La rievocazione storica
Il “Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio” è un evento che si svolge dal 1976 nell’omonima frazione di Caserta, nato da un’idea dell’allora parroco della Chiesa di San Ferdinando Re don Battista Marello, con l’appoggio della comunità giovanile che allora frequentava l’ambiente parrocchiale. L’evento è organizzato dall’Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio ed è correlato con la festa patronale dedicata a Maria Santissima delle Grazie, che si festeggia il 2 luglio (di cui il Corteo è una parte importante della programmazione) e alla Sagra delle Pallottole. Questi tre momenti, seppur divisi e distinti, sono organizzati da un gruppo contiguo di persone (formalmente membri di una o di entrambi tra l’Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio e la Pro Loco San Leucio e/o riconducibili alla Parrocchia della Chiesa di San Ferdinando Re) e si realizzano in tre settimane consecutive: la Processione della Maria Santissima delle Grazie viene svolta il primo luglio, il Corteo Storico la domenica precedente e la Sagra il fine settimana precedente ancora.
Per quanto riguarda il Corteo, intorno alle 17 si comincia con “Aspettando il Corteo”, nome come coi sono raccolte alcune attività che “accolgono e accompagnano” i visitatori e i figuranti che nel frattempo iniziano a confluire: all’inizio della salita verso il Belvedere un banditore, da un balcone di una ex casa operaia, declama alcuni articoli del Codice leuciano e spiega una sintesi della storia di San Leucio. Nel frattempo, in Piazza della Seta e a salire verso il Belvedere, le “Popolane in festa”, ovvero un gruppo di danzatrici dell’Associazione, mettono in scena danze e musiche della tradizione: tammurriate, tarantelle e anche la “danza della coperta”, una tarantella composta appositamente per l’evento dal gruppo musicale De Utopia (formato dal presidente dell’Associazione Donato Scialla, dai suoi due figli Rossella e Carmine e da Ubaldo Tartaglione) in cui le danzatrici fanno volteggiare una coperta di seta sanleuciana. Sul piazzale del Complesso monumentale del Belvedere vengono, infine, suonate musiche del Settecento, prevalentemente Vivaldi e Paisiello.
Durante queste prime ore i figuranti si dispongono secondo uno schieramento piuttosto standardizzato, seppur negli anni ha visto aggiustamenti e migliorie. I personaggi qui elencati, storici o fittizi, che costituiscono il corteo hanno lo scopo di rappresentare la complessità della società civile della Colonia alla fine del XVIII secolo, composta da operaie e operai, famiglie, funzionari, dalla corte reale, dignitari, ecc.
Poco prima dell’inizio il corteo si dispone lungo i lati dell’ampio piazzale del Belvedere dove al centro campeggia la statua di Re Ferdinando IV. La partenza, ovvero l’apertura dei cancelli del piazzale, è preceduta dal rullo dei tamburi e dallo squillo delle trombe. Apre il Gonfalone della Real Colonia seguito da rullanti, trombe e tamburi. Segue il cuscino con le chiavi del borgo tenuto da un giovane paggio e da alcune donzelle. Subito dopo sfilano le tavole dello Statuto di San Leucio (codice di leggi redatto da Antonio Planelli ed entrato in vigore nella Colonia nel 1789; è considerato uno dei vertici del despotismo illuminato del regno di Ferdinando IV di Borbone per l’interpretazione degli ideali di uguaglianza economica e sociale degli abitanti di San Leucio, con particolare attenzione al lavoro e alla condizione femminili), l’architetto Collecini (1723-1804, allievo di Luigi Vanvitelli, seguì il maestro nell’opera di rinnovamento politico e sociale del Regno di Napoli; dopo la morte di Vanvitelli, avvenuta nel 1773, ereditò diversi suoi progetti tra cui il prosieguo della Real Colonia di San Leucio), che tiene in mano un grande compasso, con Capomastro e Assistente; segue l’Amministratore della Real Colonia con Dama e Segretario, i “Seniori” (i cinque magistrati del popolo eletti per un anno tramite votazione segreta dei capifamiglia) nel caratteristico abito leuciano maschile, i dipendenti della Fabbrica della Seta con il Direttore e le altre maestranze (dieci o dodici in tutto) che portano grandi drappi di seta pregiata, i contadini (sei) con la Cassa di Carità (istituita dal Codice per i lavoratori «non istato di potersi lucrare il pane») insieme al Fattore e al Cacciatore, Musici e Ballerini, il Parroco con i suoi assistenti, una coppia di Sposi a Pentecoste, gli allievi e le allieve della Scuola Normale (la scuola interna alla Colonia che garantiva ai figli delle famiglie operaie l’istruzione), altri figuranti in abiti leuciani, il Razionale, gli Ambasciatori e infine il Re e la Regina con la corte.
