La rievocazione storica
La Festa dei Banderesi รจ un rituale molto articolato che si svolge nei giorni a ridosso del 25 maggio e si conclude il 5 giugno, ma nei fatti attraversa tutto lโanno nei complessi preparativi che coinvolgono lโintera comunitร .
Sono due le figure centrali della festa: il Sergentiere, che rappresenta la guida del gruppo dei cittadini residenti dentro le mura, e il Banderese, che rappresenta la guida degli abitanti delle contrade, residenti fuori dal centro cittadino.
La carica del Banderese รจ elettiva, come giร attestato nelle fonti ottocentesche. Oggi lโelezione รจ fissata al 5 giugno, e coinvolge solo i cittadini che abbiano presentato la loro candidatura; possono candidarsi solo i cittadini maschi, residenti al di fuori del centro storico, sposati e con figli, dalla condotta morale ineccepibile (รจ un requisito essenziale non aver mai riportato condanne penali). Nei fatti, data la grande complessitร organizzativa e il notevole impegno – non solo economico – che la festa richiede, un numero sempre minore di cittadini presenta la propria candidatura alla carica di Banderese: questi, infatti, riunendo la sua famiglia fino al settimo grado e tutti i contradaioli, dovrร organizzare per intero le celebrazioni dellโanno successivo. Subito dopo lโelezione, il Banderese si reca in chiesa per il ringraziamento a SantโUrbano, e poi va ad incontrare il Sergentiere.
Lโorganizzazione della festa รจ interamente a carico del Banderese e della sua famiglia: รจ per questo che, subito dopo lโelezione, si procede alla riunione del gruppo di parentela fino alla settima generazione.
Nei fatti contribuiscono alla festa anche il Comune di Bucchianico, la Proloco, la parrocchia di San Michele Arcangelo. Il Lunedรฌ in Albis il Banderese si reca presso tutte le case del paese per invitare le famiglie alla festa; consegna loro una pizza bianca allโolio (โpizzellaโ) e ne riceve in cambio delle offerte per la festa. Tra luglio e agosto il Banderese organizza un grosso banchetto nella sua contrada, al quale sono invitati tutti i parenti, vicini e lontani. Si stima che al pranzo partecipino tra le 700 e le 800 persone, che poi contribuiranno a donare fondi per lโorganizzazione. La spesa dei familiari coinvolti รจ notevole: si ritiene che lโorganizzazione della festa comporti per i familiari del Banderese un impegno economico pari o superiore a quello messo in atto per la partecipazione ai matrimoni del gruppo familiare (lโorganizzazione del matrimonio comporta nelle comunitร abruzzesi di provenienza agropastorale un enorme impegno economico e il coinvolgimento dellโintero gruppo parentale allargato).
La carica del Sergentiere รจ, invece, ereditaria; almeno dal XIX secolo essa รจ ricoperta da un membro della famiglia Tatasciore Papรฉ (Tatasciore รจ il cognome, mentre Papรฉ รจ il soprannome), che si ritiene essere discendente del Sergentiere in carica durante lโassedio duecentesco.
Le celebrazioni hanno inizio la domenica che precede il 23 maggio (e quindi il primo giorno ha cadenza variabile, compresa tra il 16 e il 22 maggio), con il โTrasporto delle some di SantโUrbanoโ: in questa giornata le contrade accompagnano in corteo il Banderese, una delle figure centrali del rituale, mettendo in scena la raccolta e la partecipazione delle contrade alla difesa di Bucchianico e le offerte al santo patrono, oltre allโingresso della famiglia del Banderese dentro le mura cittadine. โIl Banderese si sposta dalla sua casa di campagna dentro le mura del centro antico dopo che il suo corteo familiare si รจ ricongiunto con quello delle contrade nei pressi del campo sportivoโ (DI MENNA 2008, p. 43). Nella tarda mattinata, dopo un banchetto rituale che si svolge in casa del Banderese, il quadro di S. Urbano (che รจ stato conservato per tutto lโanno nella casa del Banderese, e che poi sarร esposto nel palazzo comunale) viene collocato sul Carro del Pane; a quel punto la famiglia del Banderese raggiunge il campo sportivo in localitร Via Piane, allโentrata del paese, dove nel frattempo si sono radunate le famiglie delle contrade con i loro carri.
Il Banderese e i suoi parenti vestono un abito storico, con una lunga casacca che scende sul pantalone fin quasi al ginocchio, la cinta, un lungo mantello e un copricapo; a seconda delle edizioni, e dunque delle famiglie coinvolte, il tessuto e i colori scelti per la realizzazione dellโabito variano (ad esempio: velluto, panno, etc.). Il Banderese e i suoi familiari sono sempre caratterizzati da un pennacchio di piume colorate; la domenica precedente il 23 maggio il pennacchio รจ portato sui canestri dalle donne della famiglia, mentre il 25 maggio รจ indossato dai Banderesi. I pennacchi sono realizzati con filacci di penne di gallina colorate, che vengono legate tra loro con una tecnica simile a quella utilizzata dai contadini per legare i peperoni al fine della loro essicazione.
Il corteo muove verso il centro del paese. Il Banderese, con la sua famiglia, apre il corteo – assieme ai familiari, disposti in un preciso ordine: prima il Banderese e i suoi figli, poi la moglie del Banderese con i parenti – ed รจ accompagnato da quattro carri: il carro del pane, che trasporta il quadro di SantโUrbano e il pane benedetto (preparato il mercoledรฌ precedente); il carro del letto, che trasporta il letto utilizzato in passato dal Banderese per il soggiorno nel palazzo comunale; il carro del vino, che trasporta il vino che il Banderese offre durante i banchetti; il carro della legna, sul quale sono rappresentate scene di vita tradizionale (ma che in passato trasportava la legna necessaria alla preparazione dei banchetti durante i giorni di festa). Solo il primo carro รจ trainato dai buoi, mentre tutti gli altri sono oggi portati da trattori; in alcune edizioni anche il carro del pane รจ condotto a trazione meccanica, ma preceduto da un bue bianco, coperto da un mantello rosso (con su ricamato lโanno di riferimento del Banderese, ad es. โBanderese 2018โ) e agghindato con pon pon di lana colorata. Questi primi carri rappresentano dunque le vettovaglie che un tempo erano necessarie alla famiglia del Banderese per il soggiorno dentro le mura, e il loro allestimento รจ curato dalla famiglia del Banderese.
