La rievocazione storica
La rievocazione storica prevede due giornate centrali che coincidono con le ultime due domeniche di giugno oltre a una serie di eventi collaterali che vanno dalle conviviali “sagre propiziatorie” dei rioni che invitano a gustare i prodotti tipici della tradizione locale, al Torneo di Calcio Storico, e vari convegni che approfondiscono un determinato tema. Le sagre propiziatorie sono una tradizione che ha le sue radici fin dalla nascita del palio. Dopo due anni di pandemia si riprende con l’organizzazione del Palio e delle feste propiziatorie. Nel 2022, nel rione “Borgo Piano” si concludono tutte le sagre organizzate nel mese di giugno dagli altri rioni. I residenti del rione si riuniscono come tutti gli anni al Largo dell’Olmo per gustare le specialità tipiche come: cullurielli, alici fritte, fagiolata e ciambelle. I prodotti sono sempre gli stessi ma le ricette possono variare di anno in anno. Dopo due anni di pandemia il Palio è particolarmente sentito soprattutto dai più giovani che si sono attivati per organizzare le sagre, decorare i propri rioni con bandiere e manifesti, e anche creare delle coreografie per la tifoseria per sostenere il proprio cavaliere nel giorno del palio. Nel primo pomeriggio della penultima domenica del mese si muove il corteo storico con la partecipazione, nell’edizione del 2022, di circa 867 figuranti. Il corteo storico rievoca la presa di possesso della città da parte del Principe Pietro Antonio Sanseverino e la donazione della “Chinea Bianca” (cavallo bianco) al Pontefice. Il suo inizio è annunciato da un araldo che precede il gruppo di sbandieratori e musici di Bisignano, e i figuranti, fra i quali compaiono le due figure principali: il Principe Pietro Antonio Sanseverino e la sua consorte Erina Castriota Skanderbeg accompagnati da nobili, cortigiani e cavalieri in eleganti abiti rinascimentali. Il corteo si svolge dopo la Messa solenne per il Palio che si celebra nella Chiesa di S. Francesco di Paola (rione Borgo di Piano) con benedizione dei cavalieri con il loro cavalli che gareggiano nella giostra per la vincita del Palio. Il principe Sanseverino è vestito con una giacca abbottonata fino alla gola, decorata da un piccolo colletto ricamato, le maniche di velluto nero a sbuffo, decorate con merletto color oro e strisce color rosso. Anche i pantaloni sono di velluto nero, lunghi fino alle ginocchia e decorati come la giacca, la calzamaglia arriva sotto le ginocchia e, le scarpe sono abbinate al vestito. La consorte, è vestita con un abito lungo di varie tonalità di velluto rosso essendo una discendente di Giorgio Castriota Skanderbeg (come sua nipote) viene rappresentata da una giovane ragazza bisignanese. Ha un lungo mantello rosso, simbolo di potere. Il vestito rinascimentale della consorte ha una base semplice: corpetto, scollatura, taglio in vita, e gonna lunga, la quale all’interno è arricchita da altre due gonne, una in cotone e mistolino e l’altra di cotone colorato tinto di rosso. Negli abiti rinascimentali la cosa più importante sono le maniche e la parte del torace. Come racconta la costumista che ha confezionato l’abito (Intervista a Rosaria Tornello svolta all’interno del comune di Bisignano – 24/06/2022), “La parte delle maniche esaltano in una donna non solo la bellezza, l’estetica ma anche la femminilità. Tutto il resto poi viene in un secondo momento. Io ho arricchito l’abito con le perle sulla parte dei fianchi e del torace”.
Il corteo storico si snoda lungo le vie del centro storico per attraversare tutti gli altri rioni dove si uniscono anche i cavalieri che gareggeranno alla giostra. Il corteo arriva a viale Roma, piazza principale del Centro Storico, dove ha luogo la rievocazione storica della donazione della “Chinea bianca”, un cavallo bianco che il Principe Sanseverino donava ai papi per il trasporto. Il cavallo bianco è cavalcato dal cavaliere vincitore del palio precedente; dopo la pandemia è stato cavalcato dal cavaliere Claudio Amodio detto “il Puffo” del rione Santa Croce. Oltre alla “Chinea Bianca” si svolge la consegna del Drappo del Palio al Comune, seguito dallo spettacolo degli Sbandieratori del Palio accompagnati dai musici. Il drappo del Palio è un panno di stoffa preziosa su cui è ritratta l’immagine di una chinea bianca e di una spada, che simboleggiano lo status del cavaliere vittorioso il cui nome sarà iscritto nell’Albo d’Oro del Palio custodito presso la sede dell’associazione.
La domenica successiva ha luogo la Giostra, la competizione cavalleresca per la conquista del Palio che coinvolge i rioni, i cittadini, dove ciascuno elegge un proprio Capitano di Rione che garantisce il rispetto delle regole e durante l’anno è il punto di riferimento per gli organizzatori e gli abitanti del rione. Ogni rione viene gestito da un capitano che ha il compito gravoso di sceglie il cavaliere, al quale è affidata l’ambizione della vittoria nella contesa del Palio e partecipa con un unico inscindibile binomio cavaliere/cavallo. La mattina, nella sala convegni del Comune di Bisignano si svolgono i sorteggi del primo turno, effettuato da un’apposita giuria che soprintende tutta la gara, e dove si decideranno le sfide tra gli otto rioni: Borgo di Piano, colore verde e legato alle figure degli agricoltori e dei fabbri; Piazza, colore rosso e quartiere di tessitori; San Simone, colore celeste, un tempo abitato da militari e pastori; Santa Croce, colore arancione e luogo dove hanno sempre operato i vasai, ancora oggi fra le eccellenze di Bisignano; San Pietro, colore viola, dove nacque il cittadino illustre Sant’Umile da Bisignano, francescano santificato nel 2002; San Zaccaria, colore rosa e abitato da notai e giudici; Giudecca, colore giallo, storico quartiere ebraico di cui si ha notizia fin dal X secolo, legato all’arte della liuteria e rione Cittadella Coscimale, colore blu, coincidente con la parte più antica della città e sede di una delle sue principali porte di ingresso.
La giostra ha luogo nello Stadio Comunale “F. Attico”, allestito dall’associazione Centro Studi il Palio, nell’occasione per ospitare la giostra cavalleresca. Man mano, le tifoserie prendono posto sugli spalti dando vita ad un tripudio di colori, suoni e acclamazione dei tifosi per il proprio rione. Il campo ha la forma di un ferro di cavallo, ed è diviso in due parti: il campo a muro e il campo del sole; ognuna di esse contiene quattro torri, sui due lati delle torri vengono aggiunti gli anelli, al centro è posto lo scudo del Saracino al quale contiene a sua volta due anelli di tre dimensioni diverse.
