La rievocazione storica
La rievocazione storica prevede due giornate che coincidono con il secondo fine settimana di settembre. L’evento vuole evocare i fatti di una leggenda riferita al periodo storico del 1084, narrata attraverso una moltitudine di elementi: un percorso gastronomico, che invita tutti i partecipanti a gustare i prodotti tipici della tradizione locale, uno spettacolo di burattini, dei giochi e mercati medievali, uno spettacolo teatrale e una serie di eventi legati dal “filo di Berta”, simbolo della storia bimillenaria di Montegrotto. Il lavoro per l’organizzazione dell’evento comincia dal mese di marzo, scegliendo, in base alla disponibilità dei fondi, su quale elemento della rievocazione investire, se aggiungere nuove forme di rappresentazione, e con quali gruppi o associazioni collaborare, privilegiando quelli territoriali e che abbiano caratteristiche qualitative. La rievocazione storica è l’evento più atteso dell’anno dai cittadini ed è un’occasione di incontro partecipativo per la comunità locale che prende parte alla manifestazione sia come semplice pubblico, sia in quanto figuranti, contando con la presenza dei turisti che vengono da Mestre, Pordenone, Vicenza, ma anche dall’estero in particolare dalla Germania, Austria, Francia, Gran Bretagna e spesso partecipano al corteo storico.
All’edizione del 2022 hanno partecipano all’incirca 400 persone, tra figuranti, attori amatoriali e professionisti, ballerini e commercianti. La rievocazione storica pone l’accento, in particolare, sulla figura di due donne, Berta la filatrice, semplice contadina e Bertha di Savoia moglie di Enrico IV di Franconia. Si tratta di una storia d’amore che vuole trasmettere valori di coraggio, sacrificio e generosità. Berta la filatrice, chiede all’Imperatrice la grazia per il suo sposo, prigioniero nelle segrete del castello per non aver pagato la decima dovuta al padrone del feudo e in attesa dell’esecuzione capitale. L’imperatrice prese a cuore il dramma della popolana, le concesse la grazia.
La rievocazione storica ha inizio il sabato, nel primo pomeriggio, con l’inaugurazione del borgo medioevale che si svolge all’interno del parco Papa Giovanni Paolo II, chiamato comunemente parco Mostar perché all’interno di esse si trova la fontana dedicata al primo gemellaggio di Montegrotto con la città di Mostar in Bosnia ed Erzegovina.
L’evento comincia con lo spettacolo del gruppo tamburini e sbandieratori della Contrada del Carmine. Ci sono vari stand dislocati in diverse aree del parco che ospitano mercati, rappresentazione di antichi mestieri organizzati dall’associazione “La Corte Medioevale” come la preparazione del pane nel forno a legna, la filatura della lana con l’arcolaio, il fuso o con il telaio, il mestiere del falegname, la lavorazione di paglie, lavori di tessitura e cardatura. La filatura della lana è una antica tradizione del luogo. Le persone che lavorano la lana sono donne, comprendono una fascia d’età tra i trenta fino a settanta, i loro saperi dell’arte del filatoio sono stati tramandati dalle donne più anziane di casa. Una giovane donna sta lavorando con l’arcolaio, è un lavoro che richiede fermezza e abilità nel movimento. Come primo passo schiaccia il pedale per mettere in movimento la ruota e il fuso ad alette, collegati tra loro tramite una cordicella, attacca un pezzetto di fibra ad un rocchetto infilato sul fuso e la rotazione delle alette le fa torcere formando il filo. Oltre agli artigiani, il borgo medioevale ospita un piccolo accampamento curato dalla “Compagnia delle Lame Nere” che ricostruisce lavori ed attività legati alla vita civile, dimostrazione di tecniche di combattimento del periodo del XI secolo coinvolgendo i partecipanti, tutto con particolare attenzione alla popolazione di origine norrena. L’evento prosegue con lo spettacolo di burattini “Quando Berta filava” a cura della compagnia teatrale Fantaghirò che partecipa per la prima volta. La compagnia teatrale nasce a Padova con l’obbiettivo di valorizzare le storie legate al territorio. La presidente Serena Fiorio afferma (intervista svolta durante le prove dello spettacolo dei burattini – Parco Papa Giovanni Paolo II 10/09/2022) che questa scelta “ha comportato nel tempo una curiosità per le storie che il territorio contiene, è stato un percorso molto graduale e nel cercare narrazioni di fondamenti storici da utilizzare poi come materiale per poi intervenire attraverso una rivisitazione in forma narrativa teatrale che nulla togliesse alla serietà della ricerca storica, ma come approccio e modalità di presentazione potesse servire soprattutto per i bambini perché questo è il target principale al quale ci rivolgiamo per incuriosirli alla storia del territorio”. Lo spettacolo dei burattini mette in scena la leggenda di Berta rivisitata in chiave contemporanea e per portare un elemento di novità ai bambini, questa storia diventa superficie di qualcosa di più profondo. Lo spettacolo comincia raccontando le condizioni difficili della vita della popolazione contadina, si sofferma sui i rapporti tra la Germania, Franconia e il Papato del XI secolo, sottolineando anche l’aspetto territoriale con acque sulfuree, miracolose, un’identità fortissima che crea nuova curiosità e cercando di agganciare quella fetta del mondo educativo che sta alle spalle dei bambini, perché questi possano intravedere la possibilità di collocare questa piccola storia in un più ampio contesto storico geografico. Lo spettacolo si chiude con il filo di Berta, sinonimo di compassione. “Ascoltare la voce del semplice perché ci può servire nel percorso della nostra formazione umana”.
