La rievocazione storica
L’edizione 2022 della rievocazione è stata inaugurata il giovedì sera con una conferenza di argomento storico presso il Palazzo Municipale. Nell’edizione 2022, per esempio, lo storico locale Alberto Prelli (nonché iniziatore della prima edizione della rievocazione nel 1977, si veda la sezione sulle notizie storico-critiche), accompagnato dall’Accademia Musicale di Palmanova, ha introdotto la storia della città-fortezza, in un intervento dal titolo “Palmanova, fortezza dell’ultimo Rinascimento”.
Nella giornata del venerdì, i gruppi di rievocazione internazionali e nazionali hanno allestito l’accampamento militare presso il tratto di bastioni che va da Porta Cividale alla Polveriera Garzoni, secondo una suddivisione in lotti che lascia spazio anche al mercato di oggettistica utilizzabile nelle rievocazioni storiche e alcuni accampamenti dedicati alle visite guidate e ai laboratori didattici. La ricercatrice ha avuto modo di incontrare i rappresentanti del Gruppo Storico, in particolare il presidente, Luca Serafin, il regista della rievocazione, nonché fondatore della Compagnia d’Arme Malleus, Roberto Battilana, e il tesoriere, per un totale di circa cinque componenti. L’accampamento, così come l’intera organizzazione dei combattimenti e dei cortei, è stato concepito per creare una condizione ludica nella quale i rievocatori possono non sentirsi sotto la pressione di rispondere alle esigenze della committenza e possono dare libero sfogo alla propria creatività di reenactor. Alcuni dei membri del Gruppo Storico di Palmanova sono talmente immedesimati nella loro parte di personaggi storici che hanno coinvolto l’intera famiglia nella partecipazione alla rievocazione. Un esempio è costituito da “Orso” [i rievocatori lo hanno presentato alla ricercatrice direttamente con il soprannome, senza specificare il suo nome proprio], padre di famiglia, il quale ha issato la propria tenda nella parte alta dei bastioni e dove vi alloggia per l’intera durata della manifestazione insieme ai figli piccoli e alla moglie. Come si vedrà in seguito, l’accampamento costituisce, inoltre, un mezzo di comunicazione tra gruppi storici e pubblico molto più intimo di quello che si può sperimentare durante il corteo o la rievocazione vera e propria della battaglia.
I gruppi storici che compongono l’accampamento sono selezionati da Battilana e da un altro membro del gruppo sulla base di due criteri principali: 1) il comportamento durante la rievocazione, in particolare il “fairplay”; 2) la qualità dei costumi e della ricerca sull’epoca storica. L’ammissione è confermata attraverso sia ricerche online sul gruppo, sia attraverso telefonate a gruppi conoscenti in comune e prevede l’osservazione del gruppo durante la sua prima partecipazione alla rievocazione. In quest’ultimo caso, il Gruppo storico di Palmanova può decidere se escludere o meno gli altri gruppi di rievocazione nelle edizioni successive. In alcuni casi, l’esclusione è temporanea per permettere a gruppi nuovi di partecipare rispetto a gruppi che hanno partecipato a più edizioni. Ogni gruppo che partecipa, inoltre, deve mostrare un certificato veterinario per i cavalli, i quali sono poi seguiti da un veterinario nei giorni di rievocazione.
In serata, il Palazzo Municipale ha ospitato nuovamente una conferenza di ambito storico, a cura dell’Associazione Libermente. Nell’edizione 2022, il tema che si sarebbe dovuto presentare è stato intitolato “Pax veneta. Arte, miti e storia a Venezia prima di Palmanova”. Tuttavia, il relatore, Antonio Manno, è risultato positivo al test Covid, per cui l’iniziativa è stata cancellata nel corso della giornata. In Piazza Grande, alle 20.45, tutti i gruppi storici partecipanti hanno sfilato da Porta Cividale, percorrendo la via “Borgo Cividale”, che collega perpendicolarmente la Porta alla Piazza. Quest’ultima è stata costeggiata passando all’inizio di Contrada San Donato, sfilando davanti alla Chiesa del Santissimo Redentore per poi, all’altezza di Borgo Udine, entrare al centro della Piazza, dove, nel frattempo, è stato allestito un palco. Il corteo è preannunciato dallo scoppio di un cannone, posto a lato del palco in Piazza Grande. Uno speaker, un attore torinese che collabora con la rievocazione palmarina da diversi anni, legge i nomi dei vari gruppi storici prima che facciano ingresso al centro della piazza. Ogni gruppo è introdotto da un portabandiera, di qui anche il nome di questa fase della manifestazione detta “Rassegna dei vessilli”. È da notare come siano presenti alcuni gruppi storici lombardi (la Confraternita del Leone, il Palio delle Contrade di Isola Dovarese) che la ricercatrice ha schedato ai fini del progetto ministeriale sulle rievocazioni storiche.
Lo speaker è stato lo stesso che ha introdotto e spiegato le azioni delle battaglie rievocate nei giorni successivi. Il suo discorso ha enfatizzato l’unicità della manifestazione palmarina come rievocazione seicentesca: “La più importante rievocazione seicentesca d’Italia”. Al tempo stesso, ha chiarito agli astanti il significato di rievocazione storica o reenactment: il punto non è creare una copia autentica dell’originale storico, ma ricreare un episodio, una scena storica, in modo sufficientemente accurato e verosimile. Vi è quindi l’idea di interpretare la storia, più che riprodurla: “Ve lo confermerebbe qualunque storico”.
Una volta conclusasi la presentazione di ogni gruppo storico, lo speaker ha introdotto un torneo di scherma storica, al quale hanno partecipato alcuni allievi del gruppo Malleus insieme al loro maestro, Roberto Battilana, e alcuni gruppi di rievocazione storica internazionale, in particolare polacchi e cechi, i quali, oltre a sfidare a duello Roberto Battilana, hanno teatralizzato un duello coinvolgendo alcuni membri femminili del loro gruppo (riproducendo quindi una scena da taverna, nella quale l’onore di una dama viene messo a repentaglio dalle avances di un avventore). Ai duelli di scherma hanno fatto seguito alcune danze storiche, condotte da membri femminili dei gruppi storici internazionali (sempre, prevalentemente, di area slava). Vi è stata un’evidente sottolineatura delle differenze di genere dei reenactor da parte dello speaker, evidenziando le doti estetico-femminili (la bellezza, la leggiadria) delle danzatrici. Effettivamente, le presenze femminili all’accampamento sono state prevalentemente d’accompagnamento alle figure maschili, identificate quasi esclusivamente dal punto di vista militare. Come Battilana ha dichiarato, non vi sono necessariamente delle esclusioni delle donne dalle battaglie: possono parteciparvi a patto che si vestano da uomo e seguano esattamente il tipo di preparazione riservata ai militari. Tuttavia, quello che si è potuto verificare è che, in battaglia, le donne hanno partecipato nella quasi totalità come vivandiere, aspetto che è stato poi rimarcato, ancora una volta, dallo speaker, il quale, chiarendo quella che ha immaginato potesse essere la curiosità del pubblico rispetto alla presenza femminile in battaglia, ha descritto la funzione di supporto delle donne in battaglia, come cuciniere, assistenti mediche, vivandiere, ecc.