Ciascun gruppo è preceduto da una fanciulla o da un fanciullo in abiti leuciani (l’abito caratteristico del corteo; maggiori informazioni sono presenti nella sezione “Beni materiali collegati” della presente scheda) recante in mano un cartello con il nome del personaggio storico o del gruppo che presenta.
Intorno alle 20.30, mentre si fermano le musiche e le danze, il Corteo muove i suoi primi passi. Due trombe davanti al cancello d’ingresso del Belvedere annunciano l’inizio della sfilata. Dal piazzale il Corteo procede e si ferma davanti alla Chiesa di San Ferdinando Re, dove c’è una scultura nel timpano realizzata da Don Battista Marello. Lì due banditori declamano le “delizie” di Caserta (le migliori architetture cittadine, tra cui la Reggia e la Real Colonia) nell’italiano dell’epoca (prese da un volume di Ferdinando Patturelli del 1826) e Maria Rosaria Iacono, vice presidente dell’Associazione Italia Nostra, racconta i “quadri”, ovvero i gruppi di figuranti all’interno del Corteo, al loro passaggio. Si prosegue lungo Via del Setificio, poi si svolta a sinistra per Via Vaccheria e si scende costeggiando le fino ad arrivare alle due fontane che si trovano in via Antonio Planelli proprio di fronte alla porta di ingresso del Complesso. Qui due pretendenti si sfidano in una serenata a botta e risposta, con musiche di Alberto Negro, chiedendo la mano dell’amata che si trova sul balcone.
Successivamente si procede a uno dei momenti più solenni del Corteo, l’apertura dei cancelli della Colonia per permettere l’entrata ai “forestieri”: la scena si svolge a circa venti metri dalla porta, dove l’Amministratore chiama uno dei cinque Seniori e gli consegna la pergamena della Colonia con il seguente testo che viene letto da due banditori posizionati sui balconi delle case dei due quartieri “gemelli” San Carlo e San Ferdinando: “Nella rara cornice di un’architettura neoclassica, San Leucio, per volontà di Ferdinando IV, esperta nell’arte della seta, vede i suoi figli vestire in Corteo damaschi, lampassi e broccati da loro abilmente tessuti. I numerosi turisti accolti con maggiore senso di cordiale ospitalità, i predetti artigiani e gli imprenditori serici radunati in convegno per rievocare il singolare ordinamento sociale della vagheggiata Ferdinandopoli. Si aprono i cancelli, fedeli custodi di leggi illuminate e degli arcani segreti del tessere, mentre il Re si confonde tra la sua gente agli esteri quest’oggi è dato di entrare liberamente nel geloso recinto dei setaioli e sentirsi abitatori della Real Colonia che tutti dicono città ideale”. A questo punto si può procedere all’apertura dei cancelli, eseguita dall’architetto Collecini con la chiave consegnatagli su un cuscino da un paggetto. Durante l’apertura l’orchestra suona l’Inno del Re di Giovanni Paisiello (1787), che è riprodotta in due versioni a seconda delle edizioni: o la versione originale che è solo strumentale, oppure la versione di Riccardo Pazzaglia (storico, scrittore, drammaturgo e attore) che negli anni Cinquanta ha scritto il testo.
A seguire il Corteo scende verso Piazza della Seta e risale fino all’Atrio Inferiore della Parrocchia San Ferdinando, dove alcune giovani contadine ballano la tarantella agitando nell’aria una coperta di seta per comunicare che la raccolta del grano ha dato buoni frutti. Chiude l’evento uno spettacolo che cambia ogni anno (teatrale, musicale o pirotecnico).