Dopo due anni di pandemia, la rievocazione storica è particolarmente sentita soprattutto dai più giovani, come per i ragazzi della scuola media Antonio Vivaldi di Montegrotto che insieme a Silvia Mattarello membro dell’associazione di Promozione Sociale Berta, si sono attivati per mesi per organizzare e curare una piccola rappresentazione teatrale intitolata “L’amore ai tempi di Berta”, raccogliendo l’applauso di tutti i partecipanti. La sera, per la prima volta in questo contesto rievocativo, ha luogo la cena medioevale. I partecipanti indossano l’abito del XI secolo che fa da corredo alla Corte de Montagnon, in un’atmosfera suggestiva all’interno del parco. L’obbiettivo della cena medievale è offrire ai partecipanti un percorso gastronomico che rispecchia i piatti medievali e che valorizza i prodotti e i piatti del territorio come: tagliere del contadino, stufato in cuore di pagnotta, dolce di Berta. La giornata si conclude con uno spettacolo di fuoco.
Domenica pomeriggio si muove il corteo storico con la partecipazione, nell’edizione del 2022, di circa 200 figuranti. Il corteo rievoca la corte del Signore di Montagnon e delle sei contrade del luogo in onore dell’arrivo a Montegrotto dell’Imperatore Enrico IV di Franconia e dell’Imperatrice Bertha di Savoia, annunciato dall’araldo durante la giornata. Il corteo parte da piazza Roma ed è preceduto dal gruppo di sbandieratori e musici “Borgo San Giorgio” di Ferrara, seguono la corte del Signore di Montagnon, nobili, cortigiani e cavalieri in eleganti abiti medievali. Le dame indossano un abito lungo senza corpetto, con scolatura, taglio a vita, con maniche lunghe svasate a partire dal gomito. Il tessuto è broccato con passamaneria, i colori che dominano sono il giallo, rosso, verde smeraldo. Gli uomini indossano una camicia di lino, lunga, con pantaloni larghi neri e una tunica lunga fino ai piedi con maniche che arrivano a metà braccio e molto largo. Seguono le guardie feudatari e il boia che hanno imprigionato Ranieo, uno dei personaggi principali, marito della contadina Berta. Musici e sbandieratori della “Contrada del Carmine” precedono le sei contrade di Montegrotto che rappresentano il gruppo di popolani, vestono tuniche semplici con i colori della contrada di provenienza: Il Merlo, colore blu e giallo, rappresenta la zona di Corso delle Terme e legato alle figure di agricoltori; Aquila, colore rosso e bianco, rappresenta la zona del centro storico; Lupo, colore giallo e verde, rappresenta la zona della frazione di Turri; Pesci, veste azzurro e rosso, legato alle figure dell’arte della tessitura; Volpe, veste di verde e bianco, rappresenta l’arte della lavorazione delle pelli e delle pellicce e contrada Toro, colore bianco e azzurro, le figure che curano i vigneti. Portano con sé oggetti dell’arte contadina che rappresentano alcuni prodotti tipici della regione come lana, vino, uva che doneranno alla fine del corteo agli imperatori. Chiudono il corteo Imperatore Enrico IV e la consorte Bertha di Savoia che vanno a cavallo accompagnati dalla guardia imperiale. Enrico IV di Franconia è vestito con una tunica gialla, calzamaglia nera con stivali. Indossa un mantello rosso di velluto con passamaneria che si chiude sul petto per mezzo di un legaccio. Porta una collana e una corona. L’imperatrice indossa un abito lungo, tessuto broccato con passamaneria, decorata sulla parte del petto. Porta un mantello lungo con maniche che ha lo stesso tessuto e colore dell’abito. Come l’Imperatore, indossa collana e corona, simbolo di potere e regalità.
Il corteo si snoda per 45 minuti lungo le vie del centro storico per attraversare viale Stazione, piazza Carmignoto, via Manzoni, via San Mauro, piazzale Stazione, via Aurelian per raggiungere il parco Mostar, dove ha luogo uno spettacolo degli sbandieratori di Ferrara e poi la rievocazione della leggenda di Berta, una rappresentazione attraverso il ballo, intitolata “C’era una volta la leggenda di Berta” a cura della compagnia di danza di Montegrotto “On Stage Lab” che ha partecipato a questo evento per la prima volta. Lo spettacolo comincia con una voce narrante, le ballerine interpretano la storia di Berta attraverso il ballo che dura all’incirca 15 minuti. La rappresentazione si chiude con la frase “è finito il tempo in cui Berta filava”.
Area Geografica
Il Comune di Montegrotto Terme è situato ai piedi dei Colli Euganei, all'interno della regione Veneto, area del Nord-Est dell'Italia. Con 11 357 abitanti, Montegrotto è conosciuta per le sue cure termali. Da millenni, in questo territorio affiorano dalle profondità acque termali che hanno portato Montegrotto e, più in generale, le Terme Euganee ad una prosperità economica e culturale. La cittadina è divisa in sei contrade e ognuno di esse ha un colore un animale che la caratterizza: L’aquila rappresenta la zona del centro storico; I Pesci la zona della Stazione Ferroviaria; Il Merlo la zona di Corso delle Terme; La Volpe, la zona di Via Caposeda; Il Toro la frazione di Mezzavia e il Lupo la frazione di Turri.
Descrizione del percorso
La rievocazione storica “Il Tempo di Berta”, ispirata alla ricostruzione della leggenda di Berta, è composta da diversi elementi: il corteo storico, il borgo medievale, la rappresentazione teatrale e un percorso gastronomico. Alcuni elementi della rievocazione si svolgono all’interno del parco Papa Giovanni Paolo II, chiamato comunemente Mostar.
Il corteo storico sviluppa un percorso attraverso il centro di Montegrotto: parte da piazza Roma e percorre viale Stazione, piazza Carmignoto e via Manzoni, via San Mauro, piazzale Stazione per ritornate a viale Stazione, via Aureliana per concludersi al parco Mostar.