Il sabato ha previsto l’apertura dell’accampamento e del mercato storico ai visitatori, i quali sono stati così liberi di fotografare ed entrare a contatto con i rievocatori. A cadenze regolari, sono state offerte visite guidate all’accampamento e ai bastioni a cura del Gruppo Storico. Intorno alle 10.30, le milizie in accampamento hanno cominciato a esercitarsi per la rievocazione della battaglia e hanno messo in scena per i visitatori una ronda. L’intera attività si è svolta lungo il fossato dei bastioni ed è stata preceduta da una riunione nella galleria degli stessi, già introdotta sopra. Si sono condotte le visite a pagamento e su prenotazione e hanno previsto anche giochi per bambini (come la caccia al tesoro in galleria).
Nel frattempo, in Piazza Grande, gli sbandieratori si sono esibiti in una serie di figure, mentre il la sezione del Museo storico militare di Palmanova sita nel Palazzo del Governatore delle Armi, sempre a Piazza Grande, di proprietà del Ministero della Difesa, è stato aperto ai visitatori. Il Museo contiene reperti risalenti alla Prima Guerra Mondiale a Palmanova.
Lungo Borgo Cividale, gli esercenti di bar e ristoranti hanno allestito, per tutta la durata della manifestazione, dei tavoli all’aperto per ristorare visitatori e gli stessi rievocatori che non si sono fermati a mangiare presso il tendone allestito dagli alpini vicino alla Polveriera. Come messo in evidenza dall’Assessore alla Cultura, anche i locali devono utilizzare infrastrutture il più possibile consone all’epoca storica, quindi prevalentemente in legno. I cibi offerti sono prevalentemente afferenti al cibo di strada friulano (porchetta, salsiccia, canederli, cevapcici, ecc). Agli stand gastronomici si sono aggiunti, man mano, bancarelle di oggettistica varia.
Alle 16.30, sempre con uno scoppio di cannone a segnalare l’inizio della nuova attività, si è issato il Gonfalone della Serenissima in Piazza Grande, contornata dalla parata dei gruppi storici che hanno ripercorso lo stesso percorso del venerdì. La conclusione della parata, sempre commentata dallo speaker, il quale ha letto anche alcuni passaggi narrativi rispetto alla fondazione di Palmanova da parte dei veneziani, ha coinciso con l’entrata dei rievocatori nel campo di battaglia, allestito al di là del fossato che si trova uscendo da Porta Cividale. Gli spettatori, muniti di biglietto (un bracciale di carta adesivo), si sono raccoltio nei prati intorno al campo di battaglia. La struttura semi-collinare intorno ha fatto sì che si creasse una sorta di spalti naturali, permettendo al pubblico di poter visualizzare la scena da più punti. La battaglia rievocata è stata intitolata “Battaglia del Vespro. L’assalto degli Asburgo”. La parte dei figuranti che hanno interpretato le fila dell’esercito asburgico (tra i quali alcuni gruppi storici polacchi a cavallo) si sono disposti dietro la parte collinare dei bastioni più esterna rispetto alla strada che attraversa Porta Cividale, mentre i gruppi dei figuranti che hanno interpretato l’esercito della Serenissima si sono raggruppati nella parte collinare più vicina alla Porta. Lo speaker ha letto un testo descrittivo ed enfatico rispetto alla giornata di battaglia rievocata e comincia a introdurre i vari gruppi dei due eserciti che hanno cominciato a emergere dalle colline. L’effetto per gli spettatori è stato sicuramente estremamente evocativo, dal momento che i rievocatori hanno utilizzato polvere da sparo e cannoni. Parte dell’esercito veneziano si è trovato sulla sommità dei bastioni con i cannoni.
A conclusione della battaglia (vinta in questo caso dagli Asburgo), il pubblico si è riversato in Piazza Grande: ciascun borgo ha ospitato delle osterie dove potersi ristorare e assistere a degli spettacoli. Durante la cena, il gruppo dei musici e sbandieratori ha sfilato per le vie suonando le chiarine e i tamburi. La serata è ricominciata alle 21 con il Palio dei Borghi e la corsa delle bandiere, per poi concludersi con lo spettacolo di danze popolari secentesche delle fanciulle e di danze dei nobili sul modello di quanto già proposto il venerdì sera.
La domenica della rievocazione è stata caratterizzata sempre dalle visite guidate all’accampamento lungo i bastioni, alla mattina, alle quali si è aggiunta la messa alla Chiesa del Santissimo Redentore, alla quale hanno partecipato alcuni membri del Gruppo Storico e palmarini, più in generale, in costume. Nel corso della messa, tuttavia, non si è rimandato apertamente alla storia di Palmanova o ai contenuti della rievocazione. Alle 11.30, presso la Loggia della Gran Guardia di Piazza Grande, il maestro e fondatore del gruppo Malleus, Roberto Battilana, ha presentato il volume di Antonio Merendoni sulla scherma veneziana (La Scrima Veneziana), con un’introduzione di Alberto Prelli. Le varie tecniche di scherma introdotte dall’autore sono state esemplificate al pubblico con una dimostrazione di scherma da parte di Roberto Battilana e alcuni suoi allievi (alcuni già presenti alle sfide del venerdì sera in piazza).
Secondo uno schema già consolidato il primo giorno, alle 15.30 è andata in scena la parata dei gruppi di rievocazione che poi si sono raccolti lungo Porta Cividale per la seconda rievocazione della battaglia, questa volta intitolata “Battaglia in campo aperto. La riscossa veneziana”. Lo speaker per la prima volta ha precisato che queste rievocazioni militari non intendano in alcun modo essere irrispettose nei confronti dei conflitti bellici in atto ed esprime solidarietà per quanti ne sono colpiti. Alle 18, in piazza, si è svolto il Palio della Rotella, a cura dei musici e sbandieratori palmarini, al quale ha fatto seguito uno spettacolo teatrale con musiche e danze a cura dell’associazione In Hoc Signo Tuta in collaborazione con la scuola StudioDanza, per poi concludersi con l’ammainamento del Gonfalone della Serenissima e uno spettacolo di tamburi, sempre a cura del gruppo dei musici e sbandieratori palmarini.