Seguono i carri delle altre contrade, in un numero compreso tra 5 e 7 (in totale la sfilata รจ composta da 9 o 11 carri); lโordine della sfilata รจ stato stabilito mediante sorteggio. I carri allegorici rappresentano scene di vita contadina, e sono seguiti da una grande sfilata di donne in abito tradizionale, che portano sulla testa dei canestri colmi di fiori di carta; questi fiori, molto colorati e tutti diversi tra loro, sono stati realizzati dalle donne delle contrade nei mesi che precedono la festa. Si stima che ogni anno vengano confezionati decine di migliaia di fiori di carta.
Ogni contrada sfila con i propri suonatori, vestiti in abito contadino (secondo un modello folklorico di ispirazione primonovecentesca); gli strumenti utilizzati sono principalmente lโorganetto a due bassi (โduโ botteโ), in alcuni casi sostituito dalla fisarmonica, e le percussioni. Viene eseguito un repertorio vario di brani della tradizione locale; il gruppo dei fedeli che segue il corteo esegue alcuni brani devozionali in onore di SantโUrbano e della Madonna; per lo piรน sono le donne ad accompagnare il corteo col canto.
Il Sergentiere, invece, muove dal centro del paese, scortato dal Gruppo storico โArmigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ e accompagnato dal Gruppo โMusici e sbandieratori Cittร di Bucchianicoโ; lโabito del Banderese รจ quello di un soldato medievale, di colore rosso e blu, con il simbolo del leone rampante presente sullo stemma della Cittร di Bucchianico (simbolo della famiglia Caracciolo San Buono, marchesi che dal 1584 fino allโunificazione nazionale hanno governato il territorio di Bucchianico). Il Banderese indossa lโelmo e solo in seguito riceverร , nel corso del cerimoniale, lโArma Santa.
Il corteo del Sergentiere comprende anche la Castellana e le dame, figure introdotte nel corteo nel secondo Novecento. Lungo il tragitto avviene lโincontro tra il Banderese e il Sergentiere, con lo scambio rituale del โramajettoโ (un piccolo mazzo di fiori di campo, generalmente utilizzato in questo territorio nei rituali di comparatico): i due cortei sostano lungo la strada, i suonatori e gli armigeri si dispongono ai due lati di essa e il Sergentiere sfila al centro della strada, andando incontro al Banderese e ai suoi familiari; dopo aver salutato il Banderese, procede con il cerimoniale del ramajetto, che viene appuntato sul mantello del Banderese, allโaltezza del petto. Dopo il cerimoniale, i due si abbracciano e baciano, e il Sergentiere ripete lo stesso gesto per tutti i maschi che accompagnano il banderese (generalmente i figli, in alternativa i generi o i nipoti). Subito dopo il corteo, ricomposto, riprende il percorso verso la chiesa di S. Urbano, davanti alla quale il Sergentiere, il Banderese e i suoi familiari eseguono una sosta di preghiera e ricevono la benedizione del parroco.
Successivamente, il corteo raggiunge la Piazza di San Camillo de Lellis (o Piazza Roma, posta davanti allโomonimo santuario), dove ha luogo la โciammaichellaโ, elemento caratteristico della festa bucchianichese: con questo termine, che nel dialetto locale significa โpiccola lumacaโ, si indica sia il movimento a zig-zag utilizzato a moโ di stratagemma dalle truppe cittadine per ingannare lโesercito della vicina Chieti durante un assedio, sia la sua rievocazione messa in scena nel piazzale di San Camillo de Lellis durante la festa. Questa prima โciammaichellaโ ha per protagoniste, oltre al gruppo dei musici e a quello dei soldati, le donne delle contrade con i loro canestri colorati (ne seguirร unโaltra, il giorno della festa del santo, realizzata esclusivamente dagli uomini). Le donne entrano nella piazza e si dispongono in una fila che assume un andamento a serpentina: la lunga fila unitaria si snoda in modo da attraversare lo spazio in brevi segmenti – di circa 10-15 persone – in cui le protagoniste sfilano in maniera serrata, disposte in parallelo in modo che ogni singolo segmento della โciammaichellaโ proceda nella direzione opposta a quanto accade ai suoi due lati. Ne risulta un grande e articolato movimento di figure e fiori colorati che riempie la piazza. Alcuni studiosi locali descrivono la โciammaichellaโ come un โballo rituale che si compone di diversi movimenti e azioniโ (Di Menna 2008, p. 49).
Dopo il rituale della โciammaichellaโ fanno il loro ingresso nella piazza anche i carri allegorici, mentre il Segentiere, i Banderesi e le dame assistono dal palco, mentre la folla applaude e partecipa con grida alla festa.
La festa riprende il 24 maggio, giorno della vigilia di SantโUrbano, con lโuscita dei Banderesi e lโapertura della Porta Santa: รจ tale la porta della Chiesa di SantโUrbano in seguito allโindulgenza concessa nel 1809. Intorno alle 19:00 si svolge nella chiesa la cerimonia delle โentrateโ: mentre il parroco dallโaltare procede alla recita delle litanie, il Sergentiere e il Banderese pregano sullโaltare, poi raggiungono una colonna recante unโimmagine del santo e vi poggiano la fronte, infine escono dalla cripta. Questo rituale delle โentrateโ si ripete per nove volte.
ll gruppo dei Banderesi raggiunge poi la piazza dove si svolge il gioco del โtizzoโ: i Banderesi si dispongono in cerchio, uno di loro esce dal cerchio per nascondersi e viene rincorso dagli altri. Durante la giornata del 24 il Banderese indossa il vestito della festa (un abito contadino di ispirazione tardo-ottocentesca i primo novecentesca, con una cinta e la fascia blu e rossa a tracolla).
