La rievocazione storica
La Cavalcata di Sant’Anna si svolge la domenica successiva al 26 luglio, all’interno delle celebrazioni della festa in onore della santa, richiamando un antico rito civile attestato già dal XVI secolo e legato alla Fiera di Sant’Anna (evento di grande importanza commerciale e politica di quei secoli). Attualmente organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Pro Loco Sanmanghese, si compone di un corteo a cavallo in cui i cavalieri, in abiti storici, sfilano per le vie del paese distribuendo confetti ai cittadini. Il corteo raggiunge il suo culmine nella Chiesa di Sant’Anna, situata a circa 2 km dal centro cittadino, dove i cavalieri, sempre a cavallo, entrano al suo interno continuando a distribuire i confetti ai visitatori presenti. Legato all’evento vi è il culto secondo cui l’assunzione dei confetti benedetti porterebbe fertilità e benefici alle donne in gravidanza (Iannino 2011).
I preparativi dell’evento iniziano a intensificarsi per tutto il mese di luglio: la lista definitiva dei cavalieri, la scelta dei cavalli, l’acquisto dei confetti, la preparazione delle bomboniere, l’organizzazione logistica dell’evento e l’invito per sbandieratori, trombonieri, gruppi di danze tradizionali.
L’evento si svolge la prima domenica dopo il 26 luglio (giorno in cui si è svolto l’evento fino ai primi anni Duemila). Fin dalle prime luci dell’alba iniziano ad arrivare i cavalieri con i cavalli e i loro gruppi, poi a seguire gli spettatori e i gruppi esterni invitati a prendere parte (come sbandieratori, associazioni di musica popolare e di revival storico). I Cavalieri che partecipano all’evento sono di un numero variabile che si attesta intorno alla dozzina (si sono registrati anni con sedici elementi e si cerca di non scendere mai sotto ai dieci). Ciascuno di loro è assistito per l’evento da un gruppo di circa dieci persone, che lo aiutano nell’approvvigionamento dei confetti e delle bomboniere trasportati con delle auto pick-up (insieme ad altro materiale come cibo e bevande) che seguono a distanza il corteo. I gruppi “di assistenza” sono spesso composti da ragazze e ragazzi giovani, tra loro parenti, amici o conoscenti, che prestano aiuto volontario al cavaliere in cambio di un pranzo “comunitario” che si realizza subito dopo l’evento.
Intorno alle 10 si parte dal piazzale antistante la Casa Comunale seguendo un ordine che prevede il Sindaco, l’unico riconoscibile per la sua carica pubblica in quanto veste la fascia tricolore, e i restanti in un ordine non definito. Dopo una prima sosta della durata di circa 20 minuti per permettere l’esibizione dei gruppi esterni, si procede, senza lanciare ancora confetti, in direzione della Chiesa di San Vincenzo, anche detta del Cemeterio (in quanto in passato vi si raccoglievano le ossa dei defunti). Di fronte alla Chiesa sono stati eretti il monumento dedicato ai Caduti e quello alle Vittime del terremoto dell’Irpinia del 1980, dunque la tappa in questo punto assume un valore fortemente memoriale. I cavalli fanno tre giri intorno alla Chiesa mentre i cavalieri iniziano finalmente a lanciare confetti e bomboniere alla folla che li raccoglie al volo o da terra. Compiuti i tre giri si prosegue per le vie del paese, coi cavalli che procedono molto lentamente per permettere ai cavalieri di lanciare manciate di confetti alle persone che attendono in strada, sull’uscio delle case o affacciate dai balconi. Durante questa fase di distribuzione dei confetti gli assistenti assistono il cavaliere nel rifornire costantemente i foulard pieni di confetti. È importate che al cavaliere non manchino mai i confetti da lanciare ai cittadini in attesa, soprattutto i membri apicali dell’amministrazione (il sindaco, gli assessori) in quanto questo potrebbe essere visto come una grave mancanza di rispetto, come riportano fonti locali e in particolare il presidente della Pro Loco Fiorenzo Iannino. Per questo motivo i cavalieri prestano molta attenzione durante la distribuzione dei confetti, rallentando il passo del cavallo quanto più possibile per permettere gli approvvigionamenti dei confetti e la loro capillare distribuzione alla folla e ai cittadini che attendono sugli usci delle case.