Notizie storico-critiche
La manifestazione si tenne per la prima volta nel 1961, ideato da un gruppo di amici che avevano in comune la passione per la storia, in particolare per la favola della Leggenda di Berta tramandata oralmente da generazione a generazioni e legata fortemente con le risorse del territorio. L’obbiettivo della rievocazione è valorizzare il territorio e recuperare le antiche tradizioni come i giochi delle contrade. Dal 1994 fino al 2004 la rievocazione storica è stata organizzata dalla comunità “Festeggiamenti della legenda di Berta” e poi dalla Pro Loco. L’evento è stato interrotto dal 2004 fino al 2017 per volontà politica: i sindaci di quel periodo non hanno sostenuto la rievocazione storica, bloccando il suo svolgimento. In passato la manifestazione era caratterizzata da diversi elementi principali come i giochi delle contrade, corteo storico, gare di cucina come ricorda Silvia Mattarello: “Mi ricordo che da piccola avevano fatto la gara delle torte di Berta e io ne mangiavo tante fette”. I giochi delle contrade sono una lunga tradizione legata fortemente al territorio che ha le radici dal 1961, e che caratterizza lo spirito dei cittadini di Montegrotto. Ogni contrada sceglieva il proprio capitano che garantiva il rispetto delle regole ed era il punto di riferimento per gli organizzatori dell’evento e per gli abitanti della contrada. Le contrade preparavano una squadra da 11 fino a 15 atleti, al quale è affidata l’ambizione della vittoria. Alcuni giochi che si svolgevano erano: “La torre di Berta”, dove gli atleti dovranno prodigarsi nello spostare una torre, composta da 20 pezzi di polistirolo e ricostruirla uguale alla precedente; “Il filo di Berta”, atleta dovrà avvolgere una matassa di filo attorno ad un fuso. Al termine dovrà attraversare l'asse di equilibrio prendere da un apposito sostegno la clava e inserire al suo posto il fuso. Il secondo atleta, appositamente bendato, doveva rompere delle pignatte per trovare le chiavi per aprire il lucchetto che tiene imprigionato Raniero. L’atleta che rappresenta Raniero, una volta libero, doveva arrampicarsi su una fune per prendere il fiore attraverso l’asse di equilibro e consegnarla all’altro atleta che rappresentava Berta. Altri giochi svolti erano “Corsa con i sacchi”, “Il gioco del secchio” e “Tiro alla fune”. Questa prattica verrà inserita nell’edizione del 2023.
La rievocazione è stata riproposta nel 2018 grazie alla volontà di Riccardo Mortandello, sindaco del comune di Montegrotto con la collaborazione di Salvatore Negro, con l’obiettivo di riprendere le buone pratiche di una volta, di valorizzare attraverso questa rievocazione l’identità locale e il proprio patrimonio culturale che da anni era rimasto nell’oblio.
Nello stesso anno nasce anche l’Associazione di Promozione Sociale Beta che insieme al comune organizza e sostiene l’evento. Nell’edizione del 2018 la rievocazione è stata svolta al palazzo del turismo sotto forma di rappresentazione teatrale, riprendendo anche la tradizione del corteo storico. Durante i due anni della pandemia l’evento non è stato mai interrotto, mantenendo solo la parte della rappresentazione teatrale con la regia di Camila Rizzardi. La rappresentazione si è svolta nella piazza Primo Maggio, inizia con la scena di un gruppo di popolani del contado di Montagnone intenti sui campi a mietere il frutto del loro lavoro, aiutati da Raniero. Ogni scena viene introdotta dal menestrello, il narratore della storia che chiude lo spettacolo. In alcune scene l’interpretazione degli attori spesso si alterna con le danzatrici sotto il suono della musica medievale. La rappresentazione si conclude con la frase “è ormai finito il tempo in cui Berta filava”.
A differenza delle altre rievocazioni che rappresentano uno o più momenti storici, l’evento di Montegrotto Terme si caratterizza nel rievocare la leggenda di Berta che racconta la storia di una contadina vissuta nei primi anni del XI secolo ai piedi dei Colli Euganei.
Nel giorno di Pasqua del 1084, dopo il lungo assedio di Roma durato un anno, Enrico IV di Franconia, accompagnato dalla consorte Bertha di Savoia, destituisce papa Gregorio VII, l'antagonista di una vita, e nomina papa Guiberto di Ravenna, dal quale riceve la corona Imperiale. La coppia imperiale ripartirà frettolosamente per rientrare in Germania perché richiamata dai doveri imperiali, ma soprattutto per sfuggire ai Normanni che marciano da sud in soccorso di Gregorio VII, rifugiatosi a Castel Sant'Angelo. Per evitare scontri con gli irriducibili eserciti fedeli a Gregorio VII, Enrico IV deve organizzare il viaggio di ritorno appoggiandosi agli eserciti dei feudi sostenitori della corona del Sacro Romano Impero, ed è per questo che transiterà nel versante adriatico. Diretto al valico del Brennero, attraverserà la culla veneta protetto della fedeltà di Padova, Aquileia e Verona. È stato ipotizzato come commenta la storica locale Monica Bauletti, (l’intervista svolta durante l’allestimento del borgo medioevale – Parco Giovanni Paolo II 10/09/2022), la coppia imperiale decise di fare una sosta alle rinomate Terme Euganee, note da secoli per le loro proprietà curative e già meta dei più grandi imperatori romani. È facile immaginare che l'imperatrice Bertha di Savoia abbia cercato sollievo nelle acque salutari di San Pietro Montagnon per lenire quei dolori che di lì a due anni le sarebbero stati fatali. La Bauletti, nello scrivere la leggenda vuole mettere in luce il valore della figura dell’Imperatrice Bertha di Savoia, un personaggio storico di cui si è parlato poco, che è sempre stata all’ombra del marito Enrico IV di Franconia. Secondo la storica, è l’Imperatrice che esprime verso il popolo un sentimento di pietà, di comunione ed è anche un personaggio che ha sofferto molto a livello famigliare, in quanto Enrico IV la trascurava.