Il 25 maggio, giorno della festa, si apre con la funzione religiosa alle 7.00 del mattino; รจ qui che si svolge la cerimonia dellโofferta dei ceri, che vengono prima portati in processione nella piazza.
Subito dopo, nel palazzo del Comune, ha luogo la colazione del Banderese, in cui i Banderesi mangiano uno spezzatino di vitello al sugo. Intorno alle 10:00 ha luogo, sulla scalinata della Chiesa di San Francesco, la cerimonia detta di โinvestituraโ del Sergentiere: il sindaco (ma a seconda delle edizioni la figura puรฒ variare) pronuncia una formula rituale e consegna al Sergentiere la spada, lโArma Santa (lโalabarda, che veniva utilizzata in passato, รจ andata perduta). Nei fatti non si tratta di una vera โinvestituraโ, nonostante lโuso ricorrente del termine: si tratta piuttosto della cerimonia di consegna dellโArma Santa, dato che il Sergentiere ha un ruolo ereditario che non deve essere ribadito ufficialmente ad ogni festa.
Il gruppo, preceduto dai tamburini, e accompagnato da sbandieratori e soldati in abiti medievali, torna poi nella Chiesa di SantโUrbano, dove si svolge la cerimonia della consegna degli anelli, in cui la madre del Banderese consegna gli anelli agli uomini della famiglia. Allโuscita della chiesa due uomini sorreggono la โbannรฌraโ (bandiera) e lo stendardo, simbolo rispettivamente del potere religioso e di quello civile. Subito dopo si procede alla consegna dei cavalli bardati: di qui il Banderese con i suoi figli e il Sergentiere per tutto il giorno andranno a cavallo. Tutto il gruppo dei Banderesi รจ caratterizzato da una fascia a tracolla rossa e blu appuntata sullโabito.
A questo punto i Banderesi iniziano a muoversi lungo le strade, compiendo una serie di โgiriโ in cui raggiungeranno tutti gli angoli del paese; durante questi โgiriโ, prima e dopo la processione (e il rituale della โciammaichellaโ), sostano presso le abitazioni del paese che hanno preparato per loro un rinfresco (โlu cumplimenteโ). In questa giornata viene eseguito piรน volte il rituale della โciammaichellaโ; a differenza di quanto accade la domenica precedente, in questa occasione il rituale รจ messo in atto esclusivamente dagli uomini.
Alla fine della cerimonia religiosa in onore di SantโUrbano, il gruppo partecipa alla processione solenne in cui vengono portate le ossa e la statua del santo. Fino alle 15.00 il gruppo procede con i โgiriโ per il paese, poi si reca presso il convento di San Camillo de Lellis, sul cui balcone il sindaco e il parroco attendono i Banderesi per la riconsegna delle bandiere: i Banderesi, a piedi sotto il balcone, fanno โla mossaโ, ossia fingono di porgere le bandiere ma le ritirano immediatamente. Questa scena si ripete piรน volte, finchรฉ i Banderesi non decidono di riconsegnare la โbannรฌraโ e lo stendardo. Subito dopo si dirigono verso il Comune, dove viene offerto un grande pranzo.
Il 26 maggio, Festa di Santa Candida (madre di SantโUrbano) o Festa del Ringraziamento, si svolge la cerimonia dellโofferta dei ceri alle chiese delle contrade: il Sergentiere, il Banderese e tutto il gruppo familiare raggiungono a piedi le contrade del paese per offrire i ceri; la contrada piรน lontana (Colle SantโAntonio) viene oggi raggiunta con lโautomobile.
A conclusione della festa si svolge la benedizione dei quattro cantoni, in cui – dopo la funzione religiosa – il parroco benedice i quattro lati del paese sollevando le reliquie di SantโUrbano.
Area Geografica
Il Comune di Bucchianico รจ situato nellโarea collinare della provincia di Chieti, a 371 metri slm, tra le valli del fiume Alento e del fiume Foro; dista dal capoluogo circa 11 km. La popolazione, secondo dati del censimento permanente - dati Istat 2021 -, supera di poco i 5000 abitanti.
Il territorio comunale comprende le seguenti frazioni: Annunziata, Cervinelli, Colle Sant'Antonio, Feudo, Pozzo Nuovo, Pubblicone, Santa Maria Casoria, Fonte Pietra, Colle Cucco, Colle Marcone.
Descrizione del percorso
La domenica precedente il 23 maggio il gruppo dei carri e dei canestri muove dalle contrade; per incontrare il gruppo familiare del Banderese in Via Piane, nei pressi del campo sportivo; di qui prende vita il Trasporto delle some di SantโUrbano, un articolato corteo di carri e canestri colorati che percorre Via Piane, Via Santa Chiara, Viale della Vittoria. Allโimbocco di Viale della Vittoria, nei pressi del Monumento ai Caduti, ha luogo lโincontro tra il Banderese e il Sergentiere. Di qui il corteo raggiunge la Chiesa di SantโUrbano, prosegue per Corso Pierantoni e arriva nei pressi del Santuario di San Camillo de Lellis: tra Piazza Roma e Piazza San Camillo de Lellis si tiene il rituale della ciammaichella.
Le contrade di Bucchianico sono: Annunziata, Cacciotoli, Campo di Roma, Cervinelli, Cese, Chiaramilla, Colle Cucco, Colle dei Gesuiti, Colle Marcone, Colle SantโAntonio, Colle Spaccato, Colle Torino, Costa Cola, Feudo, Fonte Pietra, Frontino, Pantanella, Piana, Porcareccia, Pubbliconi, San Leonardo, San Martino Tella, Santa Maria Casoria, Santa Maria Maggiore, Tiboni.
