003: 67).
I Rangone furono investiti del titolo di feudatari degli Este nel 1454, controllando il territorio che comprendeva Spilamberto, Castelcrescente, Borgogranfo, Levizzano, Campiglio, Denzano, Rosola e Castelvetro. Quest’investitura si aggiunse a quella eseguita per Jacopino III da parte di papa Giovanni XII nel 1330, ottenendo il feudo di Castelvetro. Nel 1500, i Rangoni ottennero il titolo marchesale, divenendo patrizi a Modena, Reggio e nobili di Parma, Bologna, Mantova e Ferrara (105). Fu Fulvio Rangone, figlio del conte Claudio, a giocare un ruolo chiave nell’entrata di Torquato nell’orbita degli Este. Questi ottenne anche l’incarico di ambasciatore degli Este a Bologna, Firenze, Mirandola, Parma e in Spagna nel 1561-1562, “per poi passare alla Corte Imperiale l’anno successivo” (Casalati 2003: 66). A fronte del suo potere e della fiducia conquistata, gli fu possibile introdurre Torquato al duca estense.
Per quanto riguarda, invece, la storia della rievocazione, dal momento che le interviste con alcuni membri dell’Associazione Dama Vivente non hanno aggiunto nulla di più rispetto a quanto già dichiarato nell’intervista realizzata per la stesura della scheda EVE, si riporta quanto già scritto in quest’ultima. La prima edizione della Dama Vivente risale agli anni Sessanta. Si è poi avuto un periodo di inattività negli anni Settanta, per poi riprendere negli anni Ottanta ad anni alterni per ragioni di costi. “Secondo la pagina facebook dell'Associazione Dama Vivente: "Gli anni, che riguardano le nostre rievocazioni, sono quelli del "pieno rinascimento" ma, nelle ricostruzioni scenografiche e, soprattutto, negli abiti, spaziamo dal 1400 alla fine del 1500 e per tutte le corti d'Europa, non copiando fedelmente l'iconografia conosciuta (Tiziano, Bronzino, Michelangelo, Lippi, Lotto, Parmigianino, ecc.) ma ispirandoci liberamente ad essa e mantenendo intatti stile e connotazione. La rievocazione non ha gemellaggi ufficiali, ma collaborazioni, in particolare con la Festa del patrono S. Alessandro a Ischia, caratterizzato da un corteo storico” (dalla scheda EVE RSVG0247).
Bibliografia
Mariagiulia Sandonà, “La Signoria dei Rangoni al governo di Castelvetro attraverso le fonti archivistiche”, in Micaela Rinaldi (a cura di) "Torquato Tasso e i Nobili Rangoni: poesia e politica a Castelvetro", Castelvetro di Modena, Comune di Castelvetro, III Quaderno del Centro di Documentazione “Il Castello di Vetro”. In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Ferrara, 2003.
Annalisa Casalati, “Il giovane Tasso tra esperienze cortigiane ed istituzioni universitarie. I rapporti con la famiglia Rangone”, in Micaela Rinaldi (a cura di) "Torquato Tasso e i Nobili Rangoni: poesia e politica a Castelvetro", Castelvetro di Modena, Comune di Castelvetro, III Quaderno del Centro di Documentazione “Il Castello di Vetro”. In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Ferrara, 2003.
Oggetti significativi
La mostra permanente “Fili d’oro a palazzo” costituisce l’archivio e il bacino dal quale attingere per la realizzazione del corteo (tutti coloro che sfilano passano dalla mostra per poter indossare l’abito loro assegnato, ad eccezione degli armigeri, che hanno abiti a sé stanti che gestiscono in modo autonomo). Il museo-mostra permanente, quindi, è caratterizzato dalla continua movimentazione degli abiti, i quali sono pezzi di vita vissuta e di memoria locale. In quanto quest’ultimi sono considerati oggetti d’affezione, le richieste passate da parte di comitive straniere (sia in rappresentanza di municipalità che di aziende che collaborano con quelle castelvetresi) di poter allestire gli abiti all’estero, anche oltreoceano, per mostre temporanee sono state rifiutate dall’associazione. Quest’affezione è tanto più forte nel ricordare, nel corso della visita-intervista, come alcuni gioielli fossero stati rubati nel corso di un’edizione della Dama Vivente.