Da questa ipotesi nasce la leggenda di Berta, giovane popolana che fila la lana, sposata col contadino Raniero che ha avuto in concessione la coltivazione di un terreno dai signori di Montagnon, i feudatari del posto. Raniero una persona di buon cuore ha aiutato i vicini a fare il raccolto, inviando per un giorno il raccolto nel suo terreno. L’esercito dei signori di Montagnon, scende nella valle, nello specifico nel campo dove lavorava Raniero per l’esercitazione distruggendo così tutto il suo raccolto. Con il terreno distrutto e non potendo raccogliere nulla non ha potuto pagare le tasse che erano il decimo del raccolto al signore del Montagnon; per questo venne arrestato e messo nelle segrete del castello. Con l’arrivo di Enrico IV con la sua corte, la sua esecuzione viene rinviata. Nel giorno dei festeggiamenti in onore dell’Imperatore si decide di far eseguire con impiccagione anche Raniero. L’imperatrice Bertha di Savoia mentre sta andando verso il castello di Montagnon incrocia Berta la contadina, che le chiede la grazia per suo marito. Questa è una delle tante versioni di come le due donne si sarebbero incontrate. Nel giorno della festa durante la quale verrà eseguito Raniero, l’imperatrice intuisce che il condannato a morte è il marito della contadina e chiede a Enrico IV di fermare l’esecuzione e fare la grazia a quest’uomo. Berta la filatrice, per ringraziare la regina per aver salvato suo marito, donna il suo filato di lana. Commossa dal gesto della contadina gli dice che con questo filo devi recintare tutta la terra che puoi ed essa apparterrà solo a te per vivere con tuo marito e che nessuno potrà chiedere più le decime. Saputo di questo gesto, le altre donne vanno dall’imperatrice con un filo di lana, ma Bertha di Savoia gli dice che: “è finito il tempo in cui Berta filava”: il gesto è concesso solo a una persona e non a tutte.
Bibliografia
Monica Bauletti, "Berta, la leggenda. Montegrotto: le origini tra storia e fantasia", Montegrotto Terme, Pumbe, 2018.
Paolo Bonaldi, "Indagine sulla separazione amministrativa della Frazione di San Pietro Montagnon dal comune di Battaglia", Montegrotto Terme, 2021.
Monica Bauletti - Elena Squarcina, "La Leggenda di Berta", Montegrotto Terme, Stampato da A.P.S. BERTA, 2019.
Paolo Zanovello, "Dal castello di Montagnon alla torre di Berta: storia e leggenda di un manufatto difensivo dei Colli Euganei", Montegrotto Terme, Il Poligrafo, 1999.
Oggetti significativi
Borgo medievale: Si svolge all’interno del parco Papa Giovanni Paolo II, ospita mercati dove ci sono diversi stand rappresentando antichi mestieri come la preparazione del pane nel forno a legna, la filatura della lana con l’arcolaio il fuso o con il telaio, il mestiere del falegname, la lavorazione di paglie, lavori di tessitura e cardatura. Il borgo medioevale ospita un piccolo accampamento costruito con una base triangolare in legno e coperti con una stoffa nera. L’accampamento ricostruisce lavori ed attività legati alla vita civile, dimostrazione di tecniche di combattimento del periodo del XI secolo.
Oggetti di arte contadina: Lo stand per la preparazione del pane è composto da un lungo tavolo in legno sopra al quale ci sono vari utensili e attrezzi per la preparazione del pane come la spianatoia in legno per la preparazione dell’impasto, porta farina in legno, mattarello, la gramolatrice in legno, macino in pietra a forma ovale, azionato a mano da due maniglie di legno dove puoi macinare quasi ogni tipo di cereale, setaccio. Accanto c’è un forno a legna costruito all’esterno con mattoni a vista in maniera stabile con un basamento in calcestruzzo alto circa un metro. Sopra il basamento è costruita una cupola con mattoni refrattari dotata di bocca di accesso del forno e canna fumaria. Negli altri stand sono esposti oggetti come arcolaio in legno, telaio per la tessitura della lana e lino, cardatrice in legno. Altri oggetti esposti sono l’arcolaio, ruota azionata a pedale che trasformava la massa filamentosa in filato, composta da pedale, ruota e aspo.
Armi: Le armi e altri oggetti utilizzati per la dimostrazione di tecniche di combattimento nell’accampamento medievale sono state riprodotte dalla “Compagnia delle Lame Nere”. Le armi utilizzate sono: diversi tipi di asce, coltelli, lancia con impugnatura lignea con estremità di metallo, spade sia in legno che di metallo. Altri oggetti utilizzati sono: Elmo di metallo, pettorina di cuoio, scudi rotondi in legno rivestiti nella parte interna da uno strato di cuoio e dotati di una punta di metallo al centro chiamata umbone, utilizzata in modalità offensiva.
Abiti: L'evento è in abito storico del XI secolo, i cui i modelli sono ricostruiti grazie alla ricerca storica. Negli anni ’60 gli abiti erano confezionati dai volontari e non sempre rispecchiavano il periodo storico evocato. Le donne in generale indossano un abito lungo senza corpetto, con scolatura, taglio a vita, con maniche lunghe svasate a partire dal gomito, colori che dominano sono il giallo, rosso, verde smeraldo. Gli uomini vestono camicia lunga di lino con pantaloni larghi e spesso con una tunica lunga fino ai piedi con maniche che arrivano a metà braccio e molto largo.
Bandiere: Il gruppo di musici e sbandieratori della Contrada di San Giorgio di Ferrara utilizza bandiere composte da un’asta alla quale è fissata la tela. L’asta è a forma conica, con specifiche caratteristiche di flessione e peso con tessuto poliestere. Sulla bandiera è inciso lo stemma del gruppo: l’Idra a sette teste, drago verde nascente da un rogo, i colori che la rappresentano sono il giallo e il rosso, listati di verde.