Il 24 maggio viene aperta la porta santa di SantโUrbano, e in Piazza San Camillo De Lellis si tiene il gioco del โTizzoโ. Il 25 maggio, giorno della festa del santo, i banderesi attraversano il paese ed eseguono il rituale della ciammaichella, compiendo varie soste (tra cui la Chiesa di San Francesco e il Comune).ย Il 26 maggio i Banderesi in corteo raggiungono tutte le chiese del paese per la cerimonia di offerta dei ceri alle chiese delle contrade; il percorso รจ generalmente compiuto a piedi, tranne che nei casi delle contrade piรน distanti, che vengono raggiunte in automobile.
Notizie storico-critiche
Si tratta di una festa in onore del santo patrono, SantโUrbano I papa, attestata nelle fonti storiche con struttura pressochรฉ analoga a quella contemporanea, giร nella seconda metร dellโOttocento; allโinterno di questa complessa festa si sovrappongono la dimensione devozionale e quella della rievocazione storica.
La festa rievoca la partecipazione delle contrade alla difesa della cittร di Bucchianico durante un conflitto armato con la cittร di Chieti, avvenuto nel 1280, in merito a una disputa sui confini territoriali: in quella occasione i cittadini di Bucchianico riuscirono a far cessare lโassedio che truppe chietine avevano posto alla cittร di Bucchianico grazie a uno stratagemma suggerito dal santo; secondo alcune fonti i fatti risalirebbero al 1335 anzichรฉ al 1280 (si veda, nel dettaglio, Di Menna 2008 alle pp. 15-22).
La memoria cittadina riferisce che le truppe di Bucchianico, numericamente inferiori a quelle teatine, si fossero disposte lungo le mura cittadine in una formazione compatta e adottando una disposizione per cui, correndo continuamente a zig-zag lungo le mura in modo da alternarsi e sovrapporsi di continuo, riuscissero a ingannare i nemici dando loro lโidea di essere un esercito di dimensioni notevoli. Allโeffetto di stupore e alla decisione delle truppe teatine di ritirare lโassedio contribuirono anche i pennacchi colorati indossati dai soldati di Bucchianico: รจ per questo che ancora oggi lโabbigliamento dei Banderesi รจ caratterizzato dai pennacchi colorati. La leggenda vuole che SantโUrbano sia apparso in sogno al Sergentiere, capo dellโesercito cittadino, e che sia stato il santo a suggerirgli di far disporre i soldati in modo tale che potessero sembrare un enorme esercito, e non un piccolo gruppo di armati. Il movimento continuo dei soldati, detto a โciammaichellaโ (ossia simile alla struttura di una piccola lumaca), viene messo in scena ogni anno durante la festa, in due occasioni (la domenica precedente la festa e il 25 maggio). Si veda dunque per i possibili raffronti la descrizione fornita da DE LEONARDIS 1890 e PIANELL 1902. Una descrizione completa del rituale e della festa contemporanea รจ invece presente in DI MENNA 2008.
Una fonte inedita รจ stata individuata da chi scrive nellโarchivio dellโIstituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (Carteggio Loria - Zamponi, fasc 1147, cc. 46-51, โLa festa della Ciammaichella nel paese di Bucchianico in quel di Chietiโ): il fascicolo manoscritto documenta la festa dei Banderesi del 1909 o 1910; la struttura della festa descritta in quella occasione non differisce se non in alcuni tratti da quella contemporanea. Un elemento descritto da Zamponi e oggi scomparso รจ rappresentato dal gioco delle โcapriuleโ (capriole) - in cui ci si dispone in doppia fila realizzando una figura ad arco con dei fazzoletti, sotto ai quali si sfila a coppie, in ordine progressivo โ e dalla festa notturna per le vie del paese, caratterizzata dallโesecuzione della โmattinataโ, in cui i suonatori eseguivano canti per le vie del paese fino allโalba.
Cosรฌ Zamponi introduceva la descrizione della festa da lui osservata (cc. 46-47): โE di queste, piรน che la storia, รจ padrona la leggenda, la quale dice che quei di Bucchianico, stretti dai Chietini da duro assedio, volgessero nell'animo tristi pensieri di resa: ma un mattino, animati da un paesano, decidessero di tentare uno stratagemma. Onde, dopo aver convenientemente pregato Dio e S. Urbano nella chiesa di S. Maria Maggiore a coppie vestiti a vivaci colori di guerreschi abiti sontuosi gli armigeri di Bucchianico se ne uscirono [โฆ] verso gli assedianti, preceduti da tamburi e pifferi che facevano un vigoroso e marziale rumore: e per ingannare il nemico sulla quantitร delle strade delle stremate milizie Bucchianichesi, non direttamente ma a zig zag, marciarono e volgendosi a chiocciola girarono e rigirarono intorno al paese, donde il nome di Ciammaichella (chiocciola, lumaca) ad indicare il modo della loro marcia ingannatrice. Procedeva armato di alabarda lโideatore dello stratagemma e le bandiere e stendardo del Comune lo seguivano, portate dai figli di un ricco paesano, che generosamente vettovagliava gli assediati. La battaglia avvenne nel piccolo piano presso il fiume Alento e tanto fu il terrore dei chietini e cosรฌ viva l'illusione sulla quantitร e l'energia delle truppe nemiche, che poche e stremate essi credevano, che si ritirarono e lasciarono libera Bucchianico. Ed anche vuole la leggenda che a rendere efficace lo stratagemma contribuisse personalmente S. Urbano intervenendo nel combattimento e col suo piviale, facendo scudo alle milizie di Bucchianico dai colpi nemici e col pastorale attivamente suonando miracolose legnate ai chietini assalitori. Ed anche essendo intervenuto a favore di questi S. Giustino loro patrono, S. Urbano suo superiore, gli ingiunse di ritirarsi.