Una volta compiuto il giro del paese, il gruppo muove verso la Chiesa di Sant’Anna, attraverso una strada provinciale che costeggia il cimitero e arriva al Ponte di Annibale (detto anche Ponte Romano o Ponte del Diavolo) per via della leggenda che accosterebbe la sua costruzione al generale punico che mosse guerra contro Roma. Qui il corteo fa una sosta per far abbeverare i cavalli e per lanciare simbolicamente confetti verso il ponte. Nel frattempo, all’interno della chiesa, già gremita di visitatori, vengono messe in scena musiche e danze della tradizione.
All’arrivo del corteo in chiesa, intorno alle 12, avviene uno dei momenti più intensi dell’evento: divisi in due gruppi, i cavalieri entrano a cavallo da uno dei due ingressi e compiono un giro all’interno delle navate laterali e del coro, sostando un momento davanti all’altare e uscendo dall’altra porta, mentre distribuiscono ai visitatori quante più bomboniere possibile. Le persone accorse si dispongono ovunque ci sia un po’ di spazio, stringendosi per permettere ai cavalli un passaggio sicuro. Fondamentale per tutto il percorso, ma in particolare in questo momento, è la presenza di un assistente che accompagna il cavaliere tranquillizzando costantemente il cavallo e dettando i tempi di marcia. Come nella Chiesa di San Vincenzo, anche qui ciascun gruppo compie tre giri, entrando e uscendo ogni volta. Nella parte esterna i cavalli devono percorrere un piccolo tratto in salita che li porta nel retro dell’edificio per poi far ritorno all’ingresso attraverso una strada più dolce.
L’evento si conclude con il “pranzo rituale” che ciascun cavaliere offre agli amici e al suo gruppo di assistenti: può avvenire in un ristorante o in una casa di campagna di proprietà di un membro del gruppo.
Area Geografica
San Mango sul Calore è un comune di circa mille abitanti situato nell’area dell’Alta Valle del Calore, che prende il nome dall’omonimo fiume affluente del Volturno. Dal punto di vista geografico l’area è prevalentemente collinare e ricca di vegetazione. Fino alla prima metà del Novecento l’agricoltura, come testimoniano alcuni resti dei molti mulini antichi che caratterizzavano il paesaggio agrario fino alla meccanizzazione. Ora il settore primario continua ad avere la sua rilevanza, come testimoniano le importanti produzioni locali di olio e vino (quest’ultimo rappresenta un’eccellenza nazionale attraverso i vitigni di Taurasi e di Fiano bianco, riconosciuto a marchio DOCG), affiancato dal secondario in quanto nell’area sono presenti alcune industrie.
Un’altra produzione tipica è quella dei “fichi di San Mango” (anche detti Fioroni), antica varietà autoctona che matura tra fine giugno e inizio luglio, a cui è dedicata una sagra che si svolge solitamente la settimana precedente alla Cavalcata.
Dal punto di vista demografico, San Mango sul Calore ha visto una severa decrescita a partire dagli anni Cinquanta, complice la forte emigrazione verso l’estero, proseguita anche dopo il grave sisma che colpì l’Irpinia il 23 novembre 1980 e che a San Mango provocò 65 morti, 173 feriti e 713 senzatetto (fonte: wikipedia.org). Dal 1951 al 2011 la popolazione residente è diminuita di circa 1.700 abitanti, pari a circa il 40% del totale (fonte: ISTAT).
Descrizione del percorso
Il corteo parte dalla sede del Comune, in via Cesare Battisti, per dirigersi alla Chiesa di San Vincenzo (anche detta del Cemeterio) nel quartiere Torre, passando per Via Armando Diaz e SP 39. Dopo aver compiuto tre giri attorno alla Chiesa, il corteo ritorna al Comune e quindi sale lungo Via Terrate per arrivare nel punto più alto del paese, scendendo poi per Via Vittorio Veneto. Da qui si esce dal centro abitato, si costeggia il Cimitero e si prosegue sulla SP39 in direzione Ponte di Annibale, dove avviene una sosta, per poi proseguire e concludere il percorso nella Chiesa di Sant’Anna.
Notizie storico-critiche
La Cavalcata di Sant’Anna è la rievocazione storica di un evento che si realizzava probabilmente già nel XVI secolo. Le fonti a riguardo rinvenute non sono molte, riscoperte e raccolte da Fiorenzo Iannino, insegnante, presidente della Pro Logo Sanmanghese storico locale. Le informazioni presenti in questa sezione fanno ampio riferimento alle sue ricerche e ai colloqui intercorsi con il ricercatore.
