La rievocazione storica
La rievocazione storica legata al Palio riproduce il passaggio della città di Vigevano al dominio degli Sforza nel 1456 e si inserisce all’interno della festa patronale di Vigevano. La famiglia ducale viene così rappresentata nel corteo storico del Palio dalle figure di Francesco I Sforza, Duca di Milano, sua moglie Bianca Maria Visconti Sforza e tre dei loro figli: Galeazzo Maria, Ippolita e Ludovico Maria, detto il Moro. Sempre nel corteo storico si può vedere anche frate Matteo che in quel periodo era a Vigevano per una serie di predicazioni nella chiesa di San Pietro Martire, retta dai Padri Domenicani. Durante il secondo weekend di ottobre e maggio il Castello di Vigevano si trasforma in borgo, animato da dodici contrade che sono abbinate alle dodici parrocchie cittadine.
In aggiunta alle contrade, vi sono due gruppi storici all’interno dell’Associazione, ovvero l’Armeria Ducale e il gruppo degli Arceri. Inoltre, partecipa al Palio il Gruppo dei Musici e Alfieri dell’Onda Sforzesca, nato all’interno dell’Associazione Sforzinda, ma resosi autonomo nel 2018. Il Palio di ottobre ha inizio il venerdì sera con la “Fiaccolata”. Un gruppo di popolani, preceduti dai dodici stendardi delle Contrade, partendo dal sagrato del Duomo e percorrendo Piazza Ducale e Via del Popolo arrivano alla Chiesa del Beato Matteo per depositare, dopo la celebrazione della Messa, il Cero nello scurolo dove si trovano le spoglie del Beato Matteo. Il cero rimane acceso per tutti i giorni dei festeggiamenti.
Il sabato viene aperto il Borgo rinascimentale con le corporazioni che rappresentano le arti e i mestieri del tempo, anch’esse collegate alle dodici contrade. Domenica mattina viene fatto il Solenne Pontificale alla presenza di Sua Eccellenza Mons. Vescovo, del Sindaco, delle maestranze del comune e di una coppia di nobili con il gonfalone di ogni contrada. Nel pomeriggio si svolge il Corteo Storico per le vie del centro con circa 450 figuranti e la Corte Ducale. I figuranti sono principalmente membri delle contrade. Al rientro del corteo nel Castello vengono aperti i giochi e le dodici contrade si sfidano nei quattro giochi che sono:
1) “L’albero del melo cotogno” – Ispirato alla leggenda della nascita della dinastia Sforzesca, secondo cui, Muzio degli Attendoli, capostipite della stessa, sfidò la sorte lanciando una zappa su un albero: se fosse caduta a terra, avrebbe continuato a fare il contadino, se fosse rimasta impigliata tra i rami, sarebbe diventato soldato, partendo quindi con il gruppo di mercenari che passava per quelle terre di Cotignola. La zappa rimase impigliata tra i rami dell’albero di melo cotogno e così Muzio partì. Venne assoldato da potenti condottieri fino a diventare lui stesso capo delle milizie e dimostrò tanta forza nel combattere che fu soprannominato “Sforza”. Da qui il nome della nuova dinastia. I giocatori delle dodici contrade devono lanciare delle fettucce, in rappresentanza simbolica delle zappe, su un albero stilizzato in ferro battuto, cercando di raggiungere il contenitore in cima all’albero per il quale il punteggio è più alto;
2) “La corsa con le carriole” – Il gioco si svolge trasportando dei ceppi di legno su carriole, rievocando così la raccolta della legna nei boschi del Ticino per bruciarla nei focolari delle case in autunno ed in inverno. I giocatori devono caricare e scaricare due volte venti ceppi facendo molta attenzione a non perderne per strada;
3) “La corsa con il cerchio” – Questo gioco, ispirato al quadro dei passatempi del pittore fiammingo Bruegel il Vecchio, vede protagoniste le fanciulle che dimostrano la propria abilità di sospingere un cerchio con un bastoncino di legno, superando degli ostacoli posti lungo la corsia di gara;
4) “La costruzione della torre” – I giocatori devono ricostruire un fac-simile della Torre del Bramante, simbolo di Vigevano, e suonare la campana nel minor tempo possibile, proprio come invita uno dei motti della Piazza Ducale “Sona se tu puoi”.
Dopo la proclamazione del vincitore, la contrada vincitrice si reca nello scurolo con il cencio vinto per porgere omaggio al Beato. Il lunedì sera, a conclusione dei festeggiamenti, viene celebrata, sempre nella Chiesa del Beato Matteo, la Messa di ringraziamento alla presenza della contrada vincitrice.
Protagonisti
Associazione Sforzinda (ente promotore dell’evento, ideatore dell'evento, organizzatore dell'evento)
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