Area Geografica
Palmanova si trova nella pianura friulana centrale, a circa 20 km da Udine e 17 km da Aquileia, con una popolazione di 5298 abitanti. Venne edificata dalla Repubblica di Venezia come enclave vicinissima ai confini austriaci e, quindi, come misura difensiva a seguito del trattato di Worms con l’Austria del 1521. Si riporta quanto descritto dalla scheda di ricognizione degli immobili di interesse storico del Piano Paesaggistico Regionale del Friuli-Venezia Giulia: “Fondata il 7 ottobre 1593, in ricordo del martirio di santa Giustina (304) e della battaglia di Lepanto (1571), ebbe fra i suoi progettisti Giulio Savorgnano, Bonaiuto Lorini e Vincenzo Scamozzi. Rimase veneziana fino alla caduta della Repubblica. Dopo la costruzione della cerchia principale circondata dalla fossa, nel XVII secolo furono aggiunte le falsabraghe ed i rivellini esterni al fossato. All’inizio del XIX secolo Napoleone fece potenziare le difese esterne ampliando la spianata e costruendo le lunette. Durante la Prima Guerra Mondiale fu sede di ospedali, magazzini e campo di addestramento truppe. […]
Il complesso costituisce “il prototipo dei baluardi dell’epoca moderna, legato alla memoria delle eroiche campagne sostenute dalla Repubblica Veneta contro austriaci, turchi e francesi, nonché al ricordo della prima guerra per l’indipendenza italiana” (DPR 21 luglio 1960, n. 972). La città costituisce esempio unico di Città - Fortezza rinascimentale caratterizzata da disegno geometrico con pianta a stella e per la presenza di opere di architettura militare e civile (sistema dei bastioni) e per la sua relazione con le rogge storiche (risorgive, roggia di Palma, fossati della fortificazione, ecc.).
Tali peculiarità morfologiche uniche, testimonianti caratteri di idealità, la rendono bene di alto valore intrinseco anche per lo stretto legame con la rete delle coeve architetture fortificate del dominio Veneto (Italia, Croazia, Montenegro).” Con la rotta di Caporetto, Palmanova venne incendiata. Nel 1960, Palmanova (detta Palma dai locali) divenne monumento nazionale, mentre nel 2017 è stata iscritta nella Lista UNESCO per poi essere inserita, nel 2018, all’interno dei Borghi più belli d’Italia. Stando alla descrizione fatta dallo storico locale Alberto Prelli durante un’intervista con la ricercatrice che ha compilato questa scheda, Palmanova, nonostante l’esigua popolazione, è una cittadina estremamente attrezzata con numerosi servizi, basti pensare alla presenza di quattro fornai e tre veterinari.
Descrizione del percorso
La rievocazione si snoda lungo Borgo Cividale, comprendendo i bastioni che vanno da Porta Cividale fino alla Polveriera d’epoca napoleonica. Il corteo percorre Borgo Cividale fino a Piazza Grande. Qui si svolgono gli altri avvenimenti principali della rievocazione, come il Palio della Rotella, le esibizioni degli sbandieratori e gli spettacoli di danza sia popolare che rinascimentale, oltre che la messa in costume. In Contrada Donato, durante la domenica, hanno luogo giochi antichi per bambini a cura dell’associazione FamigliaAttiva.
Notizie storico-critiche
Stando alle conversazioni con i rievocatori, la rievocazione nacque nel 1977 allo scopo di trovare le radici storico-culturali della città, in un momento in cui Palmanova registrava la presenza cospicua di militari. Fino alla chiusura delle caserme a Palmanova, infatti, la città arrivava fino a 12,000 abitanti e più della metà della popolazione era costituita da militari di stanza a Palmanova. Un piccolo gruppo di abitanti, tra i quali lo storico locale Alberto Prelli (del quale si fa spesso riferimento come figura leader, senza però, tuttavia, confermarlo esplicitamente), cominciò a fare una ricerca sulla storia di Palmanova, collaborando con gruppi storici esterni per l’individuazione di personaggi storici e la consulenza sui costumi storici, quali, ad esempio, il Gruppo Storico della Città di Venezia che organizza le regate storiche. Il periodo storico scelto per l’avvenimento da rievocare si collega infatti alle vicende della Serenissima. Palmanova venne fondata nel 1593 da parte del capo della commissione dei provveditori, militari e architetti della Repubblica di Venezia, Marcantonio Barbaro, allo scopo di “mettere definitivamente in sicurezza il suo confine orientale che era a diretto contatto con i territori dell’Arciduca d’Austria e porta ingresso di eventuali incursioni ottomane” (Prelli 2011: 9). Si scelse come evento storico l’innalzamento del Gonfalone della Repubblica di Venezia al centro della piazza principale di Palmanova da parte di Girolamo Cappello, il 22 luglio 1602.
Inizialmente, la rievocazione si svolse nella seconda metà di luglio, in coincidenza con la festa patronale. L’issare il vessillo della Serenissima, quindi, coincideva con una messa indetta per celebrare la fondazione di Palmanova. Quest’iniziativa continua ancora a svolgersi, nonostante il cambio di regia e lo spostamento della rievocazione a settembre. Nelle prime edizioni della rievocazione, il gruppo rievocativo cercò fin dall’inizio di ricreare anche la vita cittadina all’interno dei bastioni: si ricostruirono, per esempio, le vicende legate al gruppo dei conestabili, ovvero un gruppo di civili che gestiva gli ingressi dalle porte della città, così come il cibo cucinato all’epoca. Il gruppo storico, inizialmente, prediligeva un approccio dal basso, valorizzando le iniziative individuali e di gruppi cittadini: per esempio, il confezionamento degli abiti, per quanto inizialmente promosso dalla moglie di Prelli, diventò via via sempre più personalizzato dai singoli partecipanti, che diventarono così autonomi. Altro esempio è rappresentato dal nuovo regista della rievocazione, nonché membro del Gruppo Storico e fondatore del gruppo di scherma storica Malleus, Roberto Battilana: entrò a far parte del gruppo di rievocazione guidato da Alberto Prelli nel 1990 per poi coltivare, sia individualmente che contestualmente alla rievocazione, la sua passione per la scherma (era infatti già divenuto maestro di scherma).
Inizialmente, Roberto Battilana coordinava la parte militare della rievocazione storica, all’epoca limitata rispetto al resto dell’evento organizzato. La compagine militare crebbe progressivamente fino a divenire, nella seconda stagione di regia, preponderante. Nel 1996, nacque la Compagnia d’Arme Malleus che, oltre a coadiuvare il gruppo storico, aveva la funzione di esplorare tecniche di scherma in periodi storici diversi rispetto a quello della rievocazione, ovvero il Seicento.