A quel tempo si svolgeva la Fiera di Sant’Anna, della durata di tre giorni, lungo la Strada Regia di Melfi che costeggia la Chiesa di Sant’Anna (la cui costruzione è fatta risalire al XIII secolo). Era una fiera molto importante non solo dal punto di vista commerciale ma anche sul piano politico: durante il suo svolgimento il feudatario locale consegnava pieni poteri politici al sindaco del borgo, che per l’occasione diventava “maestro di festa”, liberando dunque la comunità dai vincoli feudali (De Blasi 2007). La fiera era aperta da un solenne corteo che da quel momento nel corso dei secoli è sopravvissuto, pur perdendo l’originale senso relativo al contesto feudale. In tempi più recenti, una fonte anonima sulle colonne de “La provincia” attestava la Cavalcata come «tradizionale» già nel 1903, citando anche il lancio dei confetti (Iannino 2011). Secondo Iannino (fonte orale) non è chiaro quando i confetti siano entrati nell’evento: questo ha fatto “proliferare” diverse leggende poco verosimili dal punto di vista storico: una di queste ricondurrebbe tale pratica a una guerra feudale tra signori di San Mango e signori di Taurasi, che ha visto vide la prima fazione vittoriosa. I perdenti, in segno di sottomissione, ogni anno consegnavano dei confetti nel giorno di Sant’Anna. La seconda leggenda racconta che un cavaliere che non poteva avere figli fece un voto alla Santa e, quando li ha avuti, come omaggio le offrì ogni anno dei confetti. Un’altra ipotesi è che ad essere lanciate inizialmente fossero delle monete.
L’evento è proseguito anche dopo la fine della fiera, che si svolse fino al periodo fascista. Gli anni in cui non è stato realizzato, secondo fonti locali, sarebbero quelli che hanno interessato le due Guerre mondiali e il biennio 2020-2021 causa Covid-19.
Fino ai primi anni Duemila la Cavalcata si svolgeva il 26 luglio; in questi anni nasce l’esigenza, a causa di radicali cambiamenti socioeconomici, di spostarla in un giorno non lavorativo e dal 2006, non senza critiche da una parte di alcuni membri della comunità locale, si è deciso di effettuare l’evento la domenica successiva al 26.
Bibliografia
Fiorenzo Iannino, "La Cavalcata di Sant'Anna espressione autentica del folklore irpino", San Mango sul Calore, Pro Loco Sanmanghese, 2011.
Luigi De Blasi, "San Mango sul Calore. Il feudo, le chiese, le attività, il linguaggio", San Mango sul Calore, Pro Loco Sanmanghese, 2007.
Oggetti significativi
I beni materiali collegati con l’evento riguardano principalmente i confetti lanciati dai cavalieri. Questi, infatti, vengono
acquistati da ciascuno di loro, facendo scattare una piccola competizione a chi acquista il quantitativo maggiore (decine
di chili per cavaliere). La tipologia è quella classica, alla mandorla, e da qualche anno l’Amministrazione comunale data
la quantità organizza e coordina l’acquisto totale (che è comunque a carico dei cavalieri) presso aziende dolciarie
campane.
Collegata ad essi c’è la realizzazione delle “bomboniere”: sacchetti di veli di tulle che racchiudono cinque confetti e un
bigliettino in cui compare il nome del cavaliere, che vengono lanciati o offerti al pari dei confetti singoli. La realizzazione
delle bomboniere è una pratica che avviene da molti anni e rappresenta un momento di grande aggregazione per la
comunità: esse sono realizzate dalla parte femminile delle famiglie (prevalentemente di età adulta) che sceglie di
partecipare all’evento contribuendo alla loro realizzazione. Una signora anziana, che durante lo svolgimento dell’evento
aspettava il passaggio dei cavalieri, ha riferito al ricercatore come in passato le signore del posto nelle settimane
precedenti si radunassero in casa per confezionarle. Nel 2022 l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco Sanmanghese hanno organizzato una “serata di comunità” in piazza in cui le persone, prevalentemente di sesso femminile, hanno potuto realizzare le bomboniere insieme, raccontandosi aneddoti passati.
Un altro elemento riferibile ai beni materiali collegati all’evento è rappresentato dai costumi: prevalentemente
provenienti dalla raccolta appartenente al Comune (composto da circa venti pezzi), talvolta possono essere noleggiati
per l’occasione o realizzati privatamente dai cavalieri. Essi sono stati introdotti nella Cavalcata intorno agli anni Novanta
per dare più rilevanza al carattere storico della rievocazione. Prima di questo periodo i cavalieri erano liberi di vestirsi
secondo canoni più vicini ai costumi contadini tardo novecenteschi. Si è deciso di adottare lo stile della gentildonna e del gentiluomo di campagna del periodo tra il XVII e il XVII secolo. I costumi durante l’anno vengono conservati in Comune. L’Amministrazione ha nei progetti futuri quello di realizzare una sala espositiva dedicata alla Cavalcata dove mostrarli al pubblico insieme ad altri cimeli e documenti relativi all’evento.