Area Geografica
San Leucio è una frazione di Caserta che si trova a nord-ovest del capoluogo, alle spalle della Reggia, e che è nota per ragioni storiche e artistiche. Il nucleo urbano si è sviluppato principalmente intorno al Sito reale (anche detto Colonia o Real Colonia), che insieme alla Reggia e all’Acquedotto Carolino sono stati riconosciuti patrimonio UNESCO nel 1997.
L’impianto urbanistico prevede il Complesso Monumentale in posizione predominante, da cui si scende per le due direttrici principali Via dei Giardini Reali e Via Vaccheria che distinguono anche i due quartieri gemelli San Carlo e San Ferdinando. Le due strade si congiungono per arrivare alla Porta principale del Complesso lungo via Antonio Planelli, da cui scendendo ancora si giunge a Piazza della Seta.
Dal punto di vista geografico San Leucio si trova ai piedi del Monte San Leucio, conosciuto ai tempi degli Osci come Mont’Elce. Il toponimo attuale deriva da una chiesetta, ora in rovina, eretta in onore di San Leucio al tempo in cui questo territorio rientrava nell’Arcidiocesi di Capua. In tempi più recenti, con la chiesa già rudere, c’era l’usanza di effettuare un pellegrinaggio per raccogliere i cocci caduti da gettare sui campi contro la siccità e da mettere sui bronchi come protezione dalla polmonite (secondo fonti orali e in particolare Fabrizio Visconte, vicepresidente dell’Associazione). Il monte durante il periodo di attività della Colonia costituiva la tenuta di caccia reale.
San Leucio confina con la frazione di Vaccheria, da cui dista circa 1,5 km, anch’essa collegata alla colonia di San Leucio e realizzata nel XVII secolo ai piedi del casino di caccia (conosciuto come Casino Vecchio) come luogo di allevamento di vacche sarde e di cani da caccia.
Descrizione del percorso
Si parte dal Belvedere di San Leucio sulla strada di fronte e nel piazzare a fianco della Chiesa di San Ferdinando Re Di San Leucio. Si prosegue lungo Via del Setificio, lasciando la chiesa alle spalle fino ad arrivare a Via Vaccheria, che si percorre tutta fino a Via Antonio Planelli dove, davanti alla porta di ingresso del Complesso, termina il Corteo.
Il percorso del corteo è stato cambiato diverse volte: all’inizio era più lungo e andava ben oltre Piazza della Seta dove tutti i partecipanti si riversano alla fine dell’evento. Questo, a detta degli interlocutori, perché si voleva far consocere l’evento portandolo anche nelle aree periferiche: talmente lungo che «pareva nu sciopero». Col tempo la partecipazione ha avuto un’espansione tale che si è deciso di mantenerlo all’interno del Complesso reale dove il controllo delle strade è più semplice.
Notizie storico-critiche
L’evento nasce nel 1976 da un’idea dell’attuale parroco della comunità di San Leucio Don Battista Marello. Prima ci furono due o tre eventi che possono essere collegati con la sua nascita. Nel 1950 venne realizzata un’importante mostra di sete alla Reggia di Caserta che fece conoscere San Leucio a un pubblico più ampio e avviò una riflessione sulle modalità di valorizzazione dell’industria tessile locale. In quell’occasione venne inoltre costituito un gruppo di poeti napoletani che si riunirono sotto il nome di “Poeti dello Sciaraballo” (dal nome del tipico carro trainato da un cavallo e utilizzato soprattutto dai ceti popolari per arrivare o uscire dalla città) e che studiarono la storia di San Leucio per dedicargli canzoni dialettali, alcune delle quali entrate nella tradizione musicale locale. Nel 1976 ci fu invece un’altra mostra dedicata alla seta ma ad Amalfi, a cui partecipò, in rappresentanza di San Leucio, un primo nucleo embrionale che andrà poi a costituire il Corteo.