Nelle prime edizioni della rievocazione, vi era anche un Palio, il Palio della Rotella: Palmanova era suddivisa in tre Borghi. Il Palio consisteva in una corsa delle bandiere e in una quintana a cavallo. Il Palio e il gruppo degli sbandieratori a esso associato conobbero un periodo di crisi tra gli anni Novanta e i Duemila. Nel 2006, per iniziativa di Roberto Battilana, cominciò ad essere organizzato il Palio della Catena. Quando il gruppo degli sbandieratori si è ricostituito per iniziativa di un gruppo di giovani al di sotto dei trent’anni nel 2012, il Palio è passato totalmente in gestione al gruppo degli sbandieratori, assumendo una veste autonoma rispetto al Gruppo Storico.
Con il cambio dell’Amministrazione comunale, avvenuto nel 2011, si è deciso, nel 2012, di posticipare la rievocazione storica a settembre, sia per permettere una miglior riuscita della rievocazione evitando le temperature proibitive di luglio, sia per sganciare la nuova regia della rievocazione dai contenuti iniziali delle prime edizioni, e creando così un collegamento invece con le le rievocazioni delle battaglie che hanno interessato direttamente o indirettamente Palmanova, in particolare le Guerre gradiscane del 1615, primo grande conflitto della Repubblica di Venezia contro gli Asburgo.
Alberto Prelli aveva già abbandonato la regia della rievocazione nel 1995. Il cambio di regia e la proposizione della rievocazione legata alle battaglie militari invece che solo alla storia della fondazione della città si è avuto nel 2013, pressoché in concomitanza con la rinascita del gruppo degli sbandieratori e con il contributo di associazioni cittadine, come Libermente (nel 2012). Secondo il regista del nuovo corso rievocativo, Roberto Battilana, la rievocazione ha assunto una veste internazionale del reenactment sulla base, da un lato, delle esperienze mutuate dal gruppo di rievocazione storica durante le trasferte e le partecipazioni all’estero. Dall’altro, si è voluto proporre un’esperienza rievocativa sul modello europeo incentrata sulla didattica della storia. In particolare, Battilana è rimasto molto colpito dal Musée de l’Armée a Parigi, dove i rievocatori mostravano le funzioni d’uso e contestualizzavano le collezioni museali. Il gruppo di Palmanova ha, quindi, fatta propria l’ottica del reenactment, proponendo attività con le scuole e realizzando quadri rievocativi per la fruizione turistica dei bastioni (si veda la sezione sulla valorizzazione).
Nel 2019, la rievocazione si è ulteriormente diversificata, proponendo, ad anni alterni, le Guerre gradiscane legate alla Repubblica di Venezia (anni pari) e quelle napoleoniche (anni dispari). Infatti, nove delle ventisette punte che compongono la struttura a stella dei bastioni furono costruite in epoca napoleonica. Questa diversificazione in due edizioni alternate ha permesso, da un lato, ai rievocatori di poter partecipare al più grande raduno internazionale di epoca seicentesca in Olanda (Slam om Grolle, a Grolle) e, quindi, assicurare un maggior numero di partecipazioni a Palmanova. Dall’altro, l’introduzione del tema napoleonico ha permesso ai gruppi di rievocazione che partecipano, in particolare quelli legati all’ambito storico francese, di variare e sfruttare i propri abiti napoleonici. Si può quindi dire che il doppio binario (veneziano e napoleonico) sia stato adottato secondo la logica del reenactment e la volontà del gruppo rievocativo palmarino di creare un momento di “divertimento” per i reenactor internazionali e, dal punto di vista dei palmarini stessi, ampliare gli spunti creativi.
Bibliografia
Alberto Prelli, "Palma 1624. Origini militari tra rituale e sicurezza", Palmanova, Officine Grafiche Visentin, 2011.
Alberto Prelli, "Ricognizione degli immobili di interesse storico – ID 584 – Città Fortezza di Palmanova", reperibile al link: http://www.simfvg.it/doc/paesaggio/ppr/beni_culturali/584_citta_fortezza_di_palmanova.pdf
Maria Teresa Zanchettin, "Museo storico militare di Palmanova: un museo per comprendere la fortezza", in "Informazioni della Difesa", 2004.
Oggetti significativi
Il bene materiale direttamente collegato alla rievocazione è lo stesso apparato di fortificazione palmarino, ovvero i bastioni. Quest’ultimi furono utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale per poi entrare a far parte del demanio militare e civile. Sono tutt’ora di proprietà dell’esercito e sono in comodato d’uso per il Comune di Palmanova a partire dal 2012. Ci vorranno tra i sette e gli otto anni prima che i bastioni passino completamente in mano al Comune. Palmanova è una delle poche città con i bastioni preservati: in tutto il Veneto, per esempio, la Repubblica di Venezia costruì città fortificate (per esempio, Treviso). Con la candidatura UNESCO, il flusso turistico (in particolare, legato alla pista ciclabile che collega Salisburgo all’Italia) è aumentato e, di conseguenza, anche l’attenzione per i bastioni. Ad esempio, le guide regionali portano i gruppi organizzati ai bastioni.
I bastioni hanno contribuito a forgiare un senso identitario ulteriormente fortificato con la rievocazione storica. Vi sono, per esempio, numerose leggende orali legate ai bastioni (raccolte nel libro del palmarino Silvano Bertossi), come l’idea che vi sia una galleria che, dal pezzo centrale, porta fuori da Palmanova. I bastioni, secondo Roberto Battilana, seguono i confini tra palmarini ed esterni, tra dentro e fuori. Lo stesso Alberto Prelli definisce, cogliendo anche lo scritto di Bertossi, Palmanova come “un’isola” rispetto al resto del Friuli: gli abitanti all’interno dei bastioni provenivano dalle province venete e occupavano un territorio parlante il friulano. Questo contesto peculiare ha determinato anche la creazione di un dialetto specifico, il palmarino, simile al veneziano e altre parlate venete, al punto che fino a poco tempo fa, quando la presenza militare non era così massiccia, vi era il trilinguismo (palmarino, friulano, italiano).
È interessante analizzare come i bastioni sono stati inglobati all’interno della rievocazione. Nel corso della prima giornata di sopralluogo della ricercatrice (il venerdì della rievocazione), i rievocatori hanno mostrato alcuni punti dei bastioni per evidenziare come l’Associazione Amici dei Bastioni abbia bonificato la zona e aperto varchi prima di allora inutilizzabili e ricoperti dall’immondizia o da residui militari. Un varco è stato adibito a locale di ristorazione per i rievocatori e i visitatori degli accampamenti, mentre il secondo, una vera e propria galleria che collega la zona attorno alla polveriera al fossato e a Porta Cividale, è stato decorato con candele e un tavolo di legno massiccio, utilizzato per le riunioni tra gruppi di rievocazione per organizzare gli allenamenti per la battaglia e, al contempo, per permettere la comunicazione tra gli accampamenti situati lungo il fossato e quelli invece collocati nella sommità dei bastioni. Il varco è particolarmente suggestivo anche perché permette la fruizione dell’intero blocco di bastioni ai visitatori.