Per la realizzazione dei costumi, le sarte del gruppo generalmente procedono stampando quadri d’epoca, in particolar modo realizzati dal Bronzino. Secondo la ragazza che ha realizzato la tesi sui costumi d’epoca utilizzati nella Dama Vivente e che sono legati alla pittura manierista del Cinquecento, il Bronzino è un esempio molto utile alla rievocazione in quanto documenta l’evoluzione della moda del tempo ed è molto accurato nella rappresentazione dei particolari degli abiti, spesso arrivando a dipingere i modelli a figura intera o pressoché a figura intera. Il Bronzino, inoltre, era molto attento a raffigurare i tratti della bellezza femminile, prevalentemente aristocratica, dell’epoca. I costumi contengono diverse simbologie che vanno a caratterizzare l’indossatrice nei termini di fedeltà coniugale (come la presenza di una cintura), fertilità femminile, ma anche conoscenza (come trame con il disegno del melograno).
Le sarte hanno fatto riferimento anche alla tassa suntuaria in vigore fino a poco prima della Rivoluzione Francese, volta a calmierare la spesa per la realizzazione dei vestiti e degli arredi degli aristocratici per non gravare sulla cassa del Ducato. Tale legge suntuaria, infatti, descrive molto bene il tipo di moda aristocratica dell’epoca e la sua differenziazione con altri ceti sociali: ad esempio, le contadine non potevano indossare perle di alto valore per non sovvertire l’ordine di classe. Un altro elemento importante della tassa suntuaria è l’indicazione delle misure consone dei vestiti per le festività.
I gioielli abbinati ai costumi vengono realizzati da un artigiano spagnolo specializzato nell’epoca storica del Cinquecento, mentre il resto dei tessuti e dei materiali sono acquistati da un negozio di Carpi, specializzato in rievocazione storica, e da un rigattiere francese. Vi è, inoltre, una collaborazione in attivo con la curatrice Lorenzini, del Museo Civico di Modena, per la ricerca dei tessuti più adatti per la rievocazione. La cura degli abiti è stata premiata anche a livello nazionale: l’abito di Isabella di Portogallo, per esempio, ha ricevuto il primo premio al concorso nazionale di abiti d’epoca il “Rocchetto d’Oro”.
A livello allestitivo, la mostra è caratterizzata dall’accompagnare l’esposizione degli abiti a documenti dell’epoca e a foto d’autore realizzate con i figuranti dell’Associazione Dama Vivente nella cornice scenica del borgo e, in alcuni casi, all’interno delle sale di Palazzo Rangoni. Ogni abito è illustrato da un’insegna che riproduce la foto del quadro al quale le sarte della Dama Vivente si sono ispirate. Tutti i quadri fanno riferimento a un personaggio storico delle corti rinascimentali (come, ad esempio, Isabella di Portogallo, Giovanna d’Aragona, Lucrezia Panciatichi). Nell’ultima sala dell’esposizione, è possibile leggere il seguente pannello:
“PER UN GIUSTO APPROCCIO AGLI ABITI ESPOSTI, RITENIAMO FORNIRE ALCUNE SPIEGAZIONI:
- Gli abiti sono serviti, e servono tuttora, per organizzare rievocazioni storiche, che in realtà diventano uno “spettacolo” a tutti gli effetti. Spettacolo che ha quindi esigenze visive ed estetiche per l’occhio moderno, e di praticità per il veloce uso che se ne deve fare. Da qui nascono due nostre scelte: realizzare le coppie di colore identico e aggiungere al nero altri colori, per un effetto cromatico più ricco e sontuoso.
- […] NON IMITARE, ma ISPIRARSI. Alcuni abiti sono più fedelmente tratti da figure dell’epoca, mentre tutti gli altri (ne realizziamo continuamente) pur rispettando, inequivocabilmente, lo stile rinascimentale partendo dai primi del 1400 fino alla fine del 1500, hanno un’ispirazione libera e un po’ fantasiosa, ancorché attenta […]. […]”.