Di notevole importanza in quegli anni fu anche l’esempio proposto dal Corteo Storico di Amalfi, che si svolge durante il programma del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare (palio nato nel 1956 e che vede le città di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia sfidarsi annualmente in una regata) e che ha contribuito, come rilevano gli interlocutori locali, a diffondere una certa cultura rievocativa in Campania, fornendo lo spunto per diverse realtà nascenti. Queste iniziative portarono Don Battista Marello a immaginare un momento rievocativo che celebrasse il valore storico di San Leucio ma che potesse anche prendere forza all’interno del gruppo di giovani e non, all’epoca composto da circa una quarantina di elementi, che orbitava attorno alla parrocchia e che già aiutava Don Battista Marello in alcune attività di tutela e valorizzazione autorganizzate del Complesso del Belvedere. La prima edizione si svolse «quasi per gioco» con un numero molto limitato di figuranti (circa sei). Donato Scialla, tra i partecipanti di questa fase aurorale, ricorda come il camminare per le vie di San Leucio con gli abiti di seta tradizionali suscitò curiosità e ammirazione. Dopo questa prima fase l’evento acquisì sempre più importanza e partecipazione: nel 1980 fu realizzato un filmato per una tv tedesca. Nel 1981 la Rai, con la regia di Alda D’Eusanio, realizzò un documentario di circa 30 minuti ancora visibile sulla pagina Youtube dell’Associazione.
Agli inizi degli anni Ottanta il gruppo decise di creare l’associazione “Centro delle Tradizioni e Cultura Leuciana” per poi ricostituirsi attorno al Comitato Festività San Leucio, che si occupava anche dell’organizzazione della processione dedicata a Maria Santissima delle Grazie. Nel 2010 si è scelto di costituire una nuova associazione chiamata “Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio” che è tutt’ora l’ente organizzatore dell’evento.
L’evento rievoca il periodo di maggior splendore della Colonia di San Leucio istituita da Re Ferdinando, in particolare nel periodo che va dal 1789 al 1805. La Colonia nasce, infatti, a causa di un evento tragico: suo figlio Carlo Tito all’età di soli tre anni muore di vaiolo nel casino di caccia che il re si era fatto costruire nei pressi di Vaccheria, area limitrofa a San Leucio. Il Re decide quindi di spostarsi e di costruire un’ulteriore dimora che però fungesse anche da opificio di produzione della seta. Fece dunque arrivare delle imprese dal settentrione e, col rapido crescere della colonia, costruì le abitazioni per i lavoratori e istituì una serie di servizi tra cui una scuola per i bambini, una parrocchia, un monte dei pegni. L’elemento principale attorno cui ruota l’evento è il Codice Leuciano: una raccolta di leggi promulgata nel 1789 e voluta fortemente dalla regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e da re Ferdinando IV di Borbone. Questo statuto è ritenuto piuttosto avanzato rispetto ai codici dell’epoca su molti fronti: l’uguaglianza di genere, l’assistenza sociale, il diritto alla casa e all’istruzione, il lavoro e l’assistenza sanitaria.
Bibliografia
Ommeniello Anna - Visconte Fabrizio, 2021, E fu così che una casa cominciò a parlare, Voci operaie 1950-2018, Nocera Superiore, 2021.
Silvio Lugnano (a cura di), "Il Codice delle Leggi Leuciane. Origine della Popolazione di S. Leucio di Ferdinando IV", Caserta, Saletta dell'Uva, 2006.
Oggetti significativi
Abiti: l’Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio possiede circa duecento abiti distinti tra le varie figure che vengono rievocate. Sono abiti realizzati nel tempo e appartengono ai rievocatori, realizzati sulle indicazioni dei membri associativi esperti negli indumenti del periodo rievocato. L’Associazione, nel solco di riportare alla memoria
fedelmente il periodo e i fatti rievocati, pone grande importanza agli abiti e alla vestizione, così come, a detta di alcuni
membri, faceva Ferdinando IV. Tra tutti spicca per importanza l’Abito leuciano, specifico della Colonia e realizzato coi suggerimenti dello stesso Ferdinando IV. Un’altra caratteristica di questo abito è che era piuttosto simile tra uomo e donna, a sottolineare l’uguaglianza di genere promossa dall’”esperimento” di San Leucio e del suo Codice: per entrambi vi è la caratteristica giacca verde oliva e il panciotto, con la donna che indossa sotto una gonna e un cappello a falda larga con due piume. L’uomo invece porta dei pantaloni bianchi e un cappello più piccolo con una sola piuma. Entrambi i copricapi riportano la “F” del re Ferdinando. Il vestito è stato realizzato dall’Associazione, in un primo momento facendo riferimento all’unica descrizione fino ad allora pervenuta ad opera del sacerdote Pietro D’Onofri, databile 1789. Successivamente, dopo alcuni studi e ricerche effettuati da alcuni membri, è emerso da alcuni cimeli di famiglia di un associato un medaglione risalente al XIX secolo dove viene raffigurato un uomo con indosso l’abito leuciano. Quest’immagine ha permesso di ricostruire in maniera realistica l’abito, anche grazie alla collaborazione con la stilista locale Patrizia Ragozzino che ha realizzato i bozzetti. I nuovi abiti sono stati mostrati pubblicamente nel 2018 con una conferenza in cui erano presenti, oltre ai rappresentanti dell’associazione, il sindaco e il vicesindaco del Comune di Caserta, i rappresentanti dell’Associazione. Gonfalone: si porta in apertura del Corteo e rappresenta lo stemma del Regno delle Due Sicilie con la scritta “REAL COLONIA DI SAN LEUCIO” e la data 1789.