Prima dell’inizio del torneo i cavalieri raggiungono gli spalti per salutare il proprio rione. È un momento molto importante dove si instaura un rapporto di fiducia e incoraggiamento della tifoseria per il proprio fantino. Dopo lo spettacolo degli sbandieratori e la consegna al sindaco del Drappo del Palio e della spada per il nuovo vincitore, il direttore artistico e ideatore del Palio Rosario Turco, suona la campanella che indica l’inizio del torneo presentato da Luca Sireno, speaker ufficiale del Palio. La gara inizia con la prima sfida tra il cavaliere del rione Giudecca e il cavaliere del rione Santa Croce; i fantini devono percorrere il campo su tutti e due i lati per centrare con la propria lancia gli anelli fissati su entrambi i lati delle torri e raggiungere per primi lo scudo del Saracino e centrare gli altri anelli di varie dimensioni, ai quali è attribuito per regolamento un determinato punteggio. Le varie sfide fra Rioni avvengono secondo il criterio dell’eliminazione diretta a doppio turno, dove sono previste varie penalità, nel caso di un errore nel cavalcare in modo diverso dallo spron battuto, o nel caso in cui si impugna la lancia in modo diverso da come previsto dal regolamento, e cioè con la mano nella parte sottostante l’impugnatura e il manico sotto l’ascella. A parità di anelli presi vince il più veloce. Maneggevolezza del cavallo e intesa del binomio sono alla base della prova.
Il Palio del Principe dell’edizione del 2022 è stato vinto dal cavaliere Claudio Amodio detto “il Puffo” che gareggiava per il colore arancione del rione Santa Croce. Al capitano del rione vincitore è stato consegnato dal Presidente del “Centro Studi Palio” il Drappo del Palio, e al cavaliere la spada come segno di vittoria.
Area Geografica
Il Comune di Bisignano è una cittadina situata nel sud dell'Italia, nella Regione Calabria, in Provincia di Cosenza. L’archeologa Rosalba Rosa membro dell’Associazione “ArcheoAmici di Bisignano” afferma che la città ha l’aspetto di un polipo: la collina Castello sembra la testa e i quartieri sembrano i tentacoli, che pian piano scendono la valle.
L'area del Comune appartiene alla zona altimetrica denominata collina interna e si trova ad un'altitudine di 350 metri sul livello del mare. Il paese sorge su sette colli che si estendevano a raggiera intorno a una collina sulla quale era stato costruito un castello nel quale abitò, per molti secoli la famiglia dei principi Sanseverino. Bisignano è diviso in otto quartieri e ognuno di essi ha un proprio stemma che lo caratterizza: San Pietro, Santa Croce, San Zaccaria, San Simone, Cittadella – Coscinale, Giudecca e Piano.
Descrizione del percorso
Il corteo storico parte dalla Chiesa San Francesco di Paola e si snoda lungo circa tre chilometri per le vie del centro storico percorrendo in senso orario tutti gli altri rioni. Il corteo parte dal Rione “Borgo Piano”, attraversando le vie principali degli altri rioni: Via San Francesco – Via Morata – Viale della Repubblica – Largo dell’Olmo – (Rione Piazza): Corso Mazzini – Piazza del Popolo; (Rione San Simone): Via Simone da Bisignano – Piazza Europa – Corso Vittorio Veneto – Piazza del Popolo; (Rione Giudecca): Via Giudecca – Via Principe di Piemonte; (Rione Santa Croce): Via Principe di Piemonte – Via dei Vasai – Piazza Concordia – Via Trieste; (Rione San Pietro): Via Pulitia – Via Cosenza; (Rione San Zaccaria): Largo Santa Maria – Via R. Ardigo; (Rione Cittadella Coscinale): Via Sant’Andrea – Via San Tommaso – Via Vittorio Veneto – Piazza del Popolo e termina a Viale Roma dove si svolge la donazione della Chinea Bianca.
Notizie storico-critiche
La manifestazione è legata alla rievocazione di alcuni momenti storici legati ai Principi Sanseverino.
Il corteo storico rievoca l’accoglienza che fanno i bisignanesi e i festeggiamenti che si svolgevano in occasione della presa di possesso del Principato nel 1704 da parte di Giuseppe Leopoldo Sanseverino, di cui ci ha lasciato memoria il notaio Fabrizio Ruperti. Accolto dai vertici del Seggio dei Nobili e del Seggio degli Onorati che, insieme al popolo, rappresentavano i tre ceti locali, il Principe e la consorte Donna Stefania Pignatelli fecero il loro ingresso solenne a Bisignano osservando tutta una serie di rituali accompagnati da tre giorni consecutivi di festeggiamenti con gran concorso di popolo: un evento che sicuramente rispecchiava usanze consolidate nel tempo e a cui non dovettero essere estranee giostre cavalleresche molto in uso in quei tempi. Allo stesso tempo si ricorda il matrimonio nel 1530 del noto Principe Pietrantonio Sanseverino di Bisignano con Irene Castriota Skanderbeg, che diede origine agli vari insediamenti albanesi nel feudo di Bisignano. Nella terza domenica di giugno si rievoca la “Chinea bianca”, cavallo o giumenta allevata in Bisignano dai principi Pietrantonio e suo figlio Nicolò Bernardino, tanto ammirata e preferita alla corte di Napoli, donata annualmente al pontefice dell’epoca per il tiraggio del cocchio Papale, che finanche il Tassoni annota nella “Secchia rapita” (1622).
Il Palio del Principe è dedicato all’arrivo dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo a Bisignano nel 1535 proveniente dalla Sicilia dove era approdato dopo la celebre e vittoriosa battaglia di Tunisi contro le truppe ottomane. L’imperatore fu accolto da Pietro Antonio Sanseverino, emblema del principe rinascimentale liberale, generoso e magnanimo, e dalla consorte Giulia Orsini davanti alla Chiesa di San Domenico, nel rione Santa Croce. In quell’occasione si tennero dei festeggiamenti regali, tornei cavallereschi e battute di caccia. Un anonimo cronista del tempo ricorda la sontuosità, la magnificenza, lo sfarzo e la profusione di doni e festeggiamenti che caratterizzarono quell’incontro con l’Imperatore ospite a Bisignano nel Convento domenicano della SS. Annunziata e poi nello splendido castello di caccia che i Sanseverino possedevano a San Mauro di Corigliano. Una magnificenza rimasta scolpita nella storica frase che Carlo V rivolse al Principe: “Vos es el Rey, o el Prence de Bisignano?”. La tradizione vuole che subito dopo il Principe abbia ospitato Carlo V anche a Napoli, presso il palazzo di famiglia sulla Riviera di Chiaia, e che proprio in quella occasione, in una solenne cerimonia a Castel Nuovo, abbia ricevuto dall’imperatore il Toson d’Oro, massima onorificenza spagnola che lo elevò alla più alta dignità della corte iberica.