Aspetti immateriali
Non vi sono beni immateriali che siano parte della rievocazione o direttamente collegati a essi. Tuttavia, si segnalano una serie di eventi, volti a promuovere la cultura del vino, da una parte, e quella della poesia, dall’altra, che si dipanano da marzo a ottobre e all’interno dei quali si deve collocare la rievocazione storica come parte dell’offerta culturale del luogo. Nel primo caso, si ha a maggio la Graspalonga, una serie di itinerari ciclo-turistici per valorizzare i prodotti eno-gastronomici del territorio, nella cornice della rassegna Gusto Natura, da marzo a novembre. Nel secondo caso, si tratta del Poesia Festival, nell’ultimo weekend di settembre, e coinvolge tutti i Comuni dell’Unione Terre di Castelli insieme al Comune di Modena. È da segnalare anche Mercurdo, o il Mercato dell’Assurdo, durante il quale il borgo si anima, oltre di mercatini d’artigianato locale, di spettacoli di strada, arti performative (teatro, musica, ecc) e installazioni (cfr. https://www.cittadelvino.it/scheda_sito.php?comune-di-castelvetro-di-modena&id=166, https://www.terredicastelli.eu/eventi/mercurdo-mercarto-dellassurdo/, https://emiliaromagnaturismo.it/it/localita/castelvetro-di-modena ).
Criticità
La mostra “Fili d’oro a palazzo” e la sede dell’Associazione Dama Vivente erano situate, prima del terremoto in Emilia del 2012, a Palazzo Rangoni, sede originaria della signoria Rangoni. La corrispondenza storica tra l’architettura della sede e i vestiti della rievocazione creava un momento di forte risonanza emotiva per i locali. Come dichiarato dalla ragazza che ha scritto la tesi di laurea sui costumi del Cinquecento, “vivevi proprio la scena quotidiana dentro al palazzo, proprio sentivi il Cinquecento.” Il fatto che Palazzo Rangoni, di proprietà della parrocchia di Castelvetro, faceva sì che bambini come lei all’epoca, a conclusione del catechismo del sabato, andassero a visitare la mostra e alimentassero la loro passione per la rievocazione. Il Palazzo è stato danneggiato con il terremoto del 2012 e dichiarato inagibile; la mostra è stata riaperta in un palazzo privato della signora Baroni, la quale ha concesso l’utilizzo delle sale a pianterreno. Il fatto che, amministrativamente, Castelvetro non appartenga alla zona di cratere del terremoto ha impedito l’accesso dei fondi pubblici necessari per ricostruire gli edifici colpiti dal terremoto, e quindi lo stesso Palazzo Rangoni. La parrocchia, inoltre, non ha voluto procedere alla messa in sicurezza e restauro dello stabile. La situazione venutasi a creare ed esistente ormai da un decennio può costituire un fattore d’instabilità nell’assicurare la continuità della mostra e, al contempo, stimolare l’attenzione delle generazioni più giovani all’epoca storica, senza contare i limiti significativi dati dall’impossibilità di collegare la rievocazione storica a un edificio dell’epoca.
Gli altri fattori di rischio sono di natura amministrativo-economica, da una parte, e di continuità generazionale, dall’altra. Da un lato (si veda la sezione di salvaguardia), la rievocazione non è ancora riuscita ad accreditarsi come marchio e, quindi, a ricevere ulteriori finanziamenti e sovvenzioni per uscire dalla logica di volontariato e divenire a pieno titolo strutturalmente parte dell’offerta turistico-culturale del territorio. Dall’altro, la sua cifra identitaria, ovvero la cura e il confezionamento degli abiti, è messa a dura prova dal fatto che non vi sono generazioni più giovani interessate a imparare la pratica sartoriale e di ricamo che possano sostituire le generazioni delle prime edizioni della rievocazione in futuro. Si sta pensando di avviare, per contenere questo rischio, un corso di cucito e ricamo per costruire un bacino di nuove leve, ma, nel corso dell’intervista corale durante la visita a “Fili d’oro a palazzo”, si è sottolineato come per le nuove generazioni queste pratiche artigianali siano “troppo faticose.”