Quadro del Codice Leuciano: è un’opera in cui è rappresentata pittoricamente la prima pagina dello statuto e lo stemma
del Regno delle Due Sicilie, il cui bozzetto è stato realizzato da Don Battista Marello.
Stemmi: sono gli stemmi dei quartieri storici così come li aveva divisi Ferdinando: San Silvestro; San Ferdinando; Piazza Trattoria; Piazza della Seta; San Carlo; Belvedere. Nel 2010 è stato realizzato un restyling degli stemmi a cura di Don Battista Marello.
Aspetti immateriali
Tessitura: nonostante la grande produzione della seta leuciana sia oggi pressoché scomparsa, esistono ancora dei piccoli laboratori artigiani che producono stoffe e abiti di seta e che sono strettamente correlati al Corteo Storico. Sono
laboratori familiari dove si usano tecniche tradizionali legate a strumenti di lavoro antichi. Nel suo laboratorio (“Il
tessitore”) Antonio Ragozzino lavora da molti anni e utilizza anche un telaio la cui componente più antica risale agli anni
tra il XVIII e il XIX secolo, con la parte “jacquard”. Utilizza tessuti locali per realizzare prevalentemente oggettistica,
bomboniere, cravatte, papillon, borse. Laboratori come il suo contribuiscono significativamente alla realizzazione o alle
modifiche dei costumi e degli ornamenti del Corteo. Soprattutto nei giorni o nelle ore immediatamente precedenti,
quando c’è da fare rapidi aggiustamenti, o da trovare quella stoffa specifica o quell’accessorio introvabile altrove.
Angelo, il padre di Antonio, per primo ha aperto il laboratorio: nonostante l’età è ancora oggi un partecipante del Corteo
in cui veste i panni del Direttore della fabbrica. Dopo l’Unità d’Italia, con la dismissione della Real Colonia, diverse famiglie di San Leucio hanno proseguito il lavoro della seta (tra le varie si segnalano: Alois, De Negri, Cicala, Bologna). Mentre diversi operai e operaie nei primi anni del Novecento hanno scelto di emigrare negli Stati Uniti per lavorare nell’industria tessile (molti sanleuciani si sono trasferiti a Paterson nel New Jersey dove è stato attivo un importante distretto industriale della seta). A San Leucio attualmente è presente un consorzio di produttori.
Sagra delle Pallottole: La “Pallottola” è una pietanza tipica (definita tale dagli attori) di San Leucio proveniente dalla
“cucina popolare”, realizzata con patate, uova, basilico e pecorino romano (in alcune varianti anche mortadella). Questa
ricetta, secondo le testimonianze orali tramandate a San Leucio e raccolte dai membri dell’associazione («ci siamo fidati
dei racconti delle nostre nonne» ha riferito la consigliera Anna Ommeniello), pare sia stata per la prima volta nel 1805
in occasione dell’inaugurazione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Vaccheria (alcune fonti sempre orali affermano che fosse già precedentemente in uso presso le massaie del posto). La Sagra delle Pallottole invece è nata nello stesso periodo del Corteo; inizialmente veniva fatta cadere in concomitanza della festa patronale o della Festa dell’Unità, ora invece si svolge solitamente una settimana prima del Corteo ed è organizzata da gran parte dei membri
dell’Associazione. La pallottola, affermano i membri dell’associazione, ha un forte legame con l’evento in quanto è
diventata popolare proprio durante il periodo della Real Colonia, sempre secondo le fonti orali tramandate. Durante la
sagra alcune socie indossano gli abiti da massaia per promuovere il corteo; c’è la volontà, da parte del consiglio direttivo, di dare più spazio alle pallottole nelle venture edizioni dell’evento, forse aggiungendo un “quadro” rievocativo a loro dedicato oppure inserendo un esplicito richiamo all’interno di quello in cui compaiono massaie e contadini. Attualmente Cira Natale, membro dell’associazione, sta documentando le ricette leuciane a partire da testimonianze orali e fonti scritte.