La manifestazione del “Palio del Principe”, si tenne per la prima volta il 28 e 29 Settembre del 1991, ideato dall’attuale direttore artistico Rosario Turco (l’intervista svolta durante l’organizzazione del Palio – Casa di Rosario Turco 25/06/2022), come racconta è nata grazie alla sua passione per la storia: “Ero sempre appassionato di storia e volevo approfondire la storia della mia città e avendo il senso artistico della pittura mi sono immerso in questa avventura. Sembrava strano che io facessi questo discorso con gli altri, non trovavo un appoggio reale. La prima edizione del palio e nato ad una festa di canzonette che io giudicavo, e uno degli amici mi disse in quel frangente “Tu che hai idee dobbiamo fare qualcosa per Bisignano, una festa al campo festivo”. In me in quel momento è scattato qualcosa. Visto che noi abbiano la storia dei rioni e anche vedevo morire la mia città, i modi erano cambiati, il castello era raso al suolo e la scuola non ci dava quel input per conoscere la nostra storia. Da lì mi è venuta l’idea di fare un palio, ovviamente conoscendo la storia dei rioni ho cominciato a disegnare lo stemma che doveva rappresentare ogni quartiere”. Al primo palio parteciparono 10/12 persone, mentre oggi partecipano all’incirca 867 figuranti. La prima rievocazione consisteva nella donazione della “Chinea bianca”, una tradizione legata fortemente al territorio, perché Bisignano è un paese di allevamento di cavalli, come afferma Lucantonio Turco «siamo un paese di allevamento di cavalli, per noi e semplice trovare dei cavalli, abbiamo tanti maneggi a disposizione, siamo nati tutti con i cavalli, l’abbiamo proprio nel sangue, infatti il simbolo della città sullo scudo è il cavallo rampante». Nel corso degli anni gli abiti indossati dai figuranti sono diventati più elaborati ed è aumentata la richiesta per partecipare al corteo storico. Oggi le due figure principali, quella del Principe Pietrantonio Sanseverino e di Erina Castriota Skanderbeg sono ambite dai giovani e vengono scelte dall’organizzazione dell’evento un anno prima per essere rivelate solo alcune settimane prima dell’inizio della rievocazione. Anche la giostra che simula una sfida tra i cavalieri è simbolo anche delle rivalità che ci sono da sempre tra i rioni. I capitani dei rioni nati dopo il palio hanno il compito di scegliere il cavaliere per la vittoria del palio. Nel 2002 per la prima volta una donna ha gareggiato con gli altri cavalieri, un gesto che rispecchia lo spirito di condivisione e partecipazione del palio. La manifestazione è stata interrotta nel 2009 per motivi di volontà politiche, il sindaco di allora non ha voluto che si svolgesse il Palio perchè durante la sua campagna elettorale l’associazione “Centro Studi Il Palio” non aveva appoggiato la sua candidatura, rispettando un codice di etica di non prendere parte a nessuna forza politica.
Nel 2020, per la prima volta l’evento non è stato svolto ma per non perdere la memoria del Palio è stato eretto nella centrale piazza di Viale Roma un monumento che testimonia la trentennale esperienza del Palio di Bisignano. L’opera è stata realizzata dal direttore artistico del Palio, Rosario Turco. Esso rappresenta lo stemma ufficiale della rievocazione storica che raffigura la torre con gli anelli e le lance intente a uccidere il virus, con sopra due cavalli, uno nero ed uno bianco. Quello nero raffigura il periodo buio della pandemia mentre quello bianco “la Chinea”, simbolo di Bisignano che indica la speranza di poter tornare alla normalità e poter rivivere le emozioni che il Palio regala ogni anno.
Bibliografia
Falcone F. - Turco R., "Guida al Palio del Principe", Bisignano, 2001.
Antonello Savaglio, "Pietro Antonio Sanseverino. Un principe napoletano dell’Europa imperiale (c. 1500-1559)", Catanzaro, 2022.
Luigi Falcone (a cura di), "Cultura e spettacolo nel principato di Bisignano. Vita di corte dal Quattrocento al Settecento", Bisignano, 1998.
Antonello Savaglio - Pietro Giuseppe Savaglio, "Nella casa del principe. L’accoglienza e le feste in onore di Carlo V nel feudo di Bisignano (9-13 novembre 1535)", Castrovillari, 2019.
Francesco Fucile, "Bisignano da Scoprire", Bisignano, Apollo Edizioni.
Oggetti significativi
Oggetti rituali: Tra gli oggetti che vengono utilizzati durante la rievocazione c’è lo stendardo o il Drappo del Palio, un panno di stoffa preziosa su cui è ritratta l’immagine di una torre con tre anelli di varie dimensioni, sul lato destro ci sono due cavalli, un cavallo bianco, vittorioso della giostra e l’altro cavallo, il vinto. Il disegno è arricchito con alcuni edifici importanti per la storia di Bisignano come il castello dei principi Sanseverino. All’esterno del disegno sono raffigurati gli scudi che rappresentano gli otto rioni della città. Lo stendardo del Palio viene custodito durante l’anno presso la sede dell’associazione Centro Studi, viene consegnato al comune durante la rievocazione della “Chinea Bianca”, e durante la giostra cavalleresca viene offerta al capitano del rione vincitore della gara. Altri oggetti utilizzati sono: la campana di metallo che viene suonata da Rosario Turco, direttore artistico del Palio, per dare l’inizio della giostra cavalleresca; la spada che viene consegnata al cavaliere vincitore della giostra da Francesco Fucile, sindaco di Bisignano.
Giostra Cavalleresca: Il campo che percorrono i fantini per la vincita della giostra assomiglia ad un ferro di cavallo. Sui due latti del percorso chiamati campo del sole e campo del muro sono posti quattro torri di ferro, alti circa quattro metri dove viene fissata un anello, sui due latti opposti della torre. Al centro dei due campi è posizionato lo scudo del saracino che contiene un anello, all’interno del quale ci sono altri due cerchi di dimensioni diverse.
I fantini durante la giostra utilizzano la lancia, lunga più di due metri, la parte del manico è lignea, ha punta di metallo a forma conica. La lancia dal manico sino alla punta è dipinta di bianco, decorato con una striscia di colore rosso o blu.