Onde quei di Bucchianico, vincitori e liberati, resero solenni grazie allo strenuo lor difensore e patrono. E a commemorazione della sua santa opera ogni 25 maggio, giorno del martirio di Sant'Urbano e sua festa, fecero voto di ricordare, con preci funzioni religiose e rappresentazione militare, il glorioso avvenimentoโ. In passato lโelezione del Banderese avveniva dopo la questua che famiglie delle contrade organizzavano per la festa: a conclusione della questua, un mese prima della festa, un membro del gruppo dei questuanti veniva selezionato tramite elezione. Oggi lโelezione avviene allโinizio del mese di giugno, tra coloro che abbiano presentato domanda. Nelle ultime edizioni il numero dei candidati alla carica di Banderese รจ molto ridotto, data la grande complessitร che lโorganizzazione della festa richiede.
Il principale elemento di innovazione, introdotto nel secondo Novecento, รจ proprio nella dimensione rievocativa, che emerge con forza nei primi anni Settanta con lโintervento della Pro Loco. Dato lโenorme impegno che lโorganizzazione della festa comporta, e date le criticitร venutesi a manifestare negli anni Sessanta, anche in relazione ai radicali cambiamenti e alla crisi della societร agropastorale di cui la Festa dei Banderesi รจ stata nei secoli diretta espressione, lโintervento della Pro Loco ha dunque contribuito al recupero della festa (che in quella fase storica appariva a rischio) e allโintroduzione di alcuni elementi prettamente rievocativi: la presenza del Gruppo storico di armigeri, il confezionamento degli abiti medievali, le figure della Castellana e delle dame che accompagnano il Sergentiere, lโintroduzione di un Palio dei Banderesi (in cui vengono premiati i carri piรน spettacolari). Quanto agli abiti, le fonti orali raccolte riferiscono che inizialmente furono noleggiati a Cinecittร , poi presso una sartoria specializzata in Umbria o Toscana, e infine riprodotti dai sarti del paese.
Le fonti tardo-ottocentesche riferiscono che lโunico ad avere un abito ispirato al medioevo era il Sergentiere, mentre lโabito indossato dai banderesi era semplicemente lโabito della festa, con alcuni simboli che richiamavano il passato, tra cui l fascia rossa e blu a tracolla, la cinta per la casacca, i pennacchi colorati (per questi spesso si ricorreva ai copricapo dei carabinieri, che venivano presi in prestito per la festa).
La famiglia Tatasciore conserva memoria di un abito di tessuto acetato, che nella fattura aveva poco o nulla di medievale, utilizzato fino agli anni Sessanta del Novecento da uno zio dellโattuale Sergentiere. Lโelemento caratteristico dellโabbigliamento del Sergentiere era la Sergentina (o Sorgentina, da cui la figura avrebbe derivato il suo nome), unโalabarda tradizionalmente conservata dalla famiglia Scoppetta, poi andata perduta. Oggi il Sergentiere riceve lโArma Santa in sostituzione dellโantica Sergentina.
Questa la descrizione degli abiti fornita da Raimondo Zamponi: โL'abbigliamento guerresco รจ fantastico ed umoristico. Il Sergentiere, conduttore e comandante della compagnia รจ quello che ha il piรน ricco abbigliamento; รจ lโordinatore e il capo della festa e dai suoi ordini dipende lo svolgimento di ogni parte della cerimonia. La carica รจ ereditaria. Egli veste una casacca di velluto rosa con contorni d'argento; pantaloni di velluto a sbuffi a variati colori con balza di merletto, elmo d'ottone con ricco piumetto a colori (da Ufficiale dei Carabinieri), sciabola e sciarpa da Ufficiale e reca sulle spalle la vecchia alabarda, di cui la famiglia Scopetta รจ sacra e tradizionale depositaria.
I portastendardo sono distinti da una specie di feluca vecchio cappello da Ufficiale di Carabinieri o di Marina che, munita di pennacchio a colori, generalmente da Carabiniere, essi portano [โฆ] in testa. Gli Armigeri della compagnia - sul centinaio - indicano l'abbigliamento guerresco con variopinti ed abbondanti pennacchi dai vivacissimi colori (generalmente con vecchie piume da Carabiniere), con una fascia a colore attorno alla vita pendente sul fianco e con una tracolla di antico nastro o moderno, sempre a colori e tinte sgargiantiโ (Carteggio Loria - Zamponi, fasc 1147, c. 49).
Anche la cerimonia dellโInvestitura del Sergentiere, con la consegna simbolica delle chiavi della cittร , รจ stata introdotta negli anni โ70, e poi riportata allโuso antico anche in seguito allโintervento di alcuni studiosi; le fonti orali raccolte riferiscono che lโantropologo Alfonso Di Nola, a lungo frequentatore e studioso della festa, sia intervenuto nel tentativo di ripristinare la consegna dellโArma Santa da parte di un cittadino anzichรฉ del sindaco, e di ripristinare lโuso del โramajettoโ - simbolo dei legami di comparatico, utilizzato con la stessa funzione nei territori dellโAbruzzo costiero teatino e pescarese durante i rituali della Festa di San Giovanni Battista - in sostituzione della cerimonia di consegna delle chiavi, introdotta dalla Pro Loco.
Cosรฌ descrive questa fase della festa Di Menna (2008, p. 50): โNegli ultimi anni questo momento, diventato turisticamente noto, si รจ arricchito della partecipazione di sbandieratori, tamburini e militi in fogge medievali mentre il sindaco pronuncia una frase di affidamento delle armi richiamandosi al valore della difesa e identitร culturale di Bucchianico. Dopo il 1970 questa consegna fu detta anche โinvestituraโ del Sergentiere con il sindaco che consegnava una spada al Sergentiere cosรฌ come era accaduto agli inizi degli anni โ60. Successivamente si รจ preferito tornare allโantico cerimoniale dopo che dai racconti orali era emerso che lโarma santa o lancia veniva affidata al Sergentiere da un esponente della borghesia locale, probabilmente in rappresentanza del sindaco, senza alcun rito di investitura. In effetti la cerimonia era una palese contraddizione con la tradizione storicaโ. Una sintesi dettagliata delle modifiche introdotte dalla Pro Loco nei primi anni Settanta รจ consultabile in Di Menna 2008, p. 121-22.