Criticità
Le difficoltà relative al Corteo riguardano innanzitutto la sua organizzazione, in cui l’Associazione investe molte energie: coordinare 150-200 figuranti, controllare con rigore vestiari e programma, affrontare problemi legati agli eventi in spazi pubblici. La risoluzione di tali problemi è possibile grazie all’esperienza acquisita dai membri negli anni passati, che permette di stilare un calendario di appuntamenti e scadenze annuali ormai piuttosto consolidato, ma anche grazie alla rete informale che, secondo i membri con cui il ricercatore è venuto in contatto, risulta decisiva per risolvere problematiche ricorrenti o inedite.
Un altro elemento di minaccia è il ricambio generazionale che stenta a compiersi: le persone attivamente interessate nell’organizzazione e nella promozione dell’evento sono le stesse che, in età giovanile, sono state direttamente o in un secondo momento coinvolte da Don Battista Marello, in un periodo storico come quello degli anni Settanta e Ottanta in cui sono occorsi profondi cambiamenti sociali e culturali che hanno investito il mondo giovanile. Attualmente è più difficile attivare tale coinvolgimento, a causa di diverse e complesse motivazioni che i membri tentano di affrontare: la ritrosia dei giovani del posto nei confronti di iniziative culturali considerate poco attuali come il Corteo, le articolate dinamiche relative alla tutela e alla valorizzazione di un complesso monumentale sito Unesco come il Belvedere, la posizione periferica della frazione di San Leucio rispetto al centro cittadino di Caserta, lo spostamento di molti giovani in aree considerate più appetibili sotto il fronte culturale e professionale.
Misure di valorizzazione
Tra le misure di valorizzazione vi è quella di mettere in sinergia l’operato dell’Associazione con quello della Pro Loco San Leucio, che attualmente sono in profondi rapporti di collaborazione quasi a costituire, nelle azioni pratiche, un’entità associativa unica.
A partire dall’istituzione del Museo della Seta e della Casa del Tessitore, l’Associazione si è messa a disposizione delle amministrazioni comunali e della direzione del Complesso monumentale per fornire assistenza e supporto alle visite.
Altri elementi di salvaguardia mirano alla realizzazione di reti, formali o meno, col fine di stabilire rapporti di collaborazione. Tra questi si segnalano alcuni gemellaggi che l’Associazione negli anni ha promosso con altre organizzazioni, vicine e lontane, di rievocazioni storiche, con lo scopo anche di fornire o richiedere consulenze di carattere tecnico e organizzativo. Ne è un esempio il rapporto instaurato con l’associazione Arteca di Alberobello, dove nel 2018 alcuni membri sono stati invitati per assistere alla rievocazione Arboris Belli. Lo stesso ha fatto Arteca, partecipando al Corteo di San Leucio in veste formale. Un altro gemellaggio è stato realizzato con la Pro Loco di Airola (BN) che dal 2021 rievoca il titolo di città regia. Airola è anche il luogo dove ha inizio l’Acquedotto carolino ed è proprio il legame con l’acqua che ha posto le basi del gemellaggio. L’Associazione ha presieduto la prima edizione della rievocazione fornendo suggerimenti e consulenze. Un terzo forte rapporto è con l’associazione rievocativa “Milites Luci - Imago Historiae” di Potenza, i cui membri partecipano all’evento da circa vent’anni vestendo le divise di militi dell’esercito borbonico. Si segnalano anche rapporti con la città di Gaeta e la vicina frazione di Vaccheria, che realizza la rievocazione “Arti e Mestieri” legata sempre alla seta ma con un taglio più domestico, legato alle produzioni familiari.