Un altro bene materiale è il “foulard”, ovvero il sacco da cui i cavalieri lanciano i confetti. Solitamente sono delle sacche
di cotone che si portano sulla spalla e possono essere a tinta unita o a fantasia. Ogni cavaliere ha a disposizione più
foulard che gli vengono consegnati pieni di confetti dagli assistenti durante il corteo in cambio di quello appena svuotato.
Aspetti immateriali
Il rito del lancio dei confetti è localmente collegato al culto di Sant’Anna, venerata come patrona anche delle partorienti:
«I confetti, associati al culto della santa, sono considerati apportatori di fertilità e miracolosi per la salute delle donne:
per questo, durante la manifestazione non è infrequente incontrare donne incinte, pronte a raccoglierli a terra (quelli
rotti sarebbero i più prodigiosi) e a mangiarli dopo aver sostato in preghiera nell’antica chiesa» (Iannino 2011). Durante
l’evento può capitare che donne incinte o con problemi di fertilità raccolgano i confetti e li mangino per ricevere grazia
e protezione. Questa forma devozionale risulta piuttosto suggestiva ed è sovente sottolineata nelle cronache delle
testate giornalistiche locali. Fonti del posto, con le quali il ricercatore è entrato in contatto durante la ricerca, hanno
riferito di donne incinte che negli anni passati hanno portato a termine una gravidanza particolarmente complessa o di
coppie che hanno superato problemi di fertilità dopo aver partecipato alla Cavalcata ed aver mangiato i confetti
benedetti.
Criticità
Tra le minacce riscontrate c’è lo spopolamento, che in quest’area ha assunto caratteri piuttosto accentuati a partire dal terremoto del 1980 e che coinvolge prevalentemente i cittadini residenti di giovane età.
Un altro rischio che potrebbe rendere difficile la trasmissione è rappresentato dall’ingente costo che deve sostenere ciascun cavaliere e che riguarda principalmente l’acquisto dei confetti, il noleggio del cavallo e il pranzo finale con tutti i membri del suo gruppo. Si sta dibattendo molto localmente su come abbattere i costi, ad esempio riducendo il quantitativo dei confetti acquistati, al fine di permettere una partecipazione più ampia della popolazione.
Misure di valorizzazione
Una forma di valorizzazione adottata durante l’evento è la presenza di diversi esponenti dell’Amministrazione comunale, oltre al Sindaco, come cavalieri, (nel 2022 sono stati quattro su dieci in totale), nell’ottica di stimolare la partecipazione locale in forma attiva. Anche la stretta collaborazione con la Pro Loco Sanmanghese, non direttamente impegnata nell’organizzazione dell’evento, rappresenta una strategia di valorizzazione in particolare per quanto riguarda le ricerche storiche e antropologiche dell’evento.
Nel 2022 è stato realizzato il progetto “La Cavalcata di Sant’Anna sulla Via dei cinque tratturi”, promosso dall’Amministrazione comunale e finanziato dal POC (Programma Operativo Complementare) di Regione Campania 2014-2020. Il progetto ha coinvolto i comuni di San Mango sul Calore, Candida, San Potito Ultra, Salza Irpina e Parolise, i quali hanno messo in rete feste, riti e manifestazioni enogastronomiche locali con l’intento di rilanciarle dopo le sospensioni dovute al Covid-19.
Misure di salvaguardia
L’Amministrazione comunale nel 2021 ha ottenuto l’iscrizione della Cavalcata di Sant’Anna all’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC). La notizia è stata diffusa con questa nota sulla pagina Facebook dell’Amministrazione: «La Regione Campania, in seguito alla richiesta formalmente avanzata dall'Amministrazione di San Mango sul Calore, ha comunicato l'iscrizione della Cavalcata di Sant'Anna nell'Inventario degli Elementi Culturali Immateriali Campani (IPIC). Un doveroso ringraziamento va alla Pro Loco nella persona del suo presidente prof. Fiorenzo Iannino; ad Enzo Giannitti, per la preziosa collaborazione e per tutto il materiale fotografico messo a disposizione; ai dipendenti comunali, che hanno collaborato fattivamente. Auspichiamo che questo riconoscimento, che premia l'impegno di tutti, possa essere solo l'inizio di successivi e più importanti traguardi per la nostra Comunità».