Abiti: L'evento evocato è il periodo del XVI secolo, gli abiti storici negli ultimi anni sono stati affidati a due costumiste che costruiscono i loro modelli grazie alla ricerca storica. Nell’edizione del 2022, la sarta Maria Teresa Capalbo ha realizzato l’abito del Principe Sanseverino che veste una giacca abbottonata fino alla gola, decorata da un piccolo colletto ricamato, le maniche a sbuffo sono di velluto nero, decorate con merletto color oro e strisce color rosso. Anche i pantaloni sono di velluto nero, lunghi fino alle ginocchia e decorati come la giacca, la calzamaglia nera arriva sotto le ginocchia, le scarpe sono abbinate al vestito. Anche gli altri figuranti che accompagnano le damme durante il corteo storico rispecchiano i vestiti dell’epoca. L’abito di Erina Castriota, consorte del Principe è stato confezionato da Rosaria Tornello. La Principessa è vestita con un abito lungo di varie tonalità di velluto rosso, ha un taglio a vita, decorata con un nastro color rosso e oro, uguale come la decorazione della scolatura e sulla parte delle maniche. La Principessa indossa anche un mantello rosso, porta una tiara color rosso e oro e una cintura intorno ai fianchi come simbolo di castità. L’abito delle altre damme è composto da una base semplice di vestito rinascimentale: corpetto, scollatura, taglio in vita, gonna lunga, maniche decorate e mantello. I colori che dominano di più sono il rosso, il blu, il grigio e il verde.
I fantini che si sfidano per la vittoria della giostra sono vestiti con pantaloni neri, stivali, camicia con il colore del rione che rappresentano, e una giubba nera legata con lacci bianche sulla parte dei fianchi e sul torace. Sulla parte sinistra e inciso lo scudo del rione.
Animali: Il comune di Bisignano ha una lunga tradizione di allevamento dei cavalli, infatti il simbolo della città che appare sullo scudo è il cavallo rampante. Nel passato furono proprio i Sanseverino, Principi di Bisignano a dedicare una particolare cura all’allevamento dei cavalli: “rinomate erano le loro chinee”, menzionate nel celebre poema seicentesco di Alessandro Tassoni La secchia rapita, ossia i cavalli bianchi di cui un esemplare, carico di un cospicuo tributo in oro, fu inviato dal re di Napoli al Papa in segno di vassallaggio. E sempre da Bisignano il Nunzio Apostolico di Napoli faceva arrivare la chinea adibita al trasporto del Papa neoeletto nel corteo che da S. Pietro si dirigeva verso S. Giovanni in Laterano, nella presa di possesso della cattedrale basilica di Roma. La rievocazione ricorda proprio questo momento, la donazione della “Chinea bianca”, che si svolge nella penultima domenica del mese di giugno, la chinea è un cavallo bianco che il Principe Sanseverino donava ai Papi per il trasporto. Dopo il corteo storico, il cavallo bianco viene portato alla piazza dal cavaliere vincitore del palio precedente e nell’edizione del 2022 è stato portato dal cavaliere del rione Santa Croce. Il cavallo è protagonista della giostra per la vincita del Palio. Nel 2002, in occasione della santificazione di fra’ Umile da Bisignano il rione Piano, che disponeva del cavaliere più forte, lo ha generosamente ceduto al rione S. Pietro per garantirgli la vittoria.
Donazioni al cavaliere: nei giorni che precedono il Palio i cavalieri ricevono dei donni dai cittadini dei rioni, soprattutto dai bambini, un augurio per la vittoria del Palio. Una bambina consegna un regalo fatto con le sue mani a Luca De Mauro, cavaliere del rione Borgo di Piano. Ha disegnato lo stemma del rione e il cavallo del fantino.
Bandiere: Il gruppo di musici e sbandieratori di Bisignano utilizzano durante le loro esibizioni bandiere composte da un’asta alla quale è fissata la tela. L’asta è a forma conica, con specifiche caratteristiche di flessione e peso. Il tessuto e poliestere, i colori sventolati sono il rosso e il bianco. Ogni bandiera si differenzia dall’altra perché su ognuno è inciso lo stemma di uno degli otto rioni di Bisignano. Altre bandiere vengono utilizzate dalla tifoseria durante lo svolgimento della giostra cavalleresca. Sulle bandiere sono incise lo stemma e i colori delle otto rioni.
Tamburi: i tamburi sono utilizzati per accompagnare il corteo storico e le esibizioni del gruppo degli sbandieratori. Il tamburo ha un corpo cilindrico composto da una cassa di legno, equipaggiato con una pelle apposita che permette la percussione. Lo si suona con dei battenti in legno pieno, definiti “bacchette”.
Cibi rituali: Le sagre propiziatorie sono una serie di eventi collaterali, una tradizione che ha le sue radici fin dalla nascita del palio. Tutti gli otto rioni organizzano nel mese di giugno le sagre propiziatorie. I residenti del rione “Borgo Piano” si riuniscono come tutti gli anni nella piazza principale per gustare le proprie specialità tipiche. Per esempio ci sono vari stand dove le donne del quartiere cucinano insieme i piatti della tradizione: cullurielli, alici fritte, fagiolata e ciambelle. Alcuni piatti possono variare di anno in anno. Anche il rione “Santa Croce” ha ripreso le vecchie tradizioni gastronomiche offrendo come piatto tipico lo spezzatino. Oggi, questa pratica ha un altro significato rispetto al passato; sicuramente è un momento di convivialità e condivisione ma soprattutto il motivo principale dell’evento è quello di aiutare il prossimo. Tutte le cene sono autofinanziate e il ricavato è destinato alle associazioni benefiche. Il cibo è legato al momento festivo della commensalità fra gli uomini, è un momento intimo ma anche collettivo, e nel contempo narra di un patrimonio gastronomico e rituale, un dialogo al quale partecipano tutti. I prodotti alimentari caratterizzano innegabilmente un territorio, dove diverse genti che si sono succedute hanno affermato la propria identità e il diritto all’esistenza.
Decorazioni e coreografie: Ogni quartiere è diviso in varie commissioni che si impegnano su svariati aspetti, tra cui il gruppo che si occupa della tifoseria del Palio. Nel mese di giugno la commissione che per la maggior parte e composta da giovani, hanno il compito di decorare i propri rioni e creare delle coreografie per tifare i loro cavaliere durante la giostra cavalleresca. Le decorazioni nei quartieri e le coreografie vengono rinnovate e realizzate ogni anno. Il rione durante il periodo del Palio viene decorato con vari striscioni, gli edifici vengono addobbati con manifesti e fasce con il colore del rione; i stendardi e le bandiere vengono esposti per la maggior parte sui balconi. All’ingresso di alcuni negozi e ristoranti viene esposta la fotografia del cavaliere. La maggior parte degli edifici hanno un murales che raffigura lo stemma del rione.