Un’altra misura di salvaguardia è la il tentativo dell’associazione di non realizzare mai un evento identico all’anno precedente ma apportare, ad ogni edizione, miglioramenti e aggiunte per mantenere viva l’attenzione e l’attesa dei partecipanti. Le modifiche possono essere relative agli abiti e ai quadri rievocativi, con l’aggiunta di nuovi nel corso degli anni, alle scenografie, agli accessori (fino al tipo di scarpa o ai fermagli per capelli), alle musiche suonate e scritte per l’evento, agli eventi di chiusura, agli ospiti invitati.
Misure di salvaguardia
L’evento è patrocinato ogni anno dal Comune di Caserta. In passato ha ricevuto patrocini e contributi delle amministrazioni provinciali e regionali. Si sostiene grazie all’autofinanziamento (derivante dagli eventi annuali e in buona parte dalla Sagra delle Pallottole) e degli sponsor privati che sostengono l’iniziativa.
Protagonisti
La comunità intorno all’evento è composta prevalentemente dal gruppo che costituisce l’Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio, la Pro Loco San Leucio, alcuni membri interni alla Parrocchia della Chiesa di San Ferdinando Re, compreso il parroco Don Battista Marello, e i cittadini della frazione di San Leucio. Questo milieu riconosce l’evento come uno dei più importanti per la comunità leuciana, che partecipa all’evento sia vestendosi sia assistendo. Fonti interne all’associazione riferiscono che alcuni anni si è arrivati alle trecento e oltre richieste di partecipazione attiva. L’atmosfera che si respira nei giorni precedenti a San Leucio è di attesa e curiosità. Il giorno dell’evento molti partecipanti scelgono di non andare a lavoro, nonostante si inizi verso sera, in quanto per loro è un giorno di festa da dicare all’evento: si presta particolare attenzione alla vestizione e allo sfoggio dell’abito in piazza e per e per le vie, dove ci si incontra ben prima dell’inizio per parlare con amici e conoscenti, scambiarsi congratulazioni e fotografie, partecipare attivamente al clima di festa. I sanleuciani sono piuttosto orgogliosi dell’evento per il suo valore storico e artistico, anche grazie al lavoro di cesello che è stato fatto sugli abiti, sulle scenografie, perfino sul portamento dei figuranti durante il corteo. Ne apprezzano la capacità di mostrare gli antichi fasti del periodo borbonico e anche il carattere divulgativo, per le presenti e future generazioni, della storia locale. Man mano che ci avvicina alla partenza la tensione sale, con le musiche che provengono da varie parti e i figuranti che iniziano a convergere verso il piazzale di Ferdinando IV. Tensione che poi si scioglie al momento del via, con i cancelli che si aprono allo squillo delle trombe.
L’Associazione Corteo Storico è formalmente l’associazione di riferimento dell’evento ed è composta da circa quaranta soci, di cui la metà attivi. Si compone di un Presidente (Donato Scialla), di un Vicepresidente (Fabrizio Visconte), di un tesoriere/segretario (Anna Ommeniello) di sette Consiglieri. La maggior parte dei soci attivi sono donne e uomini di un’età che va dai quaranta a sessant’anni, che hanno partecipato alle fasi aurorali dell’evento o sono subentrati poco dopo. La partecipazione giovanile alle attività è attualmente meno marcata e si compone in prevalenza di familiari dei soci attivi, che partecipano all’evento nei momenti clou e grazie all’elemento musicale, sia come fruitori che come musicisti/e danzatrici. All’interno del Consiglio Direttivo ciascun membro ha acquisito competenze per un determinato aspetto relativo all’evento, diventandone il “supervisore”. Solo per citarne alcuni: il presidente Donato Scialla è colui che si occupa della parte musicale, dapprima imparando le musiche originali del periodo rievocato, per arrivare, negli ultimi lustri, alla scrittura di musiche originali dedicate all’evento. Anna Ommeniello e Marta Campanile provvedono alla disposizione del corteo, alla cura degli abiti, all’attenzione capillare di ogni dettaglio e accessorio indossati dai rievocatori durante l’evento. Fabrizio Visconte ha competenze un po’ su tutto, dalle fasi organizzative agli aspetti burocratici, ai rapporti con altri soggetti. Ommeniello e Visconte si occupano anche delle iniziative didattiche e delle visite guidate al sito Unesco.