Ciascun gruppo coinvolto nella rievocazione ha, al suo interno, delle pratiche collezionistiche e di memorializzazione incentrate su determinati manufatti materiali, in primis i costumi. Ad esempio, i costumi utilizzati dalle ragazze della scuola StudioDanza sono stati confezionati fin dalla metà degli anni Novanta da abili sarte palmarine. Durante le edizioni precedenti della rievocazione, il gruppo apriva al pubblico la sartoria per la distribuzione dei costumi alla cittadinanza sotto la loggia della piazza, dove è ubicata la sede della scuola StudioDanza. La sede del Gruppo degli Sbandieratori conserva i costumi della generazione dei padri insieme a quelli odierni, alla rotella (uno scudo, usato durante il palio) e un gagliardetto di legno più piccolo. I costumi ora sono più curati da un punto di vista filologico, rispecchiando la foggia dei costumi da popolani, pur presentando un proprio stile distintivo in quanto gruppo a sé stante.
La sede del Gruppo storico è sita in un’ex caserma dei Vigili del fuoco a fianco dei bastioni, insieme ad altre associazioni come, per esempio, gli Alpini. Mentre il piano terra ha una piccola sala dedicata al gruppo Malleus, il secondo piano ospita la sede del Gruppo storico, che contiene fotografie, poster delle diverse edizioni della rievocazione.
Aspetti immateriali
La rievocazione storica, specialmente nelle prime edizioni maggiormente legate alla piazza, ha permesso uno scavo rispetto alle fonti storiche locali da parte delle varie associazioni palmarine coinvolte nella rievocazione stessa. L’associazione Accademia Nuova Esperienza Teatrale, che riunisce il gruppo di teatro fondato da Alberto Prelli (“Nuova Esperienza Teatrale”) fin dagli anni Settanta, caratterizzato dal teatro storico e locale, portando in scena temi sulla Prima Guerra Mondiale, sulla condizione femminile, così come sulle Guerre gradiscane, ha incluso, nel 1995, la scuola StudioDanza (diretta da Lucia De Giorgio). L’attività teatrale di Alberto Prelli si è ora resa, per la maggior parte, autonoma dalla rievocazione storica. La scuola StudioDanza ha, negli anni, consolidato un repertorio di ballo che attinge agli scritti del maestro di cappella e musicista della Basilica di Aquileia Giorgio Mainerio (“Il primo libro de’ balli”, Venezia, 1578; cfr. la sezione sul patrimonio immateriale), con un repertorio di sette/otto danze di fine Cinquecento, tra cui L’arboscello (Ballo forlano), La putta nera, l’Ungaresca e la famosa Schiarazule Marazule afferenti alla località friulana. Il gruppo ha poi riadattato i costumi e le danze con l’introduzione del tema napoleonico nel 2019 con danze a quadriglia, i sette salti e la bourée in tempo ternario, accompagnate dalla fisarmonica (lo strumento nazionale francese).
L’associazione Libermente, invece, utilizza come fonti per le sue attività performative documenti storici conservati nella Curia Arcivescovile di Udine che ricostruiscono la vita quotidiana all’interno della fortezza (ad es. episodi in cui una popolana accusa il provveditore di crudeltà e la storia di un guastadore costretto a prestare la propria opera per il lavoro di scavo nella costruzione della fortezza).
Criticità
Come evidenziato dall’Assessore alla Cultura, Silvia Savi, il problema principale della rievocazione, oltre alla difficoltà di reperire dei fondi e la mancanza di una legislazione regionale in materia di rievocazioni storiche, è rappresentato dalla tenuta delle organizzazioni coinvolte. Per quanto vi sia la volontà da parte di quest’ultime di contribuire alla rievocazione, non vi è una strategia strutturata e condivisa per il mantenimento nel tempo della rievocazione. Un’altra cosa da evidenziare, come dichiarato Alberto Prelli, è il fatto che non tutti i commercianti vedono con occhio favorevole la rievocazione. Alcuni borghi, inoltre, sono penalizzati dal fatto che i bastioni scelti per le rievocazioni delle battaglie, sia in ambito veneziano che napoleonico, non si trovano nelle loro vicinanze, rendendo quindi l’impatto economico della rievocazione disomogeneo. L’introduzione dell’elemento del reenactment, ha aggiunto Battilana, non è sempre stata accolta con favore dalla cittadinanza, magari ancora ancorata all’evento rievocativo di piazza e meno “internazionale.”
Tuttavia, tutti gli intervistati che hanno contribuito a comporre i contenuti di questa scheda hanno evidenziato come la rievocazione sia una marca identitaria per gli abitanti (“ha creato appartenenza”, come spesso si è sostenuto), di qui la convinzione che possa sopravvivere una volta che vi sarà un cambio generazionale (visto anche l’esempio del gruppo degli sbandieratori, che sono stati capaci di riprendere una tradizione che sembrava essersi estinta). La partecipazione dei gruppi internazionali è sicuramente un valore aggiunto, anche se non necessariamente incide sulle dinamiche di valorizzazione e salvaguardia della memoria storica di Palmanova.
Misure di valorizzazione
Come misure di valorizzazione, sono da segnalare le attività portate avanti dallo StudioDanza. Nel 2018, la direttrice Lucia De Giorgio ha creato la coreografia “Danza per Palma”, con scene di ballo che ricreano le nove punte dei bastioni della città, accompagnate dalla musica di Marco Maria Tosolini (del Conservatorio di Udine), compositore eclettico che nel 1993 ha realizzato il cd musicale sulla città di Palmanova. Queste figure danzanti in amaranto sono poi state protagoniste di una mostra fotografica a cura di StudioDanza e del fotografo palmarino Sergio Ioan nell’atrio del Municipio di Palmanova negli anni pandemici (2020/2021): le ragazze sono state immortalate in pose plastiche in vari luoghi suggestivi della città-fortezza, andando quindi a valorizzare i bastioni, ossatura della rievocazione.