Anche le coreografie vengono preparate qualche settimana prima dello svolgimento del Palio ed è una parte molto importante soprattutto per i giovani. Le coreografie vengono approvate dal capitano del rione e viene preparata con massima riservatezza. Dietro all'esibizione di una coreografia oltre la fantasia e l'ingegno dei tifosi che permette di realizzarle, ci sono soprattutto ore di duro lavoro e ingenti risorse economiche che devono essere investite in magliette, bandiere e fumogeni. I striscioni vengono dipinti dai ragazzi, scrivono frasi per incoraggiare il cavaliere come per esempio nel striscione della tifoseria del rione San Pietro è scritto: “Se anche dovessi morire con te…”, frase presa dalla Bibbia.
Aspetti immateriali
Sagre propiziatorie: La città celebra il suo palio con le varie feste propiziatorie dei rioni che invitano a gustare i prodotti tipici della tradizione locale. Nell’edizione del 2022 il rione Santa Croce ha inaugurato il ciclo delle sagre propiziatorie, e le ha concluse il rione Borgo di Piano. In questo rione nella piazza principale ci sono appositi stand, le donne hanno preparato i cullurielli, che sono una specie di ciambelle fritte, una ricetta tradizionale di Borgo. Per la preparazione è occorso: farina, uovo, lievito di birra, sale e acqua, si possono aggiungere anche le patate. Le altre donne hanno preparano e impastato il lievito madre fino ad ottenere un pane abbastanza morbido, per poi modellare bastoncini del diametro di pochi centimetri, pronti per essere fritti. Questa è una ricetta che viene tramandata da generazioni come affermano le volontarie. Una cuoca durante l’intervista ha affermato che offrire il proprio aiuto al rione, alla comunità dopo due anni di pandemia è particolarmente emozionante, organizzare la sagra è come tornare a vivere.
Battesimo del cavaliere: Un rito importante per un buon auspicio alla vittoria del Palio è il battesimo del fantino da parte del parroco. Il rito del battesimo non si svolge sempre nello stesso luogo, ogni rione o cavaliere sceglie liberamente il luogo e il giorno. Per il rione Borgo Piano nell’edizione del 2022 il battesimo avviene nella piazza dove si svolge la sagra, si trova un piccolo altare di Sant’Umile, Patrono della Città. Il cavaliere, Luca De Mauro detto “Aquila”, viene accompagnato dal capitano del rione e dal parroco di Bisignano, padre Don Cesare De Rosis che presiederà il battesimo. Nell’ultima frase della benedizione Don Cesare esclama: “va e torna vincitore”. Emozionato, Mauro De Luca racconta (l’intervista svolta dopo il battesimo – Largo dell’Olmo 24/06/2022) che essere il cavaliere di un rione è un onore e comporta grandi responsabilità, porta addosso le speranze e il lavoro di tutte le persone che sognano di vincere il palio.
Giochi di bandiera: Un elemento importante sono sicuramente i giochi di bandiera e i movimenti del gruppo sbandieratori e musici di Bisignano, che accompagnano il corteo storico durante il suo percorso e si esibiscono prima dell’inizio della giostra cavalleresca. Il gruppo è composto di circa 40 persone ed e diviso in gruppo junior e gruppo grande. Nel gruppo degli sbandieratori ci sono quattro tipi di esibizioni: il solista, il singolo sbandieratore che si esibisce con al massimo di 4/5 bandiere, accompagnato sempre dai musici; la coppia; una piccola squadra, di cui fanno parte 4 fino a 6 persone; la grande squadra che è composta da un minimo di 8 a un massimo di 10 sbandieratori. I repertori dei giochi di bandiera sono di scuola bisignanese, Angelo Polizzo, componente del direttivo del gruppo e uno dei membri con più anzianità commenta (l’intervista svolta nel giorno del Palio – Stadio comunale F. Attico 25/06/2022) che “le coreografie vengono studiate da noi ragazzi, all’inizio e frutto della nostra fantasia ma dobbiamo rispettare una serie di regolamenti che riguardano i movimenti. Prima di realizzare una coreografia ci affidiamo al regolamento della Lega Italiana degli Sbandieratori. Quando facciamo le gare in base al regolamento ci sono punteggi per stilare una classifica e ci sono anche penalità per la caduta della bandiera, l’uscita dal campo. Dobbiamo rispettare sempre il regolamento”. La maggiore difficoltà durante l’esibizione è il vento che può danneggiare quasi il 50% della coreografia. Oltre a questo, come racconta Polizzo “ci sono anche difficoltà fisiche, perché è uno sport, facendo un movimento sbagliato c’è il rischio che ti fai male”. Durante l’inverno il gruppo prova solo qualche volte a settimana, ma nel periodo estivo provano 2/3 volte a settimana.