L’APS Pro Loco Real Sito San Leucio è composta anch’essa da circa quaranta soci (diversi membri aderiscono a entrambe le associazioni) e fornisce prevalentemente assistenza tecnica e logistica all’organizzazione dell’evento.
Apprendimento e trasmissione
La maggior parte dei membri dell’attuale Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio organizzano il Corteo dal 1976, seppur in diverse forme associative (vedi campo “Notizie Storico-Critiche”). L’Associazione costituisce la memoria storica vivente e si occupa della trasmissione dell’evento alle nuove generazioni attraverso diverse azioni e strategie.
In una prima fase l’impulso all’apprendimento è stato dato da don Battista Marello che ha coinvolto la comunità giovanile leuciana, fino a quel momento poco presente all’interno delle attività parrocchiali, nella riscoperta della storia e delle memorie locali attraverso iniziative che fossero al contempo ludiche e culturali. Don Battista Marello fin dall’inizio del suo sacerdozio perseguì un’attività di conoscenza del lavoro della seta e dei manufatti intervistando anziani, recuperando oggetti, acquisendo memorie orali. Questo avvenne negli anni Settanta e Ottanta, quando veniva meno il tessuto industriale dei setifici di cui oggi non restano che alcuni laboratori/empori familiari e qualche piccola industria delocalizzata altrove.
Le prime due iniziative furono la Sagra della Pallottola (probabilmente nata un paio di anni prima) e le forme aurorali del Corteo. Man mano che questo si andava strutturando accresceva l’apprendimento e la trasmissione dei tratti di storia locale sia relativi al Belvedere che alla comunità.
Per quanto concerne le strategie di trasmissione attuali, l’Associazione da anni si occupa di attività e iniziative che possano coinvolgere e attrarre la comunità a più livelli. Vengono ideati e realizzati progetti didattici per le scuole, grazie anche al mestiere e alla vocazione di Anna Ommeniello che è un’insegnante, volti a promuovere e diffondere il valore dello Statuto e la sua modernità. Durante l’anno vengono organizzate le “Passeggiate leuciane” e le visite guidate alla “Casa del Tessitore” (spazio museale distaccato del Museo della Seta). Inoltre, si cerca di coinvolgere anche i nuovi residenti di San Leucio attraverso visite di benvenuto e di accoglienza nella nuova comunità. Secondo Don Battista Marello è importante superare definitivamente il campanilismo e le divisioni interno-esterno per permettere alla comunità di valorizzare il Belvedere, la sua storia, il Corteo e la comunità.
Metodo Ricerca
La scheda è stata compilata attraverso una ricerca sul campo svolta dal 23 al 27 giugno 2022 e attraverso precedenti e
successivi contatti telefonici con i membri dell’Associazione. Durante il lavoro di ricerca sul campo l’Associazione ha
messo il Ricercatore nella piena disponibilità di effettuare sopralluoghi, interviste, osservazioni dei preparativi, dei
momenti informali e delle iniziative collaterali. L’evento, a causa del Covid-19 e dello stato di quarantena o di isolamento
di diversi membri, non si è svolto nella sua programmazione consueta ma in un’edizione ridotta in cui alcuni figuranti
hanno percorso alcune vie cittadine coi costumi rievocativi. Il Ricercatore, d’accordo con gli attori locali, ha suddiviso le
giornate per temi, partendo dagli aspetti più legati alla vita associativa e alla storia della Rievocazione, fino al percorso
e alle modalità di svolgimento del Corteo e infine realizzando un focus group insieme ad alcuni membri dell’Associazione per riflettere sul Corteo e sulle possibili strategie di valorizzazione future. La documentazione consiste in registrazioni audio, riprese video, fotografie, trascrizione di appunti degli incontri emersi. I membri dell’Associazione, in forma congiunta o alternandosi, hanno seguito il Ricercatore in tutte le fasi di reperimento dei dati.
Organizzatori
Donato Scialla
Anna Ommeniello
Fabrizio Visconte
Domenico Villano
Associazione Corteo Storico della Real Colonia di San Leucio
Localizzazione
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