Tamburi e chiarine: i tamburi sono utilizzati sia dal gruppo di musici e sbandieratori della Contrada di San Giorgio di Ferrara che dal gruppo tamburini della Contrada del Carmine. Il tamburo ha un corpo cilindrico composto da una cassa di legno, equipaggiato con una pelle apposita che permette la percussione. Lo si suona con dei battenti in legno pieno, definiti “bacchette”. Oltre a i tamburi, il gruppo della Contrada di San Giorgio utilizza altri strumenti musicali come la chiarina, strumento a fiato: appartiene alla famiglia degli ottoni. Misura circa un metro e la si potrebbe definire come “una tromba allungata, a un pistone”. Nella Contrada di San Giorgio i tamburi sono dieci in tutto e dipinti per metà dal colore rosso con lo stemma della contrada. La Contrada del Carmine utilizza 14 tamburi di varie dimensioni, la parte esterna è dipinta con i colori della contrada, verde e rosa.
Altri oggetti: Tra gli oggetti che vengono utilizzati durante la rievocazione c’è la pergamena lunga circa un metro utilizzata dal menestrello. Altri oggetti utilizzati durante il percorso del corteo storico è il Drappo, un panno di stoffa su cui è ritratta l’immagine e il colore della contrada che la porta, bandiere, carretti che portano donni alla regina, un carro con due botti.
Aspetti immateriali
Costumi e attività di tessitura: Il comune di Montegrotto Terme ha una lunga tradizione nella lavorazione della lana e per le altre fibre vegetali quali il lino, la canapa e il cotone. L’importanza della lavorazione delle fibre tessili e della tessitura viene indicata dall’evento stesso che evoca la Leggenda del filo di Berta, proprio questo filo è l’elemento principale del racconto. In passato, la Contrada dei Pesci era caratterizzata dall’arte della tessitura dove si producevano raffinate stoffe destinate all’abbigliamento dei nobili. La rievocazione storica sta mettendo in risalto gli artigiani tessili non solo attraverso il borgo medievale esponendo uno stand per l’arte della tessitura ma anche attraverso i costumisti locali per la realizzazione degli abiti storici. Durante gli anni ’60 fino al 2004 in cui si è svolto l’evento, gli abiti del corteo non rispecchiavano il periodo storico medioevale, perché quasi tutti gli abiti erano stati confezionati da volontari che partecipavano al corteo e non da sarti professionisti. Quando è stata ripresa la rievocazione, nell’edizione del 2018, la maggior parte degli abiti del corteo storico sono stati presi a noleggio. L’anno successivo, i costumi di scena e del corteo sono stati affidati a costumisti di professione con sede a Padova, e Francesca Meneghello, sarta e costumista del luogo, specializzata negli ultimi anni nella creazione di abiti medioevali. Le vesti, con il passare del tempo sono diventate più elaborate sia nella ricerca del tessuto che in quella storica. La costumista ha affermato durante l’intervista (svolta durante la preparazione di un abito – sartoria e negozio di abiti 09/09/2022) che è un lavoro di grande responsabilità, la difficoltà è tanta perché spesso non si trovano i tessuti adatti che rispecchiano il periodo evocato, i processi nella creazione di un abito storico sono molteplici, c’è l’ideazione dello schizzo e del figurino, la ricerca dei tessuti e dei colori dell’epoca, la scelta per il filo da ricamo, fino alla realizzazione dell’abito, cucito rigorosamente a mano. I tempi di creazione di un abito variano da una fino a tre settimane. Nell’edizione del 2019 fino ad oggi, per la creazione di un abito sia maschile che femminile sono stati scelti tessuti di cottone o broccato con passamaneria.
Cibi rituali: Durante la rievocazione storica l’Associazione di Promozione Sociale Berta ha organizzato per la prima volta un percorso gastronomico per tutti i presenti nel borgo e per le persone che vogliono partecipare alla cena medioevale. Il percorso gastronomico vuole raccontare e scoprire i piatti medievali e allo stesso tempo valorizzare i prodotti che rispecchiano il territorio: tagliere del contadino, stufato di carne in cuore di pagnotta, torta di Berta. Oltre alla cena medievale, il percorso gastronomico offre durante le due giornate della rievocazione un punto di ristoro aperto tutto il giorno e offrire ai partecipanti i piatti della tradizione locale come lo spezzatino, gnocchi con ragù e vino prodotto dai vigneti di Colli Euganei. Anche i panettieri vengono coinvolti preparando il pane nel borgo medievale. Nello stand ci sono quattro persone, una donna prepara l’impasto: farina, acqua e lievito madre, poi altre due persone lavorano l’impasto a mano che richiede forza e precisione nelle mani finché non diventa omogenea. L’impasto riposa per qualche ora per essere rilavorato un'altra volta per formare delle palline prima della cottura. Il forno, accanto allo stand, viene preparato, pulito e scaldato con la legna, c’è sempre una persona con una palla in mano che si occupa della buona cottura del pane che poi viene distribuito ai partecipanti durante la rievocazione.
Arti performative e spettacoli teatrali, compresi gli sbandieratori e i fachiri: Nell’edizione del 2022 della rievocazione storica ha partecipato per la prima volta la compagnia teatrale Fantaghirò organizzando uno spettacolo di burattini intitolato “Quando Berta filava”. Lo spettacolo viene messo in scena sabato pomeriggio ed è una rivisitazione della storia attraverso una narrativa teatrale rivolta ai bambini e genitori. La presidente della compagnia Serena Fiorio afferma che c’è tanta ricerca dietro sia dal punto di vista storico che di linguaggio, si racconta facendo particolare attenzione al dialetto veneto. Attraverso il teatro si vuole mandare un messaggio, è scuola di Dario Fò, teatro comico, che ha una morale, un’etica, fa riferimento ai valori essenziali. “In questo ci crediamo molto, noi non siamo per il teatro della battuta e basta. Il teatro ti deve lasciare con un elemento di pensiero”. Il dono finale del racconto è collocato in una storia di umanità, che è sempre attuale perché fa capire la sofferenza dell’altro, mette in moto la compassione. Lo spettacolo si chiude con questo velato del filo di Berta che rappresenta proprio la compassione. Durante l’anno, l’Associazione di Promozione Sociale Berta organizza eventi che hanno come focus le scuole medie ed elementari di Montegrotto. L’obbiettivo dell’associazione è far conoscere alle nuove generazioni il racconto della legenda di Berta attraverso un progetto didattico in collaborazione con le insegnanti, distribuendo libri ai bambini come strumento di studio. Grazie a questo progetto i ragazzi della scuola media Antonio Vivaldi di Montegrotto hanno organizzato per la prima volta una rappresentazione teatrale intitolata “L’amore ai tempi di Berta”.
