La rievocazione storica
Il rito dell’ospitalità e il corteo storico che precede quest’ultimo sono collegati alla storia della “colonna dell’ospitalità”, una colonna collegata alla fontana della piazza principale di Bertinoro che dal 1200 in poi fu utilizzata dai visitatori, pellegrini e viandanti per legare il loro cavallo e sostare a Bertinoro nel corso del loro cammino. La colonna presente oggi nella piazza della cittadina è una copia realizzata nel 1926 sulla base di resti della colonna originale. La copia della colonna ha scritte che riportano miti antichi di fondazione della cittadina e delle altre località romagnole ed è caratterizzata da dodici anelli (anella in maniera dialettale) in rappresentanza delle dodici famiglie nobiliari residenti a Bertinoro nel 1200, quando era giudice Guido Del Duca. Queste dodici famiglie avevano la dignità di ospitare viandanti e pellegrini nella loro sosta a Bertinoro. L’anello scelto dal cavaliere di turno per legare il suo cavallo decretava quale delle dodici famiglie avesse potuto ospitarlo.
L’attuale rito dell’ospitalità prevede la presenza di gruppi provenienti dalle città con le quali Bertinoro è gemellata che devono essere ospitati dalle famiglie e associazioni della cittadina. La caratteristica di questa manifestazione è che la rievocazione, in particolare il corteo storico, non include personaggi storici realmente esistiti. Quest’ultimi, in particolare Guido del Duca e Arrigo Mainardi, i due personaggi che insieme decisero di erigere la colonna, vengono ricordati durante i discorsi di apertura del rito dell’ospitalità, ma non si ha traccia di loro nel corteo. Nel rito dell’ospitalità, il sindaco, davanti alla colonna, chiama a voce alta gli ospiti che hanno chiesto di partecipare al rito per l’edizione di quell’anno alla colonna. Questi ospiti sono sia ospiti stranieri provenienti, come si è detto, dalle città gemellate, sia dalla platea del pubblico, sia personaggi che si sono proposti per quell’anno e che sono legati al tema specifico scelto per l’edizione—ad esempio, un’edizione era incentrata sull’infanzia, quindi la maggior parte degli ospiti erano bambini provenienti dalle colonie estive.
Ogni ospite chiamato dal sindaco si reca davanti alla colonna dell’ospitalità, ai cui anelli sono state legate tra le trenta e le quaranta buste con all’interno il nome della famiglia, del ristorante o dell’associazione disposta a ospitare a pranzo gli ospiti. Una volta che questi ultimi hanno selezionato una busta, il sindaco legge a voce alta il nome dell’ospitante. L’ospite si allontana quindi con quest’ultimo per pranzare nella sua abitazione privata o nel suo ristorante. Ultimamente, si fa la distinzione tra gli ospitanti che parlano in inglese e chi, invece, non ha le capacità di ospitare stranieri e intrattenere con loro una conversazione. Alcune famiglie o ristoranti possono ricevere più di un ospite, a seconda delle possibilità di ognuno. Quando l’ospitante viene chiamato dal sindaco per ricevere l’ospite e portarlo a pranzo, il sindaco consegna al primo un dono, che consiste nella riproduzione della colonna dell’ospitalità e una stampa con l’immagine scelta per rappresentare il tema dell’edizione corrente della festa.
Il rito viene preceduto da un corteo storico che attraversa la parte più bassa del paese per arrivare in piazza. Bertinoro, infatti, si erge su una collina e comprende anche una parte sviluppatasi ai piedi della stessa. Il corteo in costume storico è teso a rappresentare le famiglie nobili duecentesche coinvolte nella pratica dell’ospitalità. L’arrivo del corteo coincide con l’arrivo di un cavaliere a cavallo, rievocando così il momento in cui il cavaliere lega il suo destriero a uno degli anelli della colonna per poi essere ospitato dalla famiglia nobile abbinata all’anello. Il nobile di turno si stacca dal corteo per allontanarsi con il cavaliere, suo ospite. Prima di giungere in piazza, il corteo sosta davanti al monumento al vignaiolo. Quest’ultimo è stato realizzato nel 1978 (ca) dall’artista locale Bertozzi ed è legato a una cerimonia di battesimo “del vino”, celebrata per un nascituro dei proprietari di un’azienda di vini. Il territorio di Bertinoro è infatti celebre per la produzione di vini locali e la presenza di diverse aziende vinicole con le rispettive vigne. A seguito del battesimo del vino, si è deciso di introdurre una cerimonia di premiazione di nuovi vignaioli, siano essi nuovi imprenditori o figli di vignaioli che fanno il loro debutto in azienda. Il corteo assiste alla premiazione, conferita dal Tribunato dei Vini della Romagna, un’associazione nata negli anni Sessanta a seguito della denominazione doc dei vini prodotti a Bertinoro.
Una volta conclusasi la premiazione, il corteo prosegue fino in piazza. Il giovedì sera, quando comincia la Festa dell’Ospitalità, è dedicato alle famiglie, con giochi espressamente destinati ai bambini. Con la pandemia, a causa delle regole legate agli assembramenti, le gare e giochi per bambini sono stati sostituiti con un festival di film d’animazione. Il venerdì, inizialmente, consisteva in una notte bianca con spettacoli, mentre ora si svolge una cena in piazza per creare un momento di convivialità, allietata da uno spettacolo. Il sabato è generalmente dedicato a iniziative istituzionali, come siglare nuovi patti di gemellaggio con città straniere davanti alla colonna dell’ospitalità, inaugurare nuove associazioni o collaborazioni con altre realtà istituzionali, così come il conferimento di due premi dedicati alla memoria di personaggi storici di Bertinoro. I suddetti premi sono il Premio Novelli, alla memoria dell’attore di Bertinoro, celebre per la sua attività attoriale all’inizio del Novecento, e dedicato al mondo della recitazione e dello spettacolo, e il Premio Gatti, in onore di un personaggio locale mancato nel 2004 e legato al mondo dell’editoria e del giornalismo.
Un esempio di questi momenti istituzionali è costituito dall’inaugurazione, nel 1994, di un centro di alta formazione dell’Università di Bologna a Bertinoro: l’allora rettore dell’università piantò, durante la cerimonia, una pianta in sostituzione di un albero abbattuto da un fulmine che era dedicato a Francesca da Rimini, narrata da Dante nell’Inferno, i cui natali, in realtà, erano in una frazione di Bertinoro, Polenta. Alla sera del sabato, si ha la “cena della vendemmia” in piazza, durante la quale si consumano prodotti del territorio accompagnati da vini locali. La domenica mattina, come si è già menzionato, è dedicata al rito dell’ospitalità, preceduto a sua volta dal corteo storico. Una volta conclusosi il rito dell’ospitalità, intorno a mezzogiorno o l’una del pomeriggio, le attività festive riprendono a partire dalle 16.30, per consentire i pranzi tra ospiti e ospitanti. Si hanno spettacoli di intrattenimento che variano di anno in anno per poi concludersi con un concerto musicale e i fuochi d’artificio conclusivi.
Protagonisti
Comune di Bertinoro (ente promotore dell’evento, organizzatore dell'evento)
Comitato della Festa dell'Ospitalità (direttore artistico della rievocazione, organizzatore dell'evento)
Localizzazione
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