Protagonisti
La comunità sanmanghese riconosce la Cavalcata come uno degli elementi culturali più importanti, che affonda le origini nei secoli precedenti e che, pur nelle mutazioni occorse, ha dimostrato caratteri di continuità e lunga durata. La partecipazione dei soggetti è alta, sia in modo attivo (come cavaliere, come assistente, come organizzatore, come realizzatore delle bomboniere o del pranzo conclusivo) sia come partecipante durante il corteo e/o all’interno della Chiesa di Sant’Anna. Durante l’evento le associazioni locali si “fondono” con gli esponenti del Comune di San Mango, ente organizzatore, per una partecipazione quasi indistinta e priva di gerarchie. Tra le cariche istituzionali, solo quella del Sindaco è messa in evidenza, essendo lui ogni anno presente al corteo come primo cavaliere, in ordine di percorso e con la fascia tricolore indosso. Chiunque facente parte della comunità può presentarsi come cavaliere. Un esempio di depositario è stato Teodoro Sibilia, deceduto nel 2022 mentre era nell’Amministrazione comunale come vicesindaco, che ha partecipato per decenni alla Cavalcata come cavaliere diventando una figura di riferimento per l’evento. Ampia è la partecipazione di giovani volontari soprattutto come assistenti dei cavalieri. La Pro Loco Sanmanghese, non direttamente impegnata nell’organizzazione, contribuisce attivamente all’evento ma anche nel fornire ricerche storiche sulla sua origine, in particolare nella figura del presidente Fiorenzo Iannino. Il sentimento che permea la comunità durante i preparativi e soprattutto nel giorno della Cavalcata è quello che contraddistingue il dì di festa: cittadini riferiscono che il suono dell’arrivo dei cavalli in paese alle prime luci dell’alba è per loro momento di gioia e felicità per la giornata che li attende.
Di notevole importanza è anche la devozione a Sant’Anna, protettrice delle partorienti, che richiama il giorno della Cavalcata devote e devoti da tutto il circondario: non è raro vedere all’interno della Chiesa donne incinte in attesa di prendere e mangiare i confetti benedetti; più insolito è vedere i cavalieri entrare a cavallo in chiesa con in braccio un neonato come atto di riconoscenza e devozione per il parto andato a buon fine o per chiedere una grazia.
Apprendimento e trasmissione
L’apprendimento dell’evento per molte decine di anni è avvenuto per continuità con il passato, a tal punto che si era persa quasi del tutto la conoscenza dell’origine storica, che è in parte riemersa grazie agli studi e alle ricerche effettuati da studiosi locali in tempi recenti.
La trasmissione avviene all’interno delle famiglie, delle associazioni e dei gruppi informali coinvolti (come, ad esempio, il gruppo che si crea attorno a un cavaliere). Si partecipa fin da bambini, prima come un gioco e un momento di festa, poi crescendo si diventa partecipanti più attivi fino a ricoprire, se lo si desidera o se si hanno le possibilità economiche, il ruolo di cavaliere.
San Mango ha subito a partire dalla metà del secolo scorso un forte calo demografico che sta mettendo a dura prova il mantenimento di pratiche sociali tradizionali. La Cavalcata però riesce a resistere: dai colloqui con gli attori locali è emerso che tanto più la popolazione decresce tanto più chi resta si “aggrappa” all’evento come tratto identitario distintivo, da cui è scaturita, a partire dagli anni Duemila, una piccola rinascita della Cavalcata in termini di partecipazione comunitaria.
Metodo Ricerca
La scheda è stata compilata attraverso una ricerca sul campo svolta dal 29 al 30 luglio 2022 e attraverso precedenti e
successivi contatti telefonici con i membri dell’Associazione. Durante il lavoro di ricerca sul campo l’Associazione ha
messo il Ricercatore nella piena disponibilità di effettuare sopralluoghi, interviste, osservazioni dei preparativi, dei
momenti informali e delle iniziative collaterali. La documentazione consiste in registrazioni audio, riprese video,
fotografie, trascrizione di appunti degli incontri emersi. I membri dell’Associazione, in forma congiunta o alternandosi,
hanno seguito il Ricercatore in tutte le fasi di reperimento dei dati.
Organizzatori
Comune di San Mango Sul Calore (ente organizzatore)
Iannino Fiorenzo (autore di saggi dedicati alla storia dell’Irpinia)
Guarente Katia (assessora alla Cultura di San Mango e vicesindaca)
Localizzazione
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