Un elemento importante sono sicuramente i giochi di bandiera e i movimenti del gruppo degli sbandieratori della Contrada di San Giorgio. I repertori dei giochi di bandiera sono di scuola ferrarese, visto che il gruppo fa parte una delle sette contrade del Palio di Ferrara. Il processo creativo si basa sia sulle forme di trascrizione codificate e anche sulla sperimentazione pratica in diretta. Le performance dei giochi di bandiera prevedono esibizioni sia in gruppo da tre o quattro persone che una sola persona che maneggia fino a tre bandiere.
Per la prima volta nell’edizione del 2022 la rievocazione storica viene conclusa da una rappresentazione della leggenda attraverso la danza che dura all’incirca 15 minuti ed è composto da un gruppo di sette ballerini professionisti, sei ragazze e un maschio che interpreta il ruolo di Raniero. Durante la rappresentazione, oltre ai ballerini professionisti chi sono delle comparse, un gruppo di spadaccini, rappresentando la scena della distruzione del raccolto di Raniero dalla parte dell’esercito dei Montagnon. La preparazione della scena finale è cominciata a luglio, è una sfida, spiega la coreografa Karen Albonetti perché i movimenti devono essere sincronizzati con la musica e accompagnati allo stesso tempo con la mimica del danzatore, per essere capiti dal pubblico che guarda.
Tradizioni musicali: Il repertorio musicale della rappresentazione della leggenda attraverso la danza è stato scelto dalla coreografa e consiste in una musica medievale pertinente all’epoca. Il gruppo della Contrada di San Giorgio arricchisce la rievocazione con il suo repertorio musicale, formato da chiarinisti e tamburini con il compito principale che i brani suonati siano armoniosi e il più attinenti e fedeli possibile al periodo storico che si rievoca. I brani suonati gergalmente chiamati “tempi” servono principalmente per accompagnare il movimento delle bandiere e per dare un tempo di marcia a tutto il corteo. Suonano inni, danno il ritmo e cadenzano la marcia. I brani suonati dalla Contrada del Carmine di Monselice durante il corteo storico sono adattamenti probabilmente da marce militari e altri brani sono composti dai musici stessi.
Altri artigianati: La filatura della lana viene lavorato da alcune donne del luogo, abilità manuale tramandata di generazione. Il filato richiede delle fasi di lavorazione dei materiali indispensabili alla preparazione delle stesse, differenti a seconda delle fibre utilizzate. Le donne raccontano che la lana viene battuta con verghe flessibili di legno per pulirla ulteriormente e cosparsa di olio di lino per aumentarne l’ela¬sticità e la resistenza, per poi essere pettinata e divisa in piccoli ciuffetti. A questo punto la lana viene lavorata con lo scardasso, uno strumento munito di denti di acciaio, che la rendeva più morbida e omogenea. Le donne che lavorano con l’arcolaio schiacciano il pedale per mettere in movimento la ruota e il fuso ad alette, collegati tra loro tramite una cordicella. Attaccano un pezzetto di fibre ad un rocchetto infilato sul fuso e la rotazione delle alette le fa torcere formando il filo.
Criticità
L’evento è stato interrotto dal 2004 fino al 2017 per motivi di volontà politiche, i sindaci di quel periodo non hanno sostenuto la rievocazione. Nonostante la pandemia, l'evento non è mai stato annullato, la comunità è riuscita a mantenere la rappresentazione teatrale.
Misure di valorizzazione
L’evento rievocativo, raccogliendo diverse attività (competenze e capacità) intorno ad un filo narrativo riferito alla storia locale, funziona come una misura di valorizzazione di alcune tradizioni e forme espressive teatrali, musicali e artigianali.
Sul piano della comunicazione, la diffusione della rievocazione avviene grazie ai mezzi di comunicazione come televisione, radio e stampa (quotidiani e periodici); inoltre, locandine e programmi forniscono al pubblico le informazioni necessarie per partecipare ai numerosi appuntamenti organizzati a Montegrotto Terme. La rievocazione storica è dotata di un sito internet. Trova grande risonanza sulla televisione e giornali locali che dedicano numerosi servizi prima e dopo l'evento, con la descrizione del programma e di tutti gli elementi che compongono l’evento.
Misure di salvaguardia
L’evento è inserito nel calendario delle manifestazioni organizzate dal Comune di Montegrotto Terme. Il comune di Montegrotto per il finanziamento della rievocazione si appoggia ai finanziamenti della regione Veneto, e nel 2022 ha partecipato al bando “Fondo nazionale per la rievocazione storica” del Ministero della Cultura.
Per riprendere e salvaguardare la tradizione è stata creata nel 2019 l’Associazione di Promozione Sociale Berta.