Creazione degli abiti: Uno degli elementi più importanti della rievocazione sono gli abiti storici, che sono arrivati oggi al numero di circa mille esemplari. All’inizio, gli abiti che i figuranti indossavano durante il percorso del corteo storico erano molto semplici; si trattava di qualche casacca colorata di velluto arricchita con un merletto che veniva cucita dai figuranti stessi o dalle loro famiglie, ad esempio dalle nonne. Con il passare del tempo gli abiti sono diventati più elaborati sia nella ricerca del tessuto che in quella storica. Durante gli anni, gli abiti delle figure storiche più importanti sono stati realizzati da sarte esperte del periodo storico rappresentato. In questa manifestazione, uno degli abiti è stato realizzato da Maria Teresa Capalbo, sarta e costumista di Acri, specializzata nella creazione di costumi per la danza a carattere artigianale. La Capalbo nel corso degli anni ha creato alcuni dei costumi del corteo storico di Bisignano e nel 2022 ha realizzato in particolare l’abito del Principe Pietro Antonio Sanseverino. La costumista ha affermato (l’intervista svolta all’interno del comune di Bisignano – 24/06/2022) che è un lavoro di grande responsabilità, i processi nella creazione di un abito storico sono molteplici, c’è l’ideazione dello schizzo e del figurino, la ricerca dei tessuti e dei colori dell’epoca, la scelta per il filo da ricamo, fino alla realizzazione dell’abito cucito rigorosamente a mano. Commenta che “All’inizio i membri dell’associazione “il Palio” mi hanno portato un disegno, una bozza del vestito che poi io l’ho arricchito ulteriormente, ho messo del mio. Non sono cose che si possono spiegare, perché sono decorazioni che creo e realizzo nel momento, attenendomi sempre alla moda e ai colori dell’epoca di riferimento”. I tempi di creazione di un abito storico variano da una settimana fino a un mese. Nell’edizione del 2022, per la creazione dell’abito sono stati scelti tessuti che rispecchiano il periodo storico come il rasone e il velluto sia per i costumi maschili che femminili. Anche gli abiti dei bambini sono uguali a quelli degli adulti. L’abito ha anche due mandelli (mantelli) identici, decorati all’esterno e foderati all’interno, anche la manica e tutta decorata e foderata, «per esempio solo per la manica ci vuole un giorno dalla mattina fino alla sera, come vedi c’è questa trina d’orata che ho provato finche’ non ero sodisfatta. Anche per abbinare i tessuti e decorarli ci vogliono delle ore, perché è tutto fatto a mano». Anche i pantaloni sono di velluto decorato con le strisce che sblusano. Questi pantaloni, come afferma la costumista erano usati solo nel periodo rinascimentale. Per la Capalbo la realizzazione di un abito non è solo lavoro ma una passione “Ricordo benissimo il mio primo abito, lo confezionata in una settimana. Era un vestito di Caterina De Medici se non erro, molto bello. Mi ricordo che mi alzavo la mattina presto, anzi, non vedevo l’ora di alzarmi perché dovevo fare questo lavoro e quando non lavoravo la sera mi dispiaceva molto, questo perché ci metto passione per realizzare costumi”. L’abito della consorte del principe, Erina Castriota Skanderbeg è stato creato e realizzato da Rosaria Tornello, una ricercatrice tessile. La Tornello afferma (l’intervista svolta all’interno del comune di Bisignano – 24/06/2022) che il suo compito non è solo la realizzazione di un abito ma anche far emergere il patrimonio tessile della regione calabrese, per lei “la Calabria ha prodotto tantissimo in questo senso, vuoi perché la sua struttura geofisica ha permesso di produrre non solo dei filati parte di origine animale ma anche per quanto riguarda le fibre vegetali. Noi sappiamo bene dalla storia che siamo in un territorio di crocevia, di uomini e di idei che hanno lasciato una sua traccia, dal periodo neolitico alla magna Grecia che io dedico tanta attenzione perché ho iniziato con i costumi di quel periodo. Mi sono dedicata molto a questo stile anche perché io vengo da una città vicino a Sibari che sappiamo che è stata una culla del lusso e poi perché queste zone hanno dato l’origine quelle che erano i filati più preziosi come i panneggi fatti di lana ma anche quelli con biso. I tessuti poi hanno avuto la loro rivoluzione e hanno rappresentato uno “status symbol” e stata una dimostrazione di potere. Il tessile diventa dimostrazione concreta di una vita che si evolve nella storia ed ecco perché la mia attenzione è stata sempre verso il filo”. Per la sarta l’abito in sé è un alimentatore della curiosità, è altrettanto un viaggio nella storia. La dott. ssa Tornello è incaricata dall’associazione che organizza il Palio di realizzare non solo gli abiti ma di occuparsi anche dell’atteggiamento delle damme durante la sfilata per il corteo storico. Prima della realizzazione dell’abito per la ricercatrice è fondamentale studiare sia il periodo storico ma soprattutto le caratteristiche del personaggio indagato. Per lei, “Irene Castriota era una donna che rifletteva una bellezza etica, magnanima, almeno così viene descritta nei libri di storia. La costumista ha disegnato i primi schizzi dell’abito durante il periodo della pandemia, come dichiara durante l’intervista “ogni bozza disegnata rispecchiava un abito rosso che rifletteva le mie emozioni, ho sempre pensato che il colore rosso è sinonimo di vita, forza, energia e amore. Il colore rosso esultava le caratteristiche della principessa Erina Castriota che tra l’altro è un colore che veniva scelto spesso dalla nobiltà, è anche perché l’abito rosso spicca di più durante la sfilata del corteo storico, creare anche una sorta di curiosità intorno all’abito. È un abito scivolato, non troppo appariscente, nonostante sia di colore rosso. La principessa che è stata interpretata da una bellissima ragazza Luciana Falco, bisignanese, ha seguito tutti i miei consigli perché io seguo anche il trucco, l’acconciatura dei capelli, le calzature e tutto un insieme di cose che devono creare questa armonia del personaggio”. L’abito ha una base semplice di vestito rinascimentale: corpetto, scollatura, taglio in vita, gonna lunga che all’interno è arricchito da altre due gonne, una in cotone e mistolino e l’altra di cotone colorato tinto di rosso. Sotto il vestito c’è la gonna rossa in cotone e poi la sotto gonna attaccata al corpo cotone lino. Negli abiti rinascimentali la cosa più importante sono le maniche e la parte del torace che esalta la bellezza, l’estetica ma anche la femminilità, tutto il resto viene in un secondo momento. Il vestito è stato arricchito con perle, la cintura e la parte del torace con dei nastri cuciti rigorosamente a mano. La difficoltà sta proprio di trovare l’oggetto che può avvicinarsi a quel periodo.
Criticità
Oltre ai due anni della pandemia, la manifestazione è stata interrotta nel 2009 a causa di eventi politici. Il sindaco di allora non ha voluto che si svolgesse il Palio perché durante la sua campagna elettorale l’associazione “Centro Studi Il Palio” non aveva appoggiato la sua candidatura, rispettando il proprio codice etico di carattere apolitico. Nel 2020 per non perdere la memoria del Palio l’associazione insieme alla comunità ha inaugurato nella centrale piazza di Viale Roma un monumento che testimonia i trent’anni dello svolgimento del Palio, realizzata dall’ideatore e direttore artistico Rosario Turco.
Misure di valorizzazione
L’evento rievocativo, raccogliendo diverse attività (competenze e capacità) intorno ad un filo narrativo riferito alla storia locale, funziona come una misura di valorizzazione di alcune tradizioni e forme espressive musicali, performative e gastronomiche.
Sul piano della comunicazione, la diffusione della rievocazione avviene grazie ai mezzi di comunicazione come televisione, radio e stampa (quotidiani e periodici); inoltre, locandine e programmi forniscono al pubblico le informazioni necessarie per partecipare ai numerosi appuntamenti organizzati a Bisignano. La rievocazione storica è dotata di un sito internet. Trova grande risonanza sulla televisione e giornali locali e non, dedicando numerosi servizi prima e dopo l'evento, con la descrizione del programma e tutte le iniziative che compongono l’evento. Nelle ultime edizioni sono state coinvolte anche altre emittenti regionali, come la rete regionale RAI 3. Il torneo della giostra cavalleresca viene trasmessa in streaming e seguita da circa 30 mila persone.