Lโintervento della Pro Loco ha introdotto nella manifestazione la sfilata dei carri delle contrade, che fino agli anni Sessanta del Novecento non vi prendevano parte: storicamente, infatti, solo i quattro carri del Banderese partecipavano alla sfilata.
Un altro elemento di innovazione, introdotto a partire dagli anni Settanta, รจ da individuare nel confezionamento dei fiori di carta, che oggi caratterizzano la festa al pari della โciammaichellaโ: le fonti orali riferiscono che i fiori inizialmente addobbavano solo alcuni canestri, dentro i quali venivano trasportate delle bambole (localmente interpretate quale probabile simbolo di fertilitร ); oggi invece le donne delle contrade preparano i fiori di carta con cui addobbare i carri e i canestri della processione della domenica precedente il 23 maggio.
Bibliografia
De Leonardis L., Saggio di usi e costumi abruzzesi o la Festa dei Banderesi altrimenti detta della Ciammaichella la quale si celebra in Bucchianico il 25 maggio di ciascun anno in onore di Sant'Urbano I Papa e martire, G. Marchiori Tipografo Vescovile, Verona, 1890.
Pianell S., Il generale Pianell: memorie (1859-1892), Barbera, Firenze, 1902.
Di Menna G. D., La festa dei Banderesi, Arti Grafiche Cantagallo, Penne, 2008.
Di Nola A., I Banderesi. Note per un'interpretazione antropologica, "Rivista Abruzzese", Anno XLII, Lanciano, 1989
Criticitร
Al momento attuale, invece, le criticitร sono principalmente legate al grande impegno economico che caratterizza la festa: negli ultimi decenni, infatti, si รจ progressivamente ridotto il numero dei candidati alla carica di Banderese. Anche lโallestimento e la cura dei carri, ma soprattutto la preparazione dei fiori di carta, sono attivitร complesse che richiedono grande dispendio di tempo, oltre a buone competenze manuali; dalle interviste condotte emerge come non sempre, in una societร in cui il tempo del lavoro predomina sulla gestione della vita quotidiana, sia possibile ritagliare spazi e tempi da dedicare alla festa. Va comunque sottolineato il fatto che, dato il sostrato devozionale su cui poggia lโintera manifestazione, anche durante il periodo dellโemergenza Covid la festa รจ stata mantenuta in vita, pur se in forma ridotta e nel rispetto dei complessi protocolli emergenziali.
Misure di valorizzazione
La Festa dei Banderesi di Bucchianico nel 2021 รจ entrata a far parte del circuito โUomini, buoi e fioriโ, un accordo di partenariato che riunisce alcune comunitร di ereditร legate da un elemento comune: la pratica processionale che coinvolge carri trainati da bovini, carri caratterizzati dalla presenza di addobbi con elementi floreali o vegetali. Il progetto, coordinato dalla prof.ssa Letizia Bindi - docente di Antropologia culturale presso lโUniversitร degli Studi del Molise -, riunisce diciotto comunitร presenti sul territorio nazionale, ed รจ in corso lโinserimento di altre comunitร di pratica presenti in Spagna e Venezuela. Queste le comunitร italiane: Abruzzo (Atri, Bucchianico, Loreto Aprutino, Colonnella); Calabria (Laino Borgo); Lazio (Bacugno Posta, Viterbo); Molise (Larino, Lupara, Santa Croce di Magliano, Tavenna, Guglionesi, Montecilfone, Palata); Sardegna (Arbus, Villacidro); Piemonte (Albugnano); Basilicata (Rotonda).
Le comunitร del circuito โUomini, buoi e fioriโ hanno intrapreso un percorso di messa in rete allo scopo di valorizzare e salvaguardare le loro pratiche e i saperi ad esse connessi, in linea con la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale promulgata dallโUNESCO nel 2003; sono dunque state intraprese azioni congiunte di valorizzazione tra i Comuni aderenti, progetti scolastici, e un piano di partecipazione congiunta alle singole manifestazioni nonchรฉ alla rassegna annuale delle carresi che ha luogo ogni estate a Larino (CB).
Misure di salvaguardia
Tra le misure di salvaguardia, va certamente menzionato il patrocinio concesso dalla CNUI (Commissione Nazionale Italiana UNESCO) alla Festa dei Banderesi di Bucchianico, nel marzo 2011; il patrocinio, richiesto dallโAssessorato alla Cultura del Comune di Bucchianico (ass. Gianni Di Prinzio) รจ stato mantenuto fino al 2015. La manifestazione ha anche ricevuto il patrocinio del MIBACT, oggi MIC.
Anche lo svolgimento della festa nel periodo dellโemergenza Covid rientra tra le azioni volte a salvaguardare lโelemento e la sua trasmissione.
In virtรน dellโadesione al progetto di salvaguardia e valorizzazione del circuito โUomini, buoi e fioriโ lโassessorato alla cultura del Comune di Bucchianico sta valutando la possibilitร di ripristinare la pratica dei carri a trazione animale, sostituendo progressivamente i carri a trazione meccanica che hanno preso il sopravvento nella festa a partire dagli anni Settanta.
Protagonisti
La comunitร della Festa dei Banderesi รจ composta, anzitutto, dal Banderese, che durante tutto lโanno si fa carico dellโorganizzazione della festa, curandone ogni aspetto, e dalla sua famiglia, che รจ coinvolta in tutti gli aspetti organizzativi e contribuisce alle spese necessarie. Il Banderese viene identificato storicamente come una figura che difende il territorio delle contrade e che, in generale, coordina il rapporto tra le contrade e il paese in occasione della festa. Nel mese di agosto il Banderese raduna tutti i parenti piรน e meno vicini, organizza un pranzo con cui inizia ufficialmente la raccolta dei fondi necessari alla festa; lโimpegno economico da sostenere รจ tale che negli ultimi anni il numero dei candidati al ruolo di Banderese รจ di gran lunga piรน esiguo rispetto a quanto accadeva in passato.