Protagonisti
La rievocazione storica è l’evento più atteso dell’anno dai cittadini ed è un’occasione di incontro partecipativo per la comunità locale che prende parte alla manifestazione sia come semplice pubblico, sia in quanto figuranti al corteo storico che spesso conta con la presenza dei turisti che vengono da fuori per partecipare a questo evento. Storicamente, Montegrotto Terme è una località che basa la sua economia sul turismo termale, accoglie molte famiglie da tutta Italia. Nell’ultimo decennio i maggiori turisti provengono dall’estero, in particolare dalla Germania e Austria, ma anche da Francia, Gran Bretagna e più recentemente anche dalla Russia. Numerose sono le associazioni sostenute e promosse dall'amministrazione comunale che partecipano alla sua realizzazione, tra cui lo Shopping Center, L’associazione culturale “I Fantaghirò”, “Compagnia delle Lame Nere”, Associazione di Promozione Sociale “La Corte Medioevale”, Associazione” On stage lab”.
Dalla prima edizione la rievocazione è stata organizzata da Pro Montegrotto Terme. Dal 1994 fino al 2004 l’evento è stato organizzato Comunità Festeggiamenti della legenda di Berta e poi dalla Pro Loco dopo. L’associazione di Promozione Sociale Berta organizza e sostiene la rievocazione storica dal 2019, provvedendo, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, all'organizzazione della manifestazione e tutti gli elementi che la compongono: dall’organizzazione del percorso che deve fare il corteo e la scelta dei figuranti; inserire nuovi elementi di novità come lo spettacolo dei burattini o il percorso gastronomico, i guadagni ricavati vanno in beneficienza, per l’associazione AIAS; scelta dei costumisti che devono confezionare gli abiti dei personaggi principali.
L’allestimento del borgo medioevale e lo spettacolo dei burattini e stata affidata alle associazioni esterne. L’associazione culturale Fantaghirò è una piccola realtà teatrale di Veneto che si è costituita nel 1979 a Padova da “Serena Fiorio”. Il gruppo è composto da quattro persone fisse con una serie di collaborazioni esterne con artisti del settore come danzatori, cantanti, musicisti operando soprattutto nel territorio. La compagnia teatrale affronta tematiche legate al mondo psicologico infantile quali il gioco, la paura, l’amicizia, il rapporto con l’altro, si pongono così come un momento d’incontro adulto-bambino. Quest’anno la compagnia ha partecipato con uno spettacolo dei burattini intitolato “Quando Berta filava”.
L’accampamento medioevale all’interno del parco Mostar è stato curato dalla Compagnia delle Lame Nere che lavora dal 2015 ed e composta da un gruppo di ragazzi giovani con la passione per la storia. All’accampamento offre attività legati alla vita civile, i vecchi mestieri e dove chiunque può avere un’esperienza imparando giochi antichi e tecniche di combattimento.
L’associazione di Promozione Sociale “La Corte Medioevale” si occupa dell’organizzazione dei mercati che offrono ai partecipanti una rappresentazione di antichi mestieri e degustazione dei sapori del territorio. Ci sono stand che preparano il pane con forno a legna, donne che filano la lana con arcolaio, fuso o con il telaio, il mestiere di falegname, la lavorazione di paglie, la tessitura e cardatura. L’associazione si è formata nel 1990 da un gruppo di amici a Valle San Giorgio nel Comune di Baone (PD), con l’obbiettivo di rievocare l’avvenimento storico dell’arrivo di Beata Beatrice d’Este al convento sul monte Gemola del 1221.
Nella giornata di domenica pomeriggio durante la sfilata del corteo storico si esibiscono due gruppi di sbandieratori. L’evento comincia con l’esibizione del gruppo tamburini della Contrada del Carmine. Il gruppo nasce nel 2011 a Monselice ed è composto da 8 giovani tamburini, accompagnando il corteo storico durante tutta la sfilata. Per la prima volta partecipa anche il gruppo di musici e sbandieratori della Contrada di San Giorgio di Ferrara, esibendosi durante la sfilata del corteo storico. La Contrada si è costituita nel 1968, sul drappo vi sono impressi lo stemma della Contrada (l’Idra a sette teste) e i colori rappresentati sono giallo e rosso. Il Gruppo sbandieratori partecipa a tutte le rappresentazioni paliesche, ed a molti eventi che si svolgono sul territorio. Quest’anno la scena finale è stata affidata alla Compagnia di danza “On stage lab”, la prima scuola a Montegrotto. La rappresentazione si svolge attraverso la danza e dura all’incirca 15 minuti.
Apprendimento e trasmissione
Gruppi Sbandieratori e musici: La Contrada di San Giorgio di Ferrara è un gruppo molto eterogeneo, per questo è molto numeroso perché chiunque può essere parte del gruppo. I membri si dividono tra musici e sbandieratori, danzatori e gruppo armigeri. Tra le file della contrada ci sono anche i bambini che fanno parte tra gli sbandieratori e musici, le abilità apprese vengono insegnati dai membri più anziani, alcuni musici fanno parte della banda musicale, il repertorio musicale viene poi appreso dagli altri membri del gruppo, ogni nuovo membro ha tempi differenti per apprendimento delle nuove tecniche, ma tutti sono consapevoli di portare avanti la tradizione della contrada.
Cibi Rituali: Il precorso gastronomico durante la rievocazione storica viene organizzata dall’Associazione Berta, alcuni mesi prima vengono decise dai membri più anziani le ricette e i piatti della tradizione locale, si vuole riproporre i sapori di una volta che suscitano i ricordi dell’infanzia come la torta di Berta, in passato veniva fatto in casa delle volontarie per la rievocazione, oggi le donne dell’associazione ripropongono questi sapori tramandati dalle loro madri, zie e nonne.