Misure di salvaguardia
L’associazione Centro studi il Palio, sostiene la manifestazione, in collaborazione con i rioni che partecipano in maniera attiva e con l'Amministrazione Comunale che si occupano in particolare in termini di accessibilità e sicurezza. Non esistono tuttavia forme di salvaguardia specifiche messe in atto a livello locale, regionale o nazionale.
Protagonisti
La rievocazione storica è l’evento più atteso dell’anno dai cittadini ed è un’occasione di incontro partecipativo per la comunità locale che prende parte alla manifestazione non solo come semplice pubblico, ma è partecipe in tutte le fasi che compongono il Palio come: figuranti al corteo storico, organizzano le sagre propiziatorie, si occupano delle decorazioni dei rioni, creano coreografie per tifare i fantini in gara per la vittoria della giostra.
I capitani che sono a capo dei rioni e che vengono eletti ogni 4 anni, aiutano e sostengono l’associazione Centro studi il Palio, provvedendo, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale all'organizzazione della manifestazione in tutte le sue parti. Ogni rione è diviso in modo gerarchico: ha un capitano; un vice capitano; uno staff che si occupa del Palio; uno staff che si occupa del quartiere; un gruppo che si impegna nella questione religiosa. Oltre a questo il quartiere è diviso in tanti commissioni e ognuno ha un compito ben preciso come: organizzare la coreografia per la tifoseria del Palio; decorare il quartiere; scegliere i figuranti che faranno parte al corteo storico. Un lavoro importante svolge la commissione che si occupa del cavalerato, cioè di tutto quello che serve al cavaliere per essere pronto in campo, seguirlo durante le prove, e soprattutto occuparsi del cavallo. Andrea Cesario, il capitano del rione Santa Croce (l’intervista svolta un giorno prima del Palio. Chiesa di Sant’Umile – 25/06/2022) racconta che dirigere un rione è un lavoro di grande responsabilità. “Quello che fa un capitano del quartiere si vede nel campo nella domenica del Palio, ma in realtà è un impegno di 365 giorni, dietro c’è un lavoro sia istituzionale che sociale. E un ruolo istituzionale perché sei il capitano di uno dei rioni, parte fondamentale della città. Bisignano è divisa in 8 città perché il quartiere è come se fosse una città sostanzialmente, ha le sue tradizioni che la differenziano dalle altre.
Per quanto riguarda il rione Santa Croce ci caratterizza il culto religioso, nel quartiere c’è un momento principale e altri due di minore importanza: la festa della Madonna del Rosario che viene svolta la prima settimana di ottobre e la festa di Maria Santissima di Costantinopoli che noi la chiamiamo “Madonella” e viene svolta l’ultima settimana di ottobre. La festa più importante è nella quaresima e nella settimana santa. Infatti, se ti trovi nel quartiere Santa Croce durante la settimana santa impiega tutte le risorse organizzative al pari con il Palio. Anche nella cucina ogni quartiere ha dei piatti tipici, altrettanto ci sono diversi modi di ragionare ad esempio, quando parlo con altri capitani e persone di altri rioni ogni cosa è molto diversa nonostante facciamo parte della stessa città”. Le persone che aiutano ad organizzare le diverse fasi del Palio all’interno del rione Santa Croce sono all’incirca 200 membri. Tutto il lavoro che si fa nell’arco di un anno viene coronato nel giorno del Palio. Uno dei compiti del capitano è anche quello che scegliere il cavaliere «Se il cavaliere vince, tutti mi ringraziano e se perde tutti c’è l’hanno con me. È una scelta che si fa all’interno di un direttivo. Noi vinciamo il primo palio nel 2016, e il secondo nel 2019 con il cavaliere che aveva vinto 7 pali con il rione Borgo Piano, quindi io sono andato nella loro casa a prendermi il loro cavaliere. Alla fine è fu una scelta giusta, un’avventura fatta di tante gioie e pochi dolori». Il Palio rappresenta un momento di incontro/scontro fra le generazioni dei diversi rioni che competono al livello organizzativo come nelle sagre propiziatorie, decorazione dei rioni e soprattutto si esprime nelle coreografie che fanno le tifoserie. Oltre alla comunità locale, la manifestazione attira anche la popolazione dei comuni limitrofi, come Luzzi, Acri, Santa Sofia d’Epiro, e dei capoluoghi circostanti, in particolare Cosenza.
Ogni anno, all’evento partecipa il gruppo di Sbandieratori e Musici “Il Palio di Bisignano”. Il gruppo si è costituito nel mese di Giugno del 1996 in occasione del “Palio del Principe” ed ha effettuato la prima uscita ufficiale con la partecipazione al Corteo Storico del Palio dello stesso anno. Si tratta del primo gruppo di sbandieratori nato in Calabria. Da subito, Il gruppo ha iniziato un percorso di promozione del territorio Bisignanese grazie alle numerose partecipazioni in diversi eventi culturali.
All’inizio, il gruppo era costituito da ventuno ragazzi Bisignanesi appartenenti agli otto rioni storici della città, adesso tra gruppo musici e sbandieratori si contano circa 40 persone. Con la nascita del gruppo è nato anche la scuola degli sbandieratori che nel corso degli anni è stato seguito da grandi Maestri di Faenza, Arezzo e Asti acquisendo forma ed esperienza necessaria. Il gruppo degli sbandieratori è composto da un direttivo composto da 5/6 persone dove decidono il tipo di esibizione che il gruppo deve eseguire, in genere ci sono 4 tipi di esibizioni: il solista; il singolo sbandieratore che si esibisce che può arrivare al massimo di 4/5 bandiere; la coppia; una piccola squadra che va da un numero da 4 fino a 6 persone; la grande squadra che va da un minimo di 8 a un massimo di 10 sbandieratori. Il direttivo realizza anche le coreografie che spesso sono frutto di fantasia ma basandoci sempre sul regolamento della Lega Italiana Sbandieratori. Per far parte del gruppo degli sbandieratori si comincia 10 – 11 anni, questo per rispettare delle fasce under 12, 15 e 18 anni che è il gruppo senior, il gruppo grande. Come racconta Angelo Polizzo parte del direttivo degli sbandieratori “a volte i ragazzi vengono anche prima, per esempio abbiamo un ragazzo che ha 6-7 anni che è la nostra mascotte oramai. Per noi far parte del gruppo è molto importante perché quando ci esibiamo fuori, portiamo il nome della nostra città, il nome del Palio, è un modo per conoscere la nostra cultura e la nostra identità”.
