La rievocazione storica
La storica Parata dei Turchi e la sacra processione di San Gerardo si snodano per le strade del centro storico trasformando Potenza in un teatro e richiamando interessati da tutta la Basilicata. Novecento anni di storia legano Potenza al suo santo patrono, San Gerardo da Piacenza, e oltre quattrocento all’antica tradizione che culmina nella Parata dei Turchi.
I cittadini si riversano nelle strade per ripercorrere la storia attraverso tre quadri e tre rievocazioni storiche. Tre i quadri, come i periodi importanti da ricordare: il XIX, XVI e XII secolo. Il XIX secolo viene ricordato, in piazza Sedile, con l’accensione della Iaccara, un fascio di canne e legna che pesa circa una tonnellata. La laccara, simbolo di un’antica tradizione, viene trasportata da una ventina di persone per tutto il percorso della parata e infine viene accesa. Il XVI secolo viene rivissuto a Porta Salza dove il conte Alfonso de Guevara riceve le chiavi della città .
Infine, il XII secolo si celebra in Largo Duomo con un momento di preghiera per San Gerardo, una forma di devozione popolare nel Medioevo. Il 30 maggio è il giorno interamente dedicato al patrono, San Gerardo La Porta. La sua effige e la reliquia vengono portate in processione lungo le vie principali del centro storico. I devoti seguono con grande partecipazione. Il corteo attraversa la città per quasi 5 Km.
La storia, la tradizione e la fede sono rappresentati dai simboli della Iaccara, Nave del Santo ed Edicola votiva, elementi portanti della manifestazione. La Iaccara è un manufatto alto oltre 10 metri di canne fasciate a un palo, trasportato a spalla, che viene issato e bruciato nell’antica piazza del Seggio. La nave, trainata dai prigionieri saraceni, ha un bambino che veste i panni di San Gerardo e rappresenta il miracolo. Il tempietto votivo è un manufatto che riporta l’effige del Santo, portato a spalla in segno di devozione, incrociando la benedizione del Vescovo dinanzi la Cattedrale, al termine della Sfilata.
Durante tutto il tragitto si svolgono momenti di animazione attraverso la rappresentazione di scaramucce fra soldati latini e turchi, capeggiati dal loro capo che la tradizione indica con il nome di Civuddin. Folta la schiera di cavalieri e dame, sbandieratori, chiarine e tamburini oltre che le danze popolari della civiltà contadina. Secondo le fonti documentali, in particolare riferibili da Mario Brienza, autore di un opuscolo edito nel 1955 a cura dell’Archivio Storico per le Calabrie e la Lucania, la sfilata potentina sarebbe da ricollegare alla battaglia di Vienna contro i Turchi del 1683.
Il Brienza ritiene che l’idea di un festeggiamento – poi fatto coincidere con la festa popolare cristiana del 29 maggio – si debba alla notizia della battaglia arrivata a Potenza, probabilmente nell’ottobre del 1685. L’autore si sofferma sulla descrizione del carattere barocco della Processione: “vestimenta esotiche, sgargianti, pacchianesche, bimbi che incedono a cavallo in piccoli abiti pontificali o in lillipuzziane armature angeliche, Mori e Turchi in fez e turbante, cavalli infestonati con campanelli e sonagli Gran Turco“, egli deduce che la parata popolare sia nata appunto nel ‘600.
Protagonisti
Comune di Potenza (organizzatore dell'evento)
Comitato tecnico-scientifico (direttore artistico della rievocazione)
Localizzazione
Sorry, no records were found. Please adjust your search criteria and try again.
Sorry, unable to load the Maps API.