Abiti: Dalla prima edizione fino agli anni ’90 gli abiti del corteo storico venivano cuciti in casa dalle volontarie per i parenti e nipoti che partecipavano al corteo, nella maggior parte non erano pertinenti all’epoca. Negli ultimi anni la maggior parte degli abiti sono confezionati da Francesca Meneghello, fin da bambina partecipava al corteo storico. “Ho fatto la sarta per parecchi anni e poi ho smesso perché ho lavorato in un altro settore, adesso ho un negozio e ho 74 anni. La passione per la sartoria l’avevo già da piccola, trasmesso da mia nonna, poi ho fatto corsi di cucito”. Il primo abito storico l’ha realizzato quattro anni fa per sua figlia che partecipava per la prima volta al corteo. Parlando con Francesca afferma che “All’inizio vedo un disegno, per prendere spunti, poi l’abito viene realizzato in base alla mia idea. I tessuti non sempre rispecchiano il tempo perché sono difficili a trovarli. Mia figlia in genere mi aiuta scegliendo i tessuti e i colori. In genere, a quel periodo avevano un taglio largo, con maniche a sbuffo, i vestiti delle dame erano semplici con tre pezzi”. I costumi più antichi sono stati realizzati da sarte del luogo che non ci sono più e questi saperi sono andati perduti. L’obiettivo di Francesca è coinvolgere nel processo creativo i più giovani che hanno la passione per la sartoria.
Associazione di Promozione Sociale Berta nasce nel 2019 grazie all'iniziativa di un gruppo promotore di cittadini, in particolare di Salvatore Negro, per salvaguardare e recuperare la tradizione della rievocazione storica “Il Tempo di Berta” che da anni non si svolgeva più. Da subito ha avviato il lavoro per l’organizzazione dell’evento e ha iniziato una serie di collaborazioni con associazioni esterne per arricchire con nuovi elementi l’evento rievocativo. L’intento dell’Associazione è quello di rilanciare il paese sul piano turistico grazie alle grandi potenzialità nell'ambito delle risorse storico-culturali e geologiche visto che in questo territorio affiorano dalle profondità acque termali. Durante l’anno, l’Associazione di Promozione Sociale Berta organizza progetti con le scuole medie ed elementari di Montegrotto, in particolare nel 2019 ha realizzato un libro per poter distribuire a tutti i bambini con l’obbiettivo di far conoscere alle nuove generazioni il racconto della legenda di Berta. Questo progetto, rientra in quell’insieme di pratiche e conoscenze che formano i modelli culturali di una data società e svolgono una funzione di trasmissione di valori e norme, di riconoscimento di identità e coesione sociale.
Metodo Ricerca
Metodologicamente, la prima scelta è stata quello di farmi guidare dai membri dell’associazione, in particolare Silvia Mattarello e Salvatore Negro, presidente dell’associazione. Durante la mia permanenza ho incontrato tutti i membri dell’Associazione, i responsabili dei diversi gruppi e delle altre associazioni partecipanti all’evento. Ho incontrato inoltre Riccardo Montardello sindaco del Comune di Montegrotto e altri amministratori che collaborano con l’associazione che organizza l’evento. Ho osservato lo svolgimento dell’evento soffermandomi su alcuni elementi centrali, come l’organizzazione del percorso gastronomico e l’allestimento dell’accampamento medioevale all’interno del parco Mostar. Grazie al mio interlocutore privilegiato ho potuto accedere ad alcune situazioni di osservazione privilegiata come la creazione di un abito storico, all’intero della cucina dove si preparavano i piatti tradizionali, la vestizione e organizzazione dei figuranti prima della partenza del corteo storico.
In seguito ho approfondito alcuni altri elementi che compongono la rievocazione attraverso interviste sul campo svolti principalmente al parco Mostar e documentazione visiva. Ho scelto di intervistare la sarta che ha confezionato la maggior parte degli abiti negli ultimi anni e rievocatori che sono a capo delle associazioni preposte all’organizzazione di un elemento dell’evento, vedi (cfr sezione Scheda Persone/Gruppi/Associazione).
Ogni aspetto dell’evento è stato accompagnato e convalidato dalla documentazione fotografica. Oltre allo svolgimento dell’evento ho cercato di catturare i momenti ritenuti importanti, come allestimento dell’accampamento medioevale, la vestizione degli rievocatori per il corteo storico, la preparazione del cibo e le prove per la rappresentazione teatrale degli studenti della scuola media e le prove per le spettacolo dei burattini. I membri dell’associazione cominciano da marzo a lavorare per l’organizzazione dell’evento. Il primo passo è quello di scegliere, in base alla disponibilità dei fondi, su quale elemento della rievocazione investire di più e con quali gruppi o associazioni collaborare, privilegiando quelli territoriali e che abbiano caratteristiche qualitative, come nell’ultima edizione, la rappresentazione finale è stata affidata alla compagnia di danza territoriale “On Stage Lab”. L’obbiettivo è valorizzare il territorio e che l’evento include tutte le fasce di età, da i più piccoli ai più grandi.
Ho rilevato altre informazioni sul campo grazie al mio interlocutore privilegiato, Salvatore Negro, presidente dell’associazione, che mi ha introdotto all’ambiente circostante. Questa parte ha costituito il nucleo centrale del lavoro. Le tecniche di rilevamento impiegate nella ricerca sono state osservazione partecipante e le interviste formali e informali ad alcuni rievocatori come: i membri dell’associazione che organizza l’evento, alcuni partecipanti al corteo storico, artigiani della filatura della lana, il presidente della compagnia “Le lame nere” che organizza gli accampamenti all’interno del Borgo medievale. È stata inoltre effettuata una raccolta di materiali bibliografici sul luogo, offerto dal sindaco di Montegrotto e dal presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Berta, documenti su quali ho operato.
Organizzatori
Salvatore Negro (Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Berta)
Silvia Mattarello e altri membri dell’Associazione di Promozione Sociale Berta
Riccardo Mortandello (Sindaco di Montegrotto Terme)
Serena Fiorio (Artista e coordinatrice del Gruppo del teatro “Fantaghirò”)
Monica Bauletti (Storica del luogo)
Karen Albonetti (Danzatrice e insegnante alla scuola di ballo “Associazione On Stage Lab”)
Elena Squarcina (grafica del libro per i bambini)
Francesca Meneghello (sarta che confeziona gli abiti)
Gino De Paoli (rievocatore)
Localizzazione
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