Lo stesso Gruppo Storico ha realizzato una serie di video da accompagnare alla descrizione storica dei bastioni e di altri angoli di Palmanova, visualizzabili attraverso un QR-code. Il Gruppo ha inoltre lavorato sulle collezioni museali locali, appartenenti al Museo Storico Militare di Palmanova e dislocate in più sedi (Il Palazzo del Governatore delle Armi in Piazza Grande, l’area esterna delle fortificazioni e Porta Cividale), per ricreare le bandiere e gli stendardi da utilizzare in battaglia. I gruppi internazionali si sono a loro volta attenuti alla ricerca filologica portata avanti dal Gruppo Storico. Ad esempio, il gruppo scozzese presente nell’edizione 2022 della rievocazione, che ha partecipato in altre occasioni, ha riprodotto le bandiere di eserciti scozzesi che hanno effettivamente combattuto nei pressi di Palmanova.
Nel corso delle giornate rievocative, come già accennato nell’abstract di questa scheda, i visitatori vengono condotti all’interno dell’accampamento con una visita guidata. Durante la visita guidata, il Gruppo Storico introduce la funzionalità di determinati oggetti utilizzati in battaglia (ad esempio gli strumenti medico-chirurgici per curare i feriti o la stessa polvere da sparo), così come mostra gli alloggiamenti di soldati e gerarchie militari, estendendo, quindi, alla rievocazione le attività di ricerca e didattiche che già il gruppo svolge nel corso dell’anno. Quando la ricercatrice ha partecipato a una visita guidata, ha avuto modo di notare come quest’ultima sia stata portata avanti da un membro delle primissime generazioni del Gruppo Storico, quindi maggiormente legato all’ambito di storia locale palmarina che a quello delle battaglie (si veda le notizie storico-critiche), che la ricercatrice stessa ha incontrato il venerdì sera in Piazza Grande. La visita guidata consiste nel passare in rassegna alcune tende, gestite interamente dal Gruppo Storico, nel quale vengono mostrate sia una ricostruzione di una tenda di un capitano d’arme, sia la tipologia di strumenti medico-chirurgici utilizzati all’epoca in battaglia per curare i feriti, sia una parte legata all’utilizzo delle erbe per i medicamenti (in quest’ultimo caso gestita da membri femminili del Gruppo Storico). Ai visitatori viene inoltre offerta la possibilità di provare un’arma con polvere da sparo. Come spiegato dai rievocatori nel corso delle conversazioni con la ricercatrice, la visita guidata ha il carattere della didattica della storia, secondo modalità che il gruppo palmarino ha potuto osservare in musei militari all’estero (ad esempio, mostrare come si fabbricavano e utilizzavano le armi). La visita guidata quindi non si sofferma tanto sulla storia di Palmanova e il suo legame con la Repubblica di Venezia, per quanto la guida abbia fatto brevi rimandi.
Misure di salvaguardia
Il Comune ha curato interamente la candidatura UNESCO di Palmanova. Quest’ultima ha influito sul turismo, aumentando le visite, per esempio, lungo i bastioni, ma non ha direttamente influenzato la rievocazione, per quanto aumentandone la visibilità. Il primo effetto tangibile del riconoscimento da parte dell’UNESCO è stato quello della conservazione e valorizzazione dei bastioni. Vi è la volontà, da parte del Comune, di intersecare la struttura architettonica dei bastioni con la rievocazione, favorendo, quindi, il patrimonio immateriale legato ai bastioni, riproponendone, da un lato, le modalità di fruizione dei bastioni nel corso del Seicento e, dall’altro, programmare attività didattiche legate a questo connubio tra materiale e immateriale. La candidatura UNESCO ha comunque permesso l’accesso a determinate linee contributive, per esempio quelle legate al Ministero del Turismo. A livello regionale, non c’è una norma per le rievocazioni storiche, se non un bando più generale legato alle manifestazioni mirate. Non si sono, inoltre, scelti determinati sponsor da affiancare alla rievocazione, in quanto sembra non siano presenti sul territorio sponsor di qualità, stando a quanto riportato alla ricercatrice nel corso della ricerca.
La rievocazione ha ottenuto 18/19,000€ grazie a un bando nazionale sulle rievocazioni storiche, posizionandosi tra le prime dieci rievocazioni in graduatoria. Il bando regionale, invece, ha permesso un finanziamento molto più esiguo (5,000€), a causa, sembrerebbe, della mancanza di allineamento politico-partitico tra amministrazione comunale e amministrazione regionale.
Ciascun gruppo coinvolto nella rievocazione ha, inoltre, canali di finanziamento propri. Il Gruppo storico, per far fronte alla penuria di finanziamenti, ha istituito un ingresso a pagamento (20€ a testa per rievocatore) per i gruppi di reenactor nazionali e internazionali per potersi autofinanziare. L’introduzione del biglietto e, quindi, la prenotazione del proprio spazio all’interno dell’accampamento, è considerato anche un marchio di qualità per i partecipanti e per la rievocazione. Il gruppo Libermente riceve sovvenzioni annuali sia da parte dell’Amministrazione Comunale, la quale conferisce il premio per il concorso Palma Storia (il concorso sul romanzo storico), sia da banche, aziende agricole e dall’Otto per Mille. Il Gruppo degli Sbandieratori si autofinanzia allestendo una taverna in piazza durante i giorni della rievocazione. Il gruppo ha partecipato a eventi nazionali ed esteri.
Protagonisti
I palmarini, come si è potuto constatare, vivono la rievocazione come un forte elemento comunitario, in particolare perché sottolineerebbe l’identità autonoma di Palmanova rispetto al resto della pianura friulana e il suo legame con la Repubblica di Venezia, un’identità definita spesso messa tra parentesi rispetto alla massiccia presenza dell’esercito nella città fortezza. È da notare, infatti, come molti palmarini, pur non appartenendo al Gruppo Storico, e pur non avendo parte attiva all’interno di altre organizzazioni coinvolte per la rievocazione, si siano presentati in abito storico, spesso anche creando delle conversazioni sul grado di realizzazione tecnica del costume e su dove se lo siano procurato o chi gliel’abbia confezionato.
A questo elemento identitario, legato alla memoria storica degli abitanti e il loro comune sentirsi “diversi” rispetto al resto dei friulani, si è aggiunto l’aspetto rievocativo proprio del reenactment che ha progressivamente aperto la realtà locale a una dimensione più internazionale. Durante il suo sopralluogo, la ricercatrice ha notato come uno scollamento tra l’affollarsi dei visitatori ai bastioni e una presenza esigua di palmarini in piazza. Per quanto i partecipanti alle interviste abbiano dichiarato che si è cercato di rendere i due eventi (bastioni, da una parte, e piazza, dall’altra) equilibrati in modo da non svantaggiare la piazza e, al contempo, coprire i tempi morti ai bastioni, quando non vi sono visite guidate e i visitatori hanno esaurito le cose da vedere, l’impressione è che vi sia stata una polarizzazione tra i due spazi. Dalle interviste è emerso, inoltre, come la piazza, durante la rievocazione, sia maggiormente vissuta dai palmarini. È infatti qui che si alternano le attività delle varie organizzazioni cittadine che contribuiscono alla rievocazione. L’apertura della rievocazione al reenactment internazionale ha fatto sì che vi siano state delle differenziazioni all’interno della stessa realtà palmarini in termini economici. Come Alberto Prelli ha sottolineato, la vicinanza ai bastioni di Porta Cividale fa sì che l’economia urbana situata nei pressi sia enormemente avvantaggiata rispetto ad altri borghi.