Un ruolo centrale nella comunitร della festa รจ quello del Sergentiere, che ha il compito di coordinare la festa dentro il paese, guidare e verificare lโoperato del Banderese; qualora lo ritenesse opportuno, infatti, il Sergentiere puรฒ intervenire nelle decisioni del Banderese e indicare altre strade da percorrere. Come abbiamo giร visto, a differenza di quanto accade per il Banderese, la carica del Sergentiere รจ ereditaria. Negli ultimi decenni si registra un generale accordo tra le due figure, che invece in passato agivano in maniera meno coordinata.
Hanno un ruolo altrettanto importante nella comunitร della festa gli abitanti delle contrade, legati al Banderese; allโinterno delle contrade, gli uomini si dedicano alla realizzazione dei grandi carri allegorici, mentre le donne lavorano alla realizzazione dei fiori di carta per addobbare i carri e i canestri. La preparazione dei fiori impegna moltissime donne delle contrade a partire dallโinverno.
Partecipano alla comunitร della festa il โGruppo Storico Armigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ, che scorta il Sergentiere, e il Gruppo โMusici e sbandieratori Cittร di Bucchianicoโ, nonchรฉ la Pro Loco โSan Camillo de Lellisโ e le istituzioni cittadine (in particolar modo, lโAssessorato alla cultura รจ attivo nellโorganizzazione e nel supporto alla festa), ivi comprese chiaramente le parrocchie.
Dalle fonti orali raccolte emerge come la comunitร partecipi attivamente alla festa anzitutto per devozione al santo patrono, e che lโelemento rievocativo, certamente presente, sia perรฒ inteso in relazione alla storicitร dellโevento, alla continuitร ininterrotta nelle celebrazioni del santo e al carattere rituale e devozionale della manifestazione, che viene vissuta come una festa contadina in cui le contrade affermano la loro presenza e il loro ruolo allโinterno della comunitร cittadina. Nella memoria locale si mantiene anche lโidea di un certo contrasto di classe che caratterizzava la festa, la cui organizzazione coinvolgeva esclusivamente i ceti contadino e artigiano, nel disappunto delle aristocrazie locali.
Va perรฒ certamente rilevato come negli anni Settanta furono introdotti allโinterno del cerimoniale alcuni importanti elementi rievocativi, quali ad esempio la presenza della Castellana e delle damigelle, nonchรฉ lโintroduzione ufficiale dei gruppi storici di armigeri e sbandieratori, oltre a una certa cura nella manifattura degli abiti, di ispirazione medievale, e che dunque lโelemento rievocativo caratterizza oggi pienamente la Festa dei Banderesi.
Apprendimento e trasmissione
La trasmissione della pratica allโinterno della Festa dei Banderesi avviene in maniera informale, allโinterno della famiglia, per quanto riguarda il cerimoniale del Sergentiere, e della contrada, per quanto riguarda le pratiche e i cerimoniali dei Banderesi, ivi compresa la realizzazione dei carri allegorici e dei fiori di carta.
Una trasmissione formale dellโelemento รจ invece messa in atto dal Gruppo โMusici e sbandieratori Cittร di Bucchianicoโ (che, oltre alla formazione annuale, organizza percorsi di apprendimento rivolti ai giovani del territorio), nonchรฉ dal Gruppo Storico โArmigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ. Entrambi i gruppi sono affiliati a federazioni nazionali del settore e curano tutti gli aspetti dellโapprendimento anche organizzando tornei e partecipando a competizioni di carattere nazionale. Gli stessi gruppi organizzano incontri e laboratori con le scuole, per avviare alla pratica della festa i piรน giovani.
Un ruolo centrale nella trasmissione dellโelemento รจ rappresentato dalla sua dimensione religiosa, attorno alla quale ruota tutto il contesto celebrativo e rievocativo; la cura della trasmissione dellโelemento รจ, in questo caso, demandata alla parrocchia di San Michele Arcangelo.
Metodo Ricerca
La scheda รจ stata compilata tramite interviste condotte presso la comunitร di pratica, nei mesi compresi tra aprile e agosto 2022; dopo un primo contatto con la Pro Loco, e con Gianni Di Prinzio, Assessore alla cultura del Comune di Bucchianico (giร presidente della Pro Loco), รจ stato possibile contattare o incontrare i rappresentanti delle contrade, il Banderese, il Sergentiere e le associazioni che curano la parte piรน prettamente rievocativa. Una prima intervista รจ stata condotta con lโassessore Di Prinzio a Spoltore (PE) il 7 maggio 2022; lโintervista non รจ stata registrata. Grazie alla disponibilitร dellโassessore รจ stato possibile consultare la bibliografia storica sulla Festa. La maggior parte delle interviste non รจ stata registrata; si allega la registrazione dellโintervista al Banderese, condotta il 28 agosto 2022, nonchรฉ la sua trascrizione.
Non รจ stato possibile seguire e documentare lโevento nel 2022; parte del materiale video e fotografico allegato รจ stato prodotto durante unโetnografia condotta nel 2013 e nel 2018, allโinterno di un progetto di documentazione del patrimonio festivo abruzzese, con la collaborazione di Roberto Monasterio (fotografo delle edizioni CARSA di Pescara, che ha poi curato il volume โAbruzzo in festaโ, CARSA, Pescara 2019, con testi di Omerita Ranalli). Altro materiale fotografico รจ stato messo a disposizione dalla Pro Loco e dai protagonisti della festa.