Misure di valorizzazione
L’Associazione Dama Vivente organizza le visite guidate alla mostra, grazie alla presenza, in particolare, di due/quattro volontari più o meno fissi, per poi allargare la partecipazione anche ad altri membri dell’associazione in periodi d’intensa attività come, per esempio, nel mese di settembre, in occasione della vendemmia. Durante le visite, le guide possono così illustrare come vengono realizzati gli abiti e introdurre il periodo storico evocato durante la rievocazione.
Nel 2015, in concomitanza con la Festa del Torrone a Cremona, in cui la Dama Vivente organizza la parte rievocativa del matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, attraverso sia un corteo, sia lo sposalizio, una parte dell’associazione ha sfilato all’Expo di Milano, garantendo così un’ulteriore visibilità alla manifestazione.
Misure di salvaguardia
Castelvetro fa parte dell’Unione Terre di Castelli, nata nel 2011 e che riunisce i Comuni di Castelnuovo, Savignano, Spilamberto e Vignola. L’Unione ha lo scopo di migliorare e ampliare l’erogazione dei servizi, razionalizzare le risorse economiche e incentivare la valorizzazione delle risorse territoriali, attraverso circa 30 convenzioni che hanno determinato varie funzioni, quali l’Istruzione, i Servizi sociali, la gestione del personale, la Polizia locale, i sistemi informativi, la pianificazione del territorio (PSC), le gare e gli appalti di fornitura di beni e servizi, ecc. Si tratta, quindi, di un organismo sovracomunale. Nel 2008, a seguito dello scioglimento della comunità montana di Modena Est per approvazione regionale in materia di riordino territoriale, all’Unione si uniscono i Comuni di Guiglia, Marano sul Panaro e Zocca (https://www.unione.terredicastelli.mo.it/unione/l_unione_si_presenta/index.htm ).
La Dama Vivente è patrocinata dal Comune, il quale dà sia un contributo economico, sia collabora con l’Associazione per una serie di iniziative didattiche e culturali. Da questo punto di vista, vi è stata una continuità tra le varie amministrazioni comunali che si sono succedute dalla nascita della rievocazione storica. Quest’ultima fa parte dell’Associazioni Rievocazioni Storiche dell’Emilia-Romagna (AERRS), ma di per sé non ha ricevuto un marchio per poterla certificare e quindi avviare una serie di attività e di fondi per la sua sopravvivenza.
Sicuramente, però, la Dama Vivente è all’interno, e ne è parte integrante, dell’offerta turistico-culturale del territorio, che è, invece, soggetto a marchio. Castelvetro è stato, infatti, inserito all’interno dei Borghi più belli d’Italia, a conclusione di un lungo iter burocratico, ed è stato eletto dal Touring Club come Comune con Bandiera Arancione nel 2003. Ha inoltre ottenuto una certificazione ambientale EMAS, nel 2008, ed è stato nominato Città del Vino, nel 1994. In quanto Città del Vino, Castelvetro ha potenziato la ricettività turistica del suo territorio dal punto di vista enogastronomico, rendendo le cantine a conduzione familiare spazi di accoglienza accessibili. La Sagra dell’Uva, altro evento annuale a Castelvetro, si inserisce all’interno di questo progetto di sviluppo (si veda la sezione sui beni immateriali).
Protagonisti
La rievocazione è sentita da parte della cittadinanza castelvetrese, soprattutto in quanto costituisce un motivo di aggregazione tra le giovani generazioni e i genitori di quest’ultime, visibili nel pubblico delle varie serate. Le giovani generazioni, a loro volta, vanno poi a infoltire le fila dell’organizzazione dell’associazione “Dama Vivente”, creando anche dei sottogruppi in modo autonomo, come nel caso della Compagnia degli Armigeri. Il gruppo è stato fondato da tre, cinque persone della generazione dei nati negli anni Ottanta che hanno mantenuto la consuetudine. Ora il gruppo comprende anche partecipanti che hanno ancora l’età “da pedina”. Tuttavia, a causa del limite fisico dato dal peso delle spade, in genere i più giovani del gruppo sono ragazzi alla fine delle scuole medie.
