La rievocazione storica
Il Palio è legato alla Battaglia di Legnano, combattuta tra l’esercito di Federico Barbarossa e quello della cosiddetta Lega Lombarda, ovvero un consorzio di città dell’Italia settentrionale teso a difendere la realtà comunale dalle ingerenze del Sacro Romano Impero, il 29 maggio 1176. Il Palio di Legnano conosce un ampio insieme di cerimoniali tra loro concatenati. Il primo di questi è la “traslazione” della croce di Ariberto d’Intimiano dall’edificio religioso della contrada che ha conquistato la precedente edizione del Palio, alla chiesa principale di Legnano, la basilica di San Magno. La Traslazione avviene l’ultimo sabato di Aprile. Successivamente, il Supremo Magistrato, cioè il sindaco di Legnano, indice ufficialmente il Palio tramite un bando pubblico.
All’inizio, la cerimonia d’investitura dei capitani delle contrade e del resto delle nuove reggenze, immediatamente dopo la Traslazione del Crocefisso, avveniva il giorno di San Magno (5 novembre), patrono di Legnano. Dal 2008, la data si è spostata vicina al Palio per dare a quest’ultimo maggior visibilità, nello specifico nel secondo sabato di maggio. Durante la stessa cerimonia, il sindaco di Legnano comunica alla cittadinanza le contrade che si sono iscritte per partecipare alla gara ippica.
La prima domenica di maggio coincide con l’iniziativa “Manieri Aperti”: visitatori e contradaioli possono partecipare alla cena in contrada e a una serie di iniziative organizzate da ogni maniero. In genere, quest’ultime consistono in attività ludiche per bambini e, soprattutto, in mostre relative alla storia, ai costumi e altro materiale d’archivio della contrada, visite guidate al maniero e la cerimonia di battesimo dei nuovi contradaioli. Il venerdì precedente alla domenica del Palio, a partire dal 1980, venticinquesimo anniversario della fondazione del Collegio dei Capitani e delle Contrade, consiste nella “Provaccia”, una gara eseguita con lo stesso regolamento del Palio ma destinata ai giovani fantini delle contrade. Il venerdì precedente la Provaccia, invece, consiste in una veglia serale della Croce di Ariberto, ora nella Basilica di San Magno, nella quale le reggenze di contrada e altre autorità, dopo aver sfilato fino alla basilica, rendono omaggio alla croce con una messa, un omaggio floreale con i colori delle contrade e una preghiera a nome delle contrade recitata dal Capitano Anziano, un membro individuato a questo scopo che faceva parte del Consiglio dei Capitani.
L’ultima domenica di maggio, in coincidenza con il Palio, i Gran Priori, i Capitani, e le Castellane di ogni Contrada rendono nuovamente omaggio al Supremo Magistrato e i rappresentanti dei Comuni che un tempo costituivano la Lega Lombarda. Successivamente, si ha il giuramento dei rappresentanti delle contrade di fronte alla copia della croce di Ariberto di Intimiano, in modo simile ai soldati della Lega Lombarda prima della battaglia. In piazza San Magno, si allestisce il Carroccio, sul quale viene proclamata una messa, al seguito della quale vengono liberati dei colombi in linea con la leggenda narrata da Galvano Fiamma: tre colombi, che erano usciti dalle sepolture dei santi Sisinnio, Martirio e Alessandro (i “santi Martiri” che sono festeggiati il 29 maggio) site nella basilica di San Simpliciano a Milano, si erano posati sul Carroccio, portando il Barbarossa alla sconfitta. Il rito si conclude con l’investitura religiosa dei Capitani e la benedizione dei cavalli e dei fantini che correranno il Palio. Nel pomeriggio, tutte le contrade sfilano in corteo. Mentre nella corsa del Palio le contrade possono optare se iscriversi per gareggiarvi, nel caso della sfilata la loro partecipazione è obbligatoria.
Il corteo storico è composto da circa 1200 figuranti e regolamentato da un apposito regolamento. Si suddivide in tre parti che si susseguono l’una dietro l’altra: 1. Le delegazioni e i gonfaloni delle città appartenenti alla Lega dei Comuni Lombardi. Questo gruppo viene preceduto da una formazione musicale, prevalentemente a carattere militare, mentre il gonfalone del Comune di Legnano sfila per ultimo; 2. Le contrade di Legnano, anche quelle che non parteciperanno alla sfida del Palio. 3. Il Carroccio e la Compagnia della Morte, che sfilano per ultimi. Il Carroccio è trainato da sei buoi bianchi. Sul Carroccio siedono tre figuranti in costume ecclesiastico e sei musici con le chiarine, mentre la struttura viene scortata da fanti e dalla Compagnia della Morte, un gruppo leggendario di cavalieri capitanati da Alberto da Giussano che avrebbero sconfitto le truppe del Barbarossa caricandole. Il Carroccio rappresenta l’elemento cardine della rievocazione, in quanto il 29 maggio 1176 l’esercito della Lega vi si schierò attorno. Nello stadio, intanto, si fa sfilare il gonfalone di Legnano e gli altri stendardi comunali, per poi passare all’alzabandiera del tricolore italiano e l’esecuzione dell’Inno di Mameli. I rappresentanti delle contrade entrano nello stadio sfilando in ordine alfabetico per poi far chiudere il corteo alla contrada che ha vinto l’ultima edizione del Palio. A questo punto, entra il Carroccio. Per ultima sfila la leggendaria Compagnia della Morte.
Una volta che il corteo è arrivato allo stadio e sono stati liberati i tre colombi, viene fatta suonare la martinella del Carroccio. Conclusosi il corteo all’interno dello stadio, i rappresentanti delle contrade rendono onore al Carroccio stesso. Successivamente, il Supremo Magistrato decreta le batterie eliminatorie della corsa, che sono state sorteggiate. Il sorteggio avviene in questo modo: il Supremo Magistrato estrae da un sacchetto quattro biglie che riportano i simboli delle contrade; le prime quattro contrade correranno la prima batteria, mentre le altre la seconda. L’ordine di estrazione coincide con l’ordine di partenza al canapo. Le batterie sono costituite da quattro giri dell’anello dello stadio. I primi classificati delle due batterie si sfideranno nella finale, costituita da cinque giri.
L’ordine di partenza della finale si determina anch’essa per sorteggio al termine delle prime due batterie. Il campo, poco prima della corsa della prima batteria, viene lasciato alla Compagnia della Morte che inscena la carica all’esercito del Barbarossa, stando alla leggenda tramandata da Galvano Fiamma. La copia della croce di Ariberto da Intimiano viene custodita dalla contrada vincitrice nella sua chiesa di riferimento fino all’edizione successiva del Palio, a seguito della cerimonia di traslazione della croce, la sera del sabato precedente il Palio. Insieme alla croce, vengono consegnati rispettivamente la banda della vittoria, uno stendardo con i colori dello stemma comunale di Legnano con la data della vittoria del Palio, e una scultura d’argento, detta peso, che fu reintrodotta nel 1992 richiamando un tipo di premiazione che veniva fatta nelle prime edizioni del Palio. Altra caratteristica è che il monumento al Guerriero di Legnano, fatto erigere dopo la visita di Garibaldi a Legnano nel 1862, viene bardato con i colori della contrada vincitrice.
Protagonisti
Il Collegio dei Capitani (ente promotore dell’evento, organizzatore dell'evento)
Comitato Palio (ente promotore dell’evento, organizzatore dell'evento)
Comune di Legnano (ente promotore dell’evento, organizzatore dell'evento)
Localizzazione
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