Apprendimento e trasmissione
L'Associazione Centro Studi Il Palio è responsabile dell'organizzazione della festa dal 1991, grazie alla lungimiranza dell’attuale direttore artistico, Rosario Turco, che con un gruppo di amici hanno creato il Palio di Bisignano. L'Associazione costituisce la memoria storica vivente dell'evento e assolve alla trasmissione dei saperi per le nuove generazioni, indicando le modalità di svolgimento della festa stessa. Parte importante dell’associazione è la famiglia Turco che da trent’anni si occupa dell’organizzazione del Palio. Lucantoni Turco, il mio interlocutore privilegiato racconta che per lui il Palio è una tradizione di famiglia che porta avanti con tanto orgoglio e passione. I suoi saperi nell’organizzazione del Palio sono stati tramandati da suo padre Rosario, ideatore dell’evento. Per lui il Palio “e come se fosse il fratello più piccolo, lo devo coccolare e gestire, ne sono orgoglioso. È una eredità abbastanza importante perché tutti si aspettano grandi cose come ha fatto mio padre, non so ancora se ho passato il testimone ma siamo quasi. Mi trovo carico di una responsabilità importante perché dico sempre che i miei predecessori hanno portato la manifestazione ad un certo livello ed io sono capace di poterlo fare? Ma ci metto tutto me stesso”.
Organizzazione del rione e trasmissione delle tradizioni: Oltre all’associazione i capitani dei rioni aiutano nell’organizzazione del Palio. Il quartiere e diviso in modo gerarchico: ha un capitano; un vice capitano; uno staff che si impegna nell’organizzazione del Palio, uno staff che si occupa delle questioni del quartiere e cosi via. La scelta che fanno i capitani nel gestire un rione e in particolare occuparsi del Palio sono saperi tramandati dai precedenti capitani, anche le varie tradizioni che vengono portate avanti sono frutto dei saperi delle persone più anziane. Durante le feste propiziatorie i rioni invitano a gustare i prodotti tipici della tradizione locale, vengono scelti ricette tramandati dalle madri alle loro figlie, come per esempio il piatto dello spezzatino che caratterizza il rione Santa Croce e la ricetta dei cucurielli, parte della tradizione del rione Borgo Piano, e così per tutti gli altri rioni.
Gruppi sbandieratori e musici: il gruppo sbandieratori e musici di Bisignano nato nel 1996 come parte importante del Palio, fanno parte membri che comprendono fasce di età tra 10/11 anni chiamati junior e altri membri, il gruppo senior con una fascia di età tra 15/18 anni. Tutte le abilità apprese dai membri che hanno più anzianità all’interno del gruppo vengono insegnati ai nuovi arrivi. Uno dei membri con più anzianità all’interno del gruppo musici afferma che: “Non è facile trasmettere questa passione, non tutti riescono ad appassionarsi a questo sport, anche perché non è molto conosciuto. Noi ai giovani che vogliono far parte della nostra squadra gli diciamo sempre che sono il nostro futuro perché c’è bisogno di cambio generazionale. Quest’anno si sono iscritti tanti ragazzi e per noi e una grande soddisfazione”.
Metodo Ricerca
Metodologicamente, la prima scelta è stata quello di farmi guidare dal mio interlocutore privilegiato Lucantonio Turco, membro dell’associazione. Durante la mia permanenza ho incontrato tutti i membri dell’Associazione, un incontro stimolante fu quello con l’ideatore del Palio, Rosario Turco. Ho incontrato inoltre: Francesco Fucile sindaco del Comune di Bisignano; il capitano del rione Santa Croce; alcuni cavalieri che si contengono per la vittoria del Palio; volontari che si occupano dell’organizzazioni della sagra propiziatoria.
Ho osservato lo svolgimento dell’evento soffermandomi su alcuni elementi centrali: l’organizzazione della sagra propiziatoria; allestimento dei rioni; preparazione delle coreografie per la tifoseria. Grazie al mio interlocutore privilegiato ho potuto accedere ad alcune situazioni di osservazione privilegiata come stare all’intero degli stand dove si preparavano i piatti tradizionali per la sagra, assistere al rito del battesimo del cavaliere, osservare da vicino la creazione di un abito storico e assistere alle prove del gruppo degli sbandieratori.
In seguito ho approfondito alcuni altri elementi che compongono la rievocazione attraverso interviste sul campo svolti nell’arco di due giornate e documentazione visiva. Ho scelto di intervistare le due sarte che hanno confezionato la maggior parte degli abiti negli ultimi anni, ho intervistato il sindaco di Bisignano, il capitano del rione Santa Croce, sbandieratore del gruppo di Bisignano e rievocatori che si occupano ad organizzare alcuni elementi dell’evento, vedi (cfr sezione Scheda Persone/Gruppi/Associazione). Ogni aspetto dell’evento è stato accompagnato e convalidato dalla documentazione fotografica. Oltre allo svolgimento dell’evento ho cercato di catturare i momenti ritenuti importanti, come le decorazioni nei vari rioni, la benedizione del cavaliere prima della gara, la festa propiziatoria del rione, le prove per la coreografia sugli spalti, la tifoseria e infine la giostra.
I membri dell’associazione cominciano da dicembre a lavorare per l’organizzazione dell’evento. Il primo passo è quello di scegliere i due giovani che devono rappresentare le figure più importanti, quello di Pietrantonio Sanseverino e Erina Castriota Skanderbeg. I ragazzi scelti riceveranno una telefonata per mantenere il segreto fino al momento della rievocazione. In base alla disponibilità dei fondi si decide su quale elemento investire di più, come per esempio la creazione dei nuovi abiti per il corteo, nelle sagre propiziatorie che sono accompagnate dalla musica da vivo e dove partecipano vari band del momento. Si investe nella tecnologia che viene utilizzata per la giostra cavalleresca come il fotofinish che determina il cavallo più veloce.
Un altro compito dell’associazione e creare il Drappo del Palio e il conseguimento degli oggetti utilizzati per la giostra. L’associazione è responsabile della sicurezza dei cavalli durante la giostra fino all’allestimento del campo sportivo.
Organizzatori
Maria Capalbo (Sarta di Acri)
Rosaria Tornello (ricercatrice tessile)
Lucantonio Turco (membro dell’Associazione “Centro Studi il Palio” e interlocutore privilegiato)
Francesco Fucile (Sindaco di Bisignano)
Andrea Cesario (Capitano Rione Santa Croce)
Luca Sireno (Presentatore del Palio)
Antonello Savaglio (Professore di storia e storico ufficiale del Palio di Bisignano)
Rosario Turco (ideatore del Palio e direttore artistico)
Clara Maiuri (Presidente dell’Associazione “Centro Studi il Palio”)
Angelo Polizzo (Sbandieratore)
Luca De Mauro (cavaliere rione “Borgo di Piano”)
Gianluca Mendicino (cavaliere rione “San Zaccaria”)
Don Cesare De Rosis (parroco)
Volontari della sagra propiziatoria
Localizzazione
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