Prima dell’avvento del Covid, il gruppo proponeva rappresentazioni particolari, quali la sfida tra i capitani delle squadre opposte per decretare la squadra che avrebbe cominciato la prima mossa della dama. Nel 2018, in particolare, la Compagnia mise in scena lo scontro tra cristiani e saraceni (i quali si distinguevano dagli altri per la spada arcuata), un evento immaginato e descritto da Torquato Tasso ne “La Gerusalemme liberata”. Lo scontro durò dieci minuti e mise in scena le armi più rappresentative e spettacolari del gruppo. Quest’ultimo, inoltre, conduce ricerche sulla musica da battaglia e il comportamento che i combattenti tenevano negli scontri, atteggiamenti posturali e di comportamento che vengono trasmessi ai membri più recenti prima del corteo della Dama Vivente.
Data la vocazione educativa dell’Associazione “Dama Vivente”, essa si inserisce a pieno titolo nel panorama associazionistico del paese.
Apprendimento e trasmissione
L’Associazione Dama Vivente, in collaborazione informale con l’Ufficio Cultura del Comune, ha svolto una serie di iniziative culturali con le scuole volte al radicamento identitario dei più piccoli, come il concorso di poesia “Giovane Poeta a Castelvetro” (richiamandosi quindi alla figura di Torquato Tasso) e, dal 2019, le lezioni per imparare a giocare a dama e a scacchi. La Dama Vivente, proprio perché fa partecipare i bambini delle scuole elementari e medie in veste di pedine, rappresenta anche un’occasione di ulteriore socializzazione per i figli di seconde o terze generazioni con background migratorio che vivono nel Comune di Castelvetro.
Metodo Ricerca
La ricercatrice ha precedentemente condiviso un documento con una scaletta di domande suddivisa per “tipologie” coinvolte all’interno della rievocazione (dagli amministratori locali, ai figuranti di un ruolo specifico all’interno del corteo, ecc.). Si veda, a questo proposito, l’appendice alla relazione di accompagnamento alle schede. La scheda è stata compilata a partire da un’intervista semi-strutturata collettiva svolta in occasione della visita della mostra “Fili d’Oro a Palazzo”, svoltasi il 30 settembre 2022, a seguito della partecipazione della ricercatrice a una delle due serate rievocative della Dama Vivente, l’11 settembre 2022. All’intervista erano presenti l’Assessore alla Cultura del Comune di Castelvetro, la segretaria dell’Associazione Dama Vivente, insieme alle costumiste che hanno avuto un ruolo storico chiave all’interno della manifestazione, un ragazzo che fa parte del sotto-gruppo degli Armigeri e una ragazza che ha redatto la sua tesi di laurea in scienze storiche sui costumi della rievocazione. Quest’ultima è poi stata intervistata separatamente dalla ricercatrice attraverso una videochiamata su Googlemeet. L’intervista non è stata registrata in conformità con le altre interviste condotte dalla ricercatrice per la redazione delle schede ICH di sua competenza, sempre a causa della difficoltà di attribuire correttamente le enunciazioni di ciascun partecipante nel corso della trascrizione delle interviste. L’Associazione Dama Vivente ha inoltre condiviso con la ricercatrice il canovaccio letto dall’attore che ha introdotto i vari personaggi in costume nel corso della sfilata. Una prima bozza della scheda è stata poi condivisa con l’Associazione Dama Vivente, sia come forma di restituzione, sia per un’ulteriore revisione interna rispetto a sviste o integrazioni a quanto scritto dalla ricercatrice.
Organizzatori
Maria Francesca Lo Giacco
Martina Puglia (volontaria presso l'associazione "Dama Vivente")
Maria Capitani
Alex Cavani
Giorgia Mezzaqui (amministratore pubblico nel Comune di Castelvetro)
Associazione Dama Vivente
Si riporta quanto già scritto nella scheda EVE: “Secondo la pagina facebook dell’Associazione Dama Vivente, “L'Associazione, formata da volontari, da diversi anni ha acquisito forma giuridica ed è iscritta all'Albo del Volontariato della Provincia di Modena riconosciuto dalla Regione. Organizza rievocazioni storiche, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, che si distinguono per il rigore stilistico e storico che cerca di mantenere attraverso ricerche approfondite. Il coordinamento delle iniziative viene gestito da un consiglio del quale fanno parte i rappresentanti dei vari gruppi: armigeri, nobili, popolani, musici, che, insieme formano l’Associazione" (scheda EVE RSVG0247).
Localizzazione
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