Come messo in evidenza dall’Assessore alla Cultura di Palmanova, Silvia Savi, la rievocazione di Palmanova è “una manifestazione corale” che prevede l’impegno di più associazioni locali, specialmente con l’avvento della nuova regia rievocativa incentrata sulle battaglie del 2013, quando è nata la necessità di mantenere e potenziare l’attrattiva della piazza centrale nei confronti dei bastioni interessati unicamente alla rievocazione degli accampamenti militari e delle battaglie. Gli spettacoli e le iniziative di piazza rispondono quindi a due esigenze: da un lato, mantenere un contatto con gli abitanti locali e con le contrade cittadine; d’intrattenimento serale per i rievocatori e il pubblico accorso per gli accampamenti e le battaglie. Le associazioni locali, contribuendo alla rievocazione, alimentano una cura nella ricerca storica che va ad arricchire la memoria storica dei palmarini e, al contempo, costituiscono un tipo di offerta culturale utilizzabile a fini turistico-culturali. Come si vedrà nella descrizione di alcuni gruppi, la collaborazione delle associazioni nell’organizzazione della rievocazione si è avuta tra gli anni Novanta e gli anni Duemila, con una progressiva diversificazione delle attività proposte all’interno della rievocazione stessa, la quale, a sua volta, valorizza le attività delle singole organizzazioni: ad esempio, il gruppo Amici dei Bastioni rende possibile l’utilizzo dei bastioni nel corso della rievocazione la quale, poi, può motivare il pubblico a tornare a Palmanova per una visita guidata ai bastioni.
Le associazioni coinvolte, oltre al gruppo di rievocazione storica, sono: 1) la scuola Studio Danza; 2) Modi Versus, che si occupa della parte musicale degli spettacoli di piazza; 3) l’Associazione Amici dei Bastioni; 4) la Compagnia d’Arme Malleus, fondata, come già visto, da Roberto Battilana; 5) l’Associazione Libermente; 6) l’Associazione Nova Ludica; 7) Proloco Pro Palma; 8) l’Associazione Famiglia Attiva; 8) l’Associazione In Hoc Signo Tuta, anch’essa coinvolta per la parte musicale degli eventi di piazza. A questo quadro associazionistico, va aggiunto il Gruppo degli Alpini, al quale è stata affidata la preparazione e distribuzione dei pasti ai rievocatori internazionali che partecipano.
La Pro Loco, per quanto inclusa come gruppo che partecipa alla realizzazione della rievocazione, ha indicato, a seguito della telefonata della ricercatrice, il Gruppo storico come reale organizzatore della rievocazione, dichiarando di avere principalmente compiti di sostegno e d’aiuto. Il Comune ha infatti stipulato una Convenzione con il Gruppo storico, provvedendo al reperimento di fondi per la manifestazione.
Apprendimento e trasmissione
Ciascun gruppo coinvolto nella rievocazione ha, al suo interno, processi di apprendimento e trasmissione specifici. Il gruppo degli Sbandieratori, nato nel 2012, ha riportato in scena la pratica degli sbandieratori andata in disuso e rappresentata dai genitori dei fondatori, all’epoca al di sotto dei 30 anni attraverso un processo di apprendimento. Gli sbandieratori della vecchia generazione hanno partecipato agli allenamenti dei giovani, dando consigli e insegnato alcuni movimenti base per loro, indicati con termini specifici, come il bracciale (coincidente con il volteggio otto). Successivamente, il gruppo ha aggiunto nuovi movimenti e termini per indicarli. All’interno del gruppo degli sbandieratori, si ha prevede un passaggio da principiante ad avanzato che, generalmente, coincide con l’avanzamento dell’età.
Il Gruppo Malleus prevede una serie di corsi di scherma storica e, per gli allievi più avanzati, dimostrazioni di scherma all’interno degli spettacoli di piazza che, in qualche modo, certificano il livello di destrezza raggiunto attraverso sfide con Roberto Battilana, il maestro, come avversario. Per quanto riguarda StudioDanza, le danze popolari delle fanciulle sono su base generazionale, con un ricambio di circa cinque anni tra un gruppo e l’altro di danzatrici coinvolte, e coincidono con la conclusione dei corsi di danza. Infatti, i saggi di danza classica avvengono nella terza settimana di giugno, aprendo poi il periodo di esercitazione per la rievocazione, con un periodo particolarmente intenso nell’ultima settimana di agosto.
A livello più generale della rievocazione, l’intento da parte del Comune sarebbe quello di coinvolgere le generazioni più giovani attraverso delle attività scolastiche che, finora, non sono state portate avanti in maniera sistematica, se non il coinvolgimento del Gruppo Storico in uscite didattico-dimostrative.
Metodo Ricerca
La ricercatrice ha inizialmente contattato il Comune di Palmanova, seguendo i contatti datole dalla collega Elisabetta Frasca, la quale ha compilato in precedenza la scheda EVE della rievocazione. Il segretario dell’Assessore alla Cultura ha condiviso con la ricercatrice i contatti del Gruppo storico di rievocazione e degli sbandieratori. Non comprendendo inizialmente che i due gruppi fossero completamente autonomi gli uni dagli altri, la ricercatrice ha condiviso il canovaccio delle interviste solo con il Gruppo storico, pensando di poter entrare a contatto con gli sbandieratori tramite i primi. Le interviste, tuttavia, non sono state condotte durante la rievocazione, ma solo successivamente, attraverso videochiamate su Googlemeet. Durante la partecipazione della ricercatrice alla rievocazione, dal 2 al 4 settembre 2022, infatti, la ricercatrice ha solo avuto modo di avere una lunga conversazione informale con alcuni membri chiave del Gruppo storico durante la mattina del primo giorno di accampamenti. Successivamente, gli impegni dei rievocatori hanno reso impossibile un dialogo con loro. La ricercatrice ha stilato un diario di campo nel corso di tutte e tre le giornate della rievocazione, stabilendo anche brevi conversazioni sia con alcuni negozianti di oggettistica rievocativa all’interno dell’accampamento, sia con alcuni membri delle prime edizioni della rievocazione storica, introdotti dal presidente del Gruppo storico in un momento di pausa. La ricercatrice ha inoltre partecipato a una visita guidata all’accampamento a cura di uno di questi membri “storici.” A seguito della rievocazione, la ricercatrice ha intervistato l’Assessore alla Cultura, la quale ha introdotto i contatti di altri gruppi locali coinvolti nella rievocazione.
La ricercatrice, contattando tutte le associazioni coinvolte, ha potuto condurre interviste semi-strutturate a sei gruppi: 1) Gruppo storico; 2) Sbandieratori; 3) Libermente; 4) Compagnia Malleus; 5) la scuola Studio Danza; 6) Amici dei Bastioni. Le interviste sono state condotte ai presidenti delle associazioni, ad eccezione del Gruppo storico, i cui membri hanno avuto delle conversazioni informali durante il primo giorno d’accampamento (venerdì 2 settembre), e degli Sbandieratori: oltre, al presidente, la ricercatrice ha potuto intervistare una giovane sbandieratrice. A queste interviste, si è aggiunta quella allo storico locale, Alberto Prelli, che ha creato le prime edizioni della rievocazione. Ciascuna intervista non è stata registrata per riportare più velocemente i contenuti delle interviste utili alla stesura della scheda: come in altri casi riscontrati dalla ricercatrice, le interviste che i rievocatori concedevano erano in situazioni di gruppo o durante lo svolgimento di attività rievocative, rendendo quindi la registrazione per mezzo di magnetofono non funzionale oltre che comportare il rischio di non riuscire a trascrivere informazioni a causa delle conversazioni di gruppo che si sovrapponevano o dei rumori di sottofondo. Una bozza della scheda è stata condivisa con quanti hanno partecipato alle interviste, sia come forma di restituzione, sia come forma di revisione per eventuali sviste o integrazioni da apportare a quanto scritto dalla ricercatrice.
Organizzatori
Gruppo storico di Palmanova
Il gruppo ha, al suo interno, circa 30 membri attivi e 27 partecipanti occasionali. Di questi 57 associati, si ha una ripartizione equa tra maschi e femmine. Quest’ultime possono combattere nelle rievocazioni della battaglia, a patto che si vestano da uomo. Tuttavia, la ricercatrice ha constatato poche donne guerriere (circa 2/3) rispetto alla maggioranza delle popolane e delle vivandiere. All’interno del gruppo, vi possono essere intere famiglie, come nel caso di “Orso” con i suoi figli (si veda l’abstract). Il gruppo presenta diversi giovani che si sono uniti al gruppo a seguito della loro affascinazione per la rievocazione o perché avevano già un genitore come membro attivo del gruppo. All’interno del gruppo è presente anche un sottogruppo femminile dedicato alle guaritrici (o erboriste) che utilizzavano medicamenti visti come strumenti di medicazione in battaglia, conducendo ricerche sulle piante locali. Il gruppo, nato nel 2012, riunisce ragazzi che vanno dagli otto ai trent’anni, il più delle volte provenienti da gruppi parrocchiali, che rappresentano il maggior bacino di attrazione per cominciare all’interno del gruppo. Due sbandieratori hanno definito il gruppo, nel corso di un’intervista con la ricercatrice, come “inclusivo”: include infatti ragazzi e ragazzi di ogni estrazione sociale che vivono a Palmanova, costituendo un elemento di aggregazione locale.
Gruppo degli Sbandieratori di Palmanova
Il gruppo, nato nel 2012, riunisce ragazzi che vanno dagli otto ai trent’anni, il più delle volte provenienti da gruppi parrocchiali, che rappresentano il maggior bacino di attrazione per cominciare all’interno del gruppo. Due sbandieratori hanno definito il gruppo, nel corso di un’intervista con la ricercatrice, come “inclusivo”: include infatti ragazzi e ragazzi di ogni estrazione sociale che vivono a Palmanova, costituendo un elemento di aggregazione locale.
Scuola StudioDanza
La scuola StudioDanza nasce nel 1984 come scuola di danza classica a Palmanova. A partire dal 1993, l’Associazione inizia a collaborare con la rievocazione, in occasione del quarto centenario della fondazione di Palmanova. Nei primi anni della rievocazione, la scuola preparava le danze nobiliari della rievocazione di luglio per poi, successivamente, offrire le danze popolari delle fanciulle eseguite da allieve dai nove/dieci anni fino a quattordici/quindici anni. Le danze non avvengono soltanto nella piazza principale di Palmanova, ma sono itineranti, coinvolgendo anche i borghi. Lo spettacolo serale ripropone quanto presentato durante il giorno, per captare il pubblico venuto ad assistere alla rievocazione della battaglia. Queste esibizioni sono accompagnate musicalmente sia da In Hoc Signo Tuta, sia da Modi Versus.
Amici dei Bastioni
Il gruppo Amici dei Bastioni è nato nel 2012, quando il sindaco ha deciso di tagliare la vegetazione intorno alle mura di Palmanova per valorizzarle, unendo le visite guidate ad attività culturali (come festival musicali). Il gruppo organizza le visite guidate sia alle aggiunte napoleoniche, sia alla parte veneziana dei bastioni, a seconda del tema dell’annata della rievocazione. Al suo interno (il gruppo consta di circa 60 associati, di cui 12 parte attiva), il gruppo ha come affiliati Alberto Prelli e Massimo Lanza, un ingegnere all’interno del direttivo del gruppo che progetta con la Soprintendenza gli interventi di recupero dei bastioni. La sede del gruppo è a Iarmicco, una frazione di Palmanova, nello stesso stabile della Croce Rossa.
Associazione Libermente
Il gruppo Libermente è nato nel 2008 come gruppo di lettura, costituito da persone che avevano operato già nel campo della cultura e che si riuniscono una volta al mese per discutere di testi. Nel 2011, per dotarsi di una struttura più rispondente agli scopi degli associati, il gruppo di lettura si trasforma in associazione culturale che segue due percorsi principali, ovvero, da una parte, attività di promozione del mondo della letteratura e della cultura e, dall’altra, l’organizzazione di varie attività culturali. Gli appuntamenti fissi costituiscono in un concorso letterario nazionale sul romanzo storico (“Palmastoria”) e di letture ad alta voce di brani letterari su un tema specifico da parte di attori nei luoghi più suggestivi della città (“Lector in Palma”). L’associazione partecipa alla rievocazione attraverso le letture da parte di attori di brani tratti da documenti conservati nella Curia Arcivescovile di Udine. È a partire dal 2012 che il gruppo dà un apporto culturale alla rievocazione, non solo attraverso la visita guidata con letture, ma anche invitando storici dell’età moderna, in particolare conoscitori della storia della Repubblica di Venezia, a presentare le loro ricerche. Gli attori coinvolti nelle letture si ispirano all’associazione fondata da Alberto Prelli “Nuova Esperienza Teatrale”.
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