Organizzatori
Gruppo storico โArmigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ
Il Gruppo storico โArmigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ nasce in maniera informale nel 2004 allโinterno della Pro Loco, allo scopo di dare una struttura permanente al corteo degli armigeri che caratterizza la festa dei Banderesi; si รจ ufficialmente costituito come associazione culturale nel 2007. Il Gruppo รจ composto da 35 associati, uomini e donne dai 12 ai 67 anni che si esercitano nelle arti marziali medievali. Si occupa di promuovere le pratiche della scherma antica, del tiro con lโarco, del tiro con la balestra, anche attraverso lo studio e i corsi di formazione. Fino al 2014 il gruppo รจ stato iscritto alla FITAB (Federazione Italiana Tiro con la Balestra), e ha organizzato nel 2013 il Campionato nazionale della FITAB a Bucchianico.
Attualmente il Gruppo storico รจ impegnato in attivitร di studio, ricerca, e analisi filologica per la ricostruzione degli abiti e delle armature, al fine di raggiungere un maggior grado di coerenza nelle rievocazioni storiche, anche grazie al supporto di un Comitato scientifico. Negli anni, dunque, lโassociazione ha intrapreso un cammino virtuoso, specializzandosi nelle rievocazioni del primo trentennio del XIV secolo: gli abiti degli armigeri, come pure lโallestimento dellโaccampamento medievale, sono stati realizzati seguendo le principali fonti iconografiche della storia angioina (in particolare, la Bibbia Angioina, manoscritto trecentesco oggi conservato presso la Biblioteca Maurits Sabbe della Facoltร di Teologia dellโUniversitร Cattolica di Lovanio, ms. 1).
Il Gruppo storico partecipa a rievocazioni trecentesche sul territorio regionale (โMastrogiuratoโ di Lanciano - CH, Perdonanza Celestiniana - LโAquila) e nazionale (si ricorda, ad esempio, la partecipazione costante alla rievocazione โSponsaliaโ, presso Acquaviva Picena - AP).
Dal 2016, inoltre, lโassociazione si รจ aperta a un progetto di rievocazioni dedicate alla storia bizantina, partecipando alla rievocazione โA cena coi Bizantiniโ (Crecchio, CH); data la ridotta presenza di gruppi di rievocatori dedicati al periodo bizantino, negli anni รจ notevolmente aumentata la presenza del Gruppo storico โArmigeri e Balestrieri Cittร di Bucchianicoโ nelle rievocazioni italiane legate a questo periodo storico. Cosรฌ, ad esempio, il Gruppo storico ha preso parte alla rievocazione della โTavola di Bisanzioโ (rievocazione bizantina che si tiene a Baiso โ RE) e al Festival โRavenna Historia Mundiโ.
Sempre piรน spesso, inoltre, il Gruppo storico partecipa a rievocazioni ambientate nel periodo longobardo, mettendo in scena gli eserciti bizantini allโinterno dei combattimenti tra i Longobardi e il loro principale antagonista sul territorio italiano. Si ricorda, in questo ambito, la partecipazione a โIl Primo Ducaโ (Benevento) e a Romans Langobardorum (Romans dโIsonzo, GO).
Lโassociazione รจ attiva sul web attraverso il gruppo Facebook โArmigeri e Balestrieri della Cittร di Bucchianicoโ.
Gruppo โMusici e sbandieratori Cittร di Bucchianicoโ
Il Gruppo โMusici e sbandieratori Cittร di Bucchianicoโ riunisce, dal 1996, circa trenta elementi tra sbandieratori, tamburini, suonatori di chiarine. Si tratta di figure in parte giร esistenti allโinterno della struttura della Festa dei Banderesi; la scelta della struttura associativa รจ stata finalizzata ad organizzare al meglio le attivitร e per curare in maniera piรน strutturata la trasmissione della pratica degli strumenti. Con lโistituzione dellโassociazione, ai ruoli storici dei musici sono stati aggiunti gli sbandieratori. Il Gruppo รจ caratterizzati dallโabito storico con colori rosso e blu, e dal simbolo del leone rampante; gli stessi colori e la stessa simbologia sono ripetuti anche nelle bandiere. Il leone rampante รจ nello stemma della Cittร di Bucchianico, ed รจ il simbolo della famiglia Caracciolo San Buono, marchesi che dal 1584 fino allโunificazione nazionale hanno governato il territorio di Bucchianico.
Il Gruppo accompagna il corteo dei Banderesi durante le giornate della festa, cui partecipa attivamente. Durante tutto lโanno il Gruppo organizza incontri di formazione, cura le prove musicali e la preparazione atletica degli sbandieratori. Il Gruppo ha partecipato a numerose rievocazioni in ambito regionale, nazionale e internazionale; fa parte della FISB (Federazione Italiana Sbandieratori), e partecipa ai campionati nazionali della federazione.
Nellโambito delle attivitร della FISB, nel 2016 in occasione del ventennale dellโassociazione il gruppo ha organizzato il Torneo cittร di Bucchianico, in apertura della Festa dei Banderesi; un altro torneo era giร stato organizzato nel 2010.
Da qualche anno il Gruppo cura il progetto โImpariamo a sbandierareโ, un progetto di formazione con le scuole secondarie di primo grado presenti nel territorio comunale, allo scopo di avvicinare i piรน giovani alle proprie pratiche, sia in ambito musicale sia nellโambito della pratica degli sbandieratori, realizzando alla fine di ogni anno uno spettacolo con le classi che hanno aderito al progetto. Lโassociazione culturale รจ presieduta da Francesco Lazzarin.
Pro Loco โSan Camillo de Lellisโ di Bucchianico
La Pro Loco โSan Camillo de Lellisโ di Bucchianico ha avuto negli anni Settanta un ruolo centrale nel recupero della Festa dei Banderesi, intraprendendo varie azioni di valorizzazione e salvaguardia in una fase storica molto critica per la festa (a causa del radicale cambiamento socioculturale seguito alla progressiva dismissione delle pratiche tradizionali dellโagricoltura, allโinterno delle quali la festa affonda le sue radici). Ancora oggi la Pro Loco sostiene attivamente il Banderese nelle fasi organizzative della festa.
Gianni Di Prinzio (assessore alla cultura del comune di Bucchianico)
Guglielmo Tatasciore (Sergentiere)
Vincenzo Rosino (Banderese)
Localizzazione
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