La rievocazione storica
La Domenica di Pentecoste la giornata comincia alle 4 del mattino, dalla chiesa di Santa Maria ad Nives parte un pellegrinaggio di numerosi melfitani verso la chiesetta rupestre dello Spirito Santo posta in una macchia di castagneti, detto appunto Selva dello Spirito Santo, sul monte Vulture, a circa tre chilometri dalla città.
Qui, dopo la santa messa celebrata dal vescovo diocesano, agitando verdi rami di castagni, i fedeli fanno ritorno a Melfi in corteo processionale, portando sulle spalle la pesante statua dello Spirito Santo, raffigurante le tre persone della SS. Trinità. In passato nel ritorno a Melfi, la statua, come da tradizione, era sorretta anche da giovani donne e persone dei paesi limitrofi (Barile, Rapolla e Rionero), mentre oggi sono solo i cittadini di Melfi ad eseguire il rito.
Giunti presso la stazione ferroviaria, come tradizione sono accolti dalla popolazione che attende con la statua di San Michele, protettore dei boschi del Vulture, qui giunta in processione a cura della Confraternita S. Maria ad Nives e dalla Pro Loco Federico II. La sfilata, con la statua della SS. Trinità portata su un carro tirato da buoi, è aperta da due paggi con pergamene dell’imperatore Spagnolo Carlo V, l’una conferisce a Melfi il titolo di “fedelissima”, l’altra la dispensa per 12 anni da tutte le contribuzioni fiscali e invita gli abitanti dei paesi vicini a ripopolarla.
Il corteo prosegue verso il centro abitato fra due ali di folla in festa, partecipano circa 500 figuranti negli sfarzosi costumi spagnoli d’epoca, comprendenti cavalieri, in testa il capitano spagnolo Consalvo Fernandez da Cordova, il “generalissimo” come viene chiamato dal popolo melfitano, che avanza fiero nella sua robusta armatura, con cimiero piumato, sul bianco focoso destriero, soldati da parata, alfieri con le bandiere delle sei porte di Melfi, alabardieri, paggi, nobili e dame, sbandieratori e battitori, sfilando per le vie della città. Nel pomeriggio, in Piazza Duomo si svolge il palio delle bandiere con la spettacolare esibizione degli sbandieratori di Faenza, di Assisi e di Lucera e degli Sbandieratori “Ettore Fieramosca” di Barletta.
La sera il Vescovo celebra la solenne Santa Messa della Pentecoste nella gremita Cattedrale, per proseguire con la rievocazione del giuramento di fedeltà con Umberto Ferrieri e del cardinale Doria. L’evento è arricchito con uno spettacolo teatrale, per concludersi presso il Castello federiciano, con la battaglia fra la fanteria spagnola e francese, che finisce con la vittoria degli spagnoli. La ricorrenza della Pentecoste rappresenta un punto di orientamento nel tempo grazie al quale i melfitani si ritrovano per affermare la volontà di resistere alle avversità che minacciano la crescita della comunità.
Protagonisti
Pro Loco “Federico II” (organizzatore dell'evento)
Confraternita “S. Maria ad Nives” (organizzatore dell'evento)
Comune di Melfi (organizzatore dell'evento